Prefazione di Hans Zollner.
In un'epoca in cui i legami sociali sembrano diventare soltanto liquidi e virtuali, l'educazione affettiva e sessuale può svolgere una funzione civile di grande rilievo perché costruisce i presupposti per vivere l'amore e gustare la possibilità di essere generativi insieme agli altri. L'autore sviluppa questo tema attingendo alla sua esperienza clinica di psicoanalista e dopo aver ulteriormente approfondito l'argomento nel corso di una ricerca triennale. Questo libro si rivolge innanzitutto a genitori, insegnanti, educatori e agli operatori impegnati direttamente sul campo. Il contributo della psicoanalisi all'educazione consiste nell'illustrare le dinamiche inconsce che entrano in gioco nel legame tra emozioni, affetti, sessualità e amore, quattro esperienze differenti ma intimamente intrecciate tra loro.
Rivolto in primo primo luogo a formatori ed educatori e strutturato come percorso teorico-pratico, questo libro può essere utile anche a coloro che desiderano conoscersi meglio, lavorare sul proprio vissuto emotivo e giungere a una maggiore libertà interiore. L'esposizione degli argomenti, pur non ignorando del tutto alcune considerazioni di ordine teologico e filosofico, si concentra soprattutto sui processi e sui dinamismi psicologici che determinano l'interiorizzazione dei valori e su come essi possano interagire con i dinamismi più familiari della vita spirituale, così come essa è intesa nella prospettiva cristiana. Prefazione di Amedeo Cencini.
Rivolto a formatori e operatori vocazionali, questo libro suggerisce itinerari di discernimento in contesti formativi che richiedono di associare la maturazione spirituale e vocazionale ai processi di crescita psico-educativa. A cominciare dalla centralità dell'ascolto della voce di Dio, l'autore evidenzia come il compito educativo di ogni percorso di comprensione consista nell'integrare l'ideale vocazionale con la realtà psichico-affettiva della persona. In questa prospettiva, la consapevolezza delle risorse umane e l'attenzione alle competenze relazionali alimentano la capacità di scorgere i segni della «chiamata» attraverso un continuo atteggiamento di vigilanza e di consapevolezza sul significato vocazionale della propria esistenza. I nove capitoli del volume, organizzati come un percorso di verifica e di accompagnamento psicologico nella crescita della persona, servono a guidare il lettore in tale prospettiva. A partire da una concezione educativa della fede, il volume evidenzia gli aspetti propositivi delle crisi evolutive, che emergono soprattutto quando occorre prendere decisioni importanti che impegnano in un progetto di vita.
Se di fronte a qualcuno indossiamo il naso rosso, anche solo per gioco e per pochi minuti, ci accorgiamo subito del suo effetto. Abbandonando la nostra identità per un po', possiamo scoprire nuove forme di comunicazione e una diversa immagine di noi, forse meno entusiasmante, ma più vera, e con la stessa spontaneità dei bambini riusciamo ad avvicinare gli altri senza aspettative e pregiudizi. Erede del buffone e del giullare, il clown ne mescola sapientemente gli intenti e ne purifica il messaggio. Egli esprime una sua psicologia ed è in grado di suscitare una pedagogia che può prendere la forma del gesto terapeutico nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri e persino nelle aziende. Perché talvolta, rinunciare a prendersi troppo sul serio può risultare un esercizio molto utile per diventare più leggeri.
Il progresso tecnologico, la cultura digitale, la difficoltà di distinguere ciò che è reale da ciò che è virtuale sta cambiando anche la relazione tra l’individuo e la propria morte. Si modificano le pratiche legate al cordoglio, nuovi rituali si accostano a quelli tradizionali e, attraverso social network, startup e siti web, anche il decesso è entrato in rete, sui tablet, sugli smartphone, sulle urne cinerarie, sui computer.
In qualunque momento, amici e familiari possono inserire sui social messaggi vocali, filmati, foto, aforismi, documenti, scritti. Anche i profili Facebook continuano ad essere visitati da parenti e conoscenti del defunto in quello che si sta trasformando nel più grande cimitero virtuale del mondo. Le grandi società informatiche si stanno sempre più interessando della morte, favorendo la costruzione di surrogati digitali, come chatbot, alter ego digitali, avatar, per continuare a dialogare con la persona che non c’è più.
Due impostazioni - una teologico-pastorale e una psicologica - diverse, ma complementari, si incontrano nelle pagine di questo volume, scritto a quattro mani da un prete esorcista e da una psicologa e psicoterapeuta. L'intento è di trasmettere, con un linguaggio semplice, temi speciali, cioè particolari, della riflessione teologica sulla demonologia, dell'esperienza tipica del ministero di esorcista diocesano e della riflessione scientifica. Prefazione di Angelo Spinillo. Postfazione di Domenico Ruggiano.
Poter amare, grande desiderio di ogni persona e aspirazione del cuore umano, è un’esigenza profondamente radicata nella sua sorgente, l’amore primario di Dio, che costituisce il cuore stesso della vocazione e della comunità cristiana. Ma, come insegna l’esperienza quotidiana, amare non è un processo automatico. Tante forze contrarie contrastano e facilmente depistano, talora bloccano questo appello profondo della vita di ciascuno. Come mai avviene questo? Che cosa può rendere attuabile, sul piano educativo, l’aspirazione ad amare? Quali dinamismi psichici la sostengono? Quali resistenze la frenano? Quale collaborazione personale alla crescita si rende indispensabile perché le scelte fondanti della vita, il matrimonio e la vita consacrata, abbiano una base solida e un avvenire positivo? La terza edizione di questo libro propone tavole rinnovate e suggerisce nuovi spunti di riflessione in merito alla sensibilità odierna nei confronti della sessualità, dell’affettività e della cultura «del genere».
In una riflessione che presta ascolto alla Bibbia ebraica e alla voce dei teologi, al pensiero di Freud e alla letteratura di Dostoevskij, Julia Kristeva affronta il tema dei giovani radicalizzati nel contesto dei malesseri della civilizzazione. L’impotenza del discorso politico, l’inarrestabile crescita del populismo, l’affermazione di culti identitari e l’esplosione della pulsione di morte sono sintomi di un disagio che, in alcuni casi, produce l’incapacità di distinguere il bene e il male, l’interno e l’esterno, il soggetto e l’oggetto. E’ un quadro che richiede di mobilitare tutti i mezzi, politici ed economici, «senza dimenticare quelli che ci danno la conoscenza delle anime», per accompagnare con la delicatezza dell’ascolto necessario, con un’educazione adatta e con la generosità che si impone, questa dolorosa malattia che irrompe su di noi. «Domandare perdono per il male commesso, accordare il proprio perdono per il male subìto – scrive Julia Kristeva - sono due condizioni necessarie perché l’avvenire cessi di ripetere il passato e rinasca la speranza».
La dimensione relazionale costituisce una componente fondamentale dell'identità di ogni persona e della sua interiorità, temi sui quali convergono gli studi dell'antropologia, della psicologia a orientamento dinamico, della filosofia e della spiritualità cristiana. A partire dalla riflessione del teologo Edward Schillebeeckx e dello psicologo Alessandro Manenti, questo volume evidenzia come il pensiero moderno sia caduto nell'illusione di considerare la coscienza individuale come qualcosa di assoluto e di slegato dall'ambiente sociale, economico e culturale. Ciò asseconda un'etica «del giocoliere» che orienta la vita su piccole scelte, il più possibile reversibili, per evitare il rischio di sbagliare, ma soprattutto per il timore di legarsi a qualcosa o qualcuno e perdere così la propria libertà. Abbracciare una visione relazionale della persona umana significa considerare il dialogo con l'altro e l'impegno politico per il bene comune come vitale e necessario. In questa prospettiva, diventare adulti non si riduce al cammino di emancipazione, ma implica la capacità di entrare in un dialogo costruttivo con l'altro, al fine di promuovere una ricerca comune sia di soluzioni tecniche ai problemi contingenti sia di significati esistenziali, etici e religiosi condivisibili.
L'anoressia pone una questione etica, nella misura in cui espone il soggetto a dilemmi fra pulsioni di crescita e desiderio di perfezione, tra difesa della vita e ricerca d'emancipazione, tra un insaziabile bisogno di relazioni e la cura di un'autonomia narcisistica. Il rifiuto del cibo esprime l'incerta reazione adolescenziale alle sorprendenti esperienze della pubertà, in cui emergono possibilità promettenti e sviluppi minacciosi. Imbrigliato in una situazione-limite e assediato da rischiosi conflitti di senso, chi soffre di disturbi alimentari elabora una propria visione del mondo e insegue un ideale normativo, giustifica le proprie valutazioni morali e difende una certa immagine di bene e di salute. Il volume delinea l'organizzazione valoriale che ruota attorno alla paura di aumentare di peso, svolgendo una serie d'indagini preliminari: l'analisi delle opzioni morali veicolate indirettamente dalla psicoterapia e dalla psichiatria, le narrazioni mitiche che influiscono sulle cornici simboliche personali, l'esame di alcuni testi cinematografici sull'ambiguità semantica del pasto, le alternative concettuali ben note alla filosofia e alla teologia (i dualismi mente/corpo, norma/desiderio, ragione/passioni, sesso/genere). Attraverso e nonostante i sintomi, il soggetto tenta, in forme pericolose e aggressive, di prendersi cura di una sofferenza profonda, facendo di sé un'opera degna, in cui la dolente verità del corpo emaciato possa comunicare una nuova figura di bellezza. Il disturbo alimentare svela così la componente estetica dell'esperienza morale.
I giovani non sempre sanno dove vanno, ma ci vanno con ostinazione. E vivono l'adolescenza come un tempo di vulnerabilità e incompiutezza, con momenti intensi di scoperta e curiosità, ma anche di depressione, apatia e «condotte a rischio», cioè comportamenti che mettono simbolicamente o realmente in pericolo la vita.Questi modi, volutamente trasgressivi, sono finalizzati ad abbattere la sofferenza causata dalla sensazione di trovarsi davanti al muro insormontabile di un presente che non finisce mai e di un avvenire che non si riesce a intravedere. Sono appelli a vivere, ma anche appelli all'aiuto e al sostegno rivolti a ad adulti capaci di trasmettere il gusto di vivere e il senso di quanto la vita sia preziosa.