La necessità di insegnare ai credenti dell'islam "come fare che cosa", in tutti i campi della vita, attraversa la storia delle società islamiche dagli inizi, ma conosce oggi una fase critica senza precedenti. A fronte della quantità crescente di studi monografici, il libro propone uno sguardo d'insieme e si rivolge, oltre che agli specialisti, a chiunque sia interessato, per professione o altri motivi, a comprendere meglio l'islam. Come evidenzia nella Prefazione Caterina Bori, «nel panorama italiano non c'è ancora uno studio simile, in grado di restituire il ventaglio delle discussioni sui nodi etici, religiosi e giuridici che attraversano l'universo islamico contemporaneo». Partendo dalle premesse teologiche e giuridiche dell'atto umano, il volume procede trattando il galateo dei rapporti con Dio, gli angeli, il Corano e il Profeta. Segue l'etica familiare, sessuale, medica, economica e ambientale, il rapporto con i non musulmani, la trasmissione dell'islam ai giovani, «temi davvero rilevanti per chi, dopo aver studiato la tradizione vivente altrui, ritorna a sostare e interrogarsi sulla propria», come osserva Fabrizio Mandreoli nella Postfazione.
Il volume vuole diffondere i valori, i costrutti teorici e i metodi di intervento sviluppati dagli psicologi di comunità per affrontare problemi individuali e collettivi, locali e globali, e promuovere futuri migliori. A tal fine illustra teorie elaborate da psicologi moderati e radicali negli Stati Uniti, in Europa, Africa, Oceania e America Latina, e si interroga anche sui rapporti tra psicologia clinica e di comunità. Vengono inoltre presentati metodi di intervento tradizionali, come lo sviluppo di comunità, il lavoro di rete e la ricerca-azione partecipata, e altri che offrono risposte a nuovi problemi, come percorsi di recovery nella violenza domestica usando il web, l'educazione affettiva anche online e la formazione empowering che rimotiva ad affrontare la vita molti individui disorientati di fronte alla duplice minaccia dei cambiamenti climatici e dell'intelligenza artificiale. Gli ultimi due capitoli danno la parola a psicologi di comunità di generazioni diverse che raccontano le loro storie professionali. Sono impiegati in strutture sociosanitarie, associazioni e università, liberi professionisti e imprenditori che hanno creato nuovi servizi, si sono occupati di progettazione sociale e di riqualificazione urbana. Le loro esperienze contribuiscono a diffondere quella fiducia e quel senso di comunità di cui la nostra società individualista ha particolare bisogno.
Un originale viaggio a fumetti alla scoperta dei misteri del cervello e della mente.
A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, in sintonia con i movimenti di contestazione, numerosi gruppi di credenti LGTB+ in diverse parti del mondo iniziarono a porsi la questione della propria permanenza all'interno delle Chiese cristiane a cui appartenevano, portando in superficie interrogativi non solo attuali, ma cruciali per la fede e la teologia. Come conciliare Bibbia e omosessualità? Quale accoglienza dare alle persone e alle coppie omosessuali? In che modo integrare le recenti acquisizioni scientifiche in ambito psichiatrico riguardo all'omosessualità? Il volume, per la prima volta, ricostruisce la storia del movimento dei credenti LGBT+ in Italia dagli anni Settanta fino al Duemila, anno del grande Giubileo e del World Pride celebrato a Roma. Basandosi su inedite fonti di archivio, su interviste ai vari protagonisti e sulla documentazione interna ai gruppi, il libro valorizza i principali dibattiti e il contributo che le esperienze italiane di aggregazione per credenti LGBT+ hanno apportato nelle Chiese protestanti e in quella cattolica. L'analisi delle dinamiche interne a quei gruppi è profondamente connessa all'evoluzione dei movimenti per la rivendicazione dei diritti delle persone LGTB+ e alle trasformazioni che hanno riguardato il cristianesimo italiano nell'ultimo mezzo secolo.
Idealmente questo libro andrebbe guardato come una galleria di ritratti, un repertorio di facce, smorfie, corpi, gesti che, visti in sequenza, compongono una paradossale e caricaturale «autobiografi a della nazione», come Piero Gobetti definiva il fascismo. Solo che qui non ci sono immagini: le caricature sono fatte di parole, e provengono da romanzi, pamphlet, diari, testi satirici. Da Gadda a Palazzeschi, da Longanesi a Morante, e poi Bassani, Brancati, D'Arrigo, Flaiano, Landolfi, Malaparte, Masino, Moravia, Parise, Soldati e altri: quando rappresenta il fascismo, la letteratura affida alla deformazione fisica un messaggio di sofferenza e disagio. Sfigurando l'immagine umana, la scrittura dà voce a un'alterazione emotiva e psichica che è una embrionale - spesso irrazionale e pre-politica - forma di resistenza. La caricatura registra le emozioni di un'epoca storica e denuncia il tentativo del regime di imbrigliare prima di tutto i corpi. Facendone affiorare ovunque di ridicoli e sgangherati, le caricature verbali rovesciano la dittatura emotiva e "biologica" del fascismo, per rivelare che dietro l'iconografia trionfale e idealizzante non si nasconde altro che una generalizzata "grande bruttezza", leggibile nei volti e nei gesti scomposti degli uomini e delle donne.
Quali sono gli scopi del servizio sociale? Quale il suo "oggetto" privilegiato di studio e di intervento? Quali le sue funzioni nell'attuale realtà sociale e istituzionale? Questi alcuni degli interrogativi cui il libro dà risposta. Il volume è stato pensato non solo come supporto didattico per gli studenti che si accingono ad iniziare il percorso curricolare previsto per la formazione al servizio sociale, ma anche per chi desideri rafforzare motivazioni e professionalità in quanto docente, formatore, operatore assistente sociale e di professionalità attigue.
Il volume - apprezzato da insegnanti, psicologi e genitori - presenta il metodo socioaffettivo: nato come strumento di promozione del benessere a scuola, negli ultimi anni ha favorito anche lo sviluppo di un welfare di prossimità, per contrastare problematiche sociali come la dispersione scolastica, il cyberbullismo e l'uso di droghe, per supportare il lavoro di rete nel territorio, per educare alla democrazia, al rispetto dell'ambiente, a una sessualità consapevole e rispettosa dei sentimenti. Le originali esperienze effettuate anche online, proposte in questa nuova edizione, possono coadiuvare sindaci, dirigenti e operatori di servizi territoriali nell'attuazione di un programma sociale che sostenga tanto il benessere individuale quanto quello collettivo, e soprattutto un forte senso di comunità che sia da stimolo al rispetto e al mutuo aiuto.
La semiotica visiva fornisce gli strumenti per analizzare le immagini (fotografie, dipinti, disegni ecc). Le domande a cui risponde sono diverse: come facciamo a riconoscere un insieme di linee e colori come rappresentazioni di un oggetto tridimensionale? Quali convenzioni ci permettono di riconoscere i personaggi e le situazioni descritte in un quadro? Come fanno le immagini a raccontare storie? Linee, spazi, colori possono avere un significato indipendente da quello che rappresentano? Il testo è un'introduzione alle teorie e ai principali strumenti applicativi della semiotica visiva, mostrando l'utilità per l'analisi delle immagini di altre discipline, come l'iconografia e la psicologia della percezione.
L'opera di Hannah Arendt prende corpo tra Europa e Stati Uniti, nello sforzo costante di comprendere gli eventi storici più rivelatori delle migliori possibilità e delle peggiori miserie della condizione umana. Riflettendo sul concetto di "politico" dopo Auschwitz, Arendt ha evidenziato i limiti dei precedenti tentativi di afferrarne il significato senza considerare che non l'Uomo al singolare, ma gli esseri umani abitano la Terra. La pluralità che Arendt ha in mente è quella che riesce a trovare piena espressione, attraverso discorsi e azioni, soltanto qualora esista uno spazio pubblico-politico in cui sia possibile condividere un mondo comune, come accadde, in modi differenti e per un breve periodo, nella polis democratica dell'antica Grecia e con il "nuovo inizio" della Rivoluzione americana. Dell'opera di Arendt il libro propone una ricostruzione dettagliata, attenta a cogliere motivi e modalità del suo profondo ripensamento del nesso tra filosofia, politica e storia, compiuto quando appariva ormai inesorabilmente spezzato il "filo della tradizione" risalente alla Bibbia e a Platone e Aristotele.
Riscoperta come uno dei fondamenti della felicità, la gentilezza è una competenza necessaria nella vita e nel lavoro. Come agire per metterla in pratica dal punto di vista linguistico? Quali sono gli scrittori del passato a cui ispirarsi? E che cosa consigliano i maestri della comunicazione di oggi? Il libro risponde a queste e molte altre domande affrontando un avvincente viaggio che parte dai classici della letteratura italiana e si conclude con un agile galateo digitale, capace di declinare i linguaggi della gentilezza nelle nostre interazioni quotidiane tra chat, e-mail e social media. Il testo è arricchito dai punti di vista di noti giornalisti, scrittori, linguisti e top manager: Corrado Augias, Marino Bartoletti, Patrizia Bertini Malgarini, Paolo Di Paolo, Guido Stratta.
Pensato per gli studenti universitari, il volume ricostruisce la storia della letteratura italiana dall'inizio del Novecento ai giorni nostri, lungo le due direttrici parallele della narrativa e della poesia, nella convinzione che lo sviluppo di ciascuno dei due generi, benché reciprocamente intrecciato, sia scandito da svolte e accelerazioni specifiche, e suggerisca pertanto una sua propria periodizzazione. Il libro si articola in diciannove capitoli, ognuno dei quali è dedicato a un determinato arco cronologico e a una corrente oppure a uno o più autori e autrici. L'obiettivo è offrire non un'opera enciclopedica, ma uno strumento didattico in cui trovino spazio le questioni letterarie essenziali del XX secolo, associate ai nomi di maggior rilievo. In questo modo si potrà comprendere l'evoluzione storico-letteraria e individuare con chiarezza quali sono le opere che più si sono imposte nel canone.
Il colloquio è uno strumento applicabile a una variegata gamma di situazioni, ma rischia di essere dato per scontato qualora se ne ignorino vincoli e potenzialità. Il volume - rivolto agli studenti universitari, ai professionisti e agli studiosi - spiega con rigore teorico e metodologico come si fa un colloquio nel servizio sociale. Questa seconda edizione approfondisce anche altri ambiti di applicazione: migrazioni, disabilità, devianza dei minori. Nella ricerca di un proprio stile, il professionista potrà selezionare indicazioni teoriche, di metodo ed esemplificazioni pratiche.