Karl Lowith, a torto ritenuto solamente uno storico del pensiero, al contrario, si è confrontato con i problemi fondamentali della filosofia abbozzando una antropologia filosofica parallela a quella dei più noti Scheler, Plessner e Gehlen. Partendo da una analisi generale, Lowith propone un'indagine sull'uomo cercando di comprendere il senso di quella "e" speculativa che congiunge il binomio uomo-mondo, un costrutto concettuale divenuto problematico dopo la conclusione della metafisica cristiana e del suo orizzonte di senso.
Il volume ripercorre alcuni dei temi principali del pensiero di Michel Maffesoli, fondatore della Sociologia del quotidiano e considerato uno degli studiosi più sensibili alle trasfigurazioni del paradigma postmoderno. In questo testo Maffesoli propone un metodo di indagine per ricercare i luoghi della società e della cultura in cui si rigenera il corpo sociale, perché vede l'affermarsi di nuove forme di socialità: di fronte allo sradicamento, alla solitudine, all'alienazione di un mondo organizzato da altri, l'individuo reagisce riscoprendo la comunità.
Ernst Jünger e Carl Schmitt, pur avendo fatto parte di quella grande corrente di pensiero anti-moderno che fu la Rivoluzione Conservatrice, hanno avuto come tratto comune quello di aver anticipato le trasformazioni e le pulsioni del nuovo secolo. Questi due grandi pensatori tedeschi si sono lasciati alle spalle, almeno dal punto di vista dell'elaborazione teorica, 'esperienza traumatica dei conflitti mondiali e dei totalitarismi e, sin dal primo dopoguerra, hanno intercettato le degenerazioni e le fughe in avanti della modernità. Lo hanno fatto con stili e vocazioni diversi, pur percorrendo per larghi tratti sentieri paralleli.
In questo saggio si cerca di rispondere all'interrogativo se la conoscenza scientifica esiga l'intervento del ricercatore considerato non come un mero apparecchio di rivelazione, bensì come un soggetto individualmente e originalmente attivo, cioè come una persona. L'attenzione è rivolta, in modo peculiare alla sintetica e mirata presentazione e al confronto tra un epistemologia personalista, come quella di Polanyi e una apparentemente antipersonalista come quella di Bachelard.
La domanda sulla necessità dell'amicizia risale ad Aristotele, interprete di una serie di esigenze del suo tempo. La sua risposta è corretta? Ancora di più. in un'epoca come la nostra, nella quale le relazioni, gli affetti, la fiducia sono in bilico tra un'esigenza certe volte gridata e una crisi, almeno apparente, come si pone la stessa domanda? LA risposta dei filosofi, ma oggi anche degli educatori, degli esperti in comunicazione, degli storici, dei teorici della società non è scontata. Confrontandosi con la storia, con le voci più importanti del loro ambito, alcuni intellettuali si sono incontrati in un convegno romano, per riproporre la domandai maniera rigorosa e attenta alla situazione attuale.
Un filosofo e un fisico a confronto. La verità, secondo Krishnamurti, è un territorio senza sentieri tracciati. Qualcosa che l'uomo può raggiungere solo attraverso l'osservazione, e non con l'introspezione analitica. Ma che cos'è, poi, la verità? Che ruolo occupa nella vita dell'uomo? Conflitti individuali e collettivi e la possibilità di superarli: di questo il filosofo discute con David Bohm, uno dei più grandi fisici del nostro secolo.
Il testo tenta di rendere rappresentabile la posizione ed il senso di quel fenomeno epistemologico che con sempre maggiore frequenza oggi viene definito "costruttivismo-costruzionismo". Le rassegne e le mappe proposte conducono lo studioso da un lato a comprendere il senso delle origini e degli sviluppi teorici di questo movimento e, dall'altro, a riflettere sui relativi assestamenti geografici, sui diversi contributi disciplinari nonché sul significato delle attuali dinamiche che danno vita a specifiche espressioni e configurazioni "costruttiviste".
Risale al 2000 l'espressione "modernità liquida", coniata dal sociologo Bauman, per descrivere la nostra cultura, il panorama attuale risulta infatti indeterminato e indeterminabile, in continuo riassestamento, mentre flessibilità, espansibilità e riadattabilità sembrano essere le note tipiche dei nostri modelli e codici di comportamento. I saggi del presente volume raccolgono un'esigenza di solidità, a partire da quegli interrogativi - dalla bioetica all'economia - che non possono essere evitati da chi intende proporre alle giovani generazioni un'autentica cultura.
Il difficile momento che la diagnosi attraversa nell'attuale contesto della medicina cilnica è all'origine del disagio che, sui due fronti, viene avvertito sia dai pazienti che dai medici. Il dialogo che qui viene proposto parte dalla constatazione che la diagnosi solleva importanti questioni filosofiche non sempre presenti nella mente dei medici e tanto meno in quella dei pazienti.
Tutti sappiamo che sulla matematica si basa l'obiettività della scienza. Cadendo però il postulato dell'oggettività della natura, tramite la teoria dei quanti, la conoscenza non è più oggettiva ma diviene soggettiva. Sorge quindi il problema di conoscere cosa è reale e cosa non lo è. L'impossibilità di giungere ad una visione oggettiva apre dunque la possibilità della credenza, dove la tolleranza verso le diverse posizioni può divenire la regola. In conseguenza della mancanza di una verità valida per tutti, sorgono i problemi dell'incommensurabilità dovuta a una molteplicità di visioni del mondo, nonché il complesso rapporto tra relativismo e oggettivismo.
Quanti di noi hanno sentito parlare del principio di non-contraddizione? Ma che cos'è questa nozione? Primo di una trilogia, questo volume si rivela un testo interessante che, disquisendo sulla "teoria degli oggetti" di Alexius Meinong dischiude una prospettiva inedita che consente di considerare l'impossibile come qualcosa di paradossalmente possibile.