Il volume rappresenta il primo diario gestaltico curato dall'Istituto Gestalt Therapy hcc Kairòs. L'istituto, al suo quarto decennio di attività, opera nell'ambito della formazione e della ricerca in psicoterapia della Gestalt a livello nazionale e internazionale. Propone una sorta di "quarta anima della Gestalt" che apre nuove prospettive sull'antropologia e sulla clinica del vivere insieme e della crescita, sviluppando contributi innovativi sia a livello ermeneutico che clinico. Tra gli ultimi si annoverano l'elaborazione di una teoria sui modelli relazionali di base e la psicopatologia, un modello di teoria evolutiva e un modello di Gestalt Therapy con le coppie e le famiglie (teoria del Sé e dell'intercorporeità).
Sembra così naturale ridere e mi domando perché non lo si faccia più spesso. I bambini ridono e gli adulti sono seri. Il senso dell'humour aiuta a uscire da una esistenza intrisa di paure e sofferenze psichiche. Il riso è libertà, e la libertà produce riso. Il riso è uno sfogo che ci rende più comprensivi verso gli altri, verso noi stessi, verso la vita. Il riso genera benevolenza, creando una atmosfera di intimità e vicinanza. Il riso, come il sorriso, ci permette di star vicino a lei/lui, a ragionar d'amore.
Nella realtà tutto è movimento, tutto è cambiamento. Spesso questo viene percepito come qualcosa di positivo, perché ogni cosa che cambia può portare piacevoli novità; altre volte il cambiamento, dovuto a eventi dolorosi, tragici e quasi sempre inattesi, come una malattia grave, ci fa sentire inadeguati, impotenti, smarriti, sconfitti e incapaci di riprendere in mano il filo della propria vita. La vita diventa "sospesa" tra due sponde: la speranza che l'incubo finisca per riprogettare il tempo in avanti; la paura che il nostro tempo abbia rallentato la corsa, prigioniero dentro un angoscioso presente senza scampo. In questo libro vengono evocate e descritte, nei dialoghi e nel rapporto di alleanza tra medico e paziente, dodici storie che, pur avendo inizio da un punto critico comune, si sviluppano in modi diversi, con risonanze emotive individuali e con risposte differenziate davanti a uno dei più pesanti cambiamenti della vita: la malattia grave.
La felicità è la percezione di essere persone uniche, realizzate e appagate. Che si voglia o no, le persone cercano la felicità e obiettivo di ogni persona è viverla. Ma questa ricerca non è priva di rischi, di incertezze e di ostacoli, poiché ogni processo di crescita comporta aspetti di "crisi" e "cambiamento". Le "crisi" ci spaventano perché esse richiedono il coraggio di ascoltare la propria voce, la propria chiamata, la propria vocazione alla vita. L'uomo di oggi, disabituato ad affrontare le sfide, si lascia passivamente assorbire da schemi precostituiti di pensiero, in regole d'azione preconfezionate; credendo di vivere, si annulla negli altri e sceglie o quello che gli altri gli dicono di fare o quello che gli altri fanno. Così l'infelicità è assicurata.
La rivalità è un sentimento che impregna le relazioni quotidiane avvelenandole e trasforma la vita in una gara continua per la ricerca del protagonismo. Ma da dove origina la rivalità? È possibile la vita senza competizione? Facendo riferimento alle teorie psicoanalitiche, biologiche e filosofiche più avanzate, con un linguaggio chiaro e non specialistico, si tenta di rinvenire le radici inconsce del sentimento di rivalità e i malintesi che lo alimentano. Si scoprirà così un nuovo orizzonte che permetterà di vivere la vita in armonia con se stessi e con gli altri.
Il presente lavoro analizza "fatti" accaduti nell'ultimo decennio del ventesimo secolo e nel primo decennio del ventunesimo. Eventi e comportamenti rilevanti riportati dai quotidiani che hanno coinvolto, e anche sconvolto, l'opinione pubblica ponendo drammatici interrogativi sul piano concreto dell'educazione e della prevenzione. Partendo da questi fatti il libro offre criteri interpretativi e indicazioni operative con particolare attenzione ai problemi dell'affettività, ai rapporti interpersonali e alle relazioni familiari.
Strano destino quello della noia: che ci sia, nessuno lo mette in dubbio, che valga la pena di rifletterci, molti dubitano. Eppure, sulla noia si sono espressi letterati e filosofi, pittori e musicisti, con esiti notevoli. Questa pubblicazione esamina la noia dal punto di vista dell'innovativa psicoanalisi di Luis Chiozza, che interpreta le espressioni dell'organismo umano nella struttura somatica e nel significato psichico. Il lettore è condotto a mettere in relazione le oscillazioni del processo digestivo con l'altalenarsi dei disturbi connessi ai desideri di assimilazione e agli impulsi di rifiuto, disturbi che nel linguaggio della vita chiamiamo invidia e gelosia. E mentre nell'interiorità epatica si confrontano gli slanci evolutivi dell'Io con le difese di tipo letargico o, peggio, con gli stati dissociati di personalità, la noia, sentimento frainteso e sottovalutato, evita il compromesso che esige il rischio della responsabilità.
Un nuovo quaderno di musica applicata.
La voce della coscienza, ma anche la voce del corpo. L'incarnazione della cura per l'altro, ma anche della cura per quella identità cangiante che siamo. La responsabilità rappresenta il tu con cui dialoghiamo, senza mai dimenticare le emozioni e alternando volentieri registri espressivi, toni, accenti? Ma responsabilità è anche fare i conti con l'alterità, imparare a costruirla senza imposizioni, percepirla a partire dalla sua autonomia (che poi è anche la nostra) e in virtù di una libertà che è condivisione. Anzi, la responsabilità nasce proprio come "libertà per" e, lungi dal ridursi a recinto del solo vissuto personale, si sviluppa ed evolve come progetto comune per farsi storia del noi.
La diffidenza elude l'incertezza con il sospetto e la distanza; la fiducia persegue la sicurezza attraverso la coesione e la vicinanza.
Il desiderio aleggia tra le immagini dei media, spinge a cercare fuori qualcosa che pulsa da dentro, illuminando il cielo e la terra con la sua forza prorompente. Questo libro propone un viaggio in cui antichi miti orientali s'intrecciano con le tipiche storie del mondo occidentale. Come in un gioco, attraverso riflessioni, forme ed emozioni, invita a decifrare i segni depositati sulla sabbia sottile della memoria, nello spazio dove abitano i sogni. Lo stesso desiderare è un atto sacro, fonte di salute e di benessere. Come percorso che onora i segni del tempo, il desiderio valorizza l'emozione dell'attesa, riconosce il limite e ravviva l'energia necessaria alla realizzazione del progetto futuro.
La nostra società sovrabbonda di discussioni e dibattiti sul tema del perdono. Ma cosa significa veramente perdonare? Perché accordare questo gesto? Non è una forma di debolezza o una maniera di giustificare il male? E soprattutto: col perdono cambia davvero qualcosa? Sono queste le domande a cui il libro cerca di rispondere da un punto di vista psicologico. La tesi di fondo è che il perdono, se inteso correttamente, è una delle protezioni più potenti per fronteggiare il male e le sue conseguenze, come raccontano le vicende di chi, sorprendendo anzitutto se stesso, è riuscito a compiere questo difficile passo.