Un autore contemporaneo e san Bonaventura ci introducono al contenuto di quest'opera che si presenta nuova e originale, ma ampiamente radicata nel terreno biblico dell'Incarnazione e nella grande tradizione spirituale patristica e medievale. L'autore ci porta a scoprire - anche attraverso la proposta di "esercizi" - i sensi interiori, cioè i sensi dell'anima, che costituiscono altrettanti strumenti attraverso i quali opera la Grazia, da quella battesimale alla pratica eucaristica, passando attraverso l'ascolto della Parola, le celebrazioni liturgiche e la venerazione delle sante icone.
Il libro presenta meditazioni di Marco Panero destinate a tutti coloro che desiderano progredire nella vita spirituale, nutrendosi alla scuola sicura della Parola e della migliore tradizione della Chiesa. L'intento che ha suggerito la pubblicazione è stato quello di condividere una parola di incoraggiamento, cordiale ma fondata perché maturata esattamente a partire dal nucleo spirituale dell'identità cristiana, di cui si intende restituire la bellezza, soprattutto a beneficio di coloro che quell'identità già l'hanno assunta e desiderano conformarsi sempre più ad essa. Per riscoprire il fascino della vita spirituale e riscaldare il cuore è sufficiente cogliere l'essenziale, afferrare il centro che ne anima le espressioni esteriori e, proprio su questo, appuntare lo sguardo del cuore, con rinnovato stupore.
Ci sono personaggi, citati nei Vangeli, che non dicono una parola. Ma con le loro azioni, le loro scelte coraggiose e inaspettate, ci lasciano dei messaggi profondi. Questo scritto immagina i loro pensieri e dà loro una voce che può entrare nel fondo della nostra coscienza.
Che cosa ci insegna un bambino che cede il suo misero pranzo nelle mani di un adulto misterioso e sconosciuto? Cosa dice alla nostra vita una donna che spreca una enormità di denaro per qualcosa di futile, come un profumo che svanisce nell’aria al primo vento? Quale testimonianza ci dà un uomo obbligato a portare il patibolo di un condannato che neanche conosce? Che cosa ci suggerisce un’emarginata sociale, scansata con ribrezzo perché impura, che si fa largo tra la folla per toccare, senza essere vista, un lembo del vestito del profeta che tutti osannano?
Sono testimoni muti. Qualcuno ha un nome. Altri sono entrati nella storia della salvezza in modo anonimo. Quel che importa è che, dopo migliaia di anni, ci parlano ancora, senza dire una parola.
Il libro ripercorre alcuni passaggi della vita di Gesù attraverso il Vangelo secondo Luca. Le meditazioni sono incentrare sulla figura del Maestro come modello per annunciare la Parola. L'autore ci riporta poi ai nostri giorni per attualizzare la missione della Chiesa con spunti interessanti e stimoli sempre originali. Testimonianze e citazioni rendono il libro ricco di spunti di riflessione e meditazione.
Abitato dal rumore, stressato dalla frenesia, perso sui marciapiedi del caos, l'uomo d'oggi ha bisogno di riscoprire i sentieri del silenzio per ritrovare la parte più vera di se stesso e per incontrare il Signore. Mezzo privilegiato per fare esperienza di Dio nel silenzio è la meditazione che coinvolge mente e cuore, corpo e Spirito. Gli autori di questo testo, attingendo con sapienza ad alcuni filoni aurei della tradizione contemplativa orientale e occidentale, hanno scelto di insegnare una audace direttissima spirituale per condurre la persona nelle profondità del proprio cuore e aiutarla a scoprire che proprio lì abita Dio.
Il libro mette a fuoco alcuni nodi cruciali del rapporto con il mon- do digitale: nella prima parte si analizza il configurarsi di una nuova antropologia, determinata dalle opportunità inedite offer- te dal digitale, che solleva però anche difficili interrogativi etici. La seconda parte affronta i lati oscuri di internet, rappresentati soprattutto dal cyberbullismo e dalle dipendenze, in particola- re quella della pornografia online. La terza parte mostra come questi aspetti siano stati amplificati dalla pandemia e come sia possibile riscoprire dinamiche disattese ma fondamentali per la qualità della vita, che il lockdown ha contribuito a far riemergere.
In occasione del decimo anniversario del sequestro del gesuita Paolo Dall'Oglio, che cadrà il 29 luglio 2023, questo volume è un tentativo di rilettura della sua figura, della sua storia, della sua riflessione sul dialogo interreligioso e sui rapporti fra Oriente e Occidente, nell'oggi di un mondo sempre più lacerato e frammentato, attraversato da quella "terza guerra mondiale a pezzi" di cui parla spesso papa Francesco. Riccardo Cristiano si concentra non sull'esito, dolorosamente non ancora appurato, della vicenda di Paolo Dall'Oglio, ma sulle motivazioni che lo indussero a recarsi a Raqqa (Siria), nel quartiere generale dell'Isis, da dove non fece più ritorno. Padre Dall'Oglio emerge come un credente che si è fatto avamposto della riconciliazione tra i figli di Abramo e anche tra loro e i «post-credenti», come lui stesso li definiva, lungo il cammino di Abramo.
In una vita frenetica, accelerata come quella che viviamo nella nostra cultura, sostare, fermarsi e riallacciare i contatti con il nostro Dio, trascendente e vicino, aiuta noi cristiani a tenere in circolo la linfa vitale della nostra identità. Le preghiere che riportiamo in questo libretto sono le tappe di un dialogo in cui sostiamo con Dio, non solo per chiedergli aiuto, ma anche per lodarlo e ringraziarlo per tutti i suoi benefici. Pregare ci aiuta a riprendere fiducia, a ritrovare la speranza, affinché, con l'intercessione di Maria Santissima, possiamo procedere sicuri nel cammino della vita.
L'autore, padre di sette figli, miscela con ironia il racconto di episodi quotidiani vissuti da una famiglia numerosa, insieme a riflessioni sulla società e la fede. Come scrive Costanza Miriano nella prefazione, «quello che conquista qui è un'umanità vera, che ti fa sentire fratello, sorella di questa coppia di sposi». «Tutto il libro è un intreccio di alto e basso che ti godi dalla prima all'ultima riga, perché non sai mai quando verrà l'idea folgorante che ti fa alzare in piedi ad applaudire» (Costanza Miriano).
Ecco in versione rinnovata un long seller della meditazione, frutto di esperienza spirituale e di vita vissuta. Le riflessioni su brani della Bibbia o sulle massime dei Santi aiutano a riconsiderare la vita di ogni giorno con lo sguardo sempre nuovo della fede. «Tieni caro questo libro, è stato scritto in ginocchio. Sia per te come un consigliere, un amico, un annunciatore di speranza. Leggilo, meditalo, diventi tua norma di vita. Lascia che le sue pagine ti prendano per mano: fra le tenebre del mondo faranno brillare davanti al tuo spirito la luce della fede, ti indicheranno il sentiero della vita e ti insegneranno la via della sapienza».
Testimoni dell'Invisibile e dell'Ineffabile, i mistici sono come degli esploratori che, entrati nella comunione delle divine Persone, sono poi tornati indietro a riferire ciò che hanno visto e udito, con un linguaggio che deve necessariamente fare uso di similitudini, metafore, analogie, invenzioni di figure letterarie. In realtà, ciò che più si avvicina a esprimere l'Ineffabile sono la musica, la poesia, le arti plastiche e figurative, che traducono con un linguaggio tutto proprio l'esperienza mistica, nata nell'anima sotto l'impulso dello Spirito.
«Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro. Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo. Il paese delle lacrime è così misterioso» (Il Piccolo Principe). Elaborare un lutto significa entrare in quel «paese delle lacrime» di cui parla il Piccolo Principe, un paese così misterioso sia per chi lo attraversa per la perdita di chi amava sia per chi decide di mettersi accanto per provare a percorrerlo insieme. Chi prova ad aiutare una persona in lutto ha spesso la sensazione di essere maldestro, di non sapere cosa dire e come dirlo e soprattutto di non sapere come raggiungere il dolore dell'altro. Eppure la ferita che fa piangere non è solo una disgrazia che ci può capitare ma anche un'opportunità di crescita e di maturazione. Il ricordo della persona che non c'è più può diventare una sorta di polvere d'oro - come avviene nell'arte del kintsugi - che non solo ripara il danno causato dalla ferita della perdita ma consentirà a quella ferita di diventare preziosa, occasione per riscoprire la bellezza di qualcosa che nasce, e soprattutto il modo con cui diciamo che la morte non è l'ultima parola sulla vita. Prefazione di Parolari Enrico.