Mario Moiraghi, secondo lo stile che gli è proprio, tenta anche in questo caso di chiarire le vicende storiche e dissipare gli equivoci tra realtà e mito accumulatisi attorno al Graal.
Sulla scorta di questo prezioso lavoro di ricostruzione l’autore “smonta” alcune teorie prive di reale fondamento, come ad esempio la qualifica di “Santo” attribuita erroneamente al Graal in quanto calice che ha raccolto il Sangue di Cristo: “Qualunque collegamento fra Graal, santità, sangue di Gesù, recipiente che raccoglie tale sangue, calice dell’ultima cena, corpo della Maddalena, discendenza di Cristo, re di Francia, sette segrete e trame vaticane è destituito d’ogni fondamento”. E ancora: “L’intero racconto del Graal, almeno nelle sue versioni originali, appartiene alla sfera culturale, letteraria e fantastica dell’antica Asia centrale o, più precisamente, persiana. Non ha senso collegarlo con un ambiente ed un periodo storico – l’Europa centrale, fra il 500 e il 1000 d.C. – che non condivideva pressoché nulla con le magiche atmosfere di corte di quel lontano Oriente.” Alcuni dei documenti e delle fonti raccolte dall’autore sul tema del Graal e non compresi nel libro, saranno disponibili on-line sul sito internet ad esso dedicato.
Questo libro presenta gli atti del convegno 2005 promosso – come ogni anno – dal prestigioso Istituto di Teologia della Vita Consacrata “Claretianum” di Roma.
Il tema del convegno era il tentativo di fare un bilancio di un quarantennio di ripensamento e rinnovamento della vita consacrata, a partire dal documento Perfectae caritatis del Concilio Vaticano II.
Valentino Salvoldi racconta in questo libro una serie di incontri che gli permettono di abbozzare riflessioni via via sull’identità dell’essere umano, l’adolescenza, l’amicizia, la fede. Il fatto concreto diventa spunto per approfondire i temi importanti della vita, sviluppando, quella che lui stesso definisce, una “teologia narrativa”
Il noto biblista cattolico Joachim Gnilka affronta il tema del dialogo tra Islam e Cristianesimo mettendo a confronto Bibbia e Corano. Nella sua lettura, alla ricerca di punti di contatto e di distanza, l’autore esamina la concezione dell’uomo, l’immagine di Dio che rispecchiano, le affermazioni sulla figura e il ruolo di Maometto e di Gesù, le caratteristiche della fede e della morale delineate nei due “testi sacri”.
Un aiuto alla conoscenza reciproca delle due religioni in un saggio che si rivolge a “specialisti” di vari campi: esegesi, dialogo interreligioso, accoglienza di emigrati di religione islamica e a chiunque abbia interesse ad approfondire questo tema sempre più attuale.
Questo libro rilegge il tema sempre attuale dell’adozione rovesciando la prospettiva comune e partendo dal punto di vista del bambino, il quale – e non va mai dimenticato – ha già subito il trauma dell’abbandono. Le autrici, due psicologhe che operano da anni all’interno dell’Associazione «Amici dei Bambini», affermano subito: “Essere genitori non è un diritto, (né degli eterosessuali né degli omosessuali). Essere figlio, invece, è un diritto di ogni essere umano”. Per questo il libro prende posizione anche sul tema della possibilità di adozione da parte “famiglie atipiche”: single, coppie-gay, famiglie allargate ecc. affermando che “…il minore abbandonato è una persona, che non ha scelto di essere abbandonato ed ha il diritto imprescindibile di crescere ed essere educato in un contesto che possa assicurare – per quanto possibile – una crescita equilibrata. Da qui, serenamente, senza polemiche o “crociate”, nasce il “no” a modelli “familiari” alternativi, non alla luce di una visione ideologica, ma di una valutazione legata al benessere totale del bambino.”
Un libro che nessuno ancora aveva scritto sul rapporto più intimo e travagliato di Montanelli: quello col Padreterno.
Chi si prende a cuore di raccontarcelo è Giorgio Torelli, giornalista dallo stile inconfondibile, amico e collega di Montanelli e tra i fondatori de “Il Giornale”. Nella prima parte si descrive il Montanelli pubblico, quello che al buon Dio le spiegazioni le chiedeva direttamente, in faccia, secondo una coerenza che non temeva i confronti. Poi, viene fuori il ritratto privato, a riflettori spenti, disegnato da chi lo conosceva bene e lo frequentava.
Emerge un uomo che pareva convivere con un “rovello”, questioni rimaste a metà, nascoste e mascherate dentro un personaggio burbero e spiccio.
Cosa c’è dietro e dentro le indagini di Sherlock Holmes e del suo fidato Watson? Seguendo la pista già collaudata in “Don Camillo, il Vangelo dei semplici” e “Ipotesi su Pinocchio” l’affiatata coppia Gnocchi-Palmaro rivisita 5 racconti di Conan Doyle per rintracciarne il filo conduttore e arrivare a scoprire come la ricerca della verità di un fatto può svelarci anche il metodo per ricercare la Verità, con la "V" maiuscola.
14 racconti di Giovannino Guareschi, questa volta, con i ruoli scambiati: protagonista è il sindaco Peppone e antagonista il tenace don Camillo.
Come per il fortunato primo volume della serie Don Camillo il Vangelo dei semplici le avventure dei due inseparabili nemici sono illuminate da vari brani del Vangelo e commentate da scrittori.
Sono tutti autori di rilievo, si va da alti prelati come il Vescovo di Como: Alessandro Maggiolini a giornalisti e scrittori significativi come Michele Brambilla, Giorgio Torelli, Giovanni Lugaresi.
Ne emerge una interpretazione originalissima del sindaco Peppone, di grande carica umana e nello stesso tempo divertente.
Ricca di citazioni e di richiami alle fonti questo libro è una vera e propria antologia critica sull’uomo e scrittore Pavese. L’autore non parte da una tesi precostituita ma, spinto dalla passione e dalla sicura frequentazione dei testi, presenta un affresco fedele e particolareggiato della visione che della vita, dell’uomo e del suo destino aveva quest’animo così sensibile e geniale.
La disperazione di fronte alla realtà (non lo stupore) è l’amara conclusione a cui arriva il pensiero di Pavese, vinto dalla convinzione che l’uomo è solo e che gli ideali alla lunga non reggono: l’amore è dolore, l’amicizia è ingannevole. Ma, pochi giorni prima del suicidio annota sul suo diario: “O Tu, abbi pietà”.
Le relazioni di coppia e il potenziamento dei suoi valori sono il tema di questo volume che nasce dall’esperienza diretta del Centro San Fedele di Milano formato da laici e religiosi che da anni promuove corsi formativi e conferenze sui temi legati alla coppia, al matrimonio, alla famiglia. Ogni capitolo affronta un aspetto diverso della vita di coppia: dall’abbandono della famiglia d’origine, alla vita insieme, la ricerca di autonomia, la corporeità, la tensione, l’illusione, il tradimento. Tutto attraverso interventi di vari “addetti ai lavori”, autorevoli personalità del mondo della formazione e della psicologia tra cui Silvia Vegetti Finzi.