«Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi» (Lc 22,15). È da qui che papa Francesco parte per condividere con presbiteri e diaconi, persone consacrate e fedeli laici una riflessione sulla Liturgia nella vita della Chiesa e di ogni singolo credente. Pur nella consapevolezza di quanto sia vasto il tema, il Pontefice offre alcuni spunti per aiutare il popolo di Dio a maturare nella consapevolezza del celebrare cristiano e nel contemplare la sua bellezza e verità. Una particolare attenzione è rivolta proprio alla formazione liturgica di tutto il popolo di Dio, come percorso necessario perché ognuno recuperi la capacità di vivere in pienezza l'azione liturgica, luogo dell'incontro reale con Cristo.
Il cinema americano fin dalle sue origini ha optato per un racconto coerente e comprensibile che mette al centro della storia un eroe o un'eroina, portatori di determinati valori e visioni del mondo. Ognuno di questo eroi segue un arco narrativo che lo porta ad uscire dal mondo ordinario per affrontare l'ignoto e ritornare al mondo di partenza, profondamente modificato nella sua psicologia e nel suo modo di essere. È quello che viene definito "il viaggio dell'eroe", lo storytelling che, fin da prima della nascita del cinema, caratterizza i grandi racconti che sono stati narrati nel corso della storia dell'umanità. Dal cinema primitivo a quello contemporaneo questo modello narrativo non è sostanzialmente cambiato, ma quello che è cambiato radicalmente è la tipologia di eroi od eroine che vengono raccontate. Come e perché si è passati dall'eroico pompiere raccontato in uno dei primi film del cinema muto americano all'anti-eroe nichilista Joker, dell'omonimo film vincitore dell'Oscar, che non spegne gli incendi ma invece li appicca creando caos e violenza per le strade della città? Il libro, attraverso l'analisi di alcuni film paradigmatici delle varie epoche del cinema (dal muto alla contemporaneità), racconta ed analizza questo mutamento, figlio del cambiamento del contesto socioculturale di cui i film sono uno specchio.
Cinecittà è la fabbrica dei sogni. Inaugurata a Roma nel 1937, nei suoi grandi teatri di posa vengono girate decine di film ogni anno, fino a quando la Seconda guerra mondiale travolge ogni cosa. Al termine del conflitto, dove prima scenografi e costumisti, attori e registi creavano l'incanto del cinema, prendono posto migliaia di profughi che non hanno più una casa dove tornare. Proprio lì, in una realtà difficile da sopportare, un gruppo di bambini si incontra e riscopre il tesoro di Cinecittà: l'arte di recitare, di raccontare una storia, di creare interi universi con l'immaginazione. Età di lettura: da 11 anni.
Non è possibile presentare in modo esaustivo in poche pagine la complessa attività di padre Virgilio Fantuzzi (1937-2019) come critico cinematografico de «La Civiltà Cattolica» in oltre quarant'anni di lavoro. Siamo davanti a un voluminoso impegno non limitabile agli articoli scritti: il cuore della sua attività può essere considerata la relazione personale e di amicizia con i più grandi maestri del cinema italiano. L'idea di queste pagine è dunque piuttosto quella di evocare, a partire da alcuni dei suoi articoli, due delle dimensioni centrali della pluridecennale missione di padre Virgilio come critico-gesuita. Da una parte, il tentativo di cogliere l'uomo dietro il regista, le sue intenzioni profonde, il suo afflato spirituale; dall'altra l'identificazione di frammenti di trascendenza nei film presentati, a prima vista nascosti da apparenti contraddizioni e tragicità. Sono tre le sezioni in cui sono stati suddivisi i sei articoli selezionati, rappresentativi del suo personalissimo modo di fare critica cinematografica: Virgilio e i grandi del cinema italiano presenta un articolo su Pier Paolo Pasolini e un'intervista a Roberto Rossellini; in Visioni d'oltralpe: incontri francesi vi è un testo estratto da un articolo dedicato ad André Bazin, critico cinematografico francese e fondatore della rivista «Cahiers du cinéma», e alcuni estratti di un lungo pezzo dedicato al regista francese Éric Rohmer; Uno sguardo ai registi di oggi raccoglie due articoli dedicati rispettivamente al film Le Onde del destino di Lars Von Trier e ad alcune opere di Steve McQueen. Questa è solo una incompleta presentazione del lavoro di un gesuita artefice di feconde connessioni tra spiritualità, teologia e cinema. Perché non lasciarsi ispirare per rinnovare il proprio sguardo nella visione dei grandi film di ieri, oggi e domani?
Simone, il pescatore ribelle. Matteo, l'esattore delle tasse disprezzato. Maria, l'anima tormentata. Gesù chiamò tutti loro per nome, trasformandone l'esistenza per sempre. Come sarà stato incontrarlo faccia a faccia? Quale impatto produceva conoscerlo personalmente? Attraverso una scrittura accurata e immediata, i lettori si immergeranno in un modo nuovo e potente nella più grande storia che sia mai stata raccontata, la vita di Gesù di Nazaret. Un'esperienza coinvolgente, emozionante, imperdibile.
È il 1968, uno degli anni più inquieti dello scorso secolo. Pier Paolo Pasolini lavora alla sceneggiatura di un film dedicato a Paolo di Tarso. La pellicola, commissionata dalla San Paolo Film, non vedrà mai la luce, nonostante la stesura di due versioni del soggetto. La storia del cinema ha dovuto così rinunciare a un'opera che si annunciava audace e visionaria, in cui la vicenda di Paolo veniva trasportata a metà degli anni Sessanta, tra Parigi, New York e Londra, ma in cui le parole dell'Apostolo delle genti - come già per il Vangelo secondo Matteo - sarebbero state fedeli allo scritto neotestamentario. Carlotta Ciarrapica e Andrea Bizzozero ricostruiscono in queste pagine la vicenda del film mai realizzato, raccontandone genesi, sviluppo e abbandono, intrecciando la storia di tre diversi Paolo: il santo, il regista e il papa, Paolo VI, che ebbe anch'egli un suo ruolo nella storia. Il volume riporta inoltre, in versione integrale, le due stesure del soggetto scritte da Pier Paolo Pasolini.
Oggi la morte è un tabù - non bisogna parlarne, e le salme vanno esposte con moderazione...-, mentre paradossalmente la morte "virtuale" è diventata spettacolo molto diffuso nei film e nei videogiochi, a volte di barbarica violenza. Ma in un passato anche recente la morte era di casa, come lo era la nascita, e la si evocava e raffigurava con serena normalità. Questo libro indaga sulla presenza dell'idea della morte e la sua raffigurazione nella società civile e religiosa dai dipinti ipogei dei primi secoli cristiani all'impatto con la fotografia e la "settima arte" fino alla sua rappresentazione "liquida" dei nostri giorni, accostando elementi letterari, religiosi e figurativi la cui feconda complementarità consente di comprendere al meglio il variegato patrimonio iconografico depositato nei secoli.
Dopo aver ripercorso la storia delle apparizioni di Medjugorje dall'inizio di quel 24 giugno 1981, riportando quanto si conosce sui Dieci Segreti di Medjugorje e alcune testimonianze di guarigioni, segni e miracoli, l'Autore racconta il suo viaggio a Medjugorje nel 2014 e 2015.
In quell'occasione tre ragazzi ricevettero sul Krizevac un segno divino di profumo di lavanda, legato alla guarigione di un male fisico, superato proprio grazie all'intercessione della Madonna.
L'Autore prosegue quindi con il racconto del miracolo di Francesca Bozzarello, avvenuto per intercessione della Beata Suor Elena Aiello (le cui rivelazioni private si rifanno, secondo molti studiosi, ai Dieci Segreti) per concludere con una riflessione su quando si realizzeranno i Dieci Segreti di Medjugorje.
L'immagine di Maria di Nazaret, veicola inevitabilmente una immagine della donna, che può condizionare tanto l'accoglienza quanto il rifiuto della fede e della sua dimensione mariana. Proprio per questo Paolo VI, già negli anni '70, invitava a un deciso rinnovamento dell'immagine di Maria. Il volume presenta i frutti di una ricerca interdisciplinare, realizzata presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium di Roma a partire da tre film italiani che hanno come protagonista la Madre di Dio: Io sono con te; Troppa grazia; Bar Giuseppe. Lo scopo è duplice: dal lato della ricerca, è un invito a riflettere sull'immagine di Maria da essi veicolata e sulla sua attualità; dal punto di vista pastorale, può aiutare insegnanti e operatori pastorali a sfruttare maggiormente il cinema come strumento per la formazione e l'evangelizzazione. Autori coinvolti nell'opera: Giulio Base, Renato Butera, Katia Malatesta, Nicoletta Micheli, Michele Pellegrini, Stefano Pepe, Linda Pocher FMA, Nicolas Steeves SJ, Milena Stevani FMA.
Nel 2006 Dino Audino pubblicava un volume che a suo modo è diventato un piccolo cult: Overlooking Kubrick. Raccoglieva i risultati di una serie di convegni dedicati al Maestro (scomparso nel 1999) da diverse Università italiane. Molta acqua è passata sotto i ponti, molti libri e saggi sono stati scritti, tante riflessioni e analisi sono state fatte. Ma vale la pena rileggere alcuni "storici" interventi (tra questi saggi di studiosi italiani e stranieri tra i più illustri, da Sorlin a Bruno, da Bertetto a De Gaetano, da Sesti a Bernardi), mettendoli a confronto con analisi di studiosi delle generazioni più giovani (come Carocci e Ugenti). Sono altri "sguardi" su un regista che permette di riflettere sui rapporti del cinema con la storia, con la letteratura, coi generi, con l'ideologia, con le emozioni. È un'occasione per continuare a indagare su uno dei più grandi autori della storia del cinema, e anche un viatico per ulteriori studi.
"Caro Alberto" è un libro su Alberto Sordi diverso da tutti i libri su di lui già esistenti: raccoglie una ricca scelta delle migliaia di lettere che il grande attore ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera. Lettere del suo archivio personale - custodito e studiato dalla Fondazione Museo Alberto Sordi - di ammiratori, appassionati di cinema, fans che si rivolgono a lui come si farebbe con un amico o con un parente, al quale chiedere consigli, confidare dolori, raccontare gioie e comunicare l'amore per le sue interpretazioni, che si rivelano un vero e proprio lenitivo ai momenti tristi della vita. Ci sono anche lettere di personalità celebri, di colleghi di lavoro - come Anthony Quinn, Monica Vitti, Gina Lollobrigida - e di esponenti politici. Ma soprattutto raccoglie tantissimi messaggi commoventi e inaspettati di anonimi cittadini, spediti o lasciati davanti alla villa di Roma dove Sordi ha vissuto per anni, che piangono la morte di un attore amato. Il libro si arricchisce delle testimonianze di Walter Veltroni - amico personale di Sordi, ma anche l'uomo politico che, all'epoca sindaco di Roma, ebbe il triste ed entusiasmante compito di organizzare un funerale che fu un bagno di folla, un evento popolare, come a Sordi, forse, sarebbe piaciuto - e di Carlo Verdone, forse l'unico attore che può dire di aver raccolto la sua eredità. Prefazioni di Walter Veltroni e Carlo Verdone.
Quasi mille film hanno tentato di rievocare Napoleone e il suo mito seducente e imprendibile. Nella sua spigliata ricognizione Carlo Miccichè racconta per la prima volta l'avventura dell'Empereur dai romanzi al grande e piccolo schermo. È un viaggio sorprendente che, dalle pagine di Tolstoj, Stendhal e Balzac passa al Cinema Muto, ai Kolossal e alle Serie Tv per arrivare ai graphic novel e al videogaming. Perché narrare Napoleone, fuori dai libri di storia e dai cliché, rimane una scommessa aperta.