Nel corso dei secoli i Greci e i Romani, come altre civiltà del Mediterraneo e del Vicino Oriente, hanno utilizzato supporti diversi per condividere e tramandare testi, informazioni, memorie: tavolette di legno, laminette metalliche, frammenti ceramici, soprattutto strisce e fogli di pergamena e di papiro, uniti tra loro in varie forme. Il volume ricostruisce le tappe principali della riscoperta di questi materiali scrittori, dalla fine del XVIII secolo fino ai ritrovamenti più recenti, ne illustra caratteristiche e modalità di impiego, ne indaga la genesi e le evoluzioni, alla luce delle trasformazioni più generali delle società di cui erano il prodotto. Grazie a una combinazione di fonti letterarie e reperti archeologici, questo studio delinea un affresco inedito e avvincente della storia della cultura scritta antica tra Oriente e Occidente, dall'età arcaica alle soglie del Medioevo, dalla nascita del rotolo all'avvento del codice, il diretto antenato del libro odierno.
È ormai consolidata l'idea secondo cui tra scienze naturali e discipline umanistiche esista una netta distinzione: le prime cercherebbero di spiegare oggettivamente il mondo individuando principi e leggi generali, le seconde di interpretarlo in maniera soggettiva concentrandosi su particolari espressioni dell'essere umano; le prime sono empiriche, le seconde ermeneutiche. Eppure non è così. Prendendo in considerazione in una sola e coerente trattazione le principali discipline umanistiche (linguistica, storiografia, filologia, musicologia, teoria dell'arte ecc.), Rens Bod ne offre la prima storia generale dall'antichità al XX secolo e scardina le premesse di questa distinzione. Sin dalle origini e praticamente in tutte le civiltà (dalla Cina all'Europa, passando per l'Africa) tali discipline risultano accomunate proprio dalla ricerca di principi generali e pattern nel proprio oggetto di studio. Inoltre, alcune loro scoperte hanno trovato applicazioni nei più vari e inimmaginabili ambiti e avuto conseguenze tali da cambiare il mondo. Ciò spinge a considerarle scienze a tutti gli effetti - scienze umanistiche - e a rivendicare per Panini, Valla, Bopp e molti altri umanisti troppo spesso dimenticati un posto accanto a Galileo, Newton e Einstein.
Il premio Nobel è uno dei più prestigiosi riconoscimenti culturali che possa essere tributato a una persona. Ma è ben lungi dall'essere un vaccino contro le cantonate... fisici, chimici, medici e letterati, tutti premi Nobel, ne sono stati vittime. Il libro racconta in modo brillante e divertente le bizzarre teorie e i clamorosi errori di alcuni premi Nobel.
Il pianeta Terra è abitato da sette miliardi di persone che ogni giorno cercano di conoscere, trasformare, difendere e migliorare il proprio spazio di vita. Questo spazio è raramente di uso esclusivo. Si condividono l'abitazione o la scuola, il villaggio o la città, e poi territori a scale sempre più ampie, fino a quella planetaria. Nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria la geografia ha il fine di aiutare a diventare consapevoli di come gli individui e le società umane creino e negozino innumerevoli relazioni, a scale diverse, con luoghi, territori, persone, comunità, culture, ambienti. Il libro è pensato per sviluppare una formazione geografica attiva, che includa il proprio spazio di vita, affronti problemi rilevanti, fornisca concetti, idee, abilità e competenze per la cittadinanza, educhi al territorio e a collocarsi in sistemi territoriali diversi. In sintesi: che aiuti a comprendere, a progettare e a costruire il proprio posto nel mondo.
Il volume propone al lettore che si avvicina alla storia romana con interesse e curiosità personale un valido e originale strumento per approfondirne la conoscenza. La trattazione si sviluppa secondo un andamento cronologico, dalle origini di Roma sino alla divisione politica fra parte occidentale e parte orientale dell'impero dopo la morte di Teodosio I, con l'interposizione di "finestre" tematiche, dalle quali osservare e comprendere meglio gli aspetti salienti della società romana o la stessa storia degli eventi politico-militari. Una particolare attenzione è dedicata alle istituzioni amministrative e alle relazioni sociali, all'ideologia del potere, ai rapporti tra politica e religione. L'esposizione, che tiene conto dei recenti sviluppi del dibattito storiografico, è caratterizzata da citazioni tratte da documenti antichi ed è corredata di un'ampia bibliografia.
Il libro presenta per la prima volta ai lettori italiani una scelta dei saggi più rappresentativi del fondatore della connected history, lo storico indiano Sanjay Subrahmanyam. Sorretto da singolari conoscenze linguistiche e da una brillante erudizione, nei suoi studi, dedicati in prevalenza alla storia asiatica ed europea in età moderna, egli ha profondamente rinnovato il modo di fare storia. I suoi lavori non raccontano gli ultimi cinque secoli come una trionfale ascesa dell'Europa e dell'Occidente, ma indagano le radici di intrecci e connessioni tra le diverse parti del globo da cui è nato il mondo contemporaneo. Una ricerca più attenta ai complessi equilibri che regolavano le interazioni fra regioni, popoli e culture del passato induce infatti a ripensare nella loro molteplicità le premesse storiche del nostro presente.
Creare un partito mondiale della rivoluzione in grado di consentire al proletariato di conquistare il potere nei diversi paesi: è questo il disegno della Terza Internazionale, fondata all'indomani dell'immane massacro della Prima guerra mondiale e dopo che la Rivoluzione russa dell'ottobre 1917 aveva mostrato la via ad una rivoluzione socialista da realizzare in tempi brevi. Il libro ricostruisce la storia dell'Internazionale comunista dalla sua nascita a Mosca, il 2 marzo 1919, fino allo scioglimento nel maggio del 1943, analizzando l'evoluzione del fallito progetto di trasformazione globale del mondo contemporaneo.