La diocesi di Modena ha elaborato un interessante sussidio biblico per aiutarci a vivere in pienezza l'Anno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, in svolgimento dall'11 ottobre 2012. La scelta di un nutrito e qualificato gruppo di biblisti è caduta sul Vangelo di Giovanni e, in particolare, su alcuni personaggi del Quarto Vangelo assunti come luminosi "punti luce nel cammino della fede": Giovanni Battista, la Madre di Gesù, Nicodemo, la Samaritana, il cieco nato, la famiglia di Betania, il discepolo amato, Maria Maddalena, Tommaso detto Didimo'. Pur nella diversità delle situazioni in cui i singoli protagonisti vivono l'incontro con Gesù, il dato comune, espresso dalla loro esperienza, è che la fede è la relazione con una persona, Gesù Cristo. Da quest'amicizia deriva una serie di conseguenze sia sul piano conoscitivo sia nella sfera esistenziale. Il Gesù giovanneo appare come colui che, il più delle volte, prende l'iniziativa per risvegliare dal torpore e dalla mediocrità di una vita spirituale che rischia di cadere nella banalità o si accontenta di assumere idee religiose senza impatto decisivo sul pensare e sull'agire. L'impressione è che ne abbiamo bisogno.
Se la testimonianza rende credibile il cristiano, il servizio rende credibile il diacono. La Chiesa gli chiede di seguire Gesù, che “è venuto per servire e non per essere servito”. Evangelizzazione, liturgia e carità, i principali ambiti operativi. Ma la ricerca dell’autore è particolarmente orientata a riscoprire il fondamento biblico del diaconato, riletto attraverso il ministero ventennale. In appendice, l’omelia pronunciata dal vescovo Tonino Bello – grande promotore del diaconato permanente – durante il rito di ordinazione di Mario D’Elia.
L'autore individua i temi dell'umanità nel magistero di don Tonino Bello: nel ministero, nelle relazioni, nella solitudine, nella malattia, nell'amicizia, nei sentimenti del Natale. Protagonisti sono i fatti, le piccole storie, a partire dalla grande storia di un uomo che credeva davvero in Dio, nella chiesa, nell'umanità. Emerge il testimone dal volto umano, vicino alla gente, innamorato del Signore e desideroso di comunicare al mondo il suo inestimabile patrimonio di fede e di speranza. Prefazione del card. Dionigi Tettamanzi.
È giovane don Tonino Bello. Innamorato della vita. Ha un’anima senza confini. La bellezza scritta nel nome. Parla ai cuori. Accarezza con tenerezza. Grida aneliti di speranza, di pace, di libertà. Annuncia Cristo senza mezze misure. Profetizza cieli nuovi e terre nuove. Un evento dello Spirito. Un incanto di primavera! Ed ecco che La Pastorale Giovanile della diocesi di San Severo coedita con ED INSIEME un CD musicale su di lui, nel ventesimo ‘dies natalis’, riproponendone la testimonianza. Dieci brani di diverso genere, “con le sue parole al ritmo di oggi”: la presenza di don Tonino non tramonta, la sua figura è ricercata e accolta, la sua testimonianza sempre più efficace. È una “musica” che introduce all’impegno. È vent’anni che ha vent’anni.
Il volume presenta lo sviluppo di una ricerca intervento sulla famiglia in dimensione pedagogica, originata dall'impegno che l'Opera don Calabria di Verona da tempo esprime a servizio dell'educazione familiare, impegno che si concretizza anche nella caratterizzazione de "Il colle per la famiglia" presso l'oasi di San Giacomo, a Verona. La ricerca intervento, attentamente preparata nelle forme e nelle modalità, si è sviluppata nel 2012, impegnando le realtà istituzionali di Verona (Pastorale familiare, Consultorio Pubblico e Opera don Calabria) a individuare e invitare alla partecipazione le coppie protagoniste della ricerca, e l'équipe della Cattedra di Pedagogia della Famiglia dell'Università Cattolica nella sede di Milano, a selezionare e a differenziare strategie metodologiche e strumenti operativi per i diversi gruppi della ricerca. La sinergia tra queste realtà ha consentito di promuovere una significativa esperienza di ricerca, sia per i protagonisti, sia per le realtà istituzionali coinvolte, sia per la individuazione dei bisogni educativi delle giovani coppie in questa realtà sociale cosi frammentata e complessa, che esige la massima attenzione da parte di una comunità locale che voglia essere impegnata a servizio del bene comune e a difesa dell'insostituibile valore che ogni famiglia esprime.
L'attenzione che la riflessione pedagogica va volgendo alla dimensione della corporeità della persona ed alla relativa cura delle scienze del movimento, ci induce a pubblicare questo volume nella collana della Pedagogia degli Adulti, per un duplice ordine di considerazioni: perché l'educare coinvolge direttamente gli adulti nella loro funzione di educatori a scuola, in famiglia, nella realtà sociale e culturale cui si appartiene; perché gli studenti dei corsi di laurea in scienze motorie, cui questo testo si rivolge, devono aprirsi alla problematica pedagogica e alla consapevole assunzione delle responsabilità educative anche in un ambito così delicato e importante quale è quello della educazione fisica e dello sport. Nella qualità di una relazione educativa, anche sui temi dell'attività motoria sportiva, i valori si traducono in un insieme comprensibile di regole che guidano l'azione, rendono possibile la valutazione, la giustificazione, la comparazione tra sé e gli altri, così che siano soddisfatti i bisogni di adattamento, di difesa dell'io, di autorealizzazione. E questo aiuta a mantenere e ad accrescere un'idea positiva e soddisfacente di sé. Una comunità di persone non potrebbe esistere senza una comunità di valori, perché sono questi che assicurano l'identità, la coesione e caratterizzano la comunità.
L'adolescenza, più delle altre fasi del ciclo di vita, è un periodo di transizione caratterizzato da cambiamenti fisici, intellettivi, affettivi e sociali profondi e significativi. In particolare rappresenta un periodo cruciale per l'evoluzione del concetto di sé. Una delle conseguenze consiste nell'emergere dell'atteggiamento critico nei confronti della realtà così com'è: aspetto fisico, talenti, genitori, condizioni di vita. La ricerca, effettuata nelle Scuole Superiori della città di Bari, intende indagare le rappresentazioni che gli adolescenti hanno della propria famiglia, a partire dalla consapevolezza dell'importanza dei modelli educativi e delle istanze genitoriali nella definizione e costruzione dell'identità. Il focus del lavoro consiste nel comprendere come gli adolescenti si posizionano rispetto alla famiglia d'origine. L'obiettivo è di produrre dati conoscitivi sulle nuove sfide educative che chiamano in causa il mondo contemporaneo.
Al vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca viene recapitata una "lettera aperta". Lo scritto è di don Tonino Bello. Narra il "suo" itinerario di fede: dalla famiglia al sacerdozio, all'episcopato... la sequela di Cristo, il servizio alla Chiesa e al mondo, la scelta della povertà e dei poveri... il desiderio grande di continuare a contagiare il mondo con dinamismi di amore. E invita a sostare sulla tomba in Alessano, dove non ci sono i resti mortali ma i semi di cieli nuovi e terre nuove.
Il volume presenta una ricerca sull'uso del teatro e delle tecniche teatrali come strumento e opportunità di apprendimento e di sviluppo personale, capaci di aiutare l'adulto a sviluppare e ampliare abilità e conoscenze per riflettere e confrontarsi con le sfide globali e locali quali il cambiamento, la complessità e l'incertezza. Il teatro è concepito come un luogo di potenziale arricchimento esistenziale e come strumento di crescita olistica personale permanente, in cui il corpo, la mente, le emozioni, le sensazioni e gli affetti, la razionalità, il pensiero e l'azione, le convinzioni e i quadri di riferimento valoriali, spirituali e religiosi, vengono tutti chiamati in causa. L'investigazione empirica è stata condotta in due contesti socio-culturali diversi, due corsi di teatro per adulti non aspiranti attori professionisti, uno in Italia e uno in Inghilterra, scelti volontariamente dai partecipanti come attività del tempo libero. Le tecniche e i processi teatrali proposti in entrambi i corsi sono stati investigati attraverso la sperimentazione in prima persona, l'osservazione partecipante, le discussioni informali e le interviste semi-strutturate, con l'intento di cogliere le esperienze vissute e i punti di vista dei partecipanti. Lontani dall'individuare una panacea, il teatro viene proposto come una delle numerose opportunità di promozione dell'apprendimento adulto e di crescita della persona nella sua interezza.
Animatore di gruppi giovanili, docente, scrittore, conferenziere, predicatore di esercizi spirituali, assistente e suscitatore di novità di vita in ambiti associativi e culturali, redattore della rivista La Civiltà Cattolica per circa trent'anni: spendendosi con generosità nell'ampio solco dell'apostolato gesuitico, padre Piersandro Vanzan ha reso un'intensa testimonianza di vita cristiana, tipica della persona ricca di doti umane e intellettive ma soprattutto pervasa dal forte senso di Dio. Umanità, audacia intellettuale, esemplarità cristiana: costituiscono, in sintesi, i temi generatori del volume e disegnano la figura che lo ispira. Come sottolineato dal direttore emerito GiamPaolo Salvini in prefazione, padre Vanzan ha lasciato scritti di grande riferimento e "soprattutto un numero impressionante di amici, che molto gli devono dal punto di vista spirituale". La biografia appena data alle stampe, nasce proprio dalla "rete di relazioni molto intense che il padre ha saputo coltivare e mantenere feconde nel tempo".