Attenti a non pensare che le carte delle emozioni di questo libro siano uno strumento utile solo a divertirsi. Le emozioni sono una cosa seria e il diffuso analfabetismo emozionale suggerisce di muoversi con cautela, altrimenti quella delle emozioni rischia di divenire una moda. Per evitare questo occorre mettersi in gioco con le proprie emozioni e, per quanto possibile, a carte scoperte, con l’intelligenza dei tempi e delle disponibilità da parte di ciascuno. Ecco allora che le carte delle emozioni possono divenire un sussidio ludico di straordinarie potenzialità, utilizzabile nei contesti più disparati, specie in quello educativo.
Le attività con le carte, qui proposte dopo un’ampia e collaudata sperimentazione, divengono uno spazio nel quale ciascuno può conoscere meglio se stesso e gli altri, apprendere la gestione dei conflitti, sviluppare una competenza nella costruzione di relazioni sociali positive.
Le carte, insomma, non sono tarocchi per costruire storie o per prevedere il futuro, ma uno strumento per stimolare la dimensione progettuale che si sprigiona quando impariamo ad accogliere le emozioni della vita.
Si può partire anche da un gioco, in fondo, per migliorare le relazioni.
Ridere è esporsi, scoprirsi, lasciarsi spiazzare, non avere tutto sotto controllo. Far ridere alimenta la propria autostima e contiene anche un potere magico: invertire una tendenza negativa o una giornata storta o il clima di un gruppo. In realtà chi non sa ridere si priva di un piacere gratuito dell'esistenza. Questo testo invita a usare microscopi speciali per cogliere qualità nascoste, abilità addormentate, potenzialità inespresse e una cosa deve essere chiara: questo libro contiene proposte e non ricette. L'unica assicurazione è che i giochi sono stati testati più volte e in diversi contesti, ma non in quello in cui si deciderà di provarli. Spetta a ciascuno cogliere il momento giusto per realizzare la proposta e la creatività necessaria per adattarla e personalizzarla al gruppo scelto. Questo libro non è rivolto a esecutori, ma a educatori creativi che vogliono generare nuove combinazioni di idee per crescere attivamente con i giovani.
In una società in cui gli adulti sono dominati dalla paura, contaminati dall’ansia e ossessionati dalla sicurezza, occuparsi del ridere!!! Via, siamo seri!!! La formula chimica della risata porta scompiglio in tutti i luoghi formativi, soprattutto quelli ricoperti di una patina più o meno spessa di presunta serietà. Con questo libro si lancia un marchio di qualità che potrà essere certificato dai giovani e che dovrà verificare la costante presenza di una metodologia umoristica nelle istituzioni educative. “Qui la risata è ammessa e ben accolta” potrebbe essere lo slogan della vetrofania da applicare sulle porte delle istituzioni più serie, a partire da quelle che si definiscono educative. Non è più il tempo dei giullari che avevano il compito di distrarre il popolo, al contrario l’umorismo è un generatore di consapevolezza per difendersi dalle manipolazioni. Per mettere in crisi il potere. Ridere è anche un bisogno sociale che produce benefici alla salute, facilita le relazioni, la socializzazione, il ridimensionamento dei conflitti inutili. Immaginate di proporre un nuovo indicatore di benessere e sviluppo: il PIR (Prodotto Interno di Risate), dove una convivenza serena e un approccio ottimistico generino creatività e futuro. Queste pagine offrono esperienze e metodologie per sdoganare il ridere e promuoverlo dalla categoria del frivolo all’olimpo della serietà. In un’epoca in cui a qualcuno può sembrare che ci sia poco da ridere, la decisione più seria da prendere è: investire sui giovani e sul ridere.