Perché sempre più persone non riescono a credere in Dio quando lo vorrebbero?
Con questo volume si intende proporre un percorso di approfondimento sulla rivelazione di Dio e la sua credibilità. Si offre quindi come strumento nelle mani di chi voglia rendere ragione della propria fede in modo responsabile, comprensibile e significativo, dinanzi agli uomini e alle donne del nostro tempo.
La teologia è strettamente legata alle domande e alle sfide che la comunità cristiana affronta nella sua testimonianza del regno di Dio nella storia. L’attualizzazione del messaggio cristiano dipende prevalentemente dalla capacità di interpretare il mondo e le circostanze concrete in cui la fede deve essere vissuta.
Oggi la fede cristiana e l’annuncio del vangelo affrontano grandi provocazioni: la sfida della post modernità, la secolarizzazione, il pluralismo religioso, la povertà dei due terzi dell’umanità. In questo contesto, il discorso su Dio appare problematico.
L'autore
Carlo Greco, nato a Reggio Calabria nel 1939, è presbitero della Compagnia di Gesù. Ha studiato in Italia e in Germania e ha conseguito il dottorato in filosofia e teologia. Ha insegnato filosofia della religione dal 1978 al 2000 e teologia fondamentale dal 1975 ad oggi nella sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli), di cui è stato per due volte Preside.Tra le numerose pubblicazioni di articoli, saggi e studi di filosofia e teologia ricordiamo: Fede e ragione nella filosofia della religione di G.W.F. Hegel (Napoli 1976); La mediazione trinitaria dell’unità di Dio nella filosofia della religione di G.W.F. Hegel (Napoli 1979); Pensiero speculativo e storia nella filosofia della religione di Hegel (Brescia 1984); Particolarità e universalità della rivelazione cristiana (Padova 1996); Intellectus revelationis. Elementi per uno statuto ontologico ed epistemologico della rivelazione di Dio (Napoli 1997); La rivelazione. Fenomenologia, dottrina, credibilità (Edizioni San Paolo, 2000); L’esperienza religiosa. Essenza, valore, verità (Edizioni San Paolo, 2004); Dire Dio oggi. Presupposti, aporie, possibilità (Avellino 2008).
«Ma che cos'è vero, alla fine, di questa vita che se ne va, nessuno sa dove? Rispondere a questa domanda significa parlare di Dio.» Io e Dio di Vito Mancuso ruota intorno a questa domanda: una domanda intima, personale, che però coinvolge l'intera umanità, e dunque ciascuno di noi. In questo senso, per ogni uomo che viene sulla terra, cristiano o no, la partita della vita è sempre tra io e Dio.
Tuttavia oggi tenere insieme un retto pensiero di Dio e un retto pensiero del mondo è molto difficile: così qualcuno sceglie Dio per disprezzo del mondo, qualcun altro sceglie il mondo per noia di Dio, mentre molti non scelgono né l'uno né l'altro, forse perché non avvertono più quell'esigenza radicale dell'anima che qualcuno chiamava «fame e sete di giustizia». In pagine ricche di dottrina e di passione per la verità, Vito Mancuso spiega e condivide le ragioni della sua fede in Dio.
È un percorso in cui non mancano puntate polemiche, basato su un'ampia riflessione, che supera di slancio la strettoia tra due posizioni in apparenza contrapposte, che negano entrambe la nostra libertà individuale: da un lato l'autoritarismo delle gerarchie religiose, dall'altro uno scientismo ateo e semplicistico.
Ma una civiltà senza religione, o con una religione senza cultura, argomenta Vito Mancuso, perde inevitabilmente la propria coesione interna, schiacciata su una sola dimensione, in balia di un egoismo molto prossimo al cinismo o alla disperazione.
Io e Dio apre invece la strada verso una fede basata sull'amore e sul dialogo, sulla libertà e sulla giustizia.
In un mondo secolarizzato e plurale, la Parola di Dio continua a proporsi sulle labbra della Chiesa carica di promessa di senso e di verità universale. Questa 'pretesa' sembrerebbe destinata a diluirsi in un contesto affollato da innumerevoli parole differenti sempre più persuasive e affascinanti. La Parola di Dio, sinfonicamente intesa, può ancora essere identificata come tale e tornare ad abitare il nostro pensare e plasmare la nostra quotidianità? Il testo nato sulla scia aperta da Papa Francesco con il Global Compact Education, aiuta a ridestare in noi l'autentico sapore del Verbo di Dio, la sua forza dialogante e pervasiva, la sua fresca bellezza sempre antica e sempre nuova.
L'eta' moderna e la caduta delle certezze metafisiche.
L'obiettivo del saggio è quello di comunicare e rendere accessibile ad un pubblico di “non addetti ai lavori” il significato essenziale del discorso teologico, di un discorso, cioè, la cui parola e intelligenza hanno origine dall'esperienza di Dio che si fa nella sequela di Gesù come comunità di discepoli. Di qui il filo rosso che disegna il percorso di queste “lezioni”: Dio che si dice in Gesù Cristo, così dicendo se stesso e noi in sé. Piero Coda approfondisce alcune nozioni fondamentali (che costituiscono l'oggetto della disciplina che si suole chiamare teologia fondamentale) riguardo alla conoscenza di Dio - come possiamo conoscere Dio? attraverso quali vie? -; alla rivelazione che Egli fa di sé in modo pieno e definitivo nella storia in Gesù; allo Spirito Santo; alla Trinità e alla storia della sua esperienza e comprensione cristiana da sant'Agostino ad oggi. Il discorso si fa più “attuale” nell'ultima parte in cui si delinea il significato teologico delle diverse religioni nel disegno di Dio, e dunque in rapporto a Gesù e alla Chiesa, e si spiega l'importanza e il metodo del dialogo tra la Chiesa e le religioni.
Le grandi domande sul senso della vita, sul bene e sul male, sul dolore e la morte, da sempre oggetto di riflessione dei filosofi come dell'uomo comune, presuppongono una domand~ ancora più grande, su Dio. E l'interrogativo ultimo che, sia chi è in ricerca, sia chi dice di "aver già trovato", devo~o porsi perché il cercare non sta vano e possa approdare a una risposta, anche se mai definitiva. Ma come cercare Dio, con la ragione o con la fede? Quanto la fede è frutto del Suo intervento e quanto il risultato di una nostra ricerca? Che cosa vuoI dire credere? Sono solo alcune delle domande che Ottavio Di Grazia, storico del cristianesimo, pone a Vincenzo Vitiello e Bruno Forte. Un dibattito appassionato e appassionante su Dio, la fede, la libertà, il bene e il male, il valore e i valori della vita.
Sono evidenti i sintomi dell'irrilevanza della questione di Dio nella progettazione dell'esistenza personale e nell'immaginario collettivo della costruzione sociale. Come orientarsi all'interno di questo scenario? L'appello all'immanenza come richiamo all'effettivo dell'esperienza nel suo profilo originariamente morale viene raccolto come un'opportunità per riscoprire la lezione biblico-sapienziale circa la qualità teologica dell'agire umano. Anche dalla tradizione spirituale cristiana è possibile raccogliere la testimonianza di figure e modelli che rimangono emblematici per la nostra responsabilità di oggi.
Che cosa significa per la Chiesa vivere e testimoniare la dimensione comunitaria? Come questa testimonianza può essere estesa all'intera umanità? Quale compito spetta alla teologia in questo ambito? I due autori scelgono il tema del "camminare insieme" come compito e stile della Chiesa dei nostri tempi, accompagnano i lettori a riscoprirne le radici.
L'opera, dopo aver ripercorso l'evolversi della teologia prima e dopo il Concilio Vaticano II, conclude proponendo una "nuova umanità" basata sulla dimensione comunitaria, che va oltre gli schematismi per aprirsi a un incontro personale.
Un saggio di antropologia teologica che approda a una visione di speranza per la Chiesa e per l'umanità: dalla dimensione comunitaria può sgorgare una testimonianza autentica e gioiosa.
Ecco il sogno di Dio per l'umanità.
Don Paolo Scarafoni e Filomena Rizzo sono ben consapevoli della forte "crisi antropologica" che il mondo di oggi sta affrontando. Per questo propongono una "nuova umanità" basata su una dimensione comunitaria autentica, che proviene dalla chiamata alla salvezza rivolta a tutti da Cristo.
Dalla Prefazione di mons. Rino Fisichella
Descrizione
Ai nostri giorni la domanda sull’esistenza di Dio sembra non interessare buona parte delle persone. Eppure gli esseri umani non possono sfuggire agli interrogativi fondamentali sull’origine di tutte le cose e sul senso della propria esistenza.
Al fondo di ogni riflessione e convinzione umana si trova il problema di conferire un significato al proprio esistere, quindi necessariamente al mondo di cui si fa integralmente parte. Che ne siamo consapevoli oppure no, per vivere abbiamo bisogno di nutrire fiducia nella vita, dobbiamo cioè affidarci a un senso che la giustifichi e la sostenga.
Il contesto attuale, dominato dalla scienza moderna e dalla tecnologia, costringe inoltre ad affrontare le questioni del senso della vita e dell’universo in maniera nuova rispetto al passato, tenendo conto dello sfondo culturale del tutto originale in cui si colloca la domanda sulla possibilità o meno dell’esistenza di un Creatore, secondo l’idea proposta dalle tre religioni monoteistiche (cristianesimo, ebraismo e islam), nonché da tutta la cultura occidentale e in parte da quella orientale.
Sommario
Premessa. I. Punto d’appoggio. II. Risposta sconveniente. III. Sospendere il giudizio. IV. Sintonizzazione fine. V. Per concludere. Suggerimenti bibliografici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Roberto Giovanni Timossi, filosofo impegnato nel confronto interdisciplinare tra filosofia, teologia e scienza, si propone di rinnovare la metafisica e la teologia razionale partendo dai principali risultati della scienza contemporanea. È presidente del Consiglio scientifico della Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare, accademico dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere e docente dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Ligure. Tra le sue pubblicazioni recenti: Imparare a ragionare. Un manuale di logica (Marietti 1820, 2011) e Credere per scommessa. La sfida di Pascal tra matematica e fede (Marietti 1820, 2018).
"Ma che cos'è vero, alla fine, di questa vita che se ne va, nessuno sa dove? Rispondere a questa domanda significa parlare di dio." Io e Dio di Vito Mancuso ruota intorno a questa domanda: una domanda intima, personale, che però coinvolge l'intera umanità, e dunque ciascuno di noi. In questo senso, per ogni uomo che viene sulla terra, cristiano o no, la partita della vita è sempre tra io e Dio. Tuttavia oggi tenere insieme un retto pensiero di Dio e un retto pensiero del mondo è molto difficile: così qualcuno sceglie Dio per disprezzo del mondo, qualcun altro sceglie il mondo per noia di Dio. mentre molti non scelgono né l'uno né l'altro, forse perché non avvertono più quell'esigenza radicale dell'anima che qualcuno chiamava "fame e sete di giustizia". In pagine ricche di dottrina e di passione per la verità. Vito Mancuso spiega e condivide le ragioni della sua fede in Dio. È un percorso in cui non mancano puntate polemiche, basato su un'ampia riflessione, che supera di slancio la strettoia tra due posizioni in apparenza contrapposte, che negano entrambe la nostra libertà individuale: da un lato l'autoritarismo delle gerarchie religiose, dall'altro uno scientismo ateo e semplicistico. Ma una civiltà senza religione, o con una religione senza cultura, argomenta Vito Mancuso, perde inevitabilmente la propria coesione interna, schiacciata su una sola dimensione, in balia di un egoismo molto prossimo al cinismo o alla disperazione.
Il titolo di questo libro esprime l'essenziale del suo contenuto. Il Dio rivelatosi in Gesù Cristo è il Dio di ogni uomo. È così non solo perché la sua Rivelazione compie le attese dell'animo religioso e illumina le domande della ragione filosofica e scientifica, ma anche perché, nel suo farsi uomo, Cristo ha svelato il senso della vita di ogni persona, in ogni sua dimensione e in ogni sua fase storica, nella sua origine e nel suo compimento finale. Di più, nell'incarnazione l'Eterno ha fatto sua, in modo imprevedibile, la storia: si è fatto Egli stesso "storia". E ora - come Risorto - è vicino e fa sua la vita della Chiesa, di ogni cristiano e, in modo nascosto ma reale, di ogni uomo. Ecco in sintesi il mistero cristiano che in queste pagine viene tratteggiato, in un costante dialogo con le istanze dello spirito religioso e della ragione filosofica, tenendo presente il contesto culturale del nostro tempo, specie quello dell'Occidente secolarizzato. Nella Prima parte si presenta la specificità del cristianesimo in relazione alle religioni dell'umanità e alla ricerca filosofica su Dio così come si sono sviluppate nella storia. Nella Seconda parte si considerano, come interlocutori del kerygma cristiano, rispettivamente il pensiero filosofico agnostico e ateo, la visione scientifica del mondo e le istanze esistenziali e religiose emergenti nel contesto della società secolarizzata. Il libro è pensato come sussidio per un Corso di Introduzione al mistero cristiano. Ma si propone anche a chiunque desideri acquisire una consapevolezza più matura delle ragioni della propria fede e appropriarsi del suo contenuto essenziale: in Cristo, Dio si è rivelato facendosi - come autentico buon samaritano - prossimo di ogni uomo, di ognuno di noi.