Saggio sistematico sulla figura di padre Giuseppe De Rosa (1921-2011), gesuita, personaggio di spicco nel panorama culturale cattolico del Ventesimo secolo. Scrittore prolifico (per cinquant'anni collaboratore di punta della rivista "La Civiltà Cattolica"), è stato un intellettuale dall'attività e dalla versatilità prodigiosa, le cui analisi e opinioni erano sempre attentamente considerate da studiosi e politici di ogni tendenza. Questo libro, dopo aver tracciato un essenziale profilo biografico di padre De Rosa, ne analizza l'opera giornalistica e saggistica, evidenziando i punti essenziali del suo pensiero.
Nell'analizzare i rapporti tra i poteri religiosi e i poteri politici, e quindi il ruolo della religione nello spazio pubblico in Italia e in altri contesti nazionali, la riflessione si concentra in quest'opera su diversi ambiti come la politica, la cultura e le istituzioni pubbliche. In tali settori è possibile rilevare le differenze di vitalità dei campi religiosi, dei modelli di laicità e il secolarismo dei diversi attori sociali. È evidente che nei vari contesti nazionali la nozione di laicità si presenta primariamente in relazione alle configurazioni di interazione tra lo Stato e la società civile. Approfondire questo intreccio di processi, i cui elementi sono originali ed eccentrici, s'inserisce negli studi di respiro internazionale sulle forme assunte dalla secolarizzazione e dalla crisi dello Stato nelle aree europeo-continentali ed in quelle extra-europee. Esaminando il ruolo della religione nello spazio pubblico e il rapporto tra Stato e Chiesa nei primi anni di questo nuovo secolo, il volume presenta le riflessioni su alcuni punti del dibattito scientifico che offrono un'opportunità per cogliere le attuali caratteristiche del rapporto tra poteri politici e poteri religiosi in Italia e altrove.
L'accoglienza e la cura. Nei consultori familiari. Facile a dirsi. Più complicato a farsi. Significa mettere in gioco una varietà di figure professionali: ostetriche, assistenti sanitarie, assistenti sociali, psicologi, sociologi, ginecologi, medici, educatori e infermieri professionali. E significa attraversare i temi trasversali della relazione di aiuto, del setting in cui si lavora, con tempi e spazi spesso ridotti, delle risorse e delle fatiche nel lavoro di équipe, delle situazioni problematiche più frequenti e difficili da gestire, in cui entrano in gioco emozioni potenti dell'utente e dell'operatore, paure antiche e paure nuove. Questo libro nasce per gli operatori che agiscono nel Consultorio Familiare e vogliono affinare le loro competenze professionali. Sono tanti gli interrogativi: come relazionarsi sia con gli utenti in generale, sia con quelli che presentano fattori di rischio a causa della solitudine? Come accorgersi di difficoltà non narrate con le parole? Insomma, quale prevenzione è possibile per chi opera in Consultorio? E come tener conto con gli utenti e con i colleghi del proprio modo di essere, del proprio stile relazionale fondato sui propri modelli di attaccamento e accudimento? Queste pagine nascono per trasmettere la complessità di alcuni di questi interventi, e la delicatezza necessaria nei colloqui quando i temi trattati, le possibili scelte che l'utente sta esplorando, implicano non solo aspetti psicologici, sociali e sanitari...
Il Cristianesimo è una religione politica o ha introdotto un principio di essenziale separazione tra sfera religiosa e sfera politica? Il tema è stato molto dibattuto nei tempi recenti da storici che sono andati a verificare i propri assunti alle origini del movimento cristiano. Invece di discutere il problema dell'essenza, Vittorio Frajese esamina il problema in un periodo determinato della storia europea: l'Italia del '500 e del '600. Comunque sia della sua essenza, è infatti certo che nell'Italia moderna la chiesa è stata un'istituzione politica e la religione è stata parte essenziale del governo degli uomini e della società. Il libro ricostruisce dunque alcuni aspetti essenziali del rapporto tra politica e religione nell'Italia moderna raccogliendolo in quattro grandi temi: la discussione sui rapporti tra potere ecclesiastico e potere civile avvenuta tra '500 e '600; le strategie pratiche e teoriche da due oppositori della chiesa controriformistica: Paolo Sarpi e Ludovico Zuccolo; le forme della censura; ed infine le specifiche categorie politico-religiose forgiate dalla cultura della Controriforma. Frajese ne individua quattro principali che hanno più profondamente inciso sulla storia italiana: il gesuitismo, il machiavellismo, l'ateismo e la "superstizione". Seguendo il filo di questi quattro concetti creati, o essenzialmente caratterizzati, nel corso della Controriforma, il libro indaga le categorie dello spirito italiano.
L'autore fornisce un quadro del complesso rapporto tra rivelazione e filosofia politica che muove dai pensatori e dai problemi classici della tradizione dottrinale cattolica per confrontarsi in maniera originale e feconda con le tesi di alcuni dei più importanti filosofi contemporanei. Una prospettiva nuova su un problema perenne.