Che cosa significa essere cattolici, quando si valutano temi come "il bene comune", la famiglia, il lavoro? Il volume nasce dopo la crisi della rappresentanza unitaria dei cattolici in politica, e vuole essere un esplicito strumento di ricostruzione e formazione: per una presenza consapevole e attiva dei laici nella vita pubblica e politica.
L'ampio commento alla Prima lettera ai Corinzi si articola in tre momenti: anzitutto un'analisi letteraria della sezione e delle sue parti, per evidenziarne le caratteristiche formali e l'intelaiatura strutturale (in questa parte vengono affrontati tutti i problemi legati al testo sia quanto alla trasmissione che quanto all'autenticità); poi una ricostruzione, basata sui dati certi e i più numerosi indizi offerti dalla lettera, del problema affrontato e della situazione della comunità destinataria della comunicazione epistolare (in questa parte i problemi delle comunità paoline e la soluzione proposta dall'apostolo sono ricostruiti attraverso illuminanti paralleli con fonti coeve classiche o ebraiche); infine, una lettura analitica del testo, versetto per versetto, (in questa parte si apprezzerà lo sforzo per una traduzione puntuale, capace di seguire da vicino il testo greco). L'attenzione dedicata al contesto culturale di origine giudaica e di matrice classica, greca ma anche latina, percorre tutte le parti del commento e gli dà forma. Il lavoro è condotto in costante dialogo con gli studiosi e con le ricerche più recenti; la bibliografia è fornita sezione per sezione e in fine volume. Per l'ampiezza, per l'attenzione agli aspetti testuali, storici e teologici, il commento di Barbaglio è uno strumento in grado di rispondere alle molteplici esigenze (religiose o laico-culturali) che portano un lettore a consultare o studiare il testo biblico.
Il titolo riprende una espressione usata da Giovanni Paolo II in una delle "catechesi del mercoledì": il matrimonio è il sacramento più antico in quanto appartiene fin dall'origine all'ordine della creazione, di una creazione che continua nella storia e nel tempo esprimendosi anche al di fuori dell'area di influenza della chiesa e della Scrittura. L'esperienza familiare è in senso lato luogo teologico: nella vita quotidiana si riflette, si rielabora, si riattualizza l'unica Parola. Il volume intende essere una prolungata riflessione sul senso sacramentale della vita coniugale che fa propri temi e problemi tratti dall'antropologia e dalla psicologia.
Pubblichiamo in questa collana i testi delle conferenze tenute al Centro culturale S. Fedele di Milano da mons. Ravasi, docente di S. Scrittura alla Facoltà teologica dell'Italia settentrionale. Il volume, riveduto dall'autore, è arricchito da brevi note per l'approfondimento e indicazioni bibliografiche.
Le Lettere pastorali sono forse dei semplici documenti normativi, messi a punto sul volgere del I secolo e agli albori del II secolo, per arginare spinte ereticali? Una simile interpretazione appare sempre meno attendibile, anzi indebitamente riduttiva. Quelle lettere sono infatti il profilo di un "popolo di Dio" che va acquistando consapevolezza e statura; di una ecclesia domus tutta ministeriale, dove episcopi, presbiteri e diaconi trovano al loro ragion d'essere nel servizio al primato della Sacra Scrittura e nella celebrazione pasquale, due momenti aperti al dono della riconciliazione. Il tutto puntato verso una strategia pastorale che non conosce limiti. In situazione di ascolto e improntata al dialogo, quella strategia avrà cura di quanti elaborano il mistero cristiano con pronunciamenti "preoccupanti"; non si chiuderà a quanti sono al di fuori dell'ecclesia, sia ebrei che gentili; presterà attenzione all'anziano e al giovane, all'uomo e alla donna, al lavoratore e al datore di lavoro, alla famiglia e ai suoi interrogativi. Accrescono l'interesse alle Lettere pastorali la documentazione tardogiudaica e quella cristiana dei primi secoli. Il loro apporto alla comprensione di quelle lettere è di una ricchezza insperata. Si guardi poi a Paolo di Tarso, che in esse è più presente che mai.
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.