"Novissime picconate" è, a suo modo, un instant book. Nel senso più nobile del ternane. L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga (secondo la sua stessa, paradossale definizione "il peggiore presidente della storia repubblicana") torna a "picconare", menando fendenti a destra e a sinistra. Lo fa nella forma compiuta e già rodata dell'intervista-dialogo con Claudio Sabelli Fioretti, ormai suo interlocutore di fiducia, l'unico che riesca a tenere testa alle sue "mattane" (altra autodefinizione) senza scomporsi, e anzi rilanciando ogni volta. L'uomo di Stato più eterodosso che la storia dell'Italia repubblicana possa annoverare entra "a gamba tesa" sul quadro politico degli ultimi mesi, delle ultime settimane. Alternando il piccone al fioretto, come suo solito, l'ironia amara e feroce di Cossiga non risparmia nessuno. Ce n'è per tutti, naturalmente: a partire da Obama, passando per Berlusconi (e per la figlia Barbara), per Veltroni e D'Alema (senza nascondere la sua notoria simpatia per quest'ultimo), per Di Pietro (senza fare mistero della sua risaputa antipatia per l'ex pm).
O lo ami, o lo vorresti al muro. Questo è Marco Travaglio. Il giornalista più puntuto e più querelato d'Italia. Si dice che con i suoi libri abbia venduto più di un milione e mezzo di copie senza avere praticamente avuto una sola recensione su un qualsiasi giornale nazionale. Si dice che, sommando tutte le cause che gli hanno intentato in questi anni, le richieste di risarcimento si contino in milioni e milioni di euro. Ma i querelanti, finora, hanno quasi sempre perso. In questo libro - libero dal vincolo di una "scaletta" prefissata, incalzato da un giornalista non meno scomodo di lui come Claudio Sabelli Fioretti - Marco Travaglio va finalmente a ruota libera. Più libera che mai. È come se tu lo incontrassi al tavolino di un bar. E gli offrissi un caffè. E gli dicessi: "Marco, scusa: raccontami un po' come vedi l'Italia del dopo-elezioni. Come sono, veramente, i politici che hanno vinto e quelli che hanno perso. Che cosa, davvero, dobbiamo aspettarci da loro". Credete che si auto-censurerebbe, nel rispondervi, uno come Marco Travaglio? Non lo ha mai fatto, nemmeno ad Annozero, nemmeno da Luttazzi. Nemmeno di fronte alle minacce di risarcimenti milionari: e forse ad altre minacce, che non sappiamo. Credete che lo farebbe parlandovi a quattrocchi? Questo libro è, appunto, una conversazione a quattrocchi.
Nella sua breve vita, la seconda Repubblica ha riservato molte sorprese. La vittoria inaspettata del Cavaliere nel 1994, nel pieno del ciclone di Mani pulite. La rivincita ulivista del 1996. La stagione di transizione dal 1998 al 2001. La nuova vittoria di Berlusconi nel 2001, e il governo con la maggiore durata della storia repubblicana. Le strane elezioni del 2006, finite con un quasi perfetto pareggio. La crisi post-voto del centrosinistra, il tramonto del prodismo e l'ascesa temporanea di Veltroni. E poi la netta, schiacciante vittoria berlusconiana del 2008, che ha innescato la parabola discendente del leader del Pd e la crisi del suo partito, sempre meno capace di attirare consensi. Fino alla disfatta di Soru in Sardegna, che ha costretto il Walter nazionale a gettare la spugna. Alessandro Amadori è tra i principali studiosi italiani di psicopolitica, disciplina che ha applicato nel volume "Mi consenta", fornendo un'analisi originale e innovativa del fenomeno Berlusconi. Questo nuovo libro interpreta gli avvenimenti della seconda Repubblica e i comportamenti elettorali in una duplice prospettiva. Da un lato, evidenziando i punti di forza del Cavaliere, la personalità di gran lunga dominante la scena politica nazionale. Dall'altro smascherando le debolezze del centrosinistra italiano e spiegando le ragioni di una crisi che sembra destinata a durare. "Silvio, tu uccidi una sinistra morta!" è un essenziale sunto di storia italiana contemporanea.
Alexander "Sasha" Litvinenko, ex tenente colonnello del Kgb è stato avvelenato a Londra con il Polonio 210 nel novembre 2006. La sua morte scatenò una "seconda guerra fredda" fra l'Occidente e la Russia di Vladimir Putin, con la relativa devastazione della Commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin. Litvinenko era l'informatore segreto di Paolo Guzzanti, presidente della Commissione, al quale forniva notizie sulle manovre che il nuovo Kgb di Putin preparava per annientare i lavori di un'inchiesta durata quattro anni, che ha passato al setaccio la penetrazione sovietica scoprendo e risolvendo molti "misteri d'Italia". Come la matrice sovietica dell'attentato al papa del 1981 e i retroscena del delitto Moro. Con l'avvelenamento di Litvinenko fu lanciata in Italia la più grande operazione di "deception", di inganno pianificato, del dopoguerra, partendo dalla distruzione del consulente Mario Scaramella, presentato come probabile assassino e truffatore. Questo libro vuole ristabilire la verità raccontando la storia segreta di Litvinenko, della Commissione, dell'ascesa di Putin e di come Berlusconi abbia tradito la Commissione per non contrariare l'ultimo capo del Kgb, diventato suo partner e amico fraterno.
Un libro nel puro stile dei pamphlet politici. Una difesa appassionata e a tutto campo dell'identità cattolica, della libertà di espressione e di parola della Chiesa di Roma che l'autore sente minacciata e combattuta come non mai. Come ai tempi del terrore rivoluzionario francese, appunto. Da qui il titolo, volutamente provocatorio, di questo volumetto. Luca Volontè, capogruppo dell'Udc alla Camera dei Deputati, volto giovane della politica italiana, voce spesso scomoda delle istanze del cattolicesimo militante sui grandi temi della morale e delle scelte di valori, ha raccolto in queste pagine due anni di articoli da lui firmati per alcuni fra i maggiori quotidiani italiani, da "Libero" al "Riformista", da "II tempo" a "II Giorno". Articoli dichiaratamente a tesi; risposte nette senza equivoci né cedimenti, a quelli che Volonté considera attacchi al cuore del cattolicesimo portati da una corrente di pensiero che, secondo l'autore, mescola vecchio giacobinismo, anticlericalismo di facciata e nuovi interessi.
"'Assassini, terroristi, faziosi, sadici, torturatori, venduti a una fazione politica, falsificatori, criminali vestiti da giudici, macigni sulla strada della democrazia, omuncoli bisognosi di una perizia psichiatrica, cupola mafiosa, malati di mente, antropologicamente diversi dal resto della razza umana'. Ecco come sono stati definiti i magistrati italiani". In questo libro Gian Carlo Caselli risponde alle molteplici accuse che sono state mosse a lui, così come a tutta la magistratura. In una condizione di normale convivenza civile, Caselli avrebbe potuto riflettere sul ruolo istituzionale che la giustizia è chiamata ad assumere. In condizioni di normalità precaria ha dovuto invece ribadire prima di tutto che la sostanza del problema è proprio l'anormalità che insidia sul nascere, propaganda dopo propaganda, ribaltamento logico dopo ribaltamento logico, la stessa condizione di normalità. Si tratta dunque non già di un richiamo all'ordine, alle regole, al rispetto del diritto e della democrazia, ma in primis alla normalità. La stessa che, essendo così disinvoltamente confusa con il giustizialismo, ha finito per smarrire i suoi connotati originari e fare dello stesso Caselli - invece del più normale fra gli italiani - uno stravagante "puro folle" con lo strano capriccio per la legalità.
Questo libro avrebbe potuto chiamarsi "Il libro nero del Pd", ma forse avrebbe dato l'impressione di un brogliaccio qualunquista e antipolitico, come ce ne sono tanti. È invece un appassionato e amaro racconto di errori, di occasioni mancate, di false partenze che hanno caratterizzato la parabola e la crisi politica del partito. È un ragionamento che lascia poco spazio a illusioni e delusioni: il mancato ricambio di leader e dirigenti e l'assenza di prospettiva per le voci nuove hanno fatto risaltare ancora di più un clima interno torvo e velenoso. Il vivace dibattito dei cittadini e degli iscritti sul web è rimasto del tutto inascoltato. Lo Statuto del Partito democratico conta 11.225 parole, settecento più della Costituzione italiana. Sono state prodotte migliaia di pagine di documenti, programmi, statuti, manifesti, codici, regolamenti, carte dei valori e della cittadinanza alternativamente inutili o inapplicati. Una sovrastruttura normativa per coprire un vuoto di identità, organizzazione, coerenza, credibilità. La continua faida fra dirigenti Ds e Margherita, una guerra per bande, ha mostrato chiaramente che i militanti e i cittadini sono affezionati all'unità del partito molto più dei "colonnelli". A cosa porterà tutto questo? Alcune figure nuove stanno emergendo, e chiedono a gran voce una completa trasformazione: per constatarlo basta scorrere le pagine finali di questo libro. (Prefazione di Edmondo Berselli)