Il "Contra haereticos" di Alano di Lilla, qui presentato in traduzione integrale, è uno dei più importanti contributi per conoscere più da vicino un autore medievale che ha avuto una notevole importanza nello sviluppo del pensiero della teologia scolastica. È un testo di ferma opposizione alle forme ereticali del tempo, ma è anche uno scontro dialettico, che nulla ha dell'odio cieco e viscerale che comunemente si crede abbia mosso i difensori della fede cattolica. Alano è mosso dal desiderio di persuadere della verità da cui gli eretici si sono colpevolmente separati. Una lezione utile anche oggi, a dimostrazione del fatto che già da secoli sono state date risposte sagge e argomentate a dubbi e obiezioni circa la dottrina cattolica.
La Regola dell'Ordine monastico-cavalleresco del Templari e il trattato De laude novae militiae scritto in suo favore da San Bernardo di Clairvaux, santo e dottore della Chiesa.
Da dove deriva la nostra fede? Da un gruppo di persone che sigillano anfore e corrono a cavallo. Una di queste fu Eusebio di Cesarea, vescovo della Palestina tra il 265 e il 340, che per 25 anni ha raccolto antichi manoscritti, lettere, testimonianze, attraversando da un luogo all'altro le terre del primo cristianesimo. Senza di lui un patrimonio enorme sarebbe andato perduto, e sapremmo molte meno cose sulla chiesa prima di Costantino. Tre secoli di fondamentale importanza per la nostra conoscenza sulla nascita e diffusione del cristianesimo, attraverso testimonianze di fede e di martirio, di cui anche Eusebio fu testimone oculare, fino a quando lui stesso vide l'alba della prima libertà religiosa. Con l'acume dello storico e la saggezza del pastore, Eusebio ha ricostruito la preziosa trama del cristianesimo dai tempi di Gesù e degli apostoli fino a lui, scrivendo la prima storia della Chiesa che l'umanità possiede.
Le rivelazioni della mistica sull'amore misericordioso riversato da Gesù su tutti gli uomini.
Esiste una relazione fondamentale tra l’organizzazione della vita monastica e la struttura intima della famiglia cristiana: la Regola di San Benedetto è un tale tesoro di sapienza, prudenza e santità che può essere riproposta come modello di riferimento applicato anche ad altri stati di vita, laicale o clericale, celibataria o coniugale. L’insegnamento del Vangelo richiama infatti tutti gli uomini a rinunciare a se stessi, a diventare cristiani e a essere santi nel contesto storico-sociale contemporaneo nel quale sono inseriti. Solo così la vita della famiglia potrà essere rivitalizzata sulla base della Regola di San Benedetto e l’insegnamento perenne della Chiesa cattolica.
Il presente volume vuole esporre sinteticamente l’apporto della Patrologia allo studio della teologia nei suoi vari ambiti o trattati; per questo la materia è stata disposta in dieci capitoli che corrispondono, grosso modo, all’impianto degli studi teologici per la formazione sacerdotale, allo scopo di far conoscere a coloro che si avvicinano agli studi teologici la bellezza, il valore e l’attualità della riflessione dei Padri. Pur tenendo presenti gli esiti degli studi filologici e storico-letterari, in questo volume l’oggetto della ricerca patristica non è stato ridotto alla pura filologia o critica letteraria, perché i Padri non sono semplici autori di opere letterarie, bensì autorevoli testimoni della Tradizione; per questo si è privilegiata la matrice dottrinale, spirituale, liturgica e catechetica, che meglio si adatta e illustra le opere dei Padri. Dovendo, quindi, presentare i temi della teologia patristica, dall’esegesi alla cristologia e trinitaria, ecclesiologia, antropologia, escatologia, morale, spiritualità, liturgia, catechetica, fino alla canonistica, si è preferito fare ricorso diretto ai testi dei Padri, di cui si offrono diversi estratti in lingua italiana nelle traduzioni più diffuse. Essendo questo volume destinato a coloro che si avvicinano per la prima volta alla teologia patristica, ossia coloro che Agostino amava chiamare rudes, si è evitato di soffermarsi sulle questioni adhuc sub judice, preferendo presentare brevemente le diverse problematiche adottando le opinioni più attestate tra gli studiosi.
Un rapporto di alta spiritualità fondato su una totale identità di vedute e sulla comunione ecclesiale, pur nella lontananza e nella persecuzione: questa fu la profonda amicizia tra San Giovanni Crisostomo e la diaconessa Olimpia nella Costantinopoli del IV secolo, caratterizzata da forti ferventi politici e da deleterie connivenze tra il potere imperiale e quello ecclesiastico. L'amore a Cristo e alla Chiesa li unì nel comune impegno e rese loro possibile combattere con coraggio la buona battaglia, accettandone le conseguenze con santa rassegnazione. Questo volume, dedicato alle Lettere a Olimpia, mette in luce le sfumature di una sincera e calda amicizia tra due personaggi della Chiesa delle origini, che la lontananza dell'esilio ha rafforzato e svelato nella sua salda base spirituale.
Da uno dei massimi neotomisti del secolo scorso una breve esposizione dei pilastri della sintesi filosofico-teologica di San Tommaso d'Aquino. Spesso regna parecchia confusione nel mondo filosofico e teologico riguardo quali siano i principi reggitori dell'impianto tomista. Questa riedizione, completamente revisionata e ripristinata, si impone come una guida sicura, elaborata dal genio di un indiscusso maestro quale padre Reginald Garrigou-Lagrange, alla scoperta dei pilastri della sintesi filosofico-teologica di san Tommaso d'Aquino, qui condensati nella diade atto-potenza e nel concetto ontologico di essenza.
Questo saggio di Tomas Tyn è un commento a un articolo della Summa Theologiae di san Tommaso, che Padre Tomas Tyn scrisse nel 1976 mentre era ancora studente presso la Pontificia Università “San Tommaso” di Roma. Il breve ma denso scritto presenta un interesse di prima grandezza, che va ben al di là della questione dell’immaterialità della natura angelica sostenuta da san Tommaso e si amplifica ad abbracciare la questione cruciale dell’esistenza e della natura dello spirito in generale, e quindi della natura dello spirito umano e dello Spirito divino in rapporto al mondo della materia e della corporeità, alla storia e allo spazio-tempo. La luce gettata sulla natura dello spirito si accompagna a una profonda indagine sulla misteriosa natura della materia, questo piano infimo dell’essere, per noi inintelligibile se non per il tramite della forma che la riveste e la sostenta, eppure realtà inconfutabile, in sé buona e preziosa, creata da Dio e, nel caso dell’uomo, strumento dello spirito e parte essenziale della propria felicità, contro ogni dualismo ma anche contro il materialismo.
I santi incarnano l’amore di Cristo, nella loro esperienza di fede, per poi donarlo agli uomini. È per questo motivo che le loro vite sono affascinanti: da una parte sono uniche e dall’altra tutte insieme costituiscono le meraviglie del giardino di Dio. Santa Teresa di Gesù Bambino è un fiore splendido, manifestazione della santità di Dio. La sua esperienza di fede, come ben riesce ad esprimere l’Autrice, nasce dalla sapienza con cui essa ha letto e compreso il Vangelo: essa è dottore della Chiesa in senso pieno perché ha colto con straordinaria sapienza il mistero di Dio e del suo Verbo Incarnato. Inoltre, Teresa è stata capace di tradurre il mistero dell’Amore misericordioso in un messaggio semplice, capace d’illuminare la vita anche delle persone più semplici. La sua dottrina spirituale e morale è tutta concentrata nell’adesione totale a Cristo, nell’abbandono ad un Amore senza riserve. Per affrontare tali tematiche, il libro è composto di tre parti: nella prima viene delineata una panoramica storica della vita di Teresa, soprattutto sugli anni di formazione e di educazione primaria, tracciando il profilo morale, spirituale e umano della sua famiglia; nella seconda viene descritta la levatura morale di Teresa in qualità di formatrice delle novizie, in un contesto spirituale e culturale qual’era il giansenismo; nel terzo e ultimo capitolo si è scelto di trattare il cuore della dottrina di Santa Teresa, ovvero la «piccola via» della fiducia, delle virtù fondamentali che nascono in lei dopo una vita vissuta nello Spirito, verso la riscoperta dell’essenziale: l’amore di Dio come madre e generatore di virtù.
Elisa Gentile, licenziata in Teologia Morale presso l'Accademia Alfonsiana di Roma, vive a Soverato (CZ). Attualmente insegna religione a Crotone.
Antonio Rosmini (1797-1855), il più grande pensatore italiano dell’Ottocento, è stato beatificato nel 2007. Dalla sua monumentale Psicologia – opera fondamentale della maturità – è stata ricavata questa antologia, opportunamente introdotta e commentata, sui temi più scottanti per l’uomo di ogni tempo, quali ad esempio la natura spirituale dell’anima (unità, semplicità, individualità, divinità); il rapporto dell’anima col corpo attraverso i sentimenti; la sopravvivenza dell’anima dopo la morte (che nega ogni dottrina che riduce l’anima alla materialità del corpo).
Giovanni Chimirri (Legnano, 1959), saggista, filosofo e teologo, ha studiato a Roma conseguendo tre lauree. Collabora con riviste scientifiche, dizionari e istituti di ricerca. Dirige la collana “Biblioteca di filosofia e scienze umane” (presso Bonomi Editore), ed è consigliere nazionale dell’“Associazione Docenti Italiani di Filosofia” e membro dell’“Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale”. Autore di numerose pubblicazioni, ricordiamo tra i suoi volumi: Psicologia del corpo (2004), Capire la religione (2005), Critica psicologica e morale della pornografia (2006), Libertà dell’ateo e libertà del cristiano (Fede & Cultura 2007), Trattato filosofico sulla libertà (2007), Filosofia e teologia della storia (2008), Siamo tutti filosofi (2009).
È vero: troppo tardi abbiamo riconosciuto Rosmini. E per questo ritardo molti non lo hanno potuto neppure conoscere. E la conoscenza, si sa, quando è riconosciuta, può cambiare la vita. Dunque un vuoto che questo libro, tutto fatti e cose, può colmare con la presenza viva, commovente e affabilissima di questo grande uomo che nel cuore fu umile e accessibile, con i suoi doni splendidi, a tutti. Proprio oggi per noi che, seguendo autosufficienti il razionalismo, ci siamo trovati portati al fondo del nichilismo, nella dispersione delle lingue e dei cuori; per noi che avendo ridotto la moralità a moralismo, ci siamo trovati portati all’insensibilità morale e alla sfacciata contromoralità, con un allarme educazione impellente. Proprio oggi, per noi che abbiamo invaso di noi stessi il tempio, svuotando i segni delle realtà teologiche. Questo è un libro-incontro, un libro rivelativo dell’uomo, del sacerdote, del religioso, del filosofo, del santo che SS. Giovanni Paolo II additò alla Chiesa che introduceva nel Terzo Millennio, e che Papa Benedetto XVI decretò di beatificare. Pubblica con professionalità critica e scientifica le quasi 500 testimonianze lasciate dai contemporanei di Antonio Rosmini su di lui, raccolte intorno al 1882 dal rosminiano trentino Francesco Paoli. Questo è il secondo dei tre volumi previsti: dopo le testimonianze dei religiosi ecco quelle dei Trentini, come lui, vicini a lui bambino, ragazzo, universitario, sacerdote; seguiranno infine quelle degli altri ecclesiastici e laici. Un libro “per tutti” e “per ciascuno”, chiunque e comunque sia.
L’autore, don Eduino Menestrina, nato a Merano (Bz) da genitori trentini nel 1947, rosminiano dal 1962, ha fatto gli studi secondari negli aspirantati rosminiani e al collegio Mellerio-Rosmini di Domodossola. Ordinato sacerdote nel 1974, dopo gli studi teologici interni, si laureò in storia e filosofia alla Cattolica di Milano con una tesi sulla liturgia nella catechetica di Rosmini. Fu insegnante di lettere, di storia e filosofia nelle scuole rosminiane di Domodossola,Torino, Rovereto e più a lungo a Stresa come Rettore e Preside. In questa veste fu presente alla riesumazione della salma di Rosmini nel 1997 e alle celebrazioni del Bicentenario della sua nascita. Per l’edizione critica della sue opere curò i Discorsi parrocchiali e sta preparando la Catechetica. Attualmente è rettore del Collegio Missionario A. Rosmini di Roma (Via di Porta Latina, 17).