Il libro si propone tre obiettivi. Il primo è quello di introdurre agli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio chi non ne ha mai sentito parlare, oppure ne ha avuto informazioni frammentarie e insufficienti. Il secondo è fornire uno strumento teologico-pratico a chi - conoscendoli e apprezzandoli - vorrebbe diventarne a sua volta guida. Il terzo è costituire - sempre per chi li ha già fatti - un mezzo pratico per approfondirne i contenuti e continuarne il percorso nella propria vita.
"Tommaso d'Aquino in pochi minuti" è un libro scritto per chi, non avendo la possibilità di studiare le migliaia di pagine da lui redatte, è curioso di apprendere gli archi portanti di una cattedrale di pensiero che tratta grandi temi - il bene e il male, l'origine e il destino dell'uomo -, ma ha anche ricadute di «saggezza spicciola» che fanno del grande santo medievale un fine psicologo ante litteram. Capitoli intenzionalmente brevi, stile colloquiale, scrittura briosa: tutto è pensato - l'autore è un comunicatore di professione - perché anche il notoriamente indaffarato lettore del XXI secolo possa apprezzare come mai, negli ultimi 750 anni, papi, santi, re, studiosi e anime semplici animati dal desiderio di conoscere Dio, il prossimo e se stessi hanno trovato, nelle intuizioni di san Tommaso, le ragioni per amarli - e amarsi - un po' di più.
"Pochi riusciranno a scorgere il potente dramma soprannaturale in cui pure fanno ingresso ogni domenica", così in un suo recente libro Scott Hahn si accinge a parlare della celebrazione dell'Eucaristia. Una constatazione che sta anche alla radice di questa riflessione che, lungi dall'addentrasi in spinose questioni teologiche ma descrivendo passo passo e con semplicità il rito della Messa, desidera far intravvedere quel potente dramma, la continua discesa del cielo sulla terra. È il dramma della nostra fede, che per esprimersi in pienezza ha bisogno di un ambiente specifico costituito dalla liturgia della Chiesa, come ricorda papa Francesco nell'enciclica Lumen fidei (n. 40). Le occasioni, dunque, non sono ricercate altrove per dire qualcosa sulla Messa ma esistono nella Messa perché "la migliore catechesi sull'Eucaristia è l'Eucaristia ben celebrata" (Benedetto XVI).
La psicologia contemporanea ha volutamente tranciato le radici con la tradizione. Lo ha fatto perché la tradizione è cristiana e se ne è voluta distanziare. Rifiutata la saggezza di due millenni di storia umana - dall'antichità alla modernità - ogni autore ha iniziato a teorizzare ciò che voleva, creando grandissima confusione. Sono scomparsi concetti fondamentali, come quelli di vizi, virtù e di carattere; di altri se ne è perso il senso, basti pensare al tema delle emozioni e al loro rapporto con l'intelletto e la volontà; è stata stravolta la stessa immagine dell'uomo, che per alcuni non è più un essere libero, ma è determinato dall'ambiente, dall'inconscio o da altre trovate simili. A ricucire questo strappo col passato ci pensa il testo di Chad Ripperger, che riprende l'antropologia tradizionale - secondo la formulazione del Dottore Comune della Chiesa e Dottore di Umanità, Tommaso d'Aquino - e la declina nell'attuale scienza della salute mentale. Ne emerge un quadro affascinante, in grado di descrivere molti dei fenomeni più misteriosi (come i sogni e l'ipnosi, ad esempio) e di dare senso a quelli comuni ma ormai divenuti incomprensibili (l'educazione, la psicoterapia, le ferite emotive, ecc.).
La ricostruzione della nascita e dell'affermazione dello Stato «moderno» non è un'operazione di archeologia storica. Rappresenta, invece, lo sforzo di spiegare come si è realizzata l'attuale concentrazione di potere, del tutto sconosciuta ai nostri predecessori, che ha permesso allo Stato di diventare invadente e onnipotente, di soffocare i singoli e le formazioni sociali, di schiacciarli sotto il peso del centralismo, della burocrazia e del fisco, come emerge sempre di più ai tempi del Covid-19.
La leggenda vuole che la Riforma protestante sia iniziata il 1° novembre 1517 con l'affissione da parte del frate agostiniano Martin Lutero delle 95 Tesi nelle quali condannava il modo con cui venivano predicate le indulgenze in alcune regioni tedesche, denunciandone gli aspetti monetari, la cosiddetta "vendita delle indulgenze". L'Autore tratteggia la storia e la pratica delle indulgenze nel tardo Medio Evo che hanno avuto un importante ruolo nella religiosità del tempo e le cui offerte erano devolute per lo più alla realizzazione di opere di misericordia religiose e civili; mostra, inoltre, come la critica alle indulgenze di Lutero rappresenti solamente un aspetto particolare della sua interpretazione della Sacra Scrittura che lo ha portato a rifiutare progressivamente cinque dei sette sacramenti della Chiesa cattolica, tra i quali l'ordinazione sacerdotale, e a dare una interpretazione completamente nuova del rito della Messa. Proprio la rivoluzionaria teologia di Lutero è stata la causa della rottura con la Chiesa di Roma e quindi della scomunica.
Il testo esce in una nuova edizione arricchita e ampliata. Si tratta di un racconto storico dei trent'anni di vita dell'importante movimento dei cattolici nato dopo la Società della Gioventù cattolica e precedente l'Azione cattolica vero nomine. L'Opera dei Congressi è un'associazione di associazioni che unisce, dopo il compimento dell'unificazione italiana, i cattolici della Penisola assolutamente impreparati a operare dentro il Paese unificato. Lo strumento principale per unire le forze sono i Congressi, celebrati quasi ogni anno, convocati per indicare ai fedeli la linea da seguire accanto al Papa "prigioniero in Vaticano" dopo il 1870 e per ricostruire una civiltà cristiana dopo un secolo di rivoluzione. Molto importanti per comprendere cosa fu l'Opera dei Congressi, come operò e perché venne sciolta dalla Santa Sede, sono i profili dei principali protagonisti, i militanti dell'intransigenza cattolica. L'Opera dei Congressi ha contribuito in maniera determinante a costruire quel tessuto sociale a partire dalle parrocchie, fatto di banche, società di mutuo soccorso, cooperative, casse rurali, scuole parrocchiali e cattoliche, che è stato per decenni, almeno fino agli Anni cinquanta del Novecento, il Paese "reale" contrapposto a quello "legale" e finalmente vittorioso a livello politico con le elezioni del 18 aprile 1948. Poi comincerà quella rivoluzione culturale che ha posto definitivamente fine all'Italia cristiana. Tuttavia i cattolici di oggi sono in debito nei confronti di quei militanti che hanno speso le rispettive vite combattendo la buona battaglia per la gloria di Cristo e per edificare un insieme di relazioni e di ambienti che hanno rallentato la scristianizzazione. Nell'opera sono riportati i profili dei principali protagonisti.
Il volume, che raccoglie 48 lezioni sulla Cristianità occidentale, dalla predicazione apostolica al pontificato di Papa Francesco, è il frutto di un corso on line in tempi di pandemia. I relatori, cultori dei vari periodi storici, hanno poi dato forma scritta ai loro interventi, con l'intento, tuttavia, di mantenere, per quanto possibile, la freschezza del "parlato" e il tono spesso colloquiale; contributi, quindi, scevri degli appesantimenti dell'apparato scientifico, seppure mai semplicistici, ridotti all'essenziale, con puntuali indicazioni bibliografiche per l'approfondimento dei temi svolti. Gli studi trattano anche argomenti di carattere culturale e politico. La Cristianità occidentale, infatti, non è stata solo il frutto evidente dell'opera di evangelizzazione svolta dalla Chiesa, ma altresì il risultato culturale e giuridico che ha caratterizzato una società di battezzati, dove la fede ha dato vita, appunto, a una cultura che ha informato ogni aspetto dell'esistenza, cioè le relazioni tra le persone, il loro rapporto con il creato, con la Chiesa, con Dio. Un'opera collettanea, curata da Marco Invernizzi, Paolo Martinucci e Michele Brambilla, i cui personali saggi sono pure presenti, nella quale si potranno trovare i segni di una corretta teologia della storia, sorretta dalla verità storica, senza trionfalismi, senza negare gli errori e il male commessi anche da coloro che si professavano "fratelli nella fede", ma anche senza quei complessi d'inferiorità che il pensiero unico dominante vorrebbe fare penetrare nel cuore dei cristiani. Il libro è introdotto da una pregevole Premessa dello storico Alberto Torresani.
Le radici storiche e ideali della "Repubblica americana" sono indagate da Bruckberger a partire dalla Dichiarazione d'Indipendenza del 1776. La "rivoluzione" americana segna una rottura con la politica europea del secolo XVIII - caratterizzata da un crescente assolutismo, che limita la libertà e l'autonomia della società -, anche perché intende attuare una sorta di restaurazione dei princìpi fondamentali dell'ordine civile ed etico della tradizione europea. Il padre domenicano sottolinea con insistenza la differenza con la Rivoluzione francese, che aveva voluto distruggere un ordine politico e sociale plurisecolare sulla base di concezioni artificiose e arbitrarie. Gli Stati Uniti realizzano invece uno "Stato moderno" saldamente fondato sui princìpi cristiani espressamente affermati nella stessa Dichiarazione. Essi sono anche alla base dell'American dream, elemento identitario del popolo e delle stesse istituzioni statunitensi, fondato a suo avviso sulla felice armonia tra ordine politico e morale, spirito trascendente e possibilità materiali, che ha consentito agli Stati Uniti di preservarsi da ogni tentazione totalitaria e di diventare il più efficace argine contro il dilagare del nazionalsocialismo e del comunismo.
L'autrice di questo libro si definisce una «femminista pro-life», il che sembra una contraddizione in termini, data la forza con cui viene propugnato un presunto «diritto di abortire» in certi ambienti femministi. Fiorella Nash si fa paladina di una tesi apparentemente contro-intuitiva: più una donna ha a cuore la parità fra i due sessi dei diritti nei rapporti civili, economici, giuridici, politici e sociali e più dovrebbe impegnarsi per la tutela pubblica di ogni vita. L'autrice, inoltre, pungola chi è sempre in piazza per difendere i «diritti civili», chiedendo loro come mai la loro indignazione svapori dinanzi alle donne cinesi indotte alla sterilizzazione o all'aborto forzati; dinanzi alle migliaia di bambine uccise ogni anno prima di nascere semplicemente per il fatto di essere donne; dinanzi alle migliaia di donne che ricche coppie occidentali «cosificano» utilizzandole come madri surrogate. Il libro però interpella anche il fronte pro-life, richiamandolo a un approccio più sensibile e realistico alle gravidanze problematiche, e a una maggiore attenzione allo sfruttamento e all'abuso delle donne all'interno di una società sessualizzata.
Il nobile cristiano Antemio incontra in un campo di prigionieri arabi uno di essi, Yusuf, i cui interventi risultano particolarmente distaccati e originali. Antemio resta colpito e comincia a sollecitare il parere del suo interlocutore su alcune questioni di fondo, su cui appare evidente che attende ansiosamente risposta. Qualche mese dopo, Yusuf si presenta di nuovo come ambasciatore e i due si incontrano e si intrattengono con grande affabilità. Intanto, sinistri preparativi di guerra echeggiano all'intorno. Ma il dialogo tra i due non si interrompe e idealmente dura fino a oggi.
Cosa sanno, gli italiani, della Polonia? Ciò che raccontano i media, oltre a una specie di leggenda agiografica sulla caduta del comunismo e un buon numero di stereotipi. Del resto, la lingua polacca è un muro tanto impenetrabile quanto lo era la «cortina di ferro». Roberto Marchesini, profondo conoscitore di quel paese, ci guida alla sua scoperta attraverso una serie di articoli (pubblicati o inediti) che descrivono la Polonia a trecentosessanta gradi. Con un’interpretazione tanto originale quanto documentata sulla caduta del regime socialista che, nel trentesimo anniversario dell’evento, potrà dargli una luce nuova. A corredo del volume il lettore troverà una breve guida, utile per affrontare un viaggio alla scoperta di quel meraviglioso paese.