Diceva la buonanima di George Orwell: nell’ora dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. E anche pericoloso, mi permetto di aggiungere. Combattere per l’ovvio comporta spese e rischi, ma ne vale la pena. Anzi. L’ovvio è quello per cui vale più la pena di battersi, perché l’ovvio è reale: chi si batte per l’ovvio si sta battendo per la verità. L’ovvio è che gli organi sessuali servano per la sessualità e il tubo digerente per digerire. Usare il tubo digerente per altri usi è un comportamento, non una maniera di essere, ma un comportamento, un comportamento fisiologicamente disfunzionale e biologicamente perdente. Un comportamento che può essere appreso e può essere disappreso nella vita. I comportamenti non fanno parte della struttura di un individuo e possono essere dismessi. L’affermazione falsa che l’uso del tubo digerente a scopo ricreativo sia sana e funzionale sta dilagando sui libri di educazione sessuale per ragazzine di 10 anni, oltre che sui giornali femminili, l’uso disfunzionale e patologico del tubo digerente viene pubblicizzato come sano e raccomandabile. Per questo sono in guerra. Battetevi insieme a me: l’ovvio deve tornare di moda. Comprate questo libro, regalatelo, fatelo circolare. Vale la pena di battersi per l’ovvio.
Autore
Silvana De Mari è medico, scrittrice e blogger. Specialista in Chirurgia generale, Chirurgia e endoscopia digestiva e Psicoterapia Cognitiva, crede fermamente che di tubo digerente serva per digerire.
"Di fronte alla pandemia la Chiesa cattolica ha minimizzato le implicazioni etiche dell'utilizzo di vaccini prodotti per mezzo di linee cellulari provenienti da feti abortiti."
La questione del gender è tutt’altro che chiara e lineare, perché si presenta come un universo complesso e complicato che coinvolge vari aspetti e ambiti quali la cultura, la biologia, la medicina, la tecnologia, l’antropologia, i mass- media e la politica. Tuttavia, è possibile individuare la questione fondamentale: il pensiero gender intende separare la sessualità corporea dall’identità di genere, in quanto il primo sarebbe un semplice dato di fatto corporeo, la seconda invece il risultato di una costruzione psicosociale. Questo studio mette in luce i collegamenti esistenti fra le teorie gender oggi diffuse e la filosofia gnostica dei primi secoli, oltre al manichesimo e al catarismo, che vedevano la differenza maschile- femminile come corruzione dell’umanità e castigo divino da eliminare. Una vera “rivoluzione antropologica”, che rinnega l’identità di uomo e donna come esseri distinti ma complementari il cui fine è il dono di se stessi per amore.
Nonostante si dica sempre che Darwin abbia spiegato tutto quel che riguarda l'origine dell'uomo, la verità è che il naturalista inglese scriveva in un'epoca in cui si ignoravano le leggi dell'ereditarietà, il codice genetico e lo stesso DNA, oltre che la vastissima e complicatissima biochimica cellulare. Tutte le scoperte della genetica moderna mettono in crisi le granitiche certezze dell'evoluzionismo, come la discendenza dell'uomo in linea diretta da un ipotetico primate di tipo scimmiesco: simili scoperte rivelano sempre di più come il mondo della biologia sia un mondo estremamente complesso e rispondente a precise leggi scientifiche di natura, le quali implicano l'esistenza di un "disegno intelligente" che ha progettato gli esseri viventi in ogni dettaglio e per la realizzazione di uno scopo.
Poco conosciuto, sottovalutato e da più parti negato come invenzione propagandistica della Chiesa cattolica, il pensiero gender esiste e agisce a tutti i livelli della società. La negazione della differenza tra l’identità maschile e quella femminile non insita nella natura ma nella cultura è la prova di una vera e propria ideologia che ha per fine l’utopia di una nuova era di pace sociale senza discriminazioni. Questo libro risponde ai molti punti oscuri del pensiero gender: le sue origini, i suoi sviluppi, i suoi legami con il movimento gay e il femminismo, i problemi antropologici e biogiuridici che inevitabilmente solleva. Con una convinzione: l’unico fine che può conseguire è la distruzione totale dell’identità personale.
"La campagna mediatica, spasmodica e martellante, che ha portato alla legalizzazione dell'aborto, si è basata in Italia (così come in molti Paesi del mondo), sulla necessità di porre fine alla 'piaga' dell'aborto clandestino. L'aborto legale fu presentato come il 'male minore' rispetto al "male maggiore" di milioni di aborti clandestini e migliaia di donne che morivano a causa delle 'mammane'. La legalizzazione dell'aborto avrebbe, perciò, permesso di raggiungere due fondamentali obiettivi: cancellare l'aborto illegale e i suoi pericoli e, grazie alla pratica assistita negli ospedali, tutelare la salute e la vita delle donne. Il 22 maggio 1978, con la legge n. 194, il Parlamento italiano legalizzava l'interruzione volontaria della gravidanza. Oggi, dopo quasi quarant'anni di applicazione della legge 194, possiamo decretare con certezza il suo fallimento: nessuno dei due obiettivi basilari che si trovano alla radice della legalizzazione dell'aborto è stato raggiunto".
"San Paolo esorta i Filippesi ad avere coraggio contro gli avversari, a non avere paura di proclamare la Verità anche quando è scomoda alle orecchie del potere. Anzi proprio quando è scomoda occorre gridare più forte e con maggiore convinzione. In questa sua ultima opera l'amico Gianfranco Amato ha dimostrato coraggio. È davvero preziosa questa accurata e documentata ricostruzione del tentativo di indottrinamento operato nelle scuole italiane". (Dalla prefazione di mons. Luigi Negri).
Lo scontro sempre più aspro in campo bioetico è una battaglia non ideologica ma di civiltà, nella consapevolezza che non tutti i desideri si possono trasformare in diritti senza responsabilità. Non si può restare indifferenti davanti alla battaglia tra Vita e Morte che si sta combattendo sul fronte bioetico. Il livello dello scontro si alza sempre di più, conlo schieramento pro-choice agguerrito e forte di una legislazione sempre più relativista. Per i difensori della Vita è tempo di imbracciare le armi (amorevoli) del ragionamento e della ricerca scientifica seria e verificata per combattere una battaglia non ideologica ma di vera civiltà. Una battaglia che nasca dalla consapevolezza che non tutti i desideri si possono trasformare in diritti e che l'uoo non è certo più civile se fa di se stesso la sola misura del proprio agire, dimenticando di essere lui per primo un dono gratuito. Questo libro fornisce un'arma importante, inquadrando una corretta prospettiva bioetica e conducendo il lettore nel mondo della contraccezione e dell'aborto.
Una rilettura in chiave favolistica (ma anche attraverso dati scientifici) di un aborto non voluto ma subito da un padre e del suo lungo cammino di perdono. Una favola che racconta la storia d'amore di un principe, della sua principessa e della perdita inaspettata del frutto del loro Amore, di un aborto non voluto ma subito e del lungo cammino del perdono, raccontata attraverso un buffo personaggio, Irpus lo gnomo scrittore". Il libro affronta il tema dal punto di vista di un padre colpito dal dolore, ma analizza anche, attraverso dati scientifici, l'incidenza dei problemi psicologici nelle donne che hanno effettuato l'interruzione volontaria della gravidanza. Un viaggio metaforico ma molto reale nel mondo dell'inconscio: attraversando il mondo delle paure, del giudizio e dei sensi di colpa, si giunge nella valle del perdono, ultimo gradino prima di ritornare alla vita e quindi all'amore. Il testo vuole donare questa possibilità a tutti i lettori ed essere una guida per tutte quelle persone che devono sciegliere se mettere fine alla vita di una creatura pura senza colpa. "
Il caso di Eluana Englaro trattato alla luce della Fede, dello Spirito e della Verità, attraverso l'esperienza diretta avuta dall'autrice con la stessa Eluana. A distanza di oltre quattro anni, il caso di Eluana Englaro resta emblematico e più che mai dibattuto. In questo piccolo ma intenso testo, l'autrice (un medico: non il medico ospedaliero di Eluana, ma un medico chiamato dal cielo per Eluana, con un compito ben preciso) vuole far comprendere come questo caso debba essere inteso dal punto di vista umano, scientifico e religioso, spiegando con semplicità e amore come lo Spirito, presente in noi, abbia un ruolo di immensa importanza nella Verità e nel ridare la Vita...
Il racconto di quanto bene possa scaturire dalla decisione di accettare l'imperfezione umana e di preferire la vita davanti all'unica alternativa dell'aborto. Prefazione di Francesco Agnoli. Nemmeno il tempo di rallegrarsi per la dolce attesa che per mamma Rosa arriva la terribile notizia: la sua bambina sarà affetta da spina bifida. Contro chi le consiglia (o impone) di abortire come unica alternativa, Rosa e suo marito decidono di portare avanti la gravidanza. La dott.ssa Gloria Pelizzo si offre di operare la bambina direttamente nell'utero materno. Ora la bimba è cresciuta ed è la prova vivente di quanto bene possa sgorgare dall'amore umano.
Questo libro è costituito da undici saggi su vari aspetti della bioetica, un argomento fonte di aspri dibattiti ai giorni nostri. Come in ogni altro campo, anche qui è il concentrarsi sui fondamenti a determinare tutto il discorso e le argomentazioni. È questo il motivo per cui il libro inizia con la domanda riguardo alla vera origine dell'uomo e con lo scopo che ha assicurarne la salute. L'attenzione è poi rivolta alla duplice difesa della vita, naturale e soprannaturale. I capitoli dal quarto al settimo riguardano specificamente la bioetica, con la sua necessità di consistenza, con i suoi autentici fondamenti etici, con la sua essenza, che è legata all'essenza dell'essere umano, e con il suo futuro, che è il futuro dell'anima. Nei tre capitoli seguenti si posa lo sguardo, successivamente, sulle metamorfosi della dignità umana, sugli aspetti parassitari della società moderna e sulle, sfortunatamente, vane speranze che l'estremo bisogno di una bioetica adeguata sia ampiamente riconosciuto e tradotto in pratica. L'ultimo capitolo pone in rilievo il ruolo di Maria nell'incarnazione, come il fattore, spesso non adeguatamente compreso, che costituisce, per coloro che veramente credono in Cristo, la ragione della loro viscerale opposizione all'aborto. Viene ripetutamente ricordato il passaggio dal libro del Siracide, il quale afferma che se lottiamo fino alla morte per la verità, il Dio della verità combatterà per noi.