Molte ragioni e autorevoli direttive spingono oggi i preti a cercare un esercizio collegiale e coordinato del ministero, in coerente esercizio di fedeltà all'ecclesiologia del Vaticano II. Ma quale forma dare, secondo quali linee disegnare oggi la figura del presbiterio in cui questa spinta si riconosce e si esprime? La storia dei due trascorsi millenni, con le sue grandezze e i suoi errori, presenta una grande varietà di esperienze, di riflessioni, di suggerimenti per un discernimento nuovo ma non inesperto, e aiuta a identificare i fattori teologici e storici in gioco e gli esiti del loro intreccio. Questo è il quinto di una serie di volumi che intendono percorrere la storia dell'identità teologica, pastorale, spirituale del presbiterio e del presbiterato, entro la domanda, che cosa a questo proposito oggi lo Spirito dica alle chiese. Copre la storia delle chiese d'Occidente in secoli segnati dal sorgere delle libere città e ancor più delle università. Protagonisti ecclesiali di questo tempo sono figure diverse come i canonici regolari, al vertice della loro importanza; gli scolastici, che rappresentano l'insegnamento universitario; i parroci, ovvero la figura valorizzata dal concilio Lateranense IV (1215) come fondamentale per la cura d'anime diffusa; i frati degli ordini mendicanti, capaci di ricreare in modo originale l'agile figura apostolica dei primi tempi della Chiesa.
L'autore raccoglie e commenta dieci raccomandazioni pratiche e spirituali che stanno particolarmente a cuore a papa Francesco, e che egli rivolge ai sacerdoti. Alcune sono espresse con la formula del «non perdete»; è un modo caro a Francesco per dire che i doni che i sacerdoti hanno ricevuto al momento dell'ordinazione sono sempre a loro disposizione, per il bene del popolo. Un piccolo decalogo, per aiutare ad allargare il cuore in un movimento che va dalla contemplazione all'azione.
La vita consacrata è una donazione totale attraverso i tre consigli evangelici, che si realizza in una Chiesa che crede nel dialogo, che vuole vivere e agire in comunione, avvicinandosi sempre di più al cuore del Vangelo. Tutto ciò che appartiene alla vita consacrata fa parte della Chiesa, e i suoi doni carismatici, convivendo con altri carismi, formano con questi ultimi quell’unità di fondo che costituisce la Chiesa stessa, il «noi» dei discepoli di Cristo. Il carisma della vita consacrata trova nella Chiesa locale un sano e necessario realismo, e la Chiesa locale, a sua volta, è sollecitata, attraverso la testimonianza dei consacrati, a dilatare i suoi orizzonti e ad assumere il volto missionario che caratterizza la sua intima essenza.
«Sul diaconato femminile, mi sembra utile una commissione che chiarisca bene questa cosa, soprattutto riguardo ai primi tempi della Chiesa». È bastata questa frase di papa Francesco – pronunciata il 12 maggio 2016 durante l’incontro con le rappresentanti dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali – per riaprire una questione già affrontata più volte in passato, soprattutto in chiave di «rivendicazione femminile». Come contributo al dibattito in corso nasce questo agile saggio, in cui don Albanesi fa il punto sulla storia e la teologia del diaconato e ricostruisce anche la vicenda per molti versi oscura delle «diaconesse» nel primo millennio cristiano. E non teme di prendere posizione sull’oggi, con un «sì» deciso al diaconato femminile, visto come l’occasione per configurare in modo nuovo e convincente un ministero rinato con il Vaticano II e dall’identità ancora incerta. La vera posta in gioco non è infatti il riconoscimento anche ecclesiastico del ruolo fondamentale delle donne, quanto il riportare nel cuore stesso della missione della Chiesa il servizio della carità. Don Vinicio lo dice da esperto canonista, ma anche e soprattutto da «prete di strada» che ha dedicato la sua vita al servizio degli ultimi.
La speranza con cui guardiamo al futuro si nutre, da una parte, del ricordo grato per il passato e, dall'altra, della passione di vivere generosamente il Vangelo di Gesù. Il nostro passato, infatti, ci insegna che il necessario rinnovamento della vita consacrata è quello di dare forza ai fondamenti che ci sostengono. Oggi, d'altronde, solo un'esistenza appassionata può svegliare le coscienze dei nostri fratelli. In tal modo siamo aperti al futuro e vogliamo sviluppare un'identità capace di accoglienza, che parli un linguaggio adatto a portare al mondo il mistero che ci avvolge.
"Questo libro si basa, in gran parte, su ciò che ho potuto imparare da Jorge Bergoglio come educatore. L'insegnamento più profondo che ho imparato da lui è questo: è possibile 'formare in Cristo' il cuore di coloro che il Signore chiama."
Terzo volume della trilogia con Povertà" e "Obbedienza". Un best seller tradotto in tutto il mondo. Affronta il tema del celibato e della verginità per il Regno dei Cieli e si propone di aiutare a creare forti motivazioni su cui poggiare la propria scelta di castità. "
Quale posto hanno, per la vita consacrata, i monaci, i frati e le suore nella Chiesa oggi? Quale sarà il loro ruolo e quale forma assumerà la loro presenza nel futuro? Nella Evangelii gaudium (n. 76) Papa Francesco dice che è un «dovere di giustizia» il riconoscere il bene enorme che i religiosi hanno portato e portano alla Chiesa. Questo libro intende dimostrare, attraverso un’inedita analisi storica, come la presenza della vita consacrata appartenga fin dai primordi all’essenza della Chiesa; leggendo i testi del Concilio Vaticano II (1962-1965) e del Codice del 1983, evidenzia, poi, il cambio di prospettiva ecclesiale attuato dalla legislazione canonica da un’«esenzione» verso una «giusta autonomia» dei religiosi nei confronti della Chiesa locale. Infine, si sottolinea la ricchezza che i religiosi e le religiose costituiscono per l’intera Chiesa, quasi che, se essi non ci fossero, mancherebbe alla Chiesa stessa una sua nota peculiare: la «cattolicità».uf
In questa epoca di mutamento del volto di Chiesa, come cambiano l’identità e il ruolo dei preti? In questo saggio agile e sintetico, i teologi del Seminario della Diocesi di Milano, illuminati anche dalla loro esperienza educativa, offrono una riflessione originale. Due sono i cardini attorno a cui ruota il loro ripensamento: la dimensione comunionale del servizio dei preti col vescovo (il presbiterio) e la centratura della loro spiritualità attorno alle coordinate del ministero pastorale.
Molte ragioni e autorevoli direttive spingono oggi i preti a cercare un esercizio collegiale e coordi-nato del ministero, in coerente esercizio di fedel-tà all’ecclesiologia del Vaticano II. Ma quale forma dare, secondo quali linee disegnare oggi la figu-ra del presbiterio in cui questa spinta si riconosce e si esprime? La storia dei due trascorsi millenni, con le sue grandezze e i suoi errori, presenta una grande varietà di esperienze, di riflessioni, di sug-gerimenti per un discernimento nuovo ma non ine-sperto, e aiuta a identificare i fattori teologici e sto-rici in gioco e gli esiti del loro intreccio. Questo è il quarto di una serie di volumi che intendono per-correre la storia dell’identità teologica, pastorale, spirituale del presbiterio e del presbiterato, entro la domanda, che cosa a questo proposito oggi lo Spirito dica alle chiese. Copre la storia delle chie-se d’Occidente tra i secoli X e XI, un periodo ap-parentemente breve, ma in cui il volto dell’Europa e la sua civiltà cambiano molto profondamente; e gli stili del vissuto ecclesiale, pur sostenuti dalla stabilità connaturale dei riti liturgici, essi stessi si trasformano in modo irreversibile.
Dodici domande, inviate per posta elettronica, a quindici monasteri femminili di clausura sparsi per l’Italia: con questa mossa discreta ha preso il via l’esplorazione di una realtà poco conosciuta dai più, inclusi molti cattolici praticanti: la vita “oltre le grate”. In questa sorta di “parlatorio digitale” ascoltiamo voci di donne che si sono ritirate dal mondo, ma non sono certo fuggite. Come afferma una di loro, « la clausura, apparentemente, è una separazione dal mondo, ma in verità è un “rientro” in esso in maniera diversa e più vera, come il cuore, che esternamente non si vede, ma è essenziale perché l’organismo viva ». Pagina dopo pagina scopriamo che in queste “case del silenzio”, « con i piedi ben piantati sui pavimenti delle celle, del coro, del refettorio e di ogni altro ambiente, ci s’impegna giorno e notte per la “manutenzione” di un ponte di preghiera, d’intercessione, gettato fra l’umanità e il Regno dei Cieli » (dalla Prefazione di Marco Beck).
Una antologia di interventi che il Card. Carlo Maria Martini ha dedicato ai Consacrati e alle Consacrate nel corso del suo lungo ministero pastorale. Nessuno può prevedere ciò che Dio sta facendo nascere attraverso le doglie della nostra travagliata storia contemporanea, tuttavia i religiosi sanno bene che cosa è chiesto loro di essere, come suggerisce il titolo del volume: Per amore, per voi, per sempre. Essere vite donate per il servizio dell’uomo, fraternamente radicate nell’amore di Cristo e capaci di una fede risplendente come lampada in una società talora confusa e dimentica dei valori essenziali.