Una giovane docente di teologia ottiene una cattedra in un'università cattolica della Pennsylvania e, cercando casa nella cittadina sede del campus, finisce in un quartiere abitato da una numerosa comunità di ebrei ultraortodossi. Tra la famiglia cattolica e i vicini ebrei si stabiliscono in breve ottimi rapporti, che per l'autrice sono l'occasione per assistere e partecipare a una vita religiosa lontana ed estranea, ma anche per cercare di comprenderla, di commisurarla alla propria. Nasce così questo libro singolare, diario di esperienze di vicinato che si fa riflessione sull'ebraismo, sul senso vero dei suoi rigidi riti (dalle prescrizioni alimentari a quelle del sabato, alle feste, alle norme severe che regolano le relazioni fra i sessi) e insieme sulle somiglianze e differenze con il cristianesimo.
Obiettivo di questo volume è operare una ricognizione esaustiva intorno alla realtà sociale dell'insediamento ebraico all'interno della comunità medievale umbra. Lo spoglio di fonti, per molto tempo trascurate dagli studiosi, consente ad Ariel Toaff di analizzare nel concreto la reciproca influenza tra l'elemento ebraico e la società cristiana circostante, di superare il luogo comune che vuole la comunità ebraica come un'entità unica ed unitaria, priva di articolazioni interne, e di cogliere il carattere peculiare di un nucleo la cui descrizione in termini di "minoranza" non può essere che inadeguata. A emergere dallo scavo in profondità dell'autore sono tradizioni, rituali, usi connessi con il matrimonio, l'idea della morte, le interrelazioni sociali, i rapporti quotidiani con la comunità cristiana, che vengono restituiti in una densa e suggestiva ricostruzione storica.
Gli ebrei sono caratterizzati dall'aspirazione a essere un popolo unito, ma hanno sempre conosciuto divisioni e separazioni interne; è un susseguirsi di persecuzioni, che tuttavia non hanno piegato la forte identità collettiva. Attraverso la religione e i riti, le tradizioni e le vicende storiche, l'autore spiega le ragioni della specificità ebraica, e mostra il grande contributo di un popolo che ha contribuito a fondare e sviluppare la cultura occidentale.
La Kabbalah - che in ebraico vuoi dire "ricezione" - è il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche dell'ebraismo. Essa mira a creare un contatto più diretto e più intimo col divino, reso possibile attraverso un disvelamento che segue molteplici vie: dall'analisi delle Sacre Scritture, la Torah, per scoprire il significato recondito e profondo delle narrazioni in essa contenute, fino alle pratiche di elevazione estatica volte ad avvicinare la presenza divina. La Kabbalah, che ha avuto in molo determinante nello sviluppo delle concezioni del messianismo e della redenzione nella storia del pensiero religioso ebraico, ha lasciato un imponente corpus letterario che, da poco più di mezzo secolo, è stato riscoperto ed è oggetto di edizioni critiche rigorose. Scopo di questo volume è esporre in modo semplice e accessiblle i capisaldi del pensiero kabbalistico nella sua evoluzione storica, mettendone in luce le molteplici interazioni con il pensiero religioso, filosofico e scientifico europeo.
Quando sul finire del Duecento il rabbino spagnolo Bahya ben Aser compose il suo "Commento alla Torah", egli interpretò la Scrittura attraverso un sistema a più livelli, capace di utilizzare le "vie" esegetiche classiche della tradizione rabbinica, di abbracciare la "via dell'intelletto" (il discorso esegetico della scienza e della filosofia) e di aprire, al culmine della lettura, la "via della qabbalah": il discorso esegetico della tradizione esoterica, relativo ai "segreti della Torah", trasmesso dalle diverse scuole dei cabalisti. Tale carattere inclusivo e divulgativo fu senza dubbio uno dei motivi della popolarità che il testo riscosse nel mondo ebraico (e non solo); ed è ciò che rende tuttora estremamente interessante la sua disamina.
Il testo tratta del periodo storico che va dalle origini alla distruzione del secondo Tempio nel 70 dopo Cristo, evento che diede inizio alla diaspora. Il volume riporta gli avvenimenti storici di cui parla l'Antico Testamento, le prime fasi dei regni di Giuda e di Israele e il tempo dei profeti, il periodo della cattività babilonese, la rivolta dei Maccabei ed Erode, terminando con la conquista di Gerusalemme da parte dei romani e la distruzione del secondo tempio. Il volume unisce alla narrazione dei fatti anche una esposizione delle strutture fondamentali della politica, della società, dell'economia e della religione che caratterizzarono la vita del popolo ebraico nell'età antica.
Dalla fine del Settecento il percorso dell'ebraismo è stato caratterizzato da una serie di migrazioni da una cultura all'altra, dallo shtetl alla metropoli, da Oriente a Occidente. Gli ebrei orientali in Europa si sono trovati ad affrontare un destino spesso tragico e singolare. Gli intellettuali ebrei occidentali, invece, sono andati alla ricerca di possibili radici perdute e comunque di una prospettiva diversa verso Oriente. Questo volume si confronta con una serie di problemi connessi alla questione del rapporto fra Est e Ovest in prospettiva ebraica.
Che cosa significa essere ebrei? Nel rispondere a questa domanda il volume ricostruisce la storia del popolo ebraico, della sua religione e della sua cultura. Una vicenda iniziata 2000 anni prima della nascita di Cristo con l'insediamento di una tribù semitica nella terra di Canaan. L'esperienza dell'esilio, la distruzione del tempio di Gerusalemme ad opera dei romani, la diaspora, l'Olocausto, le sfide attuali: momenti fondamentali di un percorso che gli autori seguono con acume ed empatia, organizzando il racconto sul doppio registro degli eventi storici e delle correnti di pensiero teologico e filosofico mettendoci così in contatto con una delle tradizioni culturali che più hanno impregnato la nostra civiltà.