La diffusione del cristianesimo nel mondo greco-romano produce una vera e propria rivoluzione nel modo di pensare e nella prassi politica.
L’organizzazione imperiale rispecchia il carattere immanente della spiritualità classica e si propone come ordine definitivo destinato a durare per l’eternità. Tuttavia, tale carattere viene contraddetto dalla crisi del tardo impero e Costantino si avvale del cristianesimo per conservare l’ordine sociale. Proprio il fallimento di questo tentativo suggerisce l’inchiesta sul significato politico del messaggio cristiano. La risposta va cercata nell'opera dei padri postniceni, soprattutto in Agostino: la città terrena può solo trovare una propria giustificazione provvisoria in funzione della città di Dio. La base di tale rivoluzione sta nella rivelazione del logos di Cristo, che si sostituisce come fondamento ai valori della polis greco-romana.
Questo saggio offre una sintesi matura del pensiero del grande teologo benedettino Ghislain Lafont a partire da quattro elementi di novità rispetto alla visione classica del cattolicesimo. Il primo riguarda la rivisitazione dell’idea di sacrificio come pratica essenzialmente legata all’amore (e non al male o al peccato). Il secondo presuppone il ripensamento dell’eucaristia come «memoria attiva» del sacrificio «assolutamente unico» di Cristo, che non necessita di tutto l’apparato rituale a cui siamo abituati. Il terzo suggerisce una visione unificata del ministero nella Chiesa come «autorità complessiva radicata in un carisma specifico», esercitata al servizio di tutto il corpo ecclesiale. Il quarto, infine, sostiene l’idea che sia possibile per la vita della Chiesa uno stile più conforme al vangelo se «amore in eccesso», o «misericordia», hanno il primato tra tutti i nomi divini. Ed è proprio questo tema dell’amore misericordioso che consente di fare una sintesi armoniosa dei quattro elementi che vengono qui presentati.
Partendo da una preliminare ricerca letteraria e storica che si sofferma a esaminare i contenuti delle diverse professioni di fede, presentando una variegata panoramica delle varianti, lo studio si fonda su una ricostruzione critica del Simbolo Apostolico.
Nonostante gli importanti contributi di insigni studiosi, filologi e teologi, per il Credo degli apostoli manca un’edizione critica del testo, a differenza del Simbolo Niceno-Costantinopolitano.
La ricerca rappresenta un primo tentativo di fornire un’edizione quanto più esauriente e oggettiva, indaga i diversi testimoni, non sottovalutando il contesto storico-culturale e le implicazioni teologiche.
Nel corso della sua esistenza Maria avrà certamente parlato tante volte, ma i vangeli canonici riferiscono solo sei circostanze in cui ha preso la parola. Il dato non è senza significato. È nota la tradizione cristiana cresciuta attorno alle «sette parole» che Gesù ha pronunciato sulla croce. Sono infatti numerosi gli scrittori ecclesiastici che lungo i secoli le hanno meditate, elaborando una ricchissima dottrina teologica e spirituale, mistica e ascetica. Le «parole di Maria», invece, non pare abbiano ricevuto alcuna specifica attenzione. E ciò sorprende, tanto più se si considera il fatto che esse risultano essere proprio sei, un numero simbolico, e pertanto, come tale, da «scavare» nel suo significato più profondo.
Il sacrificio costituisce l’atto religioso per eccellenza del rapporto con Dio in numerose tradizioni religiose. Basti ricordare i sacrifici umani praticati nell’antica Grecia e fra gli Incas in America, quelli di animali praticati in Israele fino alla distruzione del Tempio nel 70 d.C., ma anche l’interpretazione cristiana della morte in croce di Gesù come sacrificio offerto a Dio e ripresentato nella liturgia eucaristica, e alla spiritualizzazione del sacrificio avviata già nel Primo Testamento e proseguita nel Nuovo. Dai Veda indiani all’attuale Messale romano, in cui tale terminologia ritorna costantemente, attraversando società tradizionali e moderne, i sacrifici hanno un nucleo e una logica comuni?
Descrizione
Una signora del pubblico, che sta ascoltando la predica di Neale Donald Walsch, a un certo punto si alza e chiede: «Se Dio volesse farci arrivare un messaggio, intendo il suo messaggio più importante per tutti noi, e lei dovesse sintetizzarlo in un paragrafo, che cosa scriverebbe?». Dopo una breve pausa, Neale risponde: «Lo ridurrei a quattro parole: voi mi avete frainteso».
La scena è narrata nel film Conversazioni con Dio, in cui si racconta la storia vera di Neale Donald Walsch il quale, dopo aver perso il lavoro ed essere finito nel baratro, vive una forte esperienza religiosa e diventa un famosissimo messaggero spirituale.
Alla base della crisi spirituale del nostro tempo vi è un grande ostacolo per la fede cristiana: abbiamo frainteso Dio e ne abbiamo interiorizzato un’immagine oppressiva e soffocante, quella di un contabile puntiglioso e di un giudice severo. Questo libro nasce dal desiderio di aiutare le persone a superare le immagini di Dio negative e malsane, che spesso hanno ferito la loro vita. Dinanzi alla situazione di queste persone abbiamo il dovere di chiederci: come è possibile fare una buona esperienza di Dio? È possibile annunciare Dio come una buona notizia?
Sommario
Prefazione (E. Bianchi). Introduzione. I. Quale Dio? II. Non avrai altro Dio. Contro l’idolatria. III. Fede, immaginazione e immagini di Dio. IV. Immagini benefiche di Dio. V. Gesù ci svela il vero volto di Dio. Conclusione.
Note sull'autore
Francesco Cosentino, sacerdote calabrese, è docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana e officiale della Congregazione per il clero. Tra le sue pubblicazioni recenti: Immaginare Dio. Provocazioni postmoderne al cristianesimo (Cittadella, 2010); Il Dio in cammino. La rivelazione di Dio tra dono e chiamata (Tau, 2011); Sui sentieri di Dio. Mappe della nuova evangelizzazione (San Paolo, 2012); Incredulità (Cittadella, 2017).
Enzo Bianchi è monaco laico, fondatore della Comunità monastica di Bose, a Magnano, della quale è stato anche priore fino al gennaio 2017. Nel 2014 Papa Francesco lo ha nominato Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Collabora con La Stampa, La Repubblica, L’Osservatore Romano, Avvenire, Jesus e Famiglia Cristiana. Per EDB ha pubblicato Michele Pellegrino. Padre della Chiesa padre della città (con Luigi Ciotti ed Ernesto Olivero, 2012), Via crucis. Meditazioni e preghiere (2013) e Leggere la Bibbia nella Chiesa (con Massimo Grilli e Luca Mazzinghi, 2015).
A partire dal 2009 l'Amministrazione delle Chiese d'Italia del Patriarcato di Mosca ha iniziato la necessaria opera di traduzione dell'ufficiatura liturgica slavonica in italiano. Dopo l'edizione del primo volume dello Sluzhebnik (Libro del celebrante, EDB 2014), la Commissione per la traduzione dei testi liturgici si è dedicata parallelamente sia al secondo volume - contenente soprattutto l'ufficio vespertino e la Liturgia dei Presantificati - che al Molitvoslov, orientato perlopiù all'uso privato delle famiglie. La totale assenza di un compendio che riunisse le principali preghiere tipiche della devozione ortodossa si era fatta sempre più grave, superando in urgenza quella dei testi liturgici pur importanti che erano rimasti fuori dai primi progetti editoriali. Di qui la scelta di dare alle stampe innanzitutto il Molitvoslov e restituire così ai fedeli un testo utilizzabile per le necessità quotidiane (preghiere del mattino e della sera), per la preparazione ai divini misteri (preghiere prima e dopo la comunione) e per molto altro ancora. Si tratta complessivamente di una traduzione piuttosto agevole e comunque adatta ad un pubblico italofono.
Il volume, che si inserisce tra le iniziative promosse dall’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana, si propone di illustrare e favorire l’incontro e il dialogo tra cristiani e musulmani.
La comprensione dell’islam in Italia - spiegano gli autori - passa attraverso la conoscenza delle organizzazioni musulmane, del diritto ecclesiastico, della figura dell’imam, ma anche tramite l’incontro concreto nei luoghi della vita: la comunità, la scuola, l’oratorio, il carcere, l’ospedale. Senza dimenticare la dimensione quotidiana dell’islam – dalle regole alimentari alle feste – e l’attenzione concreta nei confronti dei poveri.
Sommario
Prefazione (G. Bassetti). I. Parametri per la comprensione dell’islam in Italia. 1. Organizzazioni musulmane e diritto ecclesiastico italiano (A. Angelucci). 2. La figura dell’imam dall’islam classico alla situazione italiana contemporanea (D. Tacchini). 3. La visita alla comunità islamica «di prossimità» (A. Ferrari - V. Ianari). II. Convivere in fraternità. 4. La scuola e i musulmani: una sfida interculturale (A. Cuciniello). 5. Musulmani all’oratorio (A. Negri). 6. Musulmani in carcere (I. De Francesco). 7. Incontrare i musulmani in ospedale (I. De Francesco). III. Interpretare l’islam nel quotidiano. 8. Islam: regole alimentari, digiuno e feste (A. Cuciniello - M. Rizzi). 9. La questione delle immagini nell’islam (M. Bombardieri). 10. La zakāt. L’islam e la concreta attenzione nei confronti dei poveri (S. Paternoster). IV. Temi a margine. 11. Troppa accoglienza? Dati e spunti per discutere di immigrazione, asilo, solidarietà (M. Ambrosini). Postfazione (A. Spreafico - C. Bettega).
Note sull'autore
Antonio Angelucci è docente di Diritto ecclesiastico europeo all’Università degli Studi del Piemonte Orientale di Novara e di Introduzione al diritto islamico alla Facoltà di Teologia di Lugano. È autore di monografie e fa parte del Gruppo per l’Islam dell’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana.
Maria Bombardieri, dottore di ricerca in Scienze sociali, studiosa delle comunità musulmane e dell'islam in Italia (associazionismo, moschee, radicalizzazione giovanile), ha tenuto l’insegnamento di Immaginari dell’alterità e ha collaborato con le cattedre di Sociologia e di Pluralismo sociale e conflitti culturali all’Università degli Studi di Padova.
Antonio Cuciniello, arabista e islamologo, è docente a contratto di Cultura e letteratura araba contemporanea all'Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo di Milano. Fa parte del Gruppo per l’Islam dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI.
Davide Tacchini è Research Fellow and Project Coordinator alla Jena Center for Reconciliation Studies della F.-Schiller-Universität a Jena, in Germania, e professore a contratto di Lingua e letteratura araba all’Università di Parma.
Gualtiero Bassetti, cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, è presidente della CEI.
Ambrogio Spreafico, vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, è presidente della Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo.
Cristiano Bettega, docente di teologia presso lo Studio Teologico Accademico di Trento, è direttore dell’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Cei.
La passione per Dio misericordioso di fronte alla propria miseria era il grande tormento di Martin Lutero. Per il monaco agostiniano l'esperienza spirituale e la teologia costituivano infatti spontaneamente una cosa sola, un'esigenza strutturale del suo essere, prima ancora che del suo pensiero. Questo volume, che raccoglie i risultati di una ricerca pluriennale tra Facoltà teologiche cattoliche, evangeliche, riformate e valdesi, vede dunque nella spiritualità cristocentrica di Lutero l'anima del suo teologare. I saggi rivisitano alcuni nuclei della sua teologia, in particolare la "theologia crucis" come asse portante del rinnovamento del metodo teologico da lui inaugurato; il tema della giustificazione come domanda che sta alla base dell'esperienza religiosa e teologale; la spiritualità sottostante all'agire ecclesiale tipico della Riforma.
Mobilità, flussi e accelerazione sono elementi essenzialmente urbani e moderni. È inevitabile che le avanguardie e il progresso, le mode e le nuove tendenze muovano dal vissuto urbano, siano da esso irradiate e con esso in qualche modo coincidano. Dietro la crescente e diffusa omologazione dei linguaggi e oltre l'universalizzazione delle mode e dei mercati, la diseguaglianza delle condizioni di vita progredisce in maniera evidente e preoccupante. L'urbano è un teatro particolarmente esposto ai sommovimenti diversificanti che imprimono solchi di disparità nel campo della socialità globale. Più volte negli ultimi decenni le Chiese si sono interrogate sul ruolo che intendono assumere di fronte alle trasformazioni territoriali e sociali delle grandi città. L'urbanizzazione non è un processo che inizia sulla soglia o ai bordi delle chiese, ma fluisce in tutti gli ambiti della vita cristiana. Una pastorale urbana credibile e incisiva non offre semplicemente servizi e non si esaurisce nell'itineranza o nell'uscita. Come «l'essere nel mondo» è per i cristiani un gesto costitutivo, così «l'essere nella città» è un radicamento credibile nel terreno della prossimità a Dio e agli uomini.
Kari Elisabeth Børresen ha rivendicato la critica femminista della centralità maschile come la più grande rivoluzione epistemologica della storia umana, un sovvertimento ancor più radicale della confutazione del geocentrismo (Copernico) e dell'antropocentrismo (Darwin). Ne ha concluso che la differenza sessuale non può più imporre ruoli divisivi di genere, ma deve ispirare la collaborazione di donne e uomini in tutti gli ambiti della vita della Chiesa e della società. A lei si deve l'invenzione di un nuovo lessico, per esempio il binomio "subordinazione/equivalenza" come segnaletica dell'ambiguità del cristianesimo verso le donne, e termini quali "androcentrismo" e "matristica", ora entrati nell'uso comune.«Tutti i sistemi religiosi prendono forma e vengono portati a parola in culture che si modificano storicamente», scrive Børresen in questo testo che ripercorre il suo originale percorso intellettuale. «La sfida è rappresentata dal fatto che sia la Scrittura che la tradizione cristiana si sono strutturate in contesti che erano androcentrici e devono essere interpretate e riformulate con un adeguato linguaggio su Dio».