Che cosa significa che dopo il cristianesimo si è affermata una religione - l'Islam - che si riferisce a Gesù e al cristianesimo? E quando cristiani e musulmani parlano insieme in nome di Dio? Il libro solleva queste e altre questioni relative ai rapporti tra le due religioni.
Attraverso un itinerario storico tra i grandi autori del pensiero occidentale, questo volume ripercorre il tema della giustizia, dall'antichità a oggi, e ne ripropone l'attualità. Il percorso consente di ragionare sul significato della vita buona e su come sia possibile creare una cultura pubblica capace di assumere e superare i conflitti e i dissensi che inevitabilemnte si manifestano. L'ideale di una società giusta, infatti, non si ottiene mirando semplicemente al massimo dell'utilità o della libertà di scelta per i singoli individui. Una società giusta esige un forte senso della comunità. È necessario allora trovare il modo di dedicarsi al bene comune e contrastare le concezioni che si limitano all'aspetto privato, coltivando la giustizia in una logica sana di solidale fraternità.
Il volume raccoglie una serie di contributi che mettono a confronto con l'oggi i temi che furono propri del beato Odoardo Focherini, martire della fraternità e della speranza, deportato nel campo di concentramento di Flossenbürg e morto, a 37 anni, nel sottocampo di Hersbruck nel 1944. Giovane carpigiano di origini trentine, primo giornalista a essere beatificato dalla Chiesa cattolica, negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale si impegnò in prima persona e riuscì a mettere in salvo molti ebrei. La straordinarietà del suo esempio risiede nel fatto che egli non fu un eroe predestinato al gesto esemplare, ma un cristiano comune che visse secondo il Vangelo come un laico autentico. Dai vari interventi emerge con chiarezza l'attualità della sua figura, capace di aprirsi all'altro, opporsi all'antisemitismo, scegliere di non omologarsi alla cultura dominante. Contributi di Ermenegildo Manicardi, Luigi Lamma, Erio Castellucci, Giovanni Rossi, Guido Dotti, Milena Santerini, Giorgio Vecchio, Alessandro Rondoni, Roberto Righetti, Brunetto Salvarani.
Riusciamo davvero a vivere assieme? La pluralità religiosa è una delle grandi caratteristiche della tarda modernità, ma non sempre è facile trovare parole per valorizzarne la ricchezza. Spesso prevalgono gli attriti, che ostacolano la convivenza e sfociano talvolta nella violenza. Questo libro scommette su una prospettiva diversa - la stessa che anima l'enciclica Fratelli tutti di papa Francesco - ampiamente esplorata nell'introduzione e nei testi della prima parte. Scommette cioè sul fatto che al cuore delle religioni vi siano parole e risorse vitali, capaci di orientare alla convivenza nella pace, al riconoscimento del volto dell'altro, alla fraternità/sororità. Lo documentano i testi della parte centrale del volume, che danno la parola alle etiche delle diverse religioni, ascoltandone la diversità, grazie al contributo di testimoni o studiosi, per cogliere risonanze possibili e spazi per la convergenza e la collaborazione. Il percorso si completa con tre affondi conclusivi che esaminano nodi e potenzialità dell'incontro tra religioni in due ambiti eticamente critici: bioetica e cura della casa comune. Il testo nasce dalla riflessione condotta dalla Fondazione Lanza di Padova (Centro Studi in Etica), in collaborazione con la Facoltà Teologica del Triveneto e la Formazione Socio-Politica della diocesi di Padova. Contributi di Simone Morandini, Claudio Monge, Pier Davide Guenzi; EnzoPace; William Jourdan, Miriam Camerini, Yahya Zanolo, Amina Crisma, Svamini Hamsananda Ghiri, Massimo Raveri, Leopoldo Sandonà, Francesca Marin, Matteo Mascia, Pierluigi Consorti.
«Che importanza deve essere attribuita alla bellezza nella vita di un cristiano? Quale ruolo dovrebbe giocare nella vita di coloro che sono stati redenti? Qual è il rapporto tra la redenzione e la bellezza? La bellezza ha perso il suo valore dopo la redenzione?». Sono le vertiginose domande affrontate in questo testo di Dietrich von Hildebrand, pubblicato in inglese nel 1951 e qui presentato per la prima volta in traduzione italiana. «Un saggio - osserva Roberta De Monticelli - indubbiamente sospeso fra estetica e teologia spirituale», un notevolissimo esempio di fenomenologia dell'esperienza assiologica, o dei valori, in cui l'autore raccoglie la quintessenza delle scoperte della sua giovinezza europea e anticipa la sua monumentale Estetica. Presentazione Claudio Fontanari. Con un saggio di Roberto De Monticelli.
Il libro è una lunga lettera scritta per gli amici in tempo di pandemia. Parla del tempo che stiamo vivendo, che ha messo a nudo le fragilità delle nostre organizzazioni sociali, economiche e anche religiose, aprendo a possibili inquietanti scenari di difficile e complessa interpretazione, e vuole essere una mappa che aiuti il lettore a non perdere l'orientamento, a trovare la sorgente capace di dissetare la sua sete esistenziale. La diagnosi del tempo presente è condotta in maniera assai precisa e si allarga al legame tra pandemia e crisi ecologica. A questo quadro problematico va aggiunta la fragilità delle democrazie occidentali che la pandemia ha reso ancora più evidenti. Che fare dinanzi a un contesto cupo e a un futuro divenuto tanto incerto? Con mirabile concretezza, molto utile anche in chiave pastorale, Theobald indica le sorgenti alle quali attingere per ridare fiato al legame sociale che tiene uniti gli uomini tra loro. Si ritrovano qui molti temi cari all'autore, ridetti e ripensati in una forma adeguata all'urgenza del momento e con un linguaggio accessibile a tutti e non specialistico.
Il calendario, che per il rito ambrosiano va dal 1° settembre 2012 al 30 settembre 2013, riporta per ogni giorno la festa o la solennità prevista dalla liturgia, la memoria obbligatoria o facoltativa del santo, l'indicazione delle letture e il ritornello del salmo responsoriale, nonché la settimana del Salterio della liturgia delle ore.
Beati quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi. Beati quelli che sanno distinguere una montagna da un ciottolo: eviteranno molti fastidi. Beati quelli che sanno riposare e dormire senza trovare scuse: diventeranno saggi. Beati quelli che sanno ascoltare e tacere: impareranno cose nuove. Beati quelli che sono abbastanza intelligenti per non prendersi sul serio: saranno apprezzati dai loro vicini. Beali quelli che sono attenti alle richiesle degli altri, senza sentirsi indispensabili: saranno dispensatori di gioia. Beati sarete voi se saprete guardare seriamente le cose piccole e tranquillamente le cose importanti: andrete lontano nella vita. Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà pieno di sole. Beati voi se saprete interpretare sempre con benevolenza gli atteggiamenti degli altri, anche contro le apparenze: sarete presi per ingenui, ma questo è il prezzo della carità. Beati quelli che pensano prima di agire, e che pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini. Beati voi se sorriderete di voi stessi: svanirà come un miraggio il maggiore ostacolo della vita. Beati voi quando non raccoglierete le ingiurie e neppure le lodi: i sentieri della Luce si apriranno al vostro sguardo. Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che vi incontrano: avete trovato la vera gioia e la vera sapienza.
Descrizione
«È tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli. Dobbiamo rimettere in primo piano la fraternità universale, seminata dal Vangelo del Regno di Dio. (...) La forza della fraternità è la nuova frontiera del cristianesimo».
È questo l'invito che papa Francesco rivolge non solo ai credenti ma a tutti gli uomini di buona volontà; appello urgente di fronte all'individualismo, alle paure, al rancore,ma soprattutto, di fronte alla globalizzazione dell'indifferenza.
Liberata dall’enfasi illuministica (libertà, uguaglianza, fraternità) e da una certa ovvietà che spesso la caratterizza tanto, da farla apparire scontata, la fraternità è da riscoprire come nome proprio della Chiesa.
La motivazione teologica fondamentale è insita nell'evento dell'incarnazione: porre Cristo e il suo vangelo - e non altri e altro - a fondamento delle nostre relazioni significa assumere quella mistica della fraternità che papa Francesco offre come «nuovo linguaggio profetico ed ecclesiale-kerigmatico». La fraternità diventa il punto di partenza che permette di rileggere nella sua ottica le relazioni con Dio e con gli altri: famiglia, comunità, Chiesa, creato, politica.
Sommario
Introduzione. La fraternità, perché? I. Sui sentieri della Scrittura. 1. La fraternità omicida: Caino e Abele (Gen 4,1-16). 2. La fraternità ricostruita: Giuseppe e i suoi fratelli (Gen 37–40). 3. Da «unigenito» a «primogenito»: la fraternità di Gesù. 4. Nel cammino della Chiesa. II. La fraternità mistica contemplativa. 1. Per una grammatica della fraternità. III. Per una Chiesa fraterna. 1. Dentro una fraternità «data». 2. Fraternità come ospitalità. 3. L’ascolto anima della fraternità. 4. Fraternità cristiana e compagnia degli uomini.
Note sull'autore
Antonio Mastantuono, presbitero della Diocesi di Termoli-Larino, vice assistente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana dal 2016 al 2019, è vice direttore di Orientamenti Pastorali, mensile del Centro di Orientamento Pastorale. Dal 2018 è consulente ecclesiale dell’Associazione cristiana artigiani italiani. Tra le sue pubblicazioni: La profezia straniera. Il perdono in alcune figure della filosofia contemporanea (San Paolo 2002).
L'emergenza sanitaria mi ha costretto a rivedere molte prassi pastorali e questa è una grazia. Da tempo sentivo che le pratiche pastorali vanno ripensate in questo 'cambio d'epoca'. Ma da soli non eravamo in grado di cogliere le opportunità di cambiamento. Occorreva uno scossone che venisse dalla vita, dalla storia; una crisi che aprisse una faglia nello scorrere ordinario di pratiche pastorali che proseguono per inerzia. Il Covid19 è stato questo scossone. E allora ho pensato di rileggerne alcune per cogliere possibili vie di trasformazione e di rinnovamento. Sono solo intuizioni, pensieri di un prete che vive in parrocchia, che esercita il suo ministero in mezzo alla gente senza rinunciare a pensare".
Gli abusi spirituali, le violenze sessuali e le ingerenze nei cammini delle Chiese locali e nel ministero del Vescovo di Roma sono solo alcuni indicatori di una delle maggiori difficoltà della Chiesa cattolica: l'incapacità di sostenere le proprie ragioni teologiche nella vita quotidiana degli uomini e delle donne di oggi. La mancanza di un'ecclesiologia inserita nel quadro della storia delle istituzioni dell'Occidente europeo vanifica infatti ogni tentativo di riconfigurazione istituzionale del corpo ecclesiale, al fine di renderlo evangelicamente rispondente alla condizione contemporanea. Situare la Chiesa nello spazio pubblico vuol dire, quindi, pensarla nel gioco di intrecci e relazioni che si intessono tra le istituzioni, inserendosi nell'alveo della loro storia. In altri termini significa comprendere la dimensione teologica della Chiesa come un'istituzione non esente e immune, ma coinvolta nelle dispute che danno forma all'insieme della socialità comune.