In continuità con i volumi relativi al Vangelo di Luca (2018) e agli Atti degli Apostoli (2019), l'Autore presenta ora l'analisi sintattica del Vangelo di Matteo. Di ogni versetto viene proposto l'originale greco (secondo il testo critico K. Nestle - B. Aland, Novum Testamentum Graece et Latine, Stuttgart 201228), la traduzione italiana (nella forma più fedele possibile, con l'indicazione di eventuali varianti) e l'analisi vera e propria della proposizione. Quest'ultima rappresenta la parte essenziale del volume: il movimento sintattico del testo viene graficamente evidenziato attraverso vari livelli in cui vengono strutturate e interagiscono fra di loro le proposizioni. Inoltre viene spiegata la natura e la funzione propria di ogni parola presente nel testo, indicando le altre possibilità interpretative.
La vita di Charles de Foucauld è simile a una parabola evangelica. I frutti sono apparsi dopo la sua morte, e quanta abbondanza! La letteratura su di lui è ormai sconfinata. Eppure, nonostante i moltissimi testi in circolazione, non è facile trovare un'opera di carattere divulgativo che presenti in modo diretto la vita e alcuni degli aspetti più salienti della spiritualità di frère Charles di Gesù. In occasione della canonizzazione, questo libro è un invito a rimettersi in cammino sui passi del "piccolo fratello universale", alla scoperta di un'esistenza straordinaria, a tratti rocambolesca, attraverso i suoi scritti e le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Ne emerge una figura il cui messaggio, pur in un contesto storico-ecclesiale differente, non cessa di rivelare la sua stupenda attualità. «Il cristiano è contempl-attivo», diceva don Tonino Bello, e quel monaco del deserto è stato davvero un contemplativo nell'azione: egli contemplava Cristo nell'umanità del fratello, egli era attivo nella contemplazione perché portava a Gesù la vita del mondo. La sua esistenza è l'icona del buon pastore che cerca la pecorella smarrita. Gli ultimi per lui sono i primi ai quali offrirsi. L'esistenza di frère Charles è un canto di gratuità, una follia di bontà, un'ubriacatura di Spirito nell'ebbrezza della misericordia.
Il compito di ogni uomo e donna sulla terra è quello di imparare a resistere alla grande tentazione di trasformare l'intera esistenza in una fossa di macerazione nella rabbia e nel rammarico. Nessun dolore e nessuna sofferenza sono per se stesse un inferno, per quanto le pene e le angosce lo facciano talora sentire e pensare, ma il rammarico lo è, il suo «verme non muore». Il libro di Giobbe è un vero compagno di viaggio per quanti sono toccati e, talora, segnati a fuoco dal mistero del dolore. Egli ha dovuto - e forse persino voluto - affrontare l'enigma del dolore sulla propria pelle. Sin dall'alba dei tempi, la sua figura si fa per noi insostituibile compagnia dei giorni, più spesso delle notti, rischiarate dall'unica luce del tenebroso dubbio in cui confluiscono tutte le nostre più sofferte domande. In questa rilettura epistolare del libro di Giobbe, Fratel MichaelDavide offre una meditazione che regala lucidità e serenità, per superare la rassegnazione e la rabbia che la sofferenza spesso porta con sé. Una delicata e profonda riflessione sull'arte di vivere (e di morire) che prende le mosse da una constatazione tanto semplice quanto rassicurante: Giobbe è nostro amico e possiamo parlare a cuore aperto con lui.
In un tempo in cui la maggior parte dell'umanità si è allontanata da una vita a contatto con la natura, dirigendosi verso una eccessiva medicalizzazione anche dei più piccoli disturbi fisici, l'autrice - in contatto con i più famosi monasteri e conventi d'Italia - ha scelto di farsi raccontare la sapienza erboristica e medica che monaci e frati hanno coltivato fin dai tempi più remoti. In un viaggio entusiasmante Anna Maria Foli ha incontrato abati e madri badesse, priori e superiori, attingendo ai codici medievali della tradizione sul cosiddetto "giardino monastico" e ai ricettari della farmacia di San Salvatore a Gerusalemme, scoprendo che l'interesse per la psicosomatica e la terapia olistica fiorì proprio negli antichi conventi. Un grande prontuario di ricette terapeutiche, tutte naturali, attinte dall'antica sapienza di monasteri e conventi. Una guida pratica al riconoscimento delle erbe officinali e al loro uso medicinale cosmetico, aromatico, dietetico. Di ogni rimedio, la storia, gli aneddoti, le caratteristiche, le proprietà curative, la preparazione e le modalità di utilizzo.
Fin dalla sua strutturazione in senso scientifico, l'antropologia intreccia un dialogo proficuo con la letteratura, dai primi episodi ottocenteschi fino al Novecento e oltre, quando le strade delle due discipline convergono in una collaborazione pienamente consapevole. Il dato antropologico, infatti, si presta al coinvolgimento letterario in più di una direzione: dal racconto odeporico, documentaristico o narrativo, al reportage coloniale o post-coloniale; dalla scoperta degli archivi etnografici allo sviluppo addirittura di un fantafolk, che rimanda nel nome all'uso di suggestioni folkloriche nella costruzione di trame fantastiche. Vi sono poi il racconto del periferico, diventato necessità di fronte al livellamento iden-titario causato dalla globalizzazione; il romanzo globalista, che proietta storie locali sullo sfondo di uno scenario mondiale; il noir, il thriller e il romanzo di investigazione, con gli spunti umbratili offerti loro da una criminologia ispiratrice di narrazioni avvincenti. Si giunge infine ai territori del po-stumano, dove anche la fantascienza e le distopie si innervano di richiami antropologici, declinati in sottogeneri tanto inquietanti quanto suggestivi. "Letteratura e antropologia. Generi, forme e immaginari" raccoglie gli Atti del XXI Convegno Internazionale della MOD, che si è svolto all'Università degli Studi del Molise dal 13 al 15 giugno 2019.
Questo volume si propone come manuale introduttivo per l'insegnamento nel II e III ciclo accademico di studi biblici, infatti introduce e orienta gli studenti alle problematiche di base, all'impostazione epistemologica e alla bibliografia essenziale in un campo di studi che, per natura sua, è necessariamente e decisamente interdisciplinare. Il volume offre quindi nozioni introduttive sul contributo dell'orientalistica e della teoria della storiografia per l'esegesi e la teologia biblica, nonché per la storiografia israelitica. La parte centrale del volume, articolata in quattro capitoli, affronta la Bibbia come collezione di testi di vario tipo e genere, prodotti da autori diversi, in epoche, luoghi, contesti storici e geografico-politico-culturali differenti. La prospettiva è naturalmente letteraria prima che teologica. L'Autore spiega, infine, come nel mondo occidentale si sia arrivati a considerare e utilizzare la Bibbia come "ossatura" della storia universale, e come questa impostazione sia poi entrata in crisi per effetto delle scoperte archeologiche e orientalistiche, del progresso delle scienze naturali e dello sviluppo teorico della metodologia stessa dell'esegesi biblica.
Montesquieu è stato il primo scrittore politico a studiare scientificamente tutte le istituzioni umane, antiche e moderne, asiatiche ed europee, africane e americane; il primo a formulare i princìpi della separazione dei poteri e dell'autonomia della giustizia; il primo a teorizzare la repubblica federativa e il primo a rintracciare sistematicamente le cause profonde degli eventi umani in fattori sia ambientali che culturali, sia geografici che storici. Oltre a questi indubbi 'primati', non sempre adeguatamente ed esplicitamente riconosciutigli, il volume mette costantemente in luce lo stoicismo, il realismo e l'antidispotismo di Montesquieu, nonché la sua strenua difesa della dignità umana.
Nel 1999 usciva in Italia "Lo scisma sommerso" del filosofo Pietro Prini. Un caso editoriale, che denunciava la distanza fra la dottrina ufficiale della Chiesa e le coscienze vive dei fedeli, in particolare su temi scottanti quali sessualità, bioetica, valore della confessione, accoglienza di culture diverse, dannazione eterna, peccato. A distanza di oltre vent'anni una teologa e un giornalista esperto di temi ecclesiali si avventurano in una inchiesta senza infingimenti nella vita della Chiesa cattolica di oggi, alle prese con le sue diverse "anime scismatiche" e con un "fattore modernità" che ha reso ormai palesi le tante contraddizioni, le divaricazioni, le ipocrisie e i conflitti. Le questioni in gioco - che emergono dalla miriade di fatti raccontati - sono molteplici: dalle difficoltà di ascolto autentico della vita dei credenti all'esaltazione del devozionalismo, dalla solitudine dei sacerdoti allo scandalo delle vocazioni forzate, dalla discriminazione di genere all'oblio dell'ecumenismo, dal Dio che punisce con la pandemia all'ossessione del demonio, dai conflitti di potere alle sfide della comunicazione della fede, dalle posizioni conservatrici nostalgiche della messa tridentina a quelle iper-progressiste deluse dalle lentezze della riforma bergogliana. Per gli autori, parlare di "scisma emerso" significa allora portare alla luce questi "punti di divisione": «Di fronte al Vangelo ci troviamo tutti come in una stanza in cui improvvisamente si accende una luce. Tanto vale guardare come siamo disposti, come ci collochiamo, come reagiamo. Per poi muoverci, là dove quella luce ci fa strada».
Dopo anni trascorsi in terra straniera, Almustafa - profeta di saggezza - sente che è giunto il momento di tornare all'isola nativa. In procinto di salpare, affida al popolo di Orfalese un prezioso messaggio sui grandi temi della vita: felicità e destino, gioia e dolore, amore e odio, fiducia e tradimento, passato e presente, libertà e conoscenza. Pubblicato a New York nel 1923, Il Profeta fu accolto con grande favore di pubblico soprattutto dai giovani. A distanza di anni il fascino del racconto è rimasto immutato: il libro continua a essere ripubblicato in tutto il mondo e il suo insegnamento, semplice e tuttavia profondo, riesce a raggiungere i bambini. Nella versione semplificata offerta da Anna Peiretti la fiaba non perde nulla della sua freschezza. Un magico scrigno impreziosito dalle illustrazioni di Alessandro Sanna. Un libro per la lettura condivisa: genitori e figli, insegnanti e allievi, adulti e bambini. Età di lettura: da 9 anni.
Pietra d'inciampo dei sistemi filosofici, il problema del male sembra attrarre in misura assai limitata l'attenzione delle filosofie contemporanee. Nel cosiddetto 'secolo breve', così radicalmente segnato dallo scatenamento del male (morale e fisico), ma anche nella nostra epoca di cambiamento, il tema del male è parso e pare risultare poco interessante per un pensiero prevalentemente attirato da indagini analitiche ed empiriche. La filosofia classica tedesca invece - che pure viene impropriamente catalogata come una sequenza di sistematiche astratte - si è seriamente confrontata con il tema del male, all'interno di un pensiero fondante, anche se differenziato, che tiene fermo il binomio dialettico di ragione e libertà. Il male ha una natura spirituale, è negatività attiva, non mera assenza, e questo ne spiega la valenza distruttiva. La ricerca che segue è soprattutto un invito a porsi riflessivamente in ascolto di quattro protagonisti della filosofia tedesca sul tema del male, con la consapevolezza che le loro lezioni sollecitino a cercare ancora e 'pensare altrimenti'
Antonio da Lisbona cercò a lungo la sua strada: prima fra gli agostiniani e poi fra i francescani, dove finalmente trovò il suo percorso spirituale. Dal Portogallo all'Italia, inseguendo la passione dei martiri francescani del Marocco, senza lasciarsi scoraggiare dall'esperienza di una lunga malattia, ma soprattutto scoprendo, a poco a poco, la forza della Parola di Dio e della predicazione. Dopo Francesco e Chiara (ripubblicati da Edizioni Terra Santa rispettivamente nel 2018 e nel 2019), il terzo romanzo della trilogia di un grande autore religioso del Novecento. La scrittura di Fabbretti è trascinante. Il racconto della vita di uno dei santi più amati nel mondo. La raffinatezza narrativa dell'autore trascina al cuore di una storia affascinante e rocambolesca, un'autentica vocazione mistica.