I protagonisti moderni della missione, preoccupati dal problema di superare le barriere, si impegnano nella trasmissione dei contenuti; quelli medievali, nel caso specifico i francescani, sono concentrati sul tema della presenza nello spazio e concepiscono l'attività evangelizzatrice non come trasmissione di contenuti, bensì come presenza negli spazi, quelli estremi, i fines terrae. Alla Cina-finis terrae il frate Minore attribuisce un valore spirituale, quasi mistico, così come spirituale e mistico è il rapporto con l'Oriente, al quale il francescano aspira anche in seguito all'approdo nelle Indie occidentali, meta temporanea ed accidentale. L'Oriens, cioè la luce, vero nome della città natale di Francesco secondo il Poeta, costituisce il perno della riflessione sull'identità missionaria del frate Minore, la stessa che Giotto si impegna a riprodurre nella basilica superiore di Assisi mediante la scena di Beniamino, il fratello minore, prigioniero in Egitto. Nel regno dei faraoni, Beniamino è presenza nascosta e subalterna, così come la coppa della saggezza, appartenente al sapiente Giuseppe, giace nascosta nel suo sacco. Il frate Minore John of Wales, interprete coevo del medesimo brano biblico, spiega infatti: "Cosa significa che Beniamino scende in Egitto, se non che egli è chiamato a portare nel mondo delle tenebre la luce della contemplazione delle cose celesti, la luce trascendente nel mondo temporale, il cielo alla terra?".
I Vescovi di Roma e il governo temporale da Sabiniano a Zaccaria (604-752). Se la 'Donazione di Costantino' è chiaramente un falso, nondimeno lo spostamento della capitale dell'Impero a Costantinopoli avviò un processo di enorme importanza che manifestò pienamente nel VII e VIII secolo d.C. Le sue conseguenze. Come appare dall'analisi della 'Liber pontificalis', la lontananza del potere imperiale generò una situazione nella quale Roma con il territorio circostante si strinse sempre più intorno all'autorità pontificia.
Una biografia del card. Matteo d'Acquasparta. Nell'anno 1300, mentre a Roma giungono migliaia di pellegrini in occasione del primo Giubileo, arriva a Firenze il cardinale Matteo d'Acquasparta, inviato da papa Bonifacio VIII per riappacificare le fazioni dei Bianchi e dei Neri, in lotta tra loro per il predominio cittadino. In realta' papa Caetani mira all'assoggettamento del comune di Firenze, nella speranza di acquisire l'intera Toscana, secondo un progetto di partizione dell'Europa elaborato gia' da alcuni decenni da diversi canonisti.
In un clima già rovente per le decisioni del papa Giovanni XXII, si inserisce una disputa di carattere più teologico ed erudito. Un gruppo di dissidenti francescan, detti Fraticelli d'opinione" o Michelisti, sosterrà che Cristo e gli apostoli non ebbero alcun possesso e dominio, ma vissero nell'assoluta povertà. "