Un'antologia ragionata e commentata dei sonetti romaneschi di Giuseppe Gioachino Belli, in cui il poeta affronta, servendosi dell'artificio del dialetto romanesco, il tema della religione, presentandoci una "verità sfacciata", implacabile e attuale. Il cristianesimo è così attraversato dagli occhi di un pensatore credente, ma perplesso e dubbioso, che si muove sul crinale della blasfemia, portavoce di una critica feroce mascherata da umorismo e turpiloquio. Una riscrittura del sacro che sale "dal basso" rivelando il mistero profondo e agghiacciante della vita spirituale degli uomini. La denuncia della Chiesa come apparato di potere, la rabbia nei confronti del tradimento dell'imperativo della charitas cristiana, la necessità di recuperare la fede come consolazione grazie alla voce popolare, alle pratiche genuine del sentimento religioso esenti dall'ipocrisia della dottrina strumentalizzata. Come spiega il curatore Marcello Teodonio, "Belli credeva e basta", e ciò, allontanandolo dalle conclusioni atee e materialiste di Leopardi, lo proietta nel dramma tragicomico della vita e della morte.
Francesco Sangiorgio, giovane politico della Basilicata pieno di fantasia e di orgoglio tutto meridionale, arriva a Roma in veste di deputato nel periodo post-unitario. Un collega, dinanzi al mirabile panorama della Città Eterna, mentre si commemora il combattimento del Vascello, lo avverte che "Roma non si dà a nessuno... la sua forza, la sua potenza, la sua attitudine è una virtù quasi divina: l'indifferenza". Ma lui, ottimista, gli risponde che saprà conquistarla. I suoi primi discorsi pubblici ottengono un discreto successo. Quando un ministro è costretto alle dimissioni, chi lo sostituisce, don Silvio Vargas, lo prende sotto la sua ala protettrice. Sangiorgio si ritrova a trascorrere lunghi momenti con don Silvio e con la giovane, bella, algida moglie di lui. E s'innamora... Romanzo più polemico che artistico, scritto quando già il contatto col naturalismo francese, specialmente con quello zollano, cominciava a turbare l'ingenuo realismo napoletano e sentimentale della scrittrice, "La conquista di Roma" racconta le conseguenze della mediocrità spirituale, della fatuità degli affetti, delle mezze virtù, e restituisce, forte dell'istinto alla decrittazione e del senso dell'ambiente della Serao, il vigore realistico della vita sociale e politica romana.
Per tutta la vita Laura Paliani si è sentita in dovere di essere all'altezza dei propri genitori, il padre Luigi, famoso direttore d'orchestra, e la madre Olga, altrettanto celebre cantante lirica. È una famiglia inusuale e complicata quella di Laura: si parla poco, e la musica, sempre al centro di tutto, sostituisce le parole, avvicina e allontana i tre. Specialmente Luigi, che dal confronto con l'arte dell'amato Mahler (nessuno sa dirigere una sua composizione come Paliani) esce ogni volta spossato fisicamente e psicologicamente. Ed è proprio dopo un ciclo mahleriano che l'uomo cade in uno stato di depressione profonda che lo conduce in un vicolo cieco dell'anima, nel quale si perde per sempre. Laura, in seguito a profondi contrasti con la madre, decide di lasciare casa, far perdere le sue tracce e iniziare una nuova vita in un'altra città, una vita senza musica, in cui le giornate scorrono uguali, scandite dal lavoro in una fabbrica per la macellazione di conigli. Poi un giorno un telegramma la raggiunge costringendola a fare i conti con tutto ciò che si è lasciata alle spalle, ma soprattutto a fare i conti con se stessa e con la musica che, capisce finalmente, anche grazie a uomini come suo padre riesce a collegare mondi separati, a mostrare dimensioni invisibili, ma non per questo meno vere. A farci conoscere, forse, la nostra vera casa.
La storia di una donna che si ritrova a improvvisarsi madre, nonostante quell'idea di sé fosse stata abbandonata da tempo, con un adolescente taciturno e scontroso. E ciò che succede alla protagonista e io narrante di questo romanzo, quando la sorella gemella, che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto de L'Aquila. Il figlio Marco viene affidato in un primo tempo al padre, che però non sa come occuparsene. Prendersi cura del ragazzo spetta dunque a lei e alla madre anziana, trasferite nelle C.A.S.E. provvisorie del dopo-sisma. Da allora il tempo trascorre in un lento e tortuoso processo di adattamento reciproco, durante il quale ognuno deve affrontare il trauma del presente, facendo i conti con il passato. Ed è proprio nella nostalgia dei ricordi, nei piccoli gesti gentili o nelle attenzioni di un uomo speciale, che può nascondersi l'occasione di una possibile rinascita.
Francesca è una giovane donna dalla vita apparentemente serena: ha un marito, Cosimo, con cui sta dagli anni dell’università, un lavoro di traduttrice che ama, una madre non troppo presente ma a suo modo affettuosa, amici e amiche che le vogliono bene.
Un giorno nella sua esistenza entra Diego, suo coetaneo e brillante ricercatore universitario, con il quale Francesca intreccia una storia fatta di incontri sessuali e poche parole. Pian piano tutto cambia. La vita, seppure in modo confuso, imperfetto e pericoloso, muta traiettoria. Diego è un vento che cambia l’aria che Francesca respira.
Poi, mentre il rapporto con il marito vacilla e Francesca, lontano da Roma e dalla sua vita di prima, passa i giorni in una dimensione sospesa, come fuori dal tempo e dalla realtà che aspetta le sue decisioni, arriva la malattia che la consegna all’ospedale e al dolore.Improvvisamente il suo corpo diventa un altro, la sua storia non ha più un futuro se non quello scandito dalle sedute di chemioterapia.
Eppure è proprio allora che succede qualcosa: Francesca adesso ha un piano e sa che resisterà se riuscirà a metterlo in pratica… In questo poetico e commovente romanzo, sentimenti come l’amore, il tradimento, la vendetta, la malattia e la paura si intrecciano sapientemente con la leggerezza, l’ironia, il coraggio, la speranza nel domani, sentimenti che appartengono agli spiriti liberi, come quello della sua protagonista, come quello della sua autrice.
Nora e Nino, cugini che fino a quel monto non si sono mai frequentati, tano amici per la pelle durante un'estate in Versilia. Nora, già adolescente, ha quattro anni più di Nino e sembra esattamente il suo opposto: brillante, estroversa, spericolata, bellissima. Eppure da quell'estate qualcosa continua a legare profondamente i due cugini anche negli anni a venire. Intanto il tempo passa e le vicende delle loro rispettive famiglie, sullo sfondo dell'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, si sviluppano in modi imprevedibili e bizzarri tra gelosie, tradimenti, morti e successi economici. Nora e Nino si perdono e si ritrovano, cambiano radicalmente - lui da ragazzino anonimo diventa un giovane uomo enigmatico e impenetrabile, affascinato solo dai giochi di prestigio che ha iniziato a praticare con una certa bravura, mentre lei, animata da un sentimento di libertà e dalla voglia di scoprire il mondo, si trasferisce non ancora ventenne a Londra e quindi in America sognando di diventare una scrittrice. I due ragazzi si riconoscono sempre, nonostante ogni differenza, nonostante lei ora abbia un marito e lui non riesca ancora a trovare la propria strada nella vita.
Il racconto di un amore tra madre e figlia "andato storto da subito". Un romanzo potente e vitale, in cui le vicende personali si uniscono alla storia corale di un'Italia contadina, ritratta dagli anni di guerra fino ai nostri giorni. Quando Esperia mostra i segni di una malattia che le toglie la memoria, è tempo per la figlia di prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire un'identità smarrita. Inizia così, giorno dopo giorno, il racconto di un passato dal quale riaffiorano ricordi dolcissimi e crudeli, riprendono vita le figure dei familiari e degli abitanti della piccola comunità montana che le ha viste nascere e crescere entrambe. In un Abruzzo luminoso e aspro, che affiora tra le pagine come una terra mitologica e lontana, le fatiche della campagna, l'allegria dei matrimoni, la ruvidezza degli affetti, l'emancipazione dall'analfabetismo e la fine della sottomissione femminile si intrecciano al racconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti in un indissolubile legame madre-figlia che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto.