Abbiamo sempre pensato all'ansia come a un problema: qualcosa che peggiora le nostre vite e quelle degli altri. Ma se non fosse così? Saverio Raimondo è un comico. Ma prima ancora è una persona. Ansiosa. Figlio di madre ansiosa, che a tavola esortava il suo appetito di bambino con l'invito: "Mangia, che stai morendo". Dopo essere cresciuto nell'ansia altrui, Saverio in età adulta ne ha sviluppata una sua, personale. E ha imparato non solo a conviverci e a scherzarci su, ma anche a riconoscervi una forza motrice che lo spinge a migliorarsi. Da questa esilarante prospettiva rivoluzionaria, scrive il suo personale elogio dell'ansia: in essa individua uno dei massimi fattori evolutivi dell'uomo nel corso dei secoli; rilegge in chiave "ansiosa" alcuni dei principali avvenimenti e dei personaggi più stressati della storia; rivaluta il senso di colpa come baluardo della civiltà; affronta con umorismo e ironia tutte le principali fonti di ansia del mondo contemporaneo - dal terrorismo al cibo alla privacy. Mescolando, con la sua personalissima forza comica, autobiografia, speculazioni filosofico-umoristiche e applicazioni pratiche surreali, Saverio Raimondo riabilita agli occhi del lettore uno dei mali più diffusi nelle nostre società - e quindi riabilita l'ansioso a se stesso -, producendo un arguto e divertentissimo ribaltamento cardinale: non bisogna farsi paralizzare dall'ansia, ma lasciarsi ispirare e guidare da essa. Non un manuale di auto-aiuto dunque, semmai di aiuto-aiuto. Ma senza panico.
Sono le vere star dei giorni nostri. Dettano le mode del cibo ma anche degli stili di vita. Scrivono libri, ci parlano dalla tv. La risposta (esilarante) di Antonio Albanese allo strapotere mediatico e sociale degli chef stellati.
"Alain Tonné è il maestro di tutti noi: il primo e inimitabile" - Carlo Cracco
"Alain è stato la stella polare della mia ricerca" - Massimo Bottura
In un'epoca che ha fatto di molti chef delle vere e proprie star, protagonisti di trasmissioni televisive e autori di bestseller in libreria, sembrava impossibile che Alain Tonné non avesse ancora raccontato la sua storia. Da dove viene l'ispirazione per la sua cucina, così contemporanea e allo stesso tempo così tradizionale? Come sono stati i suoi primi passi nella cucina di un ristorante? Come si è guadagnato in così poco tempo le tanto agognate tre stelle Michelin? E cosa cerca, desidera, sogna l'uomo, al di là del suo essere chef? Il nuovo personaggio di Antonio Albanese.
“È aperta La Palestra, il luogo dove allenare ed esibire i vostri muscoli satirici. Inviatemi le vostre battute sui fatti del giorno. Usate come premessa della battuta un titolo di giornale. Sceglierò quelle che mi piacciono e le pubblicherò.” Ecco l’appello di Daniele Luttazzi. Dal suo blog nasce un vero e proprio esperimento di satira, dove i protagonisti sono i lettori con le loro battute e con i loro sguardi al vetriolo su una realtà che supera di gran lunga la fantasia. In questo libro Daniele Luttazzi raccoglie le battute più riuscite, più taglienti, più esilaranti. La satira che parte dal basso.
In breve
“I discepoli decisero di passare le ultime ore a casa del Maestro. Nessuno aveva fame e al centro della tavola di marmo c’era un grosso vaso di vetro di colore bluastro: dentro, la cicuta. Stavano tutti in silenzio. Passò Santippe. ‘Allora? Vogliamo sbrigarci?’”. La storia di quegli uomini che hanno finito per cambiare il mondo e dal loro mondo non sono stati creduti… perché dicevano la verità.
Il libro
Storia della libertà di pensiero è anche la storia di quegli uomini che hanno finito per cambiare il mondo e dal loro mondo non sono stati creduti. Non sono stati creduti perché dicevano la verità, perché avevano un sogno difficile da condividere, perché avevano letto nella natura, nello spazio, nell’infinito leggi troppo pericolose da divulgare. La fama che li ha circondati dopo la condanna del loro tempo ha oscurato la loro semplice statura di uomini fra gli uomini. Ecco perché Paolo Villaggio si diverte a ricostruire biografie (immaginarie ma non troppo), fatti esemplari, frasi famose, e tutto ciò che i libri di scuola non hanno raccontato: Socrate, combattuto tra l’amore non platonico per i suoi allievi e una moglie che lo perseguita per tutta Atene; Giulio Cesare, alla ricerca di frasi memorabili per i futuri libri di storia; Gesù di Nazareth e i suoi serissimi problemi con il padre, ma quello terreno questa volta; Cristoforo Colombo all’inseguimento di mondi nuovi e giovani marinai molto attraenti; Girolamo Savonarola e i suoi: “Io non sono d’accordo”; Giordano Bruno sulle fiamme che i popolani usano per cucinare abbacchi e frittate di cipolle; Galileo Galilei e le sue preferenze in fatto di donne. E poi, chiamati a comparire in scena: Pitagora, Archimede, Pietro Micca, Maria Antonietta, Giuseppe Garibaldi, Adolf Hitler, Gandhi, Rita Levi Montalcini, Romano Prodi, Silvio Berlusconi.
Approfondimento
“La storia dell’umanità è stata caratterizzata da una continua e incessante lotta per la libertà di pensiero. I grandi filosofi greci hanno pagato a caro prezzo la loro voglia di libertà di parola. I primi cristiani sono stati mangiati vivi dai leoni, la Santa Inquisizione ha torturato ferocemente gli eretici, e poi li ha bruciati vivi. Durante il terrore la grande rivoluzione francese ha ghigliottinato i devianti. Tutti sappiamo della fine incredibile che ha fatto la grande rivoluzione russa. Insomma, il pensiero dell’uomo è sempre stato incatenato.
Questa è la più grande tragedia della storia del mondo.
Gli uomini più intelligenti non si sono mai lasciati convincere dalle false ideologie e dalle filosofie ingannatorie. Hanno conservato il loro pensiero libero di volare. Ma prudentemente non lo hanno mai espresso con scritti e parole, i più violenti ed impulsivi non ce l’hanno fatta. Questi sono i martiri di questa vicenda straordinaria.
A me piace immaginare che le cose siano andate così.”
Paolo Villaggio
Dopo aver introdotto il concetto di "golpe al rallentatore" Luttazzi aggiorna il quadro con l'esame satirico della tappa successiva: la "guerra civile fredda". Essa è il risultato del progetto reazionario, creatore di disuguaglianze e gerarchie, in atto da un ventennio nel Paese. Se risulta paradossale l'appoggio che col loro voto i cittadini italiani stanno dando alle politiche classiste che da anni li danneggiano, una spiegazione tuttavia c'è. Che Berlusconi e la Lega continuino a vincere le elezioni; An si fonda col PDL; Di Pietro cresca nei sondaggi; il PD resti inconcludente; Prodi abbia battuto Berlusconi per due volte; la Chiesa attragga fedeli da duemila anni; e Grillo riempia i palazzetti e le piazze coi suoi meet up lo si deve innanzitutto al potere di una forte tecnica di persuasione: la narrazione emotiva. Le strategie del marketing politico Usa insegnano che l'elettorato non vota in modo razionale, ma in base a suggestioni emotive. Il programma elettorale diventa secondario, se non sai come raccontarlo. Nella nuova realtà politica, la popolarità sostituisce la legittimazione; la vittoria la credibilità; e i sondaggi l'ideologia. La satira di Luttazzi esplora i cinque elementi della narrazione emotiva con una serie di casi tratti dalla cronaca più recente, mostrando come l'analisi narratologica riesca non solo a spiegare certi fatti, ma anche a prevederli. In appendice, la raccolta di vignette "Cow Crucis" del disegnatore Massimo Giacon.
Il volume raccoglie lunghi segmenti degli spettacoli in teatri e palazzetti e delle trasmissioni televisive dal "Beppe Grillo Show" su RAI uno nel 1993, a "beppegrillo.it" nel 2005, nonché undici dei principali articoli pubblicati da Grillo sulla stampa italiana dal 1993 al 2006.
Luttazzi gioca correndo a perdifiato tra pubblico e privato. È attratto eroticamente dalla stupidità di governanti e governati ed è attrattto politicamente dall'intelligenza dell'eros. E allora la repubblica delle banane di Berlusconi, i talebani, i teenager omicidi vanno assieme a serrate meditazioni sulla masturbazione, sulla penetrazione, sul leggendario tema della lunghezza del pene.
"Come Keaton e Chaplin anche Bobo è un uomo fiero, dignitoso, cavalleresco, provvisto di buoni ideali, un po' donchisciottesco, e si trova ad affrontare una realtà meschina e deludente, fatta di quella quotidianità che il nostro attuale ci fornisce: l'emarginazione, il razzismo, la perdita dei valori, certi ideali che la new economy si è ingoiata in un boccone, la pochezza di una classe politica, l'italica furbizia, il cinismo imperante. La buccia di banana su cui scivola il povero Bobo attraversando pieno di buone intenzioni la via del nostro presente si chiama in primo luogo Italia, e in secondo luogo il Partito di cui continua a essere un fedele quanto disorientato supporter." (Dalla prefazione di Antonio Tabucchi)