Giunto a ottant'anni d'età, un uomo decide di iscriversi all'università. Già questo fa intuire che si tratta di un uomo speciale, che ha mantenuto fresca e intatta la voglia di imparare, di scoprire, in fondo di vivere. E a ottantaquattro anni, con tempismo perfetto, la laurea in Psicologia. Con una tesi particolare, un esercizio personale per verificare la bontà dell'autobiografia per l'autoanalisi. In questo libro non troveremo perciò soltanto la narrazione di una vita, affascinante e ricca come ogni vita, ma anche le riflessioni su come ripensare a ciò che si è vissuto renda possibile avvicinarsi alla pace e alla felicità. L'autore racconta senza reticenze le gioie, le emozioni, gli errori e le sofferenze, facendo attenzione a non tralasciare nessun episodio importante, sia di gioia che di dolore (anche i più crudi) che non gli hanno impedito, anzi lo hanno aiutato a raggiungere felicemente l'attuale ragguardevole età. La sua speranza è che questo racconto possa essere di stimolo a tanti suoi coetanei e possa aiutare anche i più giovani a vedere i propri periodi tristi non come momenti di morte ma come occasioni di crescita.
Circa cento anni fa Alphons Ariëns era uno dei personaggi cattolici più noti in Olanda, e la sua memoria vive oggi nel nome di istituzioni e di diverse strade. È stato uno dei primi sacerdoti ad impegnarsi per la giustizia sociale e per migliorare la sorte degli operai, fondando associazioni e sindacati e lottando contro l'alcolismo, piaga allora molto diffusa. Ma merita di essere ricordato non solo per le sue opere, bensì per chi è stato come essere umano, cristiano e sacerdote. Le attività sociali avevano senso nella prospettiva della sua vocazione sacerdotale: guidare le persone a Cristo. L'impegno sovrumano con cui cercava di realizzare la sua vocazione, il sacrificio per le persone che voleva servire, la profondità della sua fede facevano di Ariëns un uomo eccezionale, che molti già quando era in vita consideravano un santo. Oggi, che il suo processo di beatificazione è davvero in corso, merita avvicinarsi al suo profilo mediante una biografia spirituale che, partendo dai fatti della sua vita, ne metta in luce la personalità vivace e impetuosa, la grande modestia, la ricerca della massima fedeltà alla propria vocazione di cristiano e di sacerdote, la passione per la vita dei fratelli e sorelle che gli erano affidati.
In questo volume è delineato in forma narrativa, ma sulla base di autorevoli testimonianze e fonti di archivio anche inedite, il profilo di Pietro Barbieri (1893-1963), sacerdote lombardo, protagonista della vita culturale, politica ed ecclesiale italiana dai primi anni del Novecento sino agli anni Sessanta. Nella diocesi di Vigevano (PV) scrive le prime pagine del suo ministero sacerdotale. Poi in Francia, negli Stati Uniti e in Inghilterra si dilatano i suoi orizzonti: si dedica alla cura degli emigrati italiani. A Roma sperimenta l’universalità della Chiesa con il servizio nella curia romana e raffina la sua missione mostrandosi un grande italiano: in piena occupazione tedesca, rischia per salvare ebrei e perseguitati politici, diventa l’anima del CLN. Negli anni del dopoguerra non c’è governo alla cui formazione non abbia discretamente contribuito, favorendo l’unità tra le forze politiche. Infine, a Pieve del Cairo si consuma, nella vivida fantasia della carità, l’avventura di questo zelante sacerdote, vissuto tra i rovi e i conflitti del tempo, ma sempre vicino al popolo.
Donne e uomini sono di per sé esseri di desiderio, ovvero persone animate e sostenute dalla capacità di un desiderio che conduce sempre più lontano, sempre più in alto. Questo desiderio ha animato il percorso di alcune figure femminili della spiritualità ortodossa che Nina Kauchtschischwili (1919-2010), di famiglia georgiana, professore di Letteratura Russa presso l'Università di Bergamo ove fondò l'Istituto di Slavistica, aveva avvicinato con grande passione di ricerca spirituale e culturale, soprattutto nell'ultima parte della sua vita. I testi di questo volume che ne ricostruiscono la vicenda biografica sono preceduti da due suoi inediti. Il primo è un profilo spirituale di mat'Marija, nota monaca russa, morta in campo di concentramento per aver aiutato gli ebrei a Parigi. Il secondo presenta due figure femminili del tutto nuove per l'occidente: Santa Nino (IV sec.) originaria della Cappadocia, che portò il cristianesimo in Georgia, e Tamara Mardzanisvili, vissuta agli albori del XX secolo.
Per la prima volta si offre ai lettori italiani la straordinaria avventura spirituale di Marcel Van, morto a trentun anni nei campi di concentramento comunisti del Vietnam nel 1959. La sua crescente fama e santità sta dilagando nell'intero mondo cattolico. Singolarissima la sua esperienza: a quattordici anni cominciò a sentire la voce di santa Teresa di Gesù Bambino e fu da lei guidato al perfetto compimento della "piccola via" proposta dalla santa francese. A questa poi si sostituì niente meno che la voce del Signore stesso Gesù, che gli insegnò in modo mirabile a "trasformare la sofferenza in gioia". Così il giovane vietnamita colmò di gioia e di amore la propria vita di stenti, rimanendo sempre bambino e offrendosi a Dio per la salvezza del mondo intero. Questo caso unico nella storia della santità - un santo che guida un altro santo - ha portato all'apertura del processo di beatificazione di Marcel Van, nel 1997. "Poiché amo Gesù, non distinguo tra la sofferenza e la gioia; amo Gesù unicamente per se stesso. E così sono sempre contento di amarlo, nelle tenebre e nelle lacrime, continuando ad aspettarlo senza perdere coraggio."
"Scrittori di Scrittura" è un progetto che presenta al pubblico le opere di alcuni autori che si sono cimentati nella riscrittura di un brano biblico secondo la propria sensibilità. Ogni volume è corredato della breve introduzione esegetica di un biblista e della traduzione del testo originale dall'ebraico o dal greco. L'avventura di un ragazzo che, uscito di casa accompagnato da un servo per rintracciare delle asine che si erano smarrite, quattro giorni dopo fa ritorno consacrato re d'Israele. Senza aver fatto niente per diventarlo, senza sapere bene cosa significasse fare il re e, peggio ancora, tenuto all'oscuro del fatto che al Signore dispiaceva che i figli d'Israele sentissero il bisogno di essere governati da un re, come un qualunque altro popolo non prediletto da Dio.
Terre di missione: Africa Centrale, Amazzonia, Oceania... Territori vastissimi, con una viabilità precaria o quasi inesistente e luoghi impervi. Villaggi sperduti, difficili da raggiungere se non con percorsi lunghissimi e pericolosi, ma che proprio per questo è importante visitare regolarmente, per portare i segni concreti della carità e le parole di speranza. Come aiutare i missionari a muoversi più in fretta e superare tanti ostacoli naturali? Queste pagine raccontano la storia del Centro Internazionale di Aviazione e Motorizzazione Missionaria, nato a Torino nel 1959 da alcuni innamorati dell'aria e dell'aviazione, per insegnare a preti, frati e suore a guidare aeroplani. L'autore contribuì a dargli vita, insieme al generale Francesco Brach Papa e altri amici, e qui narra come maturò l'idea e divenne realtà. Furono alcune decine i piloti e le pilotesse brevettati in pochi anni: le "storie di cielo" con cui si chiude il volume fanno rivivere l'avventura di alcuni di loro. "Nel rombo del motore che portate in petto potreste sentire una voce, quella del Maestro che vi dice: 'Coraggio, ragazzi, c'è bisogno di voi perché il mio Messaggio di Vita raggiunga le genti lontane...'. Non fate i sornioni!" (Don Paolo Gariglio)
Gli otto quaderni dei Diari, inediti, che don Pollano ha giustamente definito di meditazione, accompagnano la vita e l'attività pastorale del giovane sacerdote, dall'anno di ordinazione (1951) sino al 1967: più frequenti all'inizio, poi diradati e tematici. Da essi sono tratti i suoi Pensieri, raccolti attorno ad argomenti che gli erano cari e che ricorrono più frequentemente. In queste pagine, accesissime di emozione e profonde per intensità - anche di preghiera - è dato leggere il passato dell'autore, la commozione del giovane sacerdote ordinato e lo scavo continuo nella celebrazione eucaristica, nella meditazione, nell'ascolto e nel consiglio. È un progressivo avvicinarsi - per davvero un cammino di innamoramento divino a fare rivivere il Mistero; il trattenersi a lungo e nel silenzio con Dio, realizzato sull'altare; avvertire la ricchezza dell'umanità, sua propria e di quanti incontra; pregarLo crocifisso e poi risorto. Scoprire, passo a passo, che l'uomo si fa grande nell'atto volitivo di carità e che Dio è, essenzialmente, Amore.
Giuseppe Rapelli può essere annoverato tra i protagonisti della vita sindacale, associazionistica e politica nell'Italia del '900. Dopo la militanza nello scenario torinese del primo dopoguerra, al sorgere del fascismo si trovò giovanissimo alla guida dell'organizzazione sindacale cristiana torinese e nello stesso periodo condivise, sul terreno politico, la breve stagione del Partito Popolare. Nel secondo dopoguerra seppe affiancare la presenza sul piano locale alle nuove funzioni esercitate in ambito nazionale, sia in campo politico come membro dell'Assemblea costituente e successivamente come parlamentare democristiano, sia in campo sindacale dapprima come segretario della CGL unitaria per la corrente cristiana e come promotore, poi, di un tentativo di rinascita del sindacalismo cattolico.In questo volume il figlio di Giuseppe Rapelli ricostruisce le tappe dell'impegno giovanile del padre, riservando particolare attenzione alle esperienze sindacali e alle emblematiche vicende legate alla rivista «Il Lavoratore». Pubblicata dal gennaio al settembre 1926, in essa si ritrovano infatti vari temi al centro del vivo dibattito dell'epoca, nel quale associazioni e movimenti, partiti e istituzioni si confrontarono con la progressiva chiusura di ogni spazio democratico da parte del regime fascista.«Nella Torino di Gramsci e Gobetti, Rapelli rappresenta una delle espressioni della cultura sociale e politica di matrice cattolica che sostiene l'esigenza di un aperto e coraggioso confronto, che vuole condurre su un terreno comune rivendicazioni, diritti, aspirazioni e progetti del movimento operaio. [...] Il personaggio appare indubbiamente scomodo (nel sindacato, nel partito, nelle organizzazioni cattoliche) e tale rimarrà anche successivamente, spesso al centro di contrasti e polemiche. Accanto ad una figura non sempre compresa e spesso isolata, emerge nel contempo e con altrettanta evidenza il personaggio coerente, il militante disinteressato, il convinto assertore dei propri ideali perseguiti con tenacia, diffidente verso i facili compromessi e le scorciatoie accomodanti.» (Dalla Prefazione di Walter E. Crivellin)
Qual è la sfida che la società odierna ci chiama ad affrontare? La risposta è in queste pagine, che ci offrono una nuova chiave di lettura del pensiero sturziano attraverso una sua presentazione sistematica e attuativa. Ne emerge come don Luigi Sturzo, innamorato di Dio e appassionato dell'uomo, abbia saputo coniugare la sua esperienza di fede con un'attività sociale, politica e culturale non circoscrivibile al periodo storico in cui è vissuto. Ancora oggi il suo pensiero è traducibile in azioni concrete che contribuiscono alla costruzione del bene comune della società, nella consapevolezza che ad essere messa in gioco è la dignità della persona umana.
Sebbene Madre Saint Joseph non sia finita sulle prime pagine della stampa internazionale, ha lasciato dietro di sé una scia di luce nel nostro mondo. Pur vivendo all’interno delle mura di un convento, la sua preghiera per la pace in Terra Santa arrivava dritta a Dio e il suo cuore aperto portò molti a riconoscere in lei una vera madre.
Il suo sorriso, che nasceva da un rapporto intimo e profondo con il suo Signore, trasmetteva qualcosa dell’umanità e dell’amabilità di Dio. Sapeva guardare oltre se stessa e aveva il talento di saper accogliere ogni dolore dalla mano amorevole di Dio, trasformarlo in gioia e poi donarla agli altri.
Chi aveva a che fare con lei sentiva di trovarsi di fronte a una persona realizzata. Amava tutti, proprio come scrive l´apostolo Paolo alla sua comunità di Corinto: «Mi sono fatto tutto per tutti» (Cor 9,22).
Ancora oggi, grazie al suo testamento spirituale, continua a condurre all’amore di Dio tanti che si trovano in situazioni difficili: un amore che sconfigge ogni oscurità.
Milena di Praga. Così era solita presentarsi. Curiosa, intelligente, ribelle, aperta al mondo e generosa, ma spesso sola. Sola in una famiglia difficile, sola nelle tante malattie che le segnarono la vita, sola nei legami d'amore complessi e difficili, come quello con Franz Kafka. Milena la giornalista, che muove i suoi primi passi a Vienna per poi tornare a Praga, la città che ama, quella in cui firmerà articoli per le testate più importanti. Milena l'oppositrice del regime, che combatte l'ascesa del nazismo, si lega al Partito comunista e alla Resistenza e purtroppo pagherà con la vita le sue scelte coraggiose. Milena Jesenská, la storia straordinaria di una donna che ha saputo difendere le sue idee.