La Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica propone con questa lettera alle persone consacrate, tratta dal magistero di Papa Fratesco, un itinerario di riflessione personale verso l'anno 2015 che la Chiesa dedica alla Vita consacrata. Uno strumento di meditazione che possa accompagnare i consacrati e le consacrate nelle loro decisioni evangeliche.
Il libro ruota attorno a due osservazioni fondamentali. La prima è che la parola è fatta per essere parlata e solo secondariamente scritta. Essa comporta delle conseguenze decisive: la parola "parlata" rimanda ad un Parlante, il quale deve essere vivo e contemporaneo. Questa parola è dotata di autorità, in quanto garantisce la presenza della "parola vera" (Sal 119,43) in mezzo a noi; è un'autorità vivente che svolge una funzione fondamentale nella vita della Chiesa. L'altra è che il termine "infallibilità", essendo un termine teologico, obbedisce ad una legge basilare di ogni discorso serio su Dio: è "analogico", cioè si dice in molti modi essenzialmente diversi. Il magistero non è dunque infallibile solo quando "definisce solennemente", ma anche - e soprattutto! - quando garantisce autorevolezza e inerranza in modo organico e non meccanico alla predicazione ordinaria del Vangelo da parte del Papa e del collegio dei vescovi in comunione con lui.
La costituzione apostolica promulgata da papa Pio XII nel 1952, dedicata alla cura spirituale degli emigranti. La "famiglia esule" che dà titolo al documento è quella di Nazareth, Gesù, Giuseppe e Maria, primo esempio di migranti costretti a lasciare la propria terra per fuggire la persecuzione. Il testo, di forte attualità, testimonia la vigile premura con cui la Chiesa ha sempre seguito, e segue ancora oggi con il suo pontefice Francesco, le moderne trasformazioni sociali. Dopo anni la costituzione di Pio XII viene proposta con un commento di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e presidente della Società Dante Alighieri e di Fabio Baggio, parlamentare ed esperto di tematiche sociali del Movimento dei Focolari.
Quale possibile rapporto tra psicologia e discernimento vocazionale? Se vivere la propria vocazione vuol dire diventare sempre di più uomini a Sua immagine e somiglianza, la psicologia diventa uno strumento necessario per comprendere la propria umanità e rispondere in pienezza alla Chiamata con cuore libero.
All’interno della Chiesa l’autorità non si limita alla persona del papa o alla Curia romana. Su questo tema l’insegnamento del concilio Vaticano II è infatti più ricco e più complesso e consente di riflettere sull’aspetto policentrico dell’autorità, inclusivo della Scrittura, della tradizione, del magistero (il papa, il collegio dei vescovi, le conferenze episcopali), dei teologi, del sensus fidelium, della coscienza, dell’esperienza e della pratica. Inoltre, vi è una gerarchia delle autorità, secondo la quale la Scrittura occupa il primo posto.
Sommario
Introduzione. I. Autorità, Scrittura e Tradizione. II. La Tradizione. III. Autorità collegiale ed esercizio del magistero. IV. Conclusione.
Note sull'autore
Gilles Routhier è professore ordinario di Ecclesiologia e decano della Facoltà di Teologia e Scienze religiose dell’Università di Laval, in Canada. Si occupa, in particolare, della storia, della recezione e dell’ermeneutica del concilio Vaticano II e della sua influenza sull’evoluzione del cattolicesimo post-conciliare.
Il volume contiene uno studio sulle vie della salvezza divina dei non cristiani attraverso l’esame del pensiero dei Padri conciliari grazie alle ricerche effettuate sui documenti: Ad Gentes, Gaudium et spes, Lumen gentium, Dignitatis Humanae, Nostra aetate e le diverse interpretazioni di questo approccio alla luce delle linee guida stabilite dalla Dominus Iesus.
L'autore commenta i documenti dei Papi che, negli ultimi decenni, da Pio XII a Benedetto XVI, hanno professato, a nome della Chiesa intera, la stima, la venerazione, l'affetto per la spiritualità che prende nome e autorità da San Benedetto. Però la lettura di queste pagine non è riservata esclusivamente a quanti vivono nei monasteri o che già si muovono nel suo ambito, ma viene proposta a tutti, clero e laici, studenti di teologia e studiosi di storia della spiritualità.
Il testo si propone come uno strumento di raccordo e di proposta specifica a servizio degli animatori della cultura e della comunicazione delle parrocchie e delle diocesi. A partire da un recupero delle principali tappe segnate dalla cooperazione fra il magistero della Chiesa e le potenzialità del cinema e del testo filmico, per passare dentro la foresta del linguaggio e dei chiaroscuri dell’umano, fino alla proposta di un percorso di analisi filmica di uno dei registi contemporanei, capace di uno sguardo autoriale.
Cinema e Chiesa, è un binomio ormai consolidato, sia dal punto di vista culturale che pedagogico, un’amicizia fruttuosa che oggi, nell’areopago della cultura postmoderna o della cross-medialità, chiede di essere nuovamente rivisitato, coraggiosamente ripensato e vissuto sotto il segno del confronto e della testimonianza.
Punti forti
Il cinema è visto come preziosa miniera di conoscenza e soprattutto come proficuo terreno di confronto e di dialogo culturale e la «Sala della comunità» diviene luogo di socializzazione e di promozione culturale.
Destinatari
Animatori della cultura e della comunicazione nelle diocesi e nelle parrocchie.
Autori
Andrea Verdecchia (Roma 1982) è presbitero dell’arcidiocesi di Fermo (Fm), dove vive il ministero come vicario parrocchiale presso l’Unità Pastorale di San Pietro e Cristo Re in Civitanova Marche (Mc), e come collaboratore del Consultorio Familiare diocesano Famiglia Nuova. Ha conseguito la Licenza in Teologia Pastorale con specializzazione in Teologia della Comunicazione, con la tesi La spiritualità del silenzio nella poetica di Kim Ki-duk, presso l’Istituto Pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense, dove sta svolgendo la ricerca di dottorato.
Riprendendo l’espressione della santa andariega, la prima parte del titolo, È tempo di camminare, indica l’atteggiamento fondamentale di ogni consacrato.
La seconda parte, La vita consacrata nel magistero pontificio, intende accogliere con gratitudine il dono della parola e degli scritti di Papa Francesco ai consacrati, affinché, facendone tesoro nella loro esistenza, possano essere profeti nel qui e nell’ora in cui si trovano a vivere.
Quello che il Papa ha detto e scritto sulla vita consacrata, dal 16 marzo 2013 al 31 dicembre 2017, viene presentato attraverso alcune parole chiave che possono considerarsi anche come l’eredità dell’Anno della vita consacrata: memoria-profezia, passione-vangelo, speranza-gioia. Declinare nella propria vita queste parole permetterà ai consacrati di portare novità nella loro spiritualità, nelle relazioni e nella loro missione; di custodire e far sorgere germogli di risurrezione, di vita e di bellezza nei drammi della storia.
Il volume intende offrire ai fedeli una guida sicura per interpretare rettamente la discussione in atto tra quanti sono favorevoli alle tesi “pastorali” del cardinal Kasper (tra questi, il cardinale Marx) e quanti invece (come i cardinali Müller, Caffarra, Brandmüller e Sarah) propongono una pastorale che applichi efficacemente la dottrina della Chiesa sulla sessualità umana e sul matrimonio.
Dalla situazione attuale della Chiesa cattolica viene una particolare spinta a rimettere a fuoco il tema del magistero. Dopo l'avvento al papato di Jorge Mario Bergoglio si sono mosse le acque - secondo alcuni pericolosamente, secondo altri felicemente. In qualche maniera, se pure in misura minore, si rivive il clima del concilio Vaticano II. Papa Francesco, infatti, intende far uscire la Chiesa dalle trincee nelle quali sembra essersi rinchiusa, nell'ansia di dover contrastare un'evoluzione del costume e della legislazione che sta travolgendo il millenario «ethos» della tradizione cristiana. Solo superando il fossato che rischia di riaprirsi fra Chiesa e società civile, papa Francesco conta di trovare spianata la strada alla riproposizione del vangelo agli uomini di oggi. Egli è ben consapevole che nella fede non si procede superando l'antico dettato dottrinale e la normativa etica tradizionale e affida, quindi, la sua impresa a un cambiamento dello stile, delle forme e dei metodi del magistero. È proprio questo che sconcerta molti ed è su questo aspetto che vale la pena puntare l'attenzione per cercare di comprendere verso quali orizzonti si muova la missione della Chiesa nel mondo.
Un libro documentato e coraggioso sul rapporto tra Magistero e teologia firmato da uno dei più noti teologi cattolici canadesi.