A oltre vent'anni dalla scomparsa, la figura di Fabrizio De André continua a essere al centro di un'amplissima fioritura di iniziative, tanto da far pensare che il cantautore genovese sia riuscito a intercettare, soprattutto post-mortem, un grande bisogno di poesia e di legami sociali. Alla luce di una ricerca critica ormai cospicua, Brunetto Salvarani ripercorre le domande sulla religione e le tracce della Bibbia affioranti a più riprese nella produzione del Bob Dylan italiano, l'agnostico Faber, di cui racconta la vita corsara e i temi chiave, intrecciando strettamente biografia e scelte artistiche.
Questa la reazione di Karl Barth agli sconvolgimenti politici ed ecclesiali dei primi mesi della dittatura hitleriana. Un professore che si chiude nella sua accademica torre d'avorio? Così hanno pensato in molti, ma a torto. Teologia, qui, è un grido di battaglia e di libertà, un cammino di lotta che sfocerà nella Dichiarazione teologica di Barmen, uno dei documenti più luminosi del cristianesimo del Novecento.
Dopo il volume dedicato in questa stessa collana a Leonard Cohen, Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini si mettono alla ricerca degli elementi etici e religiosi presenti in uno degli eroi più noti e amati del fumetto italiano, il cowboy Tex Willer, ranger abilissimo nel maneggiare la Colt, amico dei pellerossa, antischiavista e avversario di ogni ingiustizia. «Tex Willer potrebbe essere considerato il modello del nuovo uomo italiano nel secondo dopoguerra, quasi a offrire, forse suo malgrado, un prontuario esistenziale per il Belpaese uscito con le ossa rotte dal conflitto. Reinventando l'identità nazionale andata in pezzi in una nuova, di stampo maschile, che fruga nella consolidata tradizione western per rinvenirvi un punto di riferimento atto a ripensare il problematico rapporto fra individuo e autorità. Un manuale di pronto utilizzo in cui centrali sono temi come lealtà, libertà, oppressione, violenza e linguaggio, grazie a cui Tex è destinato a diventare, nell'arco di pochi decenni, non solo un personaggio ben riconoscibile nella cultura pop tricolore, ma anche l'eroe di una delle più rilevanti e longeve saghe contemporanee» (Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini).
Sabina Baral e Alberto Corsani – in dialogo con Massimo Recalcati, Bruno Forte, Bruna Peyrot, Stefano Levi Della Torre, Eraldo Affinati, Vivian Lamarque, Michel Kocher, Elisabetta Ribet e Gianni Genre – raccontano di una fede che, oggi, mostra una certa esitazione a palesarsi, aggrappandosi a dettagli e piccole cose, per tentare egualmente il salto verso il «progetto più grande che Dio ha per noi».
«Perché balbettiamo quando si tratta di spiegare al nostro vicino di casa in cosa consiste la nostra fede? Perché ci sentiamo orgogliosi della nostra chiesa e del suo agire sociale, ma al contempo siamo titubanti nel dire che a muoverci è l’Evangelo? Nella Bibbia leggiamo che la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono: ma come dire, oggi, che quanto non si vede ha per noi credenti un significato? La bellezza della fede è che non dà risposte immediate, fornisce però un senso alla nostra vita. Oggi la ritroviamo nei dettagli, negli interstizi, nelle lacune, negli spiragli. Con l’aiuto di alcuni interlocutori, in queste pagine abbiamo cercato lo slancio per ripartire da qui senza rassegnazione e guardare al di là di un presente ripiegato su se stesso».
Sabina Baral, Alberto Corsani
In questo saggio di etica politica che attinge a filosofia e teologia, a psicologia e letteratura, Angelo Cassano riflette su quei valori fondanti della cultura democratica – cura, gentilezza, libertà, pluralismo – che sono la bussola della vita sociale, politica ed economica e che ci consentono di relazionarci con l’altro da noi creando legami di fiducia, rispetto e solidarietà per una società e un futuro di speranza, non di paura.
«Questo libro vuole essere a un tempo un viaggio nel cuore dell’essenzialità e una parola di speranza. Solo i valori fondanti della cultura democratica – cura, gentilezza, libertà, pluralismo, educazione – hanno la forza di illuminare il nostro cammino di singoli e di comunità, contrastando le paure e ricucendo le ferite del nostro tempo. Ci dicono chi siamo e dove andiamo: nella vita privata e in quella pubblica, la visione di noi stessi e del mondo, insieme ai nostri comportamenti, svelano se il nostro approccio relazionale è di natura democratica o totalitaria. Solo dove prevalgono valori di cura, e non di indifferenza, di servizio, e non di potere, di con-cittadinanza, e non di esclusione, è possibile costruire una società aperta, responsabile e ospitale».
Angelo Cassano
Con il progressivo assorbimento dei domini orientali nella compagine dell’impero di Ottaviano ebbe inizio una stagione di durissimi conflitti tra Roma e il popolo di Israele: gli ebrei e, successivamente, i cristiani non potranno infatti non misurarsi con un’ideologia incentrata sulla divinità dell’imperatore e sul suo potere assoluto in terra, un confronto da cui verrà alla luce quel nuovo mondo spirituale di cui vivrà il Medioevo.
In queste pagine Eric Noffke studia il modo in cui l’ideologia imperiale romana fu propagandata in Oriente, in particolare nella terra d’Israele e nella diaspora ebraica. Imperniata sulla figura e sul culto dell’imperatore, tale ideologia fu perlopiù sostenuta dalle classi dirigenti giudaiche mentre, nel popolo, suscitò la reazione di quanti affermavano la signoria di Dio.
Influenzò soprattutto la nascente teologia cristiana che, in alcune sue espressioni, divenne una vera e propria contro-ideologia con Cristo, unico vero Signore, al centro della storia umana, il che, paradossalmente, ne facilitò l’assorbimento fino a permettere a Costantino di fare del cristianesimo la religione di Stato.
I grandi cambiamenti nella concezione del mondo, dell’essere umano e di Dio degli ultimi due secoli richiedono, per Helmut Fischer, che i fondamenti della fede cristiana – validi nonostante il mutare del contesto e del periodo storico – vengano riformulati in un linguaggio nuovo e ricettivo di tali mutamenti: la sua proposta è quindi quella di esprimerne il nucleo cercando di prescindere dalla sovrastruttura teista, dogmatica e metaforica costruitagli intorno nei secoli.
«Non esiste e non può esistere una forma linguistica oggettiva in cui la realtà divina possa trovare una formulazione valida per ogni tempo. La teologia cristiana fa quindi bene ad affrontare ogni critica contemporanea alla sua concezione di Dio. Una concezione di Dio che possa essere comunicata deve articolarsi in modelli, modalità di pensiero, simboli e metafore che si collochino entro l’orizzonte della comprensione del mondo dei contemporanei. Ciò comporta non soltanto la trasformazione ma anche la revisione del materiale ricevuto in eredità. Si tratta di enucleare – nelle condizioni intellettuali del presente – l’elemento specifico e caratteristico della concezione cristiana di Dio, accantonando cognizioni che, pur facendo parte della forma storica della tradizione, hanno perso plausibilità per la concezione
del mondo del presente»
Helmut Fischer
Per Ermanno Genre, la diaconia – che nel cristianesimo primitivo indica ogni forma di azione della chiesa, l’annuncio dell’evangelo come il servizio verso i poveri – costituisce l’identikit dell’agire della chiesa nel mondo e rinvia al ministero stesso di Gesù, mettendo sempre in gioco la sua identità e credibilità.
Nel mondo protestante «diaconia» è il servizio reso al prossimo, ciò che per i cattolici è «caritas» e che, in prospettiva generale e laica, si indica con la parola «solidarietà». In queste pagine Ermanno Genre invita a riflettere sulle radici bibliche dell’agire cristiano nel mondo e sui suoi mutamenti nel corso del tempo, in particolare rispetto al cristianesimo primitivo: dal Medioevo alla Riforma fino ai movimenti religiosi del Pietismo e del Risveglio, cui si deve l’organizzazione della diaconia cristiana moderna.
Non manca un esame delle sfide e dei problemi della diaconia valdese dal dopoguerra a oggi, inclusa la dibattuta questione dell’Otto per mille, fino alle nuove prospettive della solidarietà internazionale.
Indice testuale
Prefazione
di Giovanni Comba
Abbreviazioni
Introduzione
Diaconia come identikit della chiesa
1. La Bibbia ha radici profonde
2. Diaconia e Nuovo Testamento
3. Diaconia nella storia
4. I riformatori e la diaconia
5. Il primato dell’agire diaconale
6. La difficile gestione dell’eredità
7. Le nuove prospettive
Appendice I
Nuove povertà, nuova diaconia? Le sfide della globalizzazione
Appendice II
Carta della diaconia
Bibliografia
Biografia dell'autore
Ermanno Genre
ha insegnato Teologia pratica presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma ed è professore invitato in diverse facoltà cattoliche.
Tra le sue pubblicazioni presso Claudiana ricordiamo: Gesù ti invita a Cena. L’eucaristia è ecumenica (2007), Martin Bucer. Un domenicano riformatore (2010), Introduzione alla bioetica. Bioetica e teologia pastorale in dialogo (2013), Osea. L’adultera perdonata (2014).
Sopravvissuti entrambi alla Shoah, lo psichiatra Viktor E. Frankl e il teologo Pinchas Lapide si confrontano in queste pagine sul senso della vita e sulla religione: un dialogo profondo "tra chi si prodiga per favorire, a seconda dei casi, la guarigione o la salvezza dell'essere umano". Nel 1984, a Vienna, lo psichiatra e neurologo Viktor E. Frankl e il teologo Pinchas Lapide - entrambi ebrei, entrambi sopravvissuti alla Shoah - avviarono un dialogo sul senso della vita e sull'esperienza religiosa tentando di aprirsi fino in fondo alla prospettiva dell'altro. Ne nacque un intenso dialogo interdisciplinare sulla guarigione e la salvezza, tra psicoterapia e teologia, tra scienza e fede, percorsi spesso in contrasto, qui riavvicinati all'interno di un medesimo, forte, desiderio di ricerca della verità. Un dialogare prezioso sulla sofferenza e la colpa, ma anche sull'amore e il senso della vita, per comprendere i limiti del proprio sapere e aprirsi alla tolleranza.
Peter Ciaccio e Andreas Köhn ci guidano in un affascinante viaggio tra mondi e universi stellarmente lontani, tra concezioni e teologie diverse e diversamente sfaccettate, tra dimensioni irriducibilmente parallele che, pur tuttavia, convergono nella speranza in una luce che illumini le tenebre.
Che c'entra J.R.R. Tolkien, professore a Oxford e autore del celebre Il Signore degli Anelli e di altre note saghe di sapore neopagano, con la Bibbia? Non è uno scrittore di libri fantasy? E se dietro le sue opere dalle tonalità fiabesche ci fossero modelli di riscrittura biblica e, addirittura, di catechesi da utilizzare nella pastorale giovanile, e non solo? Specie per gli habitués delle pagine bibliche, non di rado coinvolti nel circolo dell'abitudine che rende anche la Bibbia testo apparentemente già noto e acquisito, Tolkien riserva interessanti sorprese, ma "Dobbiamo pulire le nostre finestre, in modo che le cose viste con chiarezza possano essere liberate dalla tediosa opacità del banale".
"Semplicemente cristiano" è una lettura essenziale per chiunque voglia considerare i veri fondamenti - il cuore - della fede cristiana e la trasformazione che essa consente in ogni area della vita personale e sociale, nonché una lettura sulla rilevanza del cristianesimo per il mondo contemporaneo.