Un percorso di approfondimento alla scoperta del Credo, del Padre Nostro e dei Dieci Comandamenti, per una preghiera più consapevole.
Un filo rosso attraversa, e unifica, i "pezzi" di questo volume (che, comunque, il lettore potrà consultare uno ad uno): la Parola di Dio è eterna, ma il nostro modo di interpretarla muta col tempo. Nella storia della Chiesa molte interpretazioni sono diventate filologicamente insostenibili così che il messaggio originario si è appesantito di incrostazioni storiche che lo rendono inaccettabile. Troppa gente oggi esce dalle chiese sbattendo la porta. Da qui il compito perenne di liberare la Parola da molte parole umane, troppo umane, soprattutto clericali. Anche se alcuni non se ne sono accorti, il medioevo è finito e con esso anche certe grottesche carnevalate.
Giovanna Meneghini (1868-1918), figlia di pastori, dai tre anni risiedette a Breganze (VI) con gli zii, lavorando duramente e testimoniando la propria fede in umile spirito di servizio, soprattutto a sostegno delle ragazze e delle donne più svantaggiate. Chiamata ancora giovane da Dio ad avviare una nuova Congregazione religiosa, dopo 19 anni come consacrata Orsolina, nel 1907 diede inizio a una realtà di Sorelle che vivevano, in forma comunitaria, la spiritualità di Sant’Angela Merici: la corrispondenza all’amore di Cristo Sposo, nella fraternità e nella carità verso tutti, con un’attenzione particolare alla promozione del mondo femminile. La povertà, la fragilità fisica, la mancanza di appoggi sociali, il difficile contesto segnato da ostilità verso la Chiesa e conflitti interni ad essa (tra cattolici intransigenti e moderati) non impedirono a Giovanna di realizzare la volontà di Dio fondando le Suore Orsoline SCM per la salvezza e la santificazione della classe popolare femminile.
Antonietta Meo è una bambina vivace, intelligente e sensibile. Vive l'ultimo periodo della sua vita con intensità e tanto amore per Gesù a cui scrive ogni giorno una letterina. È la più giovane venerabile nella storia della Chiesa. Età di lettura: da 7 anni.
Quando Cleopa e compagno riconoscono nel pellegrino, che a loro si accompagna, Gesù risorto? Se è vero che "i loro occhi si aprirono" in casa al momento della frazione del pane, è altrettanto innegabile che il loro cuore, la loro capacità intellettiva, si era già attivata durante il colloquio con lui, lungo la strada. Già nel dialogo col maestro, alla luce delle Scritture da lui interpretate, essi comprendono che i tragici eventi occorsigli a Gerusalemme hanno un posto nel piano salvifico di Dio. In fondo il segno, il gesto della fractio panis ri-svelerà quello che il Risorto aveva già rivelato loro lungo la via per Emmaus. Alla luce di quest'intuizione, il testo si prefigge di mostrare che il processo d'identificazione dei due discepoli di Emmaus è stato anzitutto di tipo ermeneutico-biblico. I loro occhi erano impediti a riconoscere il Risorto per la loro incapacità a interpretare la storia del loro maestro come compimento di "Mosè e dei Profeti" (Lc 13,25-27). In questo senso è interessante cogliere il rapporto tra il momento orale-ermeneutico dei vv. 25-27 e quello gestuale del pane spezzato al v. 30. Grazie all'analisi letteraria ed esegetica e al conseguente commento teologico-spirituale, l'autore invita il lettore a partecipare al "viaggio del cuore" dei due discepoli per riconoscere il Risorto nelle Scritture e nella frazione ecclesiale del pane.
«È un qualsiasi meriggio d'estate, attorno al 1960. Una vecchia incisione, un giradischi a batteria ed il rinforzo della fisarmonica di Bruno, il sagrato della Chiesa diviene l'aperto teatro della lezione di musica. Attorno il silenzio dei boschi e, all'orizzonte, la dolce giogaia dei monti che delimitano il Mugello. Si "esegue" il Concerto Imperatore di Beethoven. Sulla partitura, trascritta sul grande rotolo, la canna del priore segnala le note. Ragazzi ed amici studiano come sempre la materia, questa volta cantata a pieni polmoni. Un miracolo della volontà e dell'intelligenza: una scuola aperta, se- vera, gioiosa». (Gian Carlo Melli)
È notevole l'interesse di Giovanni Crisostomo al tema della parrhesia. Non solo per la frequente ricorrenza del termine nella sua produzione omiletica, ma soprattutto per la ricchezza contenutistica che egli le riconosce. Erede della semantica politica, che indicava nella parrhesia il diritto del cittadino ateniese a parlare liberamente nell'ekklesía, e di quella filosofica, che v'individuava invece la qualità di chi sapeva dominare le proprie passioni, il Padre antiocheno la legge alla luce della rivelazione biblica. Con la parrhesia egli perciò definisce da un lato il dialogo confidente con Dio da parte del discepolo di Cristo, e dall'altro la franchezza dell'annuncio kerygmatico così com'era stato condotto agli inizi del cristianesimo. Da vescovo di Costantinopoli, commentando il libro degli Atti, egli ha fatto largo uso della parrhesia, che i testimoni del Risorto avevano ricevuto in dono a Pentecoste per avviare e portare nel mondo l'annuncio della vittoria di Gesù Cristo sulla morte. In queste cinquantacinque Omelie, le uniche in lingua greca dei primi dieci secoli che ci siano giunte in forma integrale sugli Atti degli Apostoli, il predicatore fa risaltare le doti della franchezza apostolica presentandola come modello di evangelizzazione per ogni stagione ecclesiale.
La Bibbia è teatro di grandi viaggi e avventure nelle terre d'Oriente e d'Occidente. A volte ci si sente spaesati di fronte alle domande puntuali dei bambini. Ecco un atlante storico-geografico per orientarsi nella terra dei profeti e conoscere i luoghi in cui Gesù ha vissuto la sua avventura nella terra degli uomini. Età di lettura: da 6 anni.
Questo volume vuole provare ad analizzare come il mondo digitale sta cambiando una serie di dimensioni centrali della nostra esperienza: identità, relazioni, esperienza religiosa, ecc. A guidare il dialogo tra i due autori, uno psicologo e un sacerdote, sono state otto parole: comunità, corpo, potenza, scelta, fraternità, relazioni, identità, Covid. Parole scelte per la loro importanza nel descrivere le trasformazioni che stiamo sperimentando. I punti di vista dei due autori, pur convergenti tra loro, sono diversi. Questo consente un dibattito e una discussione che dovrebbe garantire al lettore un'analisi ampia e diversificata di temi sicuramente complessi.
Per secoli la "spiritualità" è stata inglobata dalle religioni. Questo storico monopolio religioso dello spirito, o dell'interiorità, è stato talmente invasivo da sottrarre alla "spiritualità" ogni sua autonomia, rendendo quasi impossibile ridefinirla fuori da tale cornice. Ma se si volesse recuperare una valenza laica, critica e attiva della spiritualità, su quali assi potrebbe imperniarsi? L'autore propone e sviluppa quattro parole-chiave: tenerezza, responsabilità, iniziativa e semplicità.
Vescovo di Trapani dal 2013, Mons. Fragnelli scopre progressivamente i passi di bellezza della Processione dei Misteri che caratterizza nel mondo la città siciliana posta a occidente, tra il mar Tirreno e il canale di Sicilia. Insieme alla comunità ecclesiale ricerca l'anima profonda di questo evento e la sua direzione di marcia nei sentieri della storia locale, nei Vangeli e nelle attese più vive del popolo cristiano e di ogni uomo e donna di oggi. Il volume, dedicato ai trapanesi e a quanti amano e visitano questa comunità, raccoglie alcune vibrazioni dell'animo del Pastore, in dialogo con i gruppi sacri e con coloro che se ne prendono cura.
Il volume, il cui titolo è tratto dalla Sequenza di Pentecoste, raccoglie brevi riflessioni sul dialogo con Dio. Sono "meditazioni", ci dice l'autore, "scaturite dalla frequentazione di amici che pur lontani nei secoli, riescono a leggere e decifrare il vissuto attuale, a portare a parola quello che non è ancora chiaro, conferendogli così forma". I testi sono arricchiti da citazioni di maestri della fede. L'auspicio del libretto, potenziale compagno di una sosta nella metro, sul bus o in coda per l'imbarco, è che il lettore nella fatica del lavoro quotidiano si lasci incontrare da Cristo ed in Lui trovare riposo.