Luigi Sturzo (Caltagirone 1871-Roma 1959) fu politico di elevata statura morale e intellettuale animato da forte passione civile, oltre che esemplare personalità spirituale. In questo volume è studiata la prima espressione concreta del suo impegno politico, vale a dire il programma municipale col quale, all'inizio del Novecento, egli intendeva riportare i cattolici a essere fattivamente presenti in seno alla società. Per questo, a Caltanissetta, tra il 5 e il 7 novembre 1902, radunò i consiglieri comunali e provinciali che erano stati eletti in liste civiche d'ispirazione cattolica, guardando già a un partito municipale capace di garantire un'efficace rappresentanza degli ideali sociali di matrice cristiana negli enti locali. Di fatto, in quell'occasione, sorse l'embrione di quello che sarebbe stato poi il Partito Popolare Italiano.
Come funziona il lavoro psicoterapeutico, e più ampiamente clinico? Che cosa lo caratterizza? Che cosa può produrre il cambiamento terapeutico? Sulla base di tali interrogativi il volume esplora a fondo il «fare gruppi» come dimensione delle relazioni umane, definendo le condizioni ottimali perché il dispositivo gruppale sia efficace e risponda ai bisogni per i quali è stato attivato. Nella riflessione sui diversi aspetti del suo funzionamento, di particolare importanza il problema della operatività clinica, della formazione dei terapeuti, della correttezza della prassi operativa, della ricerca e dei side effects, ovvero come far sì che il gruppo corrobori i processi di crescita ed evolutivi e non rafforzi invece spinte regressive.
Il diritto penale «totale» è invocato in ogni situazione come intervento salvifico e, soprattutto, quale preteso rimedio -politicamente e mediaticamente remunerativo - a vari mali sociali. Una simile espansione del sistema penale comporta il sacrificio dei principi fondamentali di garanzia, con l'aiuto del vigente clima di populismo e giustizialismo. Il diritto penale totale è senza legge: all'opera di definizione dell'illecito partecipano fonti non solo normative o giurisprudenziali, ma anche di natura sociale e perfino legata a formule algoritmiche. Emergono nuovi paradigmi punitivi quali discriminazione, minoranza, vittime del passato, vittime del futuro. È senza verità: la verità assoluta su cui si costruisce una norma penale condivisa dai consociati è sostituita da tante verità relative che danno origine a sistemi penali differenziati, accentuando così le divisioni sociali e i connessi conflitti. Prescinde dalla colpa individuale: una sanzione è meritata non tanto per ciò che il soggetto ha fatto colpevolmente, quanto piuttosto per ciò che il soggetto è, per origini e storia, per il suo ruolo nella società, per la sua pericolosità sociale. Da qui, il binomio puro/impuro che oggi ha sostituito il binomio innocente/colpevole. In una simile situazione, lo sviluppo dell'attività di normazione privata (protocolli, linee guida, modelli organizzativi, codici di condotta) può essere una soluzione per cercare di recuperare il valore di civiltà dei principi basilari di responsabilità colpevole individuale e di certezza del diritto. Prefazione di Tullio Padovani. Postfazione di Gaetano Insolera.
Non ci si pensa, ma invecchiare significa anche vivere più a lungo di altri ed entrare in una età della vita dove non sempre si può contare su esperienze altrui, consolidate e condivise. Invecchiare richiede perciò una buona dose di consapevolezza e una disponibilità ad apprezzare le diverse prospettive che la vecchiaia offre. Martha Nussbaum e Saul Levmore, amici e colleghi di lunga data alla Chicago Law School e protagonisti di animate diatribe intellettuali, affrontano qui quegli argomenti, solitamente affidati a confidenze sussurrate o a riflessioni solitarie, oscurati nello spazio pubblico, legati come sono allo stigma sociale che accompagna la senilità. Prendendo a modello i dialoghi di Cicerone, gli autori si confrontano, talora con opinioni molto divergenti, su cosa significa, da vecchi, coltivare amicizie e amori, darsi alla filantropia e al volontariato, andare in pensione, scegliere alloggi assistiti, ricorrere alla chirurgia estetica, destinare la propria eredità, mostrando come la messa in comune e la discussione non solo siano utili, ma possano costituire anche uno dei grandi piaceri dell'invecchiare.
Parola antiquata, astratta, scomparsa o quasi dal linguaggio della vita privata e, cosa ancora più grave nelle sue fatali conseguenze, dalla vita pubblica, la saggezza sembra riportarci a modi di vivere superati, in un’era ormai dominata dalla fretta e dall’accelerazione. E allora cosa può significare oggi vivere in modo saggio? Per Eugenio Borgna non è solo ascolto dell’intelligenza, razionalità nei giudizi e nel comportamento, ma anche capacità di scendere negli abissi della nostra interiorità, lì dove si intrecciano, insieme agli sconfinati rivoli della ragione, immagini e inclinazioni impensate, inquietudini del cuore, passioni ed emozioni. Un libro poetico, carico di umanità, che anche attraverso le voci dei classici – da Socrate a Schopenhauer, da Agostino a Montaigne, da Rilke alla Arendt – ci racconta una saggezza che si nutre prima di tutto del «conosci te stesso».
Quante volte una dimenticanza o un impercettibile ritardo nel compiere un'azione hanno conseguenze importanti o addirittura drammatiche? È ciò che i matematici chiamano caos, un concetto che ha un'origine assai remota nel pensiero umano, condizione della bellezza della natura per i filosofi presocratici, forza speculare all'armonia nel taoismo. Il libro racconta il cammino che ha portato i matematici a formulare la teoria del caos per individuare l'origine dell'incertezza e del caso che ritroviamo in moltissimi sistemi naturali e sociali.
Alle tecnologie digitali si è guardato come a una delle leve principali per il miglioramento della scuola. È proprio così? Alcune delle più importanti aspettative, come quella di incrementare i livelli di apprendimento degli studenti, non hanno trovato finora un riscontro negli studi scientifici internazionali; per altre manca un'adeguata valutazione. Discutendo i limiti cognitivi e sociali del digitale a scuola in un contesto di connessione permanente, l'autore sviluppa una visione alternativa del ruolo del digitale nell'esperienza educativa: prima ancora che fare didattica con le tecnologie è urgente educare all'uso consapevole dei media.
La Marilyn Orange di Andy Warhol è un quadro semplice: un viso apparentemente statico e popolare diventa mobile, pulsante e raffinato, pienamente inserito nella storia della pittura e teso a parlarci del desiderio. Non soltanto del desiderio erotico, ma più generalmente del desiderio dell'altro. Una tensione che si traduce in azione e reazione, attrazione e paura, impulso alla tenerezza ma anche all'aggressività. Quasi una voglia di divorare e divenire l'altro, destinata, proprio per i suoi lati complessi e pericolosi, a rimanere sempre incompiuta. Ma proprio questa mancata soddisfazione spinge al fare, al pensare, al volersi perfezionare. Come accadde ai due protagonisti di questa icona, Marylin Monroe e il suo autore, e come anche ci insegnano secoli di letteratura sul percorso amoroso.
Che cos'è l'Europa? Un'entità geografica, un patrimonio storico, una costruzione ideologica? Tutto questo insieme: una cosa dai tratti imprecisi ma concreti, che si è venuta formando nel corso dei millenni. A partire dal termine stesso e dalla definizione dell'ambito spaziale, il libro illustra gli snodi, i processi e le trasformazioni principali che hanno condotto all'Europa di oggi: dall'eredità del mondo greco-romano alla diffusione del cristianesimo, allo sviluppo delle città e degli stati, dall'espansione coloniale alle rivoluzioni e ai nazionalismi, dai totalitarismi novecenteschi all'Unione europea.
Far politica con le immagini: bene comune, giustizia e pace contro bene proprio, violenza e paura.
Nel Medioevo il diritto all’immagine appartiene soprattutto ai protagonisti del mondo religioso, della Chiesa come delle Sacre Scritture, o a grandi personaggi laici e famosi. Con gli affreschi di Palazzo Pubblico a Siena Ambrogio Lorenzetti ci propone una straordinaria novità, rappresentando gente comune, senza storia. Ad essa per la prima volta è affidato il compito di illustrare la ridente vita in città e in campagna assicurata dall’ottimo governo dei Nove. Non importa che la realtà, ben diversa, fosse fatta di carestie, rivolte, corruzione. Nella prestigiosa Sala dei Nove i cittadini e i contadini senesi del tempo – siamo intorno al 1338 – vedono raffigurata una città orgogliosa dei suoi splendidi palazzi, una lieta e fertile campagna dove vecchi e giovani, donne e bambini, e poi artigiani, mercanti, nobili e intellettuali, contadini e pastori sono partecipi di una convivenza operosa e felice. è il trionfo del Bene Comune, e della guida illuminata dei governanti cittadini. Dove invece ognuno tende al bene proprio ecco infuriare un corteo nefasto: anarchia, violenza, distruzione, soprusi, guerra. Un capitolo vivo di storia medievale, ma non solo: additando il pericolo della Tirannide e le sue conseguenze, questo grande manifesto politico ha parlato a tutte le epoche, e oggi parla a noi con voce particolarmente forte.
Nella scoperta del capolavoro di Ambrogio, ad accompagnare il lettore un ricchissimo corredo di immagini smaglianti.
L'attività di lobbying caratterizza tutti gli attuali processi decisionali: per la sempre maggiore presenza dello Stato nella società e nell'economia, che induce gli interessi ad organizzarsi e a «premere» per soddisfare le proprie richieste; per il venir meno del ruolo di cerniera tra società e istituzioni svolto dai partiti politici; per il riconoscimento di diritti e libertà fondamentali connessi all'associazionismo. Il libro offre un'ampia analisi, aggiornata e organica, degli strumenti e delle strategie di lobbying ricorrendo a casi concreti, procedure ed esempi pratici; esamina e sistematizza inoltre le numerose normative presenti a livello mondiale, fornendo allo studioso e all'operatore un utile manuale di riferimento.
Lo spread potrà mai superare alef con zero? E quando questo accadrà, la Borsa saprà resistere? Il crollo si annuncia disastroso. Dove allora proteggere i risparmi, se non investendoli in un alef ancor più grande? Scenari da fantascienza. E in verità gli alef appartengono alla matematica più astratta e fantastica. Sono numeri, con le loro formule e i loro teoremi, tuttavia infiniti, fratelli maggiori degli 1, 2, 3... che si usano in finanza. Alef con zero è il più piccolo, ma altri gli si accodano. Sono pieni di misteri: chi tra loro è per esempio 2 alla alef con zero? Non sono un incubo, né turberanno mai le nostre economie. Vale però la pena di conoscerli, per apprezzare la genialità di chi - il matematico Georg Cantor - seppe idearli.