È possibile spiegare in maniera ontologica il perché di una “pari dignità di essere” tra uomo e donna, che non è uguaglianza ma differenza complementare? Ebbene, è questo il fine di una tale opera: presentare e approfondire una tematica quanto mai attuale, quella della “differenza di genere”, col contributo delle antiche e moderne teorie filosofiche. Ci si propone così di comprendere quanto la naturale dissomiglianza sussistente tra uomo e donna e le peculiarità del genere finiscano per determinare le modalità dei rapporti umani; di capire l’operatività tramite la quale uomo e donna, in virtù di queste stesse tipicità biologiche, si rendono protagonisti dell’ambiente culturale, sociale, politico, scientifico in cui vivono; di valorizzare il giusto equilibrio dei sessi che, nella dinamicità del reale, si traduce in contributi che sono insieme maschili e femminili.
Miriam Rocca, è docente di storia e filosofia nelle scuole superiori. Come autrice del saggio Il volto femminile della filosofia edito da Rubbettino nel 2010 (secondo posto al premio nazionale di filosofia “Le figure del pensiero”, VI edizione), ha analizzato il ruolo svolto dalle donne nelle vite dei grandi pensatori del passato. È socia della Società Filosofica Italiana.
L'interruzione volontaria di gravidanza: tra miti e realtà, ideologia e scienza. Risposte pro-life ad argomentazioni pro-choice". "
"Non possono esistere tentennamenti, dubbi, filosofie, opinioni diversificate perché, come diceva Madre Teresa di Calcutta, ogni aborto è un assassinio. Eppure Madre Teresa ha visto sfruttamento, strumentalizzazione, miseria, morte dell'infanzia, ma, nonostante ciò, mai, in nessuna situazione, ha cessato di predicare l'aborto come sinonino di assassinio. [...] E il diritto? Cosa ne fa il diritto della equazione di Madre Teresa di Calcutta tra aborto ed assassinio? È evidente che, se limiti a questa equazione sono conosciuti dalla morale e dalla filosofia, a maggior ragione non possono non appartenere al mondo del diritto, di quello secolare però, non di quello canonico." (dalla Presentazione di Carlo Taormina).
Un testo di neuroscienze. In lingua inglese.
Occuparsi di bioetica significa occuparsi di vita. Il dolore e la sofferenza sono esperienze di vita, esperienze umane che richiamano il tema della disabilità. La disabilità pone l'accento sulle diverse abilità, sulle risorse sane e non sul limite. Il soggetto disabile e/o diversamente abile è colui che è diversamente sano. La parola chiave è la diversità di chi è sano, non solo di chi è malato. Ciò fa dire che è normale non solo colui che è sano ma anche colui che è malato. Poiché la normalità, come sostiene G. Crocetti, attiene alla capacià di gestire con una certa sicurezza le proprie insicurezze.
Cosa può guidare la valutazione bioetica di pratiche, come le mutilazioni sessuali, cariche di una così forte connotazione culturale? Si possono "giudicare" le culture? Può esistere un "linguaggio comune" in questi argomenti? Fra le intricate trame delle mutilazioni genitali femminili (MGF), il testo, con una prospettiva "tutta al femminile", si propone di analizzare, senza esaurire, questo difficile tema sotto un punto di vista multidisciplinare che tiene a cuore la donna nella sua totalità.
La questione aborto, dopo la sua legalizzazione in Italia, è considerata chiusa da tempo: rimossa, cancellata. Si tratta invece della prima causa di morte in Europa: un aborto ogni 11 secondi. Dieci saggi esaminano l'aborto legale come non viene mai raccontato. Nei suoi controversi aspetti giuridici, nella carica distruttiva che reca con sé, nel rifiuto che è in grado di opporre all'altro. In quali termini si può parlare di una vita prenatale? Quali sono gli effetti della sofferenza post-abortiva? Esiste una relazione tra difesa della vita e democrazia? Il testo offre un approfondimento pluridisciplinare attraverso contributi che affrontano molteplici aspetti della questione: dalle implicazioni filosofiche e politiche dell'aborto di Stato alle misure di sostegno alla maternità difficile, dalle questioni di carattere giuridico della legislazione abortista ai problemi poco noti della cosiddetta "contraccezione d'emergenza" e dell'eutanasia prenatale.
Sempre più spesso, si parla di biopolitica. Molte volte, però, senza sapere che tale concetto trova la sua origine e il suo significato nella bioetica. È opportuno far chiarezza su questo aspetto fondamentale, onde evitare interpretazioni improprie ed utilizzi scorretti. Soprattutto, da parte di chi già la riduce miseramente a una nuova "tendenza" della politica contemporanea. La biopolitica non è una moda, il cui "costume" va indossato per dimostrare di essere al passo con i tempi. Al contrario, è una prospettiva pratica di "fare politica" sulle questioni della vita umana che mira a coinvolgere tutti. Alla luce di questa esigenza, è necessario seguire un percorso espositivo finalizzato a definire la biopolitica e a individuare importanti aspetti per la sua piena comprensione. Tra questi, in maniera particolare, vanno segnalati: la crisi etica della politica e le interconnessioni tra globalizzazione, poteri, democrazia e diritti umani. In questo modo, si avrà una visione più vasta e attualizzata della politica, così da far emergere che la politica stessa riguarda ogni persona umana: sia nel suo senso generale, sia in quello particolare della biopolitica.
Questo libro raccoglie i primi cinque anni di storia della Associazione La Quercia Millenaria, un Centro di Assistenza nato per sostenere le gravidanze fortemente patologiche, con una particolare attenzione ai quei piccoli ancora nel grembo materno, definiti dalla scienza incompatibili con la vita a causa delle gravi malformazioni che presentano.
La Quercia Millenaria si pone nel panorama internazionale come unico Hospice Perinatale in Italia, proprio per questa sua particolarità nel prendersi cura dei feti terminali e soprattutto delle famiglie che li accolgono con amore, proprio perché figli amati, in difficoltà, bisognosi di amore e sostegno nel momento in cui la loro nascita coincide drammaticamente con la loro morte.
Sommario: Introduzione alla nuova edizione, 7 - Prefazione di S.E. Mons. Angelo Comastri, 9 – Testimonianze, 13 – Studio: Il figlio terminale di Giuseppe Noia 191.
A vent'anni dalla Convenzione delle Nazioni Unite (20 novembre 1989) sui diritti del fanciullo è più che mai urgente ed attuale una riflessione attenta e puntuale sulle questioni che riguardano l'infanzia. Mettere l'accento sul rispetto dell'inviolabilità della dignità e dei diritti dei bambini, sul riconoscimento della famiglia come "culla" dell'infanzia, sull'emergenza infanzia in psicologia, ecc., sembra, allora, utile per impegnarsi a scongiurare la crisi che inevitabilmente colpisce per primi i più vulnerabili: i bambini.
Potrebbe sembrare alquanto strano accostare in un titolo un Pontefice della prima metà del XX secolo con una scienza tanto nuova quanto dibattuta ed attuale come la bioetica. Il rapporto tra Pio XII e la bioetica è almeno duplice. Da una parte, i temi che il Papa tratta rientrano a pieno diritto tra le tematiche "classiche" di questa disciplina. Ma non è soltanto perché Pio XII parla di temi come aborto ed eutanasia che si può fare questo accostamento: è evidente il tentativo del Papa di utilizzare un metodo nuovo nell'approcciare queste tematiche, un metodo che, pur comprendendole, si distacca dalle singole discipline della Teologia Morale, del Diritto e della stessa Scienza positiva.