Ispirato all'opera di Pirandello "La favola del figlio cambiato" il lungo racconto di Maria Cannata recupera fiabe e miti, un patrimonio di storie da lei direttamente ascoltato durante l'infanzia, con lo scopo di parlare alla bambina (e al bambino) che vive in ciascuno di noi. In particolare queste storie, poste tutte alla luce della Luna, danno parola e significato alla sofferenza e al dolore che in varia misura la bambina che è in noi custodisce. Perciò l'autrice dedica questo libro a tutti quei piccoli che non hanno ricevuto le giuste parole che li fanno crescere. Tuttavia, quando anche un bambino è così povero da non avere una sua memoria e un suo significato per dire la propria realtà e la propria identità, ecco che la fantasia, tramite le fiabe e i miti, interviene e salva, salva i bambini dalla follia degli adulti. E un bambino che riesce a salvarsi, diventa a sua volta un adulto in grado di prendere in mano altri bambini e condurli verso la salvezza. Il libro è anche un omaggio al dialetto siciliano nello stile dei Consolo e dei Camilleri che hanno pienamente sdoganato questa lingua così ricca e suggestiva. Prefazione di Paola Erbice.
Il nuovo saggio di p. D?Ascenzi prende spunto dall'accostamento delle Avventure di Pinocchio e della parabola detta del "Figliol prodigo" per porre il problema della solitudine degli adolescenti e dei giovani di oggi. Sostiene che entrambe le figure rappresentano una sorta di situazione ?senza tempo? vissuta dai ragazzi, quella fuga dalla famiglia pur necessaria per imparare a conoscere il mondo. Tuttavia, la famiglia di oggi, quale sostegno affettivo reale e solidale dà ai figli? Quanto è capace di dare sicurezza a chi spicca il volo, quanto invece prevale la sola cura "materialistica" che nasconde il vuoto relazionale e morale? Le vicende di Pinocchio e del Figliol prodigo dicono che una riconciliazione è possibile: è necessario da parte degli adulti ritrovare quella dimensione attenta, affettivamente partecipe pur nella giusta distanza al cammino dei figli. Come il Padre della parabola lucana che ha seguito il principio dell'Amore e del perdono per accogliere il figlio che ha trovato il coraggio di tornare e riappacificarsi con la propria storia.
Gianpaolo Trevisi, poliziotto-scrittore, romano di nascita ma che conosce bene il nord (è in servizio a Verona ormai da 17 anni), con questo libro lancia un messaggio agli italiani affinché riscoprano il senso dell'unità di un popolo nella ricchezza delle sue differenze. Nella scelta del viaggio in treno come metafora esistenziale, Trevisi con sguardo incontaminato e nello stesso tempo disincantato, contempla l'abisso e il ridicolo che c'è in ognuno di noi. Un racconto per ogni mese dell'anno, in cui veniamo fuori noi, gli italiani. Prefazione di Antonella Elena Rossi.
L'incredibile storia di Marija, che da povera analfabeta è diventata scrittrice e pranoterapeuta, è tutta in questa ampia e sorprendente parabola. In mezzo cè un mondo intero, di vita, di esperienze, anche molto dolorose, che hanno portato Marija a toccare il fondo. Poi, però, dai lontani recessi di un'anima persa è cominciato un lungo viaggio di redenzione, tuttora in corso, che ogni giorno si arricchisce di nuove esperienze e nuovi valori sotto la guida della figura della Madonna. Dopo averla sognata, Marija riesce a scrivere il racconto della sua vita e a ricevere in dono la possibilità di aiutare i sofferenti attraverso la pranoterapia. L'autrice vuole condividere il dono ricevuto della gioia e della fede nella vita e dice: 'Solo l'amore e la fede mi hanno aiutato a essere quella che sono. Se oggi dovessi tornare indietro, accetterei ancora cinquant'anni di sofferenza per avere questa luce che sento nel cuore'. Marija Sedlakovic ha come sua meta quella di poter 'salvare' più bambini possibili, offrendo i proventi della vendita totalmente a progetti che vanno a loro in aiuto. Marija Sedlakovic è nata in Croazia (nella ex Jugoslavia) in un paesino vicino a Medjugorie il 22 gennaio del 1958. Ora vive a Verona dal 1980.
Il libro si apre con una speranza di futuro e si chiudecon un pugno di versi dal titolo: "Domani". È questo,in fondo, l'obiettivo di tutta la raccolta delle cose narrate: vivere, secondo buone regole, l'oggi per il domani. Per poterlo raggiungere bene, inserirvisi condignità e poterlo godere, con lucidità di mente. Esercitare la memoria, anche con racconti garbati eincuriosenti, significa dunque fare prevenzione sanitaria. Ed è anche questo un messaggio dei nostri vecchi: loro, il rito del raccontare, lo facevano continuamente.
"I papaveri hanno lasciato ormai il campo all'indorato mais e l'estate sta terminando il suo corso." È così che inizia la storia di Alessandro, giovane prete con la passione della filosofia. La sua vita sta per subire una svolta, che lo trascinerà in un vortice di emozioni e conseguenze inaspettate. Per la prima volta, infatti, dovrà trovarsi a fare i conti con l'unica cosa che non è preparato ad affrontare: l'amore. Una storia che ci fa sognare e commuovere, ma che nello stesso tempo si rivela profondamente reale e umana. Una storia che ci permette di ricavare spunti per riflettere sulla nostra vita e sulla nostra perenne necessità di metterci in discussione, nella costante tensione tra volontà e destino.
Nell'ottobre del 1930 un ex Ministro del Re e avvocato molto noto e stimato a Milano, viene arrestato, portato a San Vittore e poi inviato per 6 mesi al confino di Polizia, a Cava dei Tirreni. È facile parlare di "villeggiatura", ma in realtà il confinato è separato improvvisamente dalla sua vita attiva, insieme ai suoi familiari che ne condividono la sorte. Le memorie di Belotti, una toccante testimonianza dedicata alla figlia, escono ora dai più cari ricordi di una famiglia per essere conosciute e vissute, ad ammonimento che la libertà è il bene civile più grande. Postfazione di Sonzogni Ivano.
Il libro presenta una breve quanto articolata storia della musica russa con i suoi autori più importanti: da Glinka a Rachmaninoff, da Glazunov a Kabalevskij, da Cajkovskij a Prokof'ev, con intenti di alta divulgazione rivolgendosi a un lettore curioso e attento, non necessariamente musicista. "Russia porta dell'Oriente" muove dalla XV edizione di "Musica in Villa" (2009), rassegna che vuole contribuire alla crescita interculturale attraverso ideali viaggi musicali che danno voce ai compositori e ai popoli di cui sono espressione. Il testo è corredato da foto in b/n e colori e da opportune guide alle migliori incisioni per ciascun compositore trattato. Introduzione di Alberto Cantù.
Nella bassa veronese, vicino all.antica via consolare romana Claudia-Augusta, c'è un importante ospedale dove si curano i malati gravi. La psicologa Elisa Castelli, che vive con il marito e il figlio in un quartiere a ridosso delle colline di Verona, è coinvolta nella cura di alcuni di essi. A Venezia incontra periodicamente il suo analista con cui parla dei casi più complessi e di sé. Durante l'evoluzione della storia emergono i sentimenti, le emozioni e i pensieri che riversa sui pazienti che segue, ma anche cosa dà senso alla sua vita. Una situazione complicata si rivela quella di Donata Avanzi, malata oncologica, che affronta una grave crisi coniugale e anche quella di Marta Federici, un'amica dei tempi dell'università, che le confida di avere un grande dolore da sopportare. Questi ed altri personaggi ruotano attorno all'evento più importante. Si tratta dell'arrivo nel centro di cura di un'adolescente ustionata grave, che a causa del trauma ha un'amnesia su chi ha tentato di ucciderla e che dovrà compiere un difficile cammino per ritrovare un nuovo senso di integrità, tra il corpo ferito e la mente sconvolta.
La maialina protagonista di questa storia è veramente esistita in una fattoria inglese del North Yorkshire. I padroni della fattoria, molto sensibili ai suoi problemi, l'hanno aiutata a vivere meglio e ad esprimere le sue abilità come gli altri maialini del loro allevamento, ricorrendo ad uno stratagemma del tutto singolare e curioso. Questo piccolo libro è consigliato dalla prima alla terza classe elementare, mentre per gli argomenti educativi e la ricchezza lessicale è raccomandabile anche alla classe quarta. Età di lettura: da 6 anni.
Il libro è un esempio di catechismo della prima metà dell'Ottocento e uno scritto importante, finora inedito, per le Sorelle della Sacra Famiglia, redatto da Sofia Gagnère e sperimentato negli anni passati insieme al gruppo ispirato a Maddalena di Canossa. Questa proposta catechistica si è inserita nella società e nella Chiesa del tempo, siamo a Verona, dando una risposta efficace alla "fame di Dio" presente nelle donne del primo Ottocento veronese. In questo spazio femminile - un gruppo di donne che si fa carico di altre donne per costruire insieme un frammento di storia umana e cristiana è germogliato il progetto educativo di Leopoldina Naudet, fondatrice dell'Istituto "Sorelle della Sacra Famiglia". Il catechismo è completato in appendice da: una fonte biografica sulla Gagnère; il metodo delle scuole, scritto dalla Naudet in cui è presentato il più ampio progetto educativo all'interno del quale prende vita la proposta catechistica delle Sorelle; infine, una presentazione sintetica della catechesi canossiana.
Istantanee di un passaggio esistenziale, uomini che cercano la salvezza, il riscatto di un'intera vita nel rapporto con una donna. Si potrebbero riassumere così le sedici brevi storie che nascono dai profili maschili e dalle loro relazioni con il mondo femminile, narrati in questo libro. Anna Capozzo, dirigente della Questura di Verona, traduce situazioni come se fossero immagini, e le fa vivere analizzandole singolarmente, con fascinosa precisione. Augusto è depresso, perché? Rocco lotta contro il tempo, cosa cerca? Nicola è preso dai rimorsi, e allora? Alfredo si lascia sfruttare, come mai? Tanti altri nomi, e tante altre storie, raccontate con maestria e partecipazione. L'elemento acqua, simbolo primigenio del femminile, torna con prepotenza nell'ultimo racconto che offre un senso al titolo: "Tuffatori". Finalmente, per l'uomo, il maschio, nasce la possibilità di dire alla donna: "Fidati di me, lasciati andare, sarò io a condurti questa volta, tuffati con me nel mare della vita!". Un'"immersione" che apre a un finale aperto, con il protagonista sospeso per un attimo in quel libero spazio vuoto, occasione di autentica libertà.