"Danza e teatro. Storie, poetiche, pratiche e prospettive di ricerca" è l'esito dell'omonimo convegno di studi svoltosi presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna e promosso dalla CUT (Consulta Universitaria del Teatro) in onore di Silvana Sinisi ed Eugenia Casini Ropa, che con le loro ricerche e il loro insegnamento hanno aperto la strada agli studi universitari sulla danza in Italia. Il volume raccoglie interventi di carattere storico, teorico o metodologico, che attestano la varietà e la ricchezza dell'attuale riflessione intorno a questo ambito disciplinare.
Con questo volume l'autore ha lo scopo di mettere in evidenza i momenti più originali e maturi della filosofia di Muratori in riferimento alla coeva cultura filosofica e scientifica. La ricostruzione del rapporto critico con Descartes e i suoi seguaci colloca Muratori in una posizione molto particolare all'interno dell'ancor viva querelle des anciens et moderns: il netto distacco dal 'settarismo', che si diffondeva anche nella scuola cartesiana, segna la distanza muratoriana dal razionalismo del francese in nome della tradizione sperimentale italiana (in particolare galileiana) e dell'empirismo. Sono messi in risalto anche gli elementi, molto spesso occultati, di una fitta compenetrazione ideologica con alcuni punti della filosofia di Locke, moderati però dalle preoccupazioni per le loro conseguenze etiche e religiose non in linea con il cattolicesimo.
La storia di Fedra - la matrigna innamorata del figliastro Ippolito - è un mito fondamentale della cultura occidentale. Che il titolo della tragedia di Euripide rimastaci non sia Fedra bensì "Ippolito portatore di corona" forse non è un caso. Sembra alludere al fatto che al centro della tragedia non c'è la donna bensì l'uomo. D'altra parte è certo curioso che Fedra si ammazzi a metà dell'opera, togliendosi dunque di torno assai per tempo, scomparendo agli occhi del pubblico. Con l'uscita di scena di Fedra, la tragedia si svela per quello che è, nella sua essenza originaria e profonda: combattimento di maschi, incontro-scontro padre-figlio. Ippolito ha dei conti da regolare con il padre Teseo: perché è figlio bastardo, perché patisce la scomparsa della propria madre, una amazzone, una donna "che ha sofferto", dice Ippolito. Non dice di più; Euripide non racconta che sia stata uccisa da Teseo, come risulterà da altre fonti più tarde. Sul corpo della donna il padre e il figlio conducono una guerra spietata, che esprime le fragilità del maschio, le sue paure, il suo bisogno di essere rassicurato.
Nel 2004 Marco Paolini porta in scena Il Sergente tratto dal romanzo di Mario Rigoni Stern. Nel 2007 una nuova versione dello spettacolo viene trasmessa in prima serata su La7. Si tratta, in entrambi i casi, di una performance che intreccia la tensione memorialistica di Rigoni Stern con la capacità affabulatoria dell'attore. L'esito di tale "trasposizione di esperienze" è uno spettacolo emozionante, in cui la guerra, fatta da poveri uomini, viene rivissuta senza enfasi retorica. Il libro ripercorre le diverse fasi di lavorazione dello spettacolo, mettendo in luce la sensibilità di Paolini, la forza della sua dizione, il coraggio di proporre "un teatro forse come addestramento", un teatro "come istruzione".
Sicilia Risorgimentale vuole raccogliere il contributo attuale di studiosi siciliani e non, per focalizzare il contributo specifico dei patrioti siciliani nella fase pre unitaria, e nella preparazione dell'impresa dei Mille. A questo contributo storiografico si lega il vasto movimento culturale romantico-risorgimentale che ha permeato la temperie culturale nella letteratura, nell'arte, nella filosofia, nelle scienze, nel diritto fino a creare una coscienza nazionale maturata definitivamente a partire dai moti del 1848 e dal loro fallimento. Importante il contributo di questi precursori preunitari sul concetto di federalismo, di costituzionalismo, di volontarismo e di partecipazione popolare, poiché su questi principi si fonderà il vasto movimento risorgimentale che in Sicilia, a differenza di altre regioni italiane, avrà carattere di massa, trascinando in questo moto vorticoso altre realtà titubanti del meridione d'Italia nei confronti della monarchia sabauda.
Nei mesi precedenti la formazione del Regno d'Italia, la classe dirigente, ponendo sempre al centro l'alto obiettivo dell'Unità, si confrontò e si scontrò su temi ancora oggi al centro dell'agenda politica: accentramento e decentramento, autonomismo e federalismo. Tramite l'esame dei materiali di ricerca sparsi, dei carteggi dei protagonisti e del recente Epistolario di Cavour, l'autore indaga sulla complessa vicenda storica, rileggendo le intuizioni di insigni storici, ma senza la vis polemica che ha contraddistinto il dibattito storiografico in altre occasioni celebrative.
Il volume intende far riflettere sull'importanza e sulla funzione della letteratura nella società odierna. Ha senso oggi accostarsi alla lettura degli scrittori e dei poeti in una società che sembra considerare secondari i valori dello spirito? E qual è tale senso? A questo interrogativo l'autore intende offrire le sue personali risposte, sulla scorta della propria esperienza di docente di Lettere e della riflessione sviluppata sulla letteratura dai più grandi scrittori.
Questo libro ripercorre le vicende storiche dell'interdizione giudiziale in una delle fasi più creative del diritto europeo. Al crocevia fra elaborazioni teoriche e pratiche sociali, emerge il confronto, non sempre pacifico, tra saperi diversi. L'intreccio disciplinare fra diritto e medicina impone, nella Francia rivoluzionaria, una costante ridefinizione dei contorni della follia. Tra antico e nuovo, è solo con la codificazione del diritto, nel 1804, che si verifica una vitale cesura con l'Ancien Régime: il Code Civil nasce in un'epoca segnata dalla tensione tra urgenze della riforma e nostalgie della tradizione. Per mettere a fuoco le questioni giuridiche più rilevanti, questo libro attinge a piene mani ai primi progetti del Code Civil, ai dibattiti che ne hanno animato i lavori preparatori, ai trattati di medicina e alle opere della dottrina e della giurisprudenza di quegli stessi anni. Dalla tutela dell'interdetto al consiglio di famiglia, dagli strumenti di controllo alla forza invasiva della legge, dall'iconografia giuridica del prodigo agli aggiustamenti mimetici degli interpreti.
Il lavoro di Antúnez Roca rappresenta un'esperienza esemplare nella pratica della contaminazione tra estetica digitale ed estetica teatrale. Questo lavoro nasce da una giornata di studi dedicata all'artista nell'ambito del progetto Officine Sintetiche all'interno del DAMS di Torino, e riunisce gli interventi di docenti e artisti sul tema della scrittura scenica multimediale e dei linguaggi digitali, alla luce della nozione di Sistematurgia proposta da Marcel-Lí. Le questioni sono affrontate sia dal punto di vista teorico, sia attraverso il riferimento ad opere ed esperimenti, con particolare attenzione alla recente messa in scena di Cotrone Officine Sintetiche Production ideata e diretta dall'artista catalano. A questo si aggiunge un ampio intervento dello stesso Marcel-Lí che ripercorre le proprie tappe teatrali, a partire dalla creazione della Fura dels Baus fino alle performance mecatroniche. L'insieme dei contributi costruisce un quadro di riferimenti fondativi per affrontare il tema della Digital Performance. Interventi di: Amaducci, Corino, Dixon, Mango, Mazali, Mazzocchi, Phillips, Pizzo, Quaranta, Antúnez Roca, Valle.
È un "tempo di fantasmi e teatrini" quello immaginato da Melo Vassallo, continuamente assediato dagli umori e dalle voci di una città nera come la sciara. I tre drammi della maturità artistica dell'autore disegnano orizzonti carichi di pathos, di assalti frenetici, di crisi comiche inarrestabili, di una deformazione grottesca e umoristica, dove non esiste riparo per le ombre dei vivi e dei morti. Il quartiere, la città e la casa sono spazi angusti, inchiodati al sogno-incubo di memorie ancestrali, talora attraversati dal guizzo di una natura concorde. Eppure, nonostante la miseria e l'abbandono, Lupo, Caterina e Donna Nedda sono 'anime salve', che chiedono "mille anni al mondo mille ancora".