Un saggio "atipico", scaturito da un'idea balenata all'improvviso - nella notte tra il 31 luglio ed il 1° agosto 2012 - in quel di Chiavari, nelle vicinanze di alcuni luoghi che furono familiari a Nietzsche e che gli erano assai cari. Un omaggio a Friedrich Nietzsche ed alla sua Teoria dell'Eterno Ritorno all'Uguale. Un saggio "bifronte" come lo era Giano (al quale la personalità del pensatore tedesco - in perenne conflitto con il proprio "alter ego" - è stata spesso paragonata): per metà riflessione filosofica e per metà investigazione cosmologica.
Il presente saggio costituisce una ricostruzione dettagliata e ben documentata dei tentativi dell'Italia di contribuire alla ricerca della pace in Vietnam, che passarono per tre fasi distinte: la missione di La Pira a Hanoi ed il seguito che le dette Fanfani (novembre-dicembre 1965); il canale italo-polacco noto come operazione Marigold, portato avanti dall'ambasciatore italiano D'Orlandi a Saigon su istruzioni di Fanfani (giugno 1966-marzo 1967); la successiva operazione Killy, condotta dallo stesso D'Orlandi da Romaprima dell'apertura dei negoziati di Parigi (settembre 1967-marzo 1968). Il volume tiene conto di quanto emerso in questi anni - il Diario vietnamita di D'Orlandi, il Diario di Fanfani ed i rimanenti documenti del Fondo Fanfani consultabili al Senato, i documenti polacchi e sovietici, ulteriori documenti della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato ed alcuni documenti vietnamiti oltreché delle varie pubblicazioni accademiche americane in materia.
Le proposte di Florenskij sull'epistemologia del simbolo e del confine costituiscono una chiave di lettura interessante e tuttora attuale per inquadrare correttamente e affrontare alcuni dei temi più rilevanti del dibattito epistemologico contemporaneo. Il problema della verità e del rapporto tra "oggetto reale" e "oggetto della conoscenza", la relazione tra scienza e tecnica, la questione del nesso tra pensiero e azione, il legame tra conoscenza e volontà, la qualità dell'ambiente in cui viviamo e la via da seguire per salvaguardarla sono solo alcuni esempi di questi temi. L'originalità e la forza di Florenskij sta nel cimentarsi con essi a partire da una prospettiva che ignora e frantuma ogni barriera tra filosofia, teologia, matematica, fisica, biologia, storia e critica dell'arte, tecnologia, e nel muoversi con rigore e competenza all'interno di ciascuno di questi campi disciplinari. Un altro tratto distintivo dell'opera di questo autore è la profonda sintonia tra il pensiero e la vita, tra la parola e l'azione. Florenskij è stato certamente un maestro esistito in ciò che ha insegnato e nella situazione della realtà.
L'opera vuole essere anzitutto un punto di riferimento per fotografi professionisti, autori emergenti, agenzie e tutti i soggetti per i quali è importante conoscere le principali regole del mondo della fotografia, dal diritto di autore, al diritto all'immagine, alla dignità personale, alla riservatezza, ai diritti sulle banche di dati. Il taglio è dunque intenzionalmente pratico. Alla base dell'opera, e dell'attività formativa per studenti e professionisti svolta dall'autrice presso prestigiosi istituti quali l'Istituto italiano di fotografia, della quale l'opera è frutto, vi è la medesima convinzione, circa l'importanza fondamentale di far maturare la consapevolezza dei propri diritti (e dei limiti da rispettare) in tutti i soggetti operanti nel mondo della fotografia e dell'arte in genere. Trattasi infatti del primo passo per potersi difendere ed affrontare a testa alta un mondo come quello artistico, spesso purtroppo irto di insidie. L'opera si compone così di due parti: nella prima vengono esaminati i diritti del fotografo, nella seconda i principali diritti di terzi che il fotografo deve rispettare nell'esercizio della propria attività.
Lo sviluppo tecno-scientifico negli ultimi decenni ha prodotto rilevanti trasformazioni culturali e sociali, modificando qualitativamente molti aspetti dell'esistenza umana, ed in particolare il rapporto medico-paziente. Tale progresso, se da un lato ha suscitato grandi speranze di concreti miglioramenti per la vita ed il futuro dell'uomo, al contempo ha moltiplicato e talvolta esasperato le tensioni etiche, sollevando delicate questioni giuridiche e politiche. La tematica del consenso informato, architrave dell'odierna concezione della relazione clinica, emancipatasi tanto dal paternalismo quanto dall'astratto contrattualismo, costituisce un cruciale ambito d'indagine per approfondire il rapporto tra applicazioni tecniche, scienze umane e filosofia, da un lato, e centralità della persona dall'altro. L'idea di un tacito consenso all'attività responsabile e competente del professionista, sviluppata in queste pagine, appare in grado di risemantizzare adeguatamente la relazione terapeutica e favorirne un miglior inquadramento sul piano operativo e normativo.
Il realismo politico italiano, quello che si sviluppa tra '800 e '900, fa soprattutto riferimento agli elitisti italiani ed è ascrivibile non solo e non tanto all'ambito delle relazioni internazionali, ma anche e piuttosto a un vasto campo di analisi configurantesi propriamente come scienza politica. A voler individuare i caratteri peculiari del realismo politico italiano ci si rende immediatamente conto delle sue sfaccettature e peculiarità. Basti pensare a due autori come Gaetano Mosca (1858-1941) e Guglielmo Ferrero (1871-1942). Tra l'elitismo politico del primo e quello culturale del secondo c'è una sostanziale differenza che si esprime in una diversa visione della democrazia e del governo misto, del potere e della legittimità. Tuttavia, tra la moschiana "formula politica" e i ferreriani "geni invisibili della città" esiste un minimo comun denominatore rinvenibile in una visione condivisa del potere, la cui titolarità spetta a "una minoranza organizzata", magari culturalmente più dotata, e in grado di guidare la "maggioranza disorganizzata".
"Suggerimenti e suggestioni rispetto al modo in cui si può presentare la filosofia a persone da 0 a 150 anni e oltre, che non la conoscono, che la conoscono per luoghi comuni, che la odiano per colpa di qualche professore o di qualche 'autore'". Così recitava, tra il serio e il faceto, il primo sottotitolo di quest'opera, che in un primo momento voleva essere un semplice vademecum per invogliare docenti di scuola alla pratica filosofica con bambine e bambini. Negli anni, il fiorire e il consolidarsi di questa pratica ha arricchito di esperienze, esempi e riflessioni teoriche e suggestioni pratiche questo libro, dove si parla di filosofia, ma filosofia intesa come pratica, "cantiere" e non "tempio", ricerca continua, per e a tutte le età, di quel sapere che, come dice lo stesso dizionario, "porti un effettivo vantaggio all'uomo". In questa investigazione, che ha come coordinate forti la relazione (dunque la comunicazione) e il grande rispetto per tutto ciò che concerne l'umano, si attraversano scuole, università e luoghi "altri", come quelli della riflessione personale e dei rapporti umani, fino a quello più compiuto di tutti, l'amicizia.
Diaspora è un semplice sinonimo di migrazione internazionale? Si tratta di una tipologia particolare di movimento migratorio? Descrive un carattere etnico trasmesso in situazione di emigrazione? Sviluppando una prospettiva geografica, questo libro risponde a tali quesiti mettendo al centro dell'analisi i legami attivati consapevolmente dai migranti tra loro e l'elaborazione di una vicenda migratoria condivisa.
Il volume è il frutto d'indagini negli archivi sia romeni che italiani(statali e ecclesiastici) e pontefici configurandosi come un contributo alla ricerca storica di un periodo difficile della Romania. Strutturato in tre parti, il libro è un lavoro d'inchiesta rigorosa e ricco di implicazioni che porta alla luce una vasta mole di fonti inedite. L'autore ricostruisce il rapporto Stato-Chiesa, non poco tormentato e conflittuale, tra il regime di Bucarest e le principali confessioni del Paese cioè ortodossa e cattolica di entrambi i riti. Nella prima parte si tratta su alcuni aspetti importanti della storia della Chiesa in Romania nel XX secolo: la nascita del Patriarcato e la firma del Concordato con la Santa Sede. La seconda parte presenta del modo in cui le confessioni, sia ortodossa sia cattolica, hanno risposto alle ingerenze più insistenti del regime sin dall'arrivo al potere del governo filosovietico del Dr. Petru Groza il 6 marzo 1945. L'ultima parte si occupa del confronto con le autorità comuniste, per alcuni momento di compromesso e per altri invece di resistenza o di scontro aperto.
Sotto i nostri occhi scorre la storia climatica del pianeta Terra tra alternanza di periodi caldi e freddi. "Il signore di venti e correnti", il jet stream, o corrente a getto della libera atmosfera, riveste un ruolo decisivo nei mutamenti climatici. Altri due elementi essenziali entrano a far parte della storia del clima: i poli e i vortici artico e antartico che giocano un ruolo importante per la penetrazione delle masse d'aria fredde verso sud, per equilibrare lo scarto termico fra le alte e le basse latitudini. Ma quale forza regola le variazioni di velocità e di direzione nel tempo e nello spazio della grande circolazione generale dell'atmosfera? Un interrogativo che ha alimentato da sempre risposte insolute e che trova la sua verità dall'astro che ha sempre affascinato e incuriosito il genere umano: la Luna, "la signora" da cui dipendono i destini climatici mondiali. È la Luna a pesare in maniera decisiva sul jet stream per la sua forza gravitazionale e rappresenta la chiave di volta di tutto il processo climatico.
Il diritto canonico, fin dal Medioevo, ha postulato la capacità penale delle persone giuridiche, apprestando apposite sanzioni compatibili con la loro peculiare natura. Tuttavia, il vigente Codice, ribaltando una tradizione giuridica plurisecolare, ha espunto dal proprio sistema penale qualsiasi canone riferito espressamente agli enti, abrogando le norme contenute nel Codice del 1917. Il volume intende analizzare le ragioni della riforma e verificare se - in considerazione della peculiarità del diritto penale canonico che prevede un'applicazione attenuata del principio di legalità della pena - sia possibile parlare, ancora oggi, di capacità, imputabilità e responsabilità penale delle persone giuridiche nel diritto canonico.
L'opera rappresenta un tentativo di rileggere il concetto di laicità alla luce dei problemi posti dall'irrompere nelle società occidentali della multiculturalità e multireligiosità. La laicità, categoria concettuale immanente alla modernità occidentale, mostra i segni evidenti di una crisi, dettata prevalentemente dall'incapacità di governare le dinamiche della diversità religiosa che, nella società multiculturale, si caratterizza soprattutto sul piano antropologico e culturale. La tesi sostenuta nell'opera è che la modernità e la laicità come categoria politica e giuridica indissolubilmente legata alla modernità conservano ancora intatte le risorse per far fronte ai problemi posti dalla diversità culturale, ma solo se potranno essere rilette in chiave interculturale. È proprio la laicità interculturale la categoria gius-politica in grado, questa la tesi di fondo, di rispondere ai problemi posti alla scienza giuridica da una società sempre più marcatamente multireligiosa e multiculturale.