I romanzi di Voltaire sono accomunati da un filo conduttore: quello di un processo di formazione del protagonista che si compie attraverso molteplici esperienze, prima fra tutte quella della diversità. Tutti gli eroi di Voltaire sono grandi viaggiatori, per necessità o per curiosità, e tutti sono disponibili all'osservazione etnologica e alle discussioni filosofiche, politiche o metafisiche. Quest'esperienza suscita la riflessione: ciò che di cui all'inizio si era sicuri non appare più certo, cadono alcune preclusioni, gli orizzonti si allargano, il giudizio si fa più duttile e complesso, si afferma l'idea della relatività di ogni norma e giudizio e lo scetticismo, morale e metafisico, sostituisce il dogmatismo iniziale.
È il racconto di Montparnasse e di Montmartre dagli inizi del secolo agli anni Trenta (con particolare attenzione agli anni Venti). Franck procede per ritratti molto sintetici di tutti i protagonisti della vita artistica parigina. Non è un libro storico ma una miniera di aneddoti ricavati da fonti di prima mano e da studi sull'epoca. Il filo rosso che lega la galleria dei ritratti è dunque l'intrecciarsi delle vite e degli incontri di artisti e scrittori in un momento irripetibile.
Nel secolo XI, un logico e teologo di fama europea, chierico e canonico della cattedrale di Parigi, incontra una figura eccezionale per il medioevo: una giovane donna altrettanto famosa per cultura e intelligenza. La storia d'amore di Abelardo e Eloisa ci è nota attraverso una sorta di autobiografia in forma epistolare e le lettere che i due amanti, separati dal destino, si scambiarono nel corso degli anni. La loro corrispondenza è scritta in modo così mirabile, con tale libertà d'espressione ed è così vicna al nostro modo di sentire che a più riprese gli studiosi ne hanno messo in dubbio l'autenticità.
Spirito eclettico, sensibilità vibratile e inquieta, Nodier ha dato un notevole contributo, ricco di implicazioni drammatiche, alla letteratura fantastica, sintetizzando nella sua scrittura le polarità di un'epoca già romantica nel temperamento, ancora classica nel gusto. Onirica e visionaria, la sua opera narrativa riflette le paure e i traumi che accompagnarono il disfacimento di un mondo travolto dalla rivoluzione. Il "bestiario" notturno demoni, fantasmi, streghe, vampiri - evocato dall'autore appartiene a un'economia del fiabesco e del macabro, ma nelle figure mostruose degli incubi e dei sogni affiorano anche i ricordi del sangue versato negli anni del Terrore.
Qual è l'oggetto della satira di questa commedia? I medici o il malato? L'uno e gli altri. La mania del malato coincide con quella dei medici, è esattamente la stessa; Argante e i suoi terapeuti sono soltanto il tramite di una dolorosa realtà che li trascende: l'illusione umana. Ultima opera di Molière, "II malato immaginario" mette in scena non più i "caratteri", ma tutto l'uomo nel suo momento più tragico, quando è vittima dei propri miti. È il testamento che Molière lascia morendo; lo lascia da par suo, con gli intrighi di sempre, naufragato e nascosto nella beffa e nel riso, nel gioco di prestigio tra finzione e realtà, o meglio tra finzione e finzione della finzione, che è l'amara filosofia di tutto il suo teatro.
Tutto il racconto è una fantasia nata dalla contemplazione del monumento gotico, quasi una trasposizione letteraria dei valori dell'architettura. L'autore mescola fatti storici e sentimento, mostri e fanciulle, bassifondi e cattedrali, in un vortice di avvenimenti incalzanti. E' la vicenda di una creatura bellissima (Esmeralda, zingara semplice e ingenua) contesa da un gobbo (Quasimodo, deforme campanaro di Notre-Dame) e da un prete innamorato (l'arcidiacono Frollo). Intorno a questi personaggi, che il sacrificio non riscatta alla fine, si agita la folla dei bassifondi parigini, tumultuosa, sarcastica e brutale.
Ambientato a Cartagine, il romanzo alterna tinte cupe e squarci luminosi animando storie di amori e di guerre, di orrori e passioni, di magie e di superstizioni. E sopra a tutto campeggia la vicenda della vergine sacerdotessa Salambò, promessa sposa del guerriero Narr'Havas, e del suo misterioso rapporto con Matho, il ladro del sacro velo, talismano della potenza di Cartagine. Quando il velo sarà tornato al tempio, Cartagine salvata, la vittoria celebrata e Matho portato al supplizio davanti a Narr'Havas e Salambò, lei fisserà lo sguardo negli occhi morenti e senza una parola morirà insieme a lui.
"Celebrazioni" raccoglie prose di varia natura del grande scrittore francese, tutte accomunate dalla curiosità dell'autore per la bellezza degli esseri e delle cose, da un'inesauribile ricerca intellettuale tra le bizzarrie del mondo, dal modo di camminare dei quadrupedi alla vita sentimentale degli alberi, dall'apologia del ginocchio alle deambulazioni notturne dei ricci.
Diane Thiberge ha 29 anni. È una single bionda e bella, specializzata nello studio degli animali da preda. Quando decide di adottare in Thailandia un bambino di cinque anni, Lu-Sian detto Lucien, non sa che per lei sta cominciando un incubo. Lucien, ferito in un incidente automobilistico, cade in coma e, intorno al bambino, si sussegue una sequenza di morti misteriose. Diana inizia a cogliere i contorni di un terribile complotto e per salvare il bambino e se stessa dovrà riuscire a scioglierne il mistero. La pista che segue, indizio dopo indizio, è un viaggio nel passato, verso le origini dell'umanità.