Scopo di questo saggio è focalizzare il disegno - meraviglioso - che Dio ha per noi. L'obiettivo è perseguito attingendo a tutte le risorse del sapere umano: in particolare le scienze umane, la filosofia, e la teologia. Al momento della nascita l'uomo è ancora un semplice abbozzo di umanità, ricchissimo di potenzialità e suscettibile di svariate realizzazioni. È un progetto aperto, tutto da compiere. L'antropologia filosofica studia la progettualità umana così come viene concepita dalla pura ragione. La teologia, invece, fondandosi sulla Sacra Scrittura - che è il documento del disegno di Dio sull'uomo - scopre progetti ancora più vasti e stupendi di quelli che la ragione da sola riesce a individuare e realizzare. In particolare la Rivelazione ci insegna che Gesù Cristo ha compiuto per primo, e nella sua vicenda terrena, questo disegno divino sull'umanità e che egli stesso chiama ogni discendente di Adamo ad essere associato a questo compimento mediante il dono della sua salvezza, della grazia santificante, dei sacramenti e della sua stessa persona divina.
Questo saggio è il tentativo di trattare in modo semplice, ma non semplicistico, con rigore e libertà, ma senza disinvoltura, le questioni che emergono continuamente dal dialogo tra fede e scienze positive. Questi due registri, «Dio e le scienze», non vano confusi, ma hanno legami vicendevoli potenti: l’uomo ha bisogno sia della fede che delle scienze per avvicinare gli antichi interrogativi che rendono la sua esistenza, al tempo stesso, ricca e angosciante. Chi è l’uomo in mezzo a questo universo scintillante di stelle, su questo pianeta che pullula di esseri viventi? Da dove viene: dalla polvere di una stella caduta dal cielo o da LUCA (Last Universal Common Ancester), la cellula primordiale comune a tutti i viventi?
Jacques Arnould ne parla in una forma inusuale: con brevi capitoli che mettono in scena una questione, senza la pretesa di dare una risposta definitiva; racconti immaginari; lettere; meditazioni.
Volare via con lo sguardo è volare nello sguardo. Imprendibile. Come un colpo d'ala del genio. Qualcosa che sta sotto a tutto e dentro tutto. Invisibile, ma presente. Una presenza di interiorità. Entrare nella malattia è entrare nella solitudine. Una solitudine che non può capire chi non la abita. Dal didentro. È una questione di esperienza, perché è una chiamata assoluta alla profondità interiore. Anche l'urlo di aiuto sembra soffocare. Quando il gioco è interiore, il grido appare troppo esterno e annega nel sospetto velato della inutilità. Ma quante lacrime ci vogliono per trovare sollievo? Ne basta una. Lei sa che cos'è la solitudine. Ne è l'unica compagna cara. E l'obiezione del male? È l'angelo custode, il consolatore, che la trasfigura. E si fa compagnia comoda all'obiezione scomoda. Breve saggio di taglio divulgativo sul senso della sofferenza umana.
Fino ad oggi non era mai accaduto che una Chiesa ortodossa avesse definito in modo ufficiale e sistematico le proprie posizioni su temi di attualità sociale. Sulla base della dolorosa esperienza di persecuzione da parte dell'ideologia materialista, la Chiesa russa afferma con entusiasmo che la dimensione primaria della persona umana è quella spirituale. Ben consapevoli dei pericoli del mondo moderno, ma avendo per esso uno sguardo decisamente ottimista, i Fondamenti della Dottrina sociale costituiscono una vibrante esortazione alla testimonianza e all'impegno dei cristiani nella società contemporanea, con particolare riferimento alla vita politica e sociale. Dando la parola ai propri vescovi, la Chiesa russa definisce la sua posizione riguardo a numerose questioni relative all'insieme della vita politica, economica e sociale del mondo contemporaneo, come le relazioni tra Chiesa e Stato, la nazione ed il diritto, il lavoro e la proprietà, i rapporti internazionali, l'etica familiare, i diritti dell'uomo, la salute, la bioetica, la cultura, i mass-media, i rapporti tra scienza e fede, la globalizzazione, l'ecologia. Oppressa da decenni di martirio, la Chiesa ortodossa si rivela ora particolarmente tagliente nel sostenere il principio di "non-ingerenza" nelle relazioni tra Chiesa e Stato, e nel rivendicare il diritto alla disobbedienza civile in caso di disaccordo con l'autorità politica. Introduzione di Kirill I, patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
Questo saggio tenta di sfatare un luogo comune: che il rosario sia unicamente semplice. Partendo dalla semplicità iniziale, si è tentato di risalire ad analisi più complesse per ritrovare, poi, di nuovo la semplicità, ma in un insieme di prospettive, di ricchezze e di problemi armonicamente connessi. È un po' come respirare. L'atto del respiro è facile e spontaneo: allo stesso modo può essere facile dire il rosario quando lo si è recitato con qualcuno che ce lo ha insegnato quasi per simbiosi orante. Ma respirare può e deve diventare una tecnica, con tanto di apprendimento, per chi, ad esempio, canta, per chi suona uno strumento a fiato, per chi parla in pubblico, per chi pratica uno sport. Così il rosario ha anche una tecnica basata su un fondamento antropologico e biblico non sempre praticata e conosciuta, ma che può arricchire questa preghiera. Qui ciò che è semplice diventa un po' meno facile. Il respiro, ancora, arriva a diventare oggetto di una specifica disciplina medica, con complesse analisi e studi volti a comprenderne il funzionamento e curarne le patologie: la pneumologia medica. Allo stesso modo, il rosario può diventare oggetto di studio nei suoi fondamenti antropologici, storici e teologici.
Oscar Pistorius, campione dei Giochi Paralimpici per atleti con disabilità fisiche, è stato ammesso nel 2008 alle Olimpiadi normali. Il tribunale ha messo in evidenza che le sue protesi per le gambe non gli davano alcun vantaggio sugli altri atleti. Ma questo è solo un esempio di un processo culturale sconvolgente, di portata epocale. Nel laboratorio dello scienziato, seguendo la procedura del metodo scientifico, la ragione viene 'incorporata' in un apparecchio, slegandosi dalla tradizione che la voleva sempre presente durante l'uso di strumenti più semplici, non 'intelligenti'. La 'mente meccanizzata', come le cheetah di Pistorius, ha lanciato il corpo umano alla velocità del pensiero: possiamo (quasi istantaneamente) ricevere un'e-mail mentre viene scritta o vedere con un'ecografia chi non è ancora nato. Ma mentre ciò accade, l'uomo usa la ragione in un modo nuovo, non tradizionale. Infatti, gli strumenti 'intelligenti' sono certamente una conquista, ma fanno venir meno alcune certezze elementari. La ragione corre la corsa della macchina, ma smarrisce le sue radici: non sa più da dove venga, non sa più a chi appartenga, se alla macchina o all'essere umano che la utilizza. Solo un tribunale - ma presieduto da chi? - potrebbe garantire il suo corretto funzionamento. Insomma, come Pistorius, anche la ragione è a un bivio: appartenere solo all'uomo o anche allo strumento?
Il Battesimo (De baptismo) di Tertulliano, composto nei primi anni del III secolo, è la prima opera latina scritta per illustrare e motivare la fede cristiana che fonda questo sacramento, mostrando come la sua istituzione divina sia il termine di una progressiva rivelazione del disegno del Padre.
In particolare, l’Autore si sofferma sulla specificità del battesimo rispetto ai riti iniziatici dei misteri pagani: il sacramento dell’acqua, che rimanda al mistero pasquale di Cristo, è semplice nella sua ritualità ma efficace, poiché realmente purifica l’uomo dai peccati donandogli la vita divina della grazia. In stretta connessione con il battesimo vi sono i riti dell’unzione crismale e dell’imposizione delle mani che completano nell’uomo la grazia battesimale.
Infine sono affrontate alcune questioni teologiche, come il battesimo amministrato dagli eretici, la necessità di celebrare il sacramento, il ministro del battesimo, il battesimo dei bambini.
Introduzione di Attilio Carpin
Testo critico a cura di J. G. Ph. Borleffs
Traduzione, note e appendice di Attilio Carpin
La penitenza (De paenitentia) di Tertulliano, composto nei primi anni del III secolo, è la prima opera latina scritta su questo sacramento.
Partendo dall’esperienza comune del pentimento, Tertulliano mostra la vera natura della penitenza cristiana sulla base della rivelazione dell’Antico e del Nuovo Testamento, attuatasi poi nella prassi liturgica della Chiesa (la disciplina penitenziale).
La penitenza è la conversione dei peccati dettata dal timor/amor di Dio e fondata sulla certezza della misericordia divina. Essa precede il battesimo dato a remissione dei peccati, ma costituisce propriamente un “rito sacramentale” per il perdono dei peccati dopo il battesimo. La penitenza interiore si esplicita negli atti penitenziali esterni del peccatore che, tramite la Chiesa e il suo ministero di grazia, confessa a Dio i propri peccati, chiede il perdono divino e la riconciliazione con la Chiesa.
Introduzione di Attilio Carpin
Testo critico a cura di J. G. Ph. Borleffs
Traduzione, note e appendice di Attilio Carpin
La Mistica teologia è un sintetico trattato di metafisica con finalità mistica: conoscere Dio non come si manifesta e rivela nel creato e nella Scrittura, ma come è in se stesso, l'increato, l'infinito che trascende tutte le determinazioni, dissimile da tutte le altre realtà. Per questo l'intelletto umano deve negare dapprima tutte le affermazioni su Dio che ne sottolineano la somiglianza con il creato, ma poi anche tutte le negazioni perché tutte le realtà sono partecipazioni divine e pertanto esistono in Dio in modo eminente. Abbandonata ogni affermazione e negazione determinata, in tale nescienza l'intelletto umano conosce sovraintellettivamente l'Inconoscibile, ossia si è disposto a essere elevato dalla grazia dell'esperienza mistica della comunione con Dio. La traduzione con testo greco a fronte è accompagnata da quella delle principali lettere di Dionigi che chiariscono alcuni punti del trattato, da un'introduzione alla struttura dell'opera e alla figura del suo misterioso autore e da un commento filosofico che presenta la chiave interpretativa del trattato, ne spiega insieme alle note al testo i passaggi complessi e lo contestualizza all'interno della storia del pensiero antecedente e successivo a Dionigi sia occidentale (neoplatonismo pagano e filosofia patristica, bizantina e medievale, rinascimentale e oltre) sia orientale (ermetismo e filosofie indiana, giudaica e islamica).
Anche al lettore non specialista è così resa possibile la comprensione di uno scritto che costituisce un esempio paradigmatico e di perenne attualità di mistica speculativa, suggestivo per tutti e particolarmente per il cristiano che, in quanto chiamato alla santità, trova un itinerario di approfondimento razionale della propria fede spinto sino ai limiti invalicabili dell'intelligenza umana in quanto finalizzato ad aprire la sua anima al dono della grazia santificante.
«La vecchiaia è una brutta bestia», si sente dire. Ma non solo; e non sempre.
La vecchiaia può essere il momento di massimo splendore di una vita intera, vissuta pienamente in ogni sua età. Momento in cui la persona umana, ricolma di emozioni e di esperienza, “vede” un po’ meglio tante cose, decantate nel tempo, e desidera che il frutto dolce e maturo non si perda. Vuole donarlo, metterlo a disposizione dei figli, dei giovani, di chi si affaccia adesso a questa avventura.
La longevità diffusa, fenomeno recente nella storia dell’uomo e soprattutto crescente, per certi versi anche problematico e spiazzante, diventa quindi un patrimonio da custodire, da non lasciar disperdere. La longevità è il frutto di tante conquiste dell’umanità. È segno di civiltà. È una ricchezza preziosa soprattutto nel campo delle relazioni, essendo il collante naturale di una società dispersa, sbattuta di qua e di là da abitudini e idee disordinate, con le famiglie divise e indebolite dai molti impegni di una vita frenetica e confusa.
Ma proprio perché culmine di una lunga vita, una vecchiaia di successo non ce la si inventa: longevi si diventa. Perché si raccoglie solo ciò che si è seminato. Una vecchiaia serena e piena la si costruisce da giovani e prima ancora da bambini.
Un libro utile ai longevi per le mille informazioni e la “visione” che fornisce, ma ancora più utile ai giovani che hanno il tempo di prepararsi adesso, consapevolmente, a vivere al massimo (anche) l’età più piena: per trovare tutti insieme, in una equilibrata riconciliazione e nella collaborazione intergenerazionale, la strategia vincente che ottenga la soddisfazione di tutti nell’affrontare il mondo che cambia, che non è più lo stesso anche nella demografia. Perché si dice che la civiltà e la ricchezza di un popolo dipendono, nel breve, dall’economia, nel medio periodo dalla politica, e nel lungo dalla demografia.
«Un libro importante che apre nuovi orizzonti»: Carlo Vergani, uno dei maggiori gerontologi italiani.
«Il messaggio della Divina Misericordia, proclamato mediante suor Faustina Kowalska, giunga a tutti gli abitanti della terra e ne riempia il cuore di speranza». Questo era l’auspicio di Giovanni Paolo II quando, nel 2000, istituì la festa della «Divina Misericordia», fissandola alla prima domenica dopo Pasqua.
Il cardinale Christoph Schönborn rintraccia le fonti della Sacra Scrittura che parlano della Divina Misericordia e spiega perché è questo l’annuncio centrale e più urgente che la Chiesa deve dare al nostro tempo.
Egli dedica queste riflessioni a papa Wojtyla, «il papa della divina misericordia», che sarà beatificato il 1° maggio 2011, proprio nel corso della «Domenica della Misericordia». In questa domenica del 2000 il santo padre canonizzò suor Faustina Kowalska, prima santa del nuovo millennio, e questa stessa domenica del 2005 egli vide il suo dies natalis, giorno della nascita alla vita eterna. «È impossibile – commenta Schönborn – non ravvisare in questa coincidenza un segno del cielo, quasi la firma di Dio in calce a un intero programma di vita».
La spiritualità ortodossa della Terra Russa troppo spesso è ingiustamente trascurata dal mondo occidentale. Perciò questo saggio si propone di farcela scoprire e di condurci nel cammino lungo e affascinante dell’ecumenismo, perché – secondo una frase molto cara a Giovanni Paolo II – la Chiesa possa nuovamente respirare con entrambi i suoi due polmoni.
La conoscenza più approfondita dei vari aspetti della cultura russa, come l’arte e la letteratura, ci potrà aiutare a comprendere non solo lo stretto legame fra i canoni estetici bizantini e l’icona russa, ma anche e soprattutto la profonda spiritualità della letteratura russa del XIX secolo.
Infine, seguendo l’evoluzione storica del monachesimo russo potrà cogliere anche il perché dello stretto legame esistente fra Chiesa Russa e società civile e politica, così come appare ancora bene evidente ai nostri giorni il legame esistente fra Chiesa e Stato in Russia.