Il magistero di Benedetto XVI raccolto in un dizionario tematico che presenta tutti i suoi insegnamenti teologici e spirituali. Le parole di questo Papa, semplici ma chiarissime in questi tempi di confusione e relativismo, riflettono i grandi temi che la Chiesa si trova ad affrontare (l'ecumenismo, il rapporto con il mondo, la pace, il sacerdozio, i preti pedofili, l'ecologia) e mettono in guardia dal pericolo di un'umanità poco interessata alla verità e al senso profondo dell'esistenza. Una vera e propria sintesi della fede della Chiesa, della sua morale e del suo lavoro pastorale da parte di un "umile lavoratore nella vigna del Signore" che ha costantemente richiamato i fedeli a riscoprire la misericordia e l'amore di Dio.
Questo libro è la riproposizione di un capolavoro del Novecento, ora in traduzione integrale, completamente rinnovato e impreziosito da due nuove appendici. La sintesi tomistica è una delle opere più mature e riassuntive della ricerca di p. Réginald Garrigou-Lagrange, una visione del mondo filosofico e teologico, attraverso l’interpretazione dell’insegnamento di san Tommaso d’Aquino e dei suoi successori. La realtà tutta è vista alla luce delle dottrine centrali della Trinità, della Creazione e dell’Incarnazione del Figlio in Gesù Cristo, in cui l’umanità è accolta nell’intimità della vita interiore del Dio Uno e Trino. I trattati teologici principali si presentano come una lente attraverso la quale osservare la salvezza, i Sacramenti, la Madre del Redentore e la vita spirituale in cui viene ripristinata l’immagine divina nell’anima umana. Il volume si fregia in apertura di un accurato e competente saggio introduttivo a firma del filosofo mons. Antonio Livi.
Quale panorama offre oggi la Chiesa riformata secondo le indicazioni del Vaticano II? A ben guardare, potrebbe esserci di che preoccuparsi: catechismo dimenticato, liturgia creativa, superficialità e approssimazione. Già in un libro denuncia del 2011 - "La Bella Addormentata. Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà" - gli autori, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, analizzavano con lucidità la situazione della Chiesa attuale, rivelando come la crisi di Fede avesse radici profonde nelle aperture spesso mal interpretate del Concilio Vaticano II. In questo saggio, Paolo Pasqualucci riprende gli assunti del libro di Gnocchi e Palmaro, sviscerandoli alla luce della dottrina immutata della Chiesa. Con piglio deciso l'autore individua gli errori dottrinali, le debolezze e le deviazioni dal retto Magistero e propone al lettore una via sicura per ritornare a essere profondamente cattolici, per ritrovare carità coraggiosa nel testimoniare la propria Fede nella Chiesa e di fronte al mondo.
È possibile conoscere Dio con la sola ragione? Quale tipo di ragione? E quale Dio ci fa conoscere? Sono le domande di fondo alle quali "Introduzione allo studio di Dio" si propone di rispondere, attraverso un percorso intellettuale che muove dall'attualità del problema-Dio, ne affronta le risposte negative o inadeguate, le illumina positivamente con la filosofia tomista tradizionale, per poi concludere all'effettivo rivelarsi di Dio nella storia della salvezza. Un libro agile e allo stesso tempo dettagliato, frutto della competenza e capacità di rilettura di p. Garrigou-Lagrange. Gli apporti presentati dal teologo domenicano rivelano ad oggi tutta la loro grandiosità;, nella misura in cui sono ancora in grado, dopo più di mezzo secolo, di guidare l'uomo sulle strade della ricerca di Dio.
Cosa significa Incarnazione? Qual è il rapporto tra la Fede e ragione? Chi sono i santi? In cosa consiste la paternità e la missione di un sacerdote? La fede cattolica è un incontro che modella la vita, il modo di vedere la realtà, il senso che si dà alle cose. Un incontro che non chiede di rinunciare all'intelligenza, ma al contrario, di rivolgerla non a se stessi e alla realizzazione del proprio successo personale, ma alla Verità che ci purifica, ci trascende, e ci guida. Nell' incontro tra Gesù e Pilato, quest'ultimo chiede: "Cosa è la verità?". Gesù, non risponde. Non perché non lo sappia fare; non perché la Verità non esista; non perché ognuno si può fare la sua, e Pilato ha quindi il diritto di scegliere per sé; non perché il discorso sarebbe stato troppo impegnativo. Semplicemente perché Pilato è accecato, dal potere, dalla volontà di ottenere plauso ed approvazione. Non è in grado di vederla, la Verità, anche se la ha davanti agli occhi, in carne ed ossa. Pensa ad altro, il suo cuore è distolto, sviato.
In questa meditazione sui "Promessi Sposi" l'autore, partendo dalla figura dell'Innominato, la interroga per sondare le dinamiche della conversione, e la inquadra nelle categorie kierkegaardiane di angoscia, disperazione e fede; da questa riflessione scaturisce l'idea della centralità della grazia divina nel cammino della libertà umana verso la salvezza, che può essere tardivamente accolta, come nel caso di Gertrude, o respinta con impenitente pervicacia, come il Manzoni lascia immaginare a proposito di don Rodrigo. La grazia si esprime nel dono della fede, che è prima di tutto una rinuncia all'orgogliosa sicumera di donna Prassede e un abbandonarsi ai disegni insondabili della Provvidenza, come insegna Lucia. Ma questo saggio riflette anche sulla concezione politica di Renzo, che da una sorta di iniziale "giacobinismo" perviene alla piena accettazione del Vangelo del perdono, o di Agnese, di cui si scopriranno doti intellettuali assolutamente inaspettate. E così anche gli altri personaggi, senza forzarne i tratti psicologici assegnati dal romanzo, vengono vagliati per rispondere a tutte le domande decisive dell'esistenza umana e cristiana, nella profonda convinzione che nell'opera manzoniana si trovi la lieta novella declinata nella concretezza della vita del XVII secolo.
Avere lo stesso entusiasmo dei cristiani della prima ora e ancor di più, portando nel proprio patrimonio spirituale duemila anni di bellezza e di storia cristiana. Il cristiano postmoderno ogni volta che si guarda indietro riceve una nuova spinta verso il futuro: un sano regresso per un vero progresso. Da questa profonda convinzione nasce questo testo che, mettendo insieme le meraviglie di ieri con quelle dell’oggi, propone una sintesi tra antico e moderno in una prospettiva di fede affinché il futuro sia un’apoteosi di bellezza e di santità. Futuro Antico è vedere la storia e la realtà con un occhio Kerigmatico, capace cioè di mettere insieme le epoche, il pensiero, i luoghi, le bellezze, gli uomini toccati e trasfigurati dal Risorto. Il libro stesso nasce a settecento metri di altezza perché con uno sguardo alto si vede meglio la storia e la meta. Nella sua prefazione il Vescovo di Mondovì Mons. Luciano Pacomio, biblista di fama internazionale, afferma che “Il libro di don Giancarlo Musicò è come uno “stròmaton” (“tappeto”), così come scriveva nella propria opera Clemente Alessandrino. All’interno di questo saggio si intessono insieme e si intersecano elementi autobiografici suggestivi, proposte di contemplazione, riflessioni culturali e spiccatamente teologiche”.
Don Giancarlo Musicò, nato nel 1976, nell’anno 2002 è stato ordinato Presbitero della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi (RC) nella quale svolge il ministero di Viceparroco di Delianuova; di Assistente diocesano dell’AGESCI e di Padre Spirituale dei seminaristi in formazione propedeutica. Ha conseguito il baccellierato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma 2001). Ha pubblicato il libro "Siamo fatti di cielo - Il Paradiso inizia sulla Terra" e nel 2008 "Giovani in salita".
«Questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza, per non cadere nella disperazione. La bellezza, come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione» (Paolo VI, Messaggio agli artisti, 8 dicembre 1965).
«Troppo spesso, però, la bellezza che viene propagandata è illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento e, invece di far uscire gli uomini da sé e aprirli ad orizzonti di vera libertà attirandoli verso l’alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor più schiavi, privi di speranza e di gioia» (Benedetto XVI, Discorso agli artisti, 21 novembre 2009).
È in questo contesto che si inserisce la denuncia fatta da Ratzinger della nuova cultura iconoclasta oggi imperante, la quale, pur accettando di essere invasa da immagini di ogni genere, ha perso il gusto per l’immagine bella e significativa, dalla sfera artistica a quella letteraria, in particolare nell’ambito del sacro. Ciò esige una nuova educazione all’immagine che tenga conto del suo vero valore e delle possibili distorsioni che esso può subire, nonché dell’uso fatto da coloro che ne hanno saputo trasmettere lo spessore, anche nella sfera letteraria. A tal fine uniamo ad una disamina filosofica e teologica sull’immagine anche un saggio sull’esemplare e sapiente uso delle immagini, proposto da sant’Antonio da Padova nei Sermones, ove brilla la profondità delle splendide simbologie bibliche.
Dal Nuovo Testamento e attraversando le epoche successive della Storia della Chiesa, il libro presenta il dramma dell'apologetica come storia dell'incontro della fede cristiana con le diverse sfide e minacce provenienti tanto dal suo interno quanto dalla cultura secolare. L'apologetica nella mentalità corrente gode di una pessima fama per cui, nella migliore delle ipotesi, è accusata di inaridire nel ragionamento e nella polemica la freschezza della fede. In realtà, come insegnano Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, fede e ragione possono, anzi, devono andare insieme. Questo libro non è un'apologia dell'apologetica, nè l'Autore si preoccupa di emettere giudizi di valore, eppure dalle sue pagine non si può che restare ammirati dalla lunga schiera di uomini di fede e di talento, di preghiera e di genio...
Nelle poche pagine di questo saggio si riaffermano i valori salvifici di verità di Fede, Tradizione e Magistero. Essi sono stati negletti da quando la Chiesa da «docente» ha ritenuto di ridimensionarsi in «discente», grazie agli eventi storici che hanno demolito ogni principio d’autorità e grazie ad un equivoco processo di democratizzazione che l’ha portata spesso ad allinearsi con le altre istituzioni mondane. Utilissimo perciò far circolare il pensiero di Romano Amerio, felice eccezione nella storia della Chiesa dell’ultimo Novecento, che ha riscritto e provato l’attualità dei fondamenti del vero cattolicesimo che mai si sarebbe supposto potessero andar desueti o inascoltati. Questo opuscolo ha quindi un carattere riassuntivo di alcuni dei punti fondamentali del sistema di Amerio. Fondamentale per la redazione di queste note sono state la lettura e la rilettura di “Iota Unum”, che ha consentito una conoscenza sempre più profonda dell’Autore, del suo vertiginoso pensiero, del suo inimitabile linguaggio.
Giovanni Tortelli, nato a Firenze nel 1956 si laurea in giurisprudenza, ma coltiva soprattutto studi classici e il cristianesimo dei primi secoli con traduzioni di varie opere di Seneca e di Tertulliano. Aderisce ad un indirizzo tradizionalista nella Chiesa Cattolica. Dal 1997 fa parte della Comunità dei Figli di Dio fondata da don Barsotti.
Vaticano II – Che cosa è andato storto? è uno dei testi fondamentali del dibattito che si è svolto negli Stati Uniti sulla crisi post-conciliare e sull’interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II: una discussione sociologica, filosofica e teologica cui ha partecipato a suo tempo il cardinale Joseph Ratzinger e di cui l’eco è evidente nel magistero di Benedetto XVI. Scritto con uno stile agile e sereno da una delle più note personalità del mondo cattolico americano, il testo mostra come la crisi nasce nel 1968 con quel “Sessantotto nella Chiesa” che è il rifiuto organizzato dell’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI da parte di centinaia di teologi: un rifiuto che va molto al di là delle questioni di morale sessuale e si pone come contestazione globale dell’autorità del Papa e del Magistero. I teologi del dissenso fanno appello al Vaticano II. Ma – risponde McInerny – nulla nei documenti del Concilio giustifica la loro posizione. Si tratta allora di distinguere fra i testi del Vaticano II e la loro interpretazione, fra insegnamenti del Concilio ed evento mediatico, fra lettera e presunto “spirito” dell’assise conciliare. La confusione fra questi elementi ha determinato per la Chiesa una delle più gravi crisi della sua storia. Per i cattolici fedeli, suggerisce McInerny, non si tratta oggi di rifiutare il Concilio ma di riprenderselo, in quella piena fedeltà al Papa e al Magistero che costituisce l’unica via per uscire dalla crisi.
L'Autore
Ralph McInerny, nato a Minneapolis nel 1929, ha insegnato filosofia per cinquant’anni all’Università Notre Dame nell’Indiana, la più grande università cattolica del mondo, ed è considerato da molti il più importante filosofo cattolico vivente. Gli studiosi di filosofia conoscono McInerny come eminente specialista di San Tommaso d’Aquino, autore di testi fondamentali sull’etica tomista e sui rapporti fra San Tommaso e Aristotele, fra fede e ragione, fra filosofia e teologia. Per i non filosofi McInerny è anche, se non soprattutto, noto come autore di una cinquantina di romanzi gialli diventati rapidamente best seller internazionali e che hanno fatto della figura del sacerdote detective padre Dowling – cui è stata dedicata una fortunata serie televisiva trasmessa anche in Italia – uno dei personaggi più amati da generazioni di lettori. Negli ultimi anni, di fronte alla crisi nella Chiesa, McInerny ha dedicato gran parte delle sue energie all’apologetica cattolica, animando iniziative e riviste e offrendo – come ha ricordato il cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in un articolo su L’Osservatore Romano del 22 giugno 2008 – un importante contributo per fondare lo sforzo apologetico su una solida base filosofica di fronte alle sfide del secolarismo e del relativismo.
Brevi sentenze della tradizione cattolica latina di sapienzacomune, filosofica e teologica. Prefazione del Card. Cristoph Schonborn. Con traduzione italia e inglese a fronte. Più che mai, la Chiesa si deve confrontare alla seria sfida di trasmettere il gusto della memoria e della propria tradizione. Questo libro è un agevole strumento in cui possano attingere direttamente nella lingua della tradizione cattolica (con traduzione italia e inglese a fronte) il meglio della sapienza dei Padri, dei Dottori e del Magistero. L'auspicio è di aiutare a crescere in questo modo nel desiderio di apprendere sempre meglio sia la lingua che i contenuti del patrimonio della tradizione latina cristiana. Ben venga quindi questo strumento di lavoro, che senza grandi pretese, può rivelarsi però molto prezioso.