Un gruppo di giovani studiosi - specializzandi e dottorandi presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa dell'Università Gregoriana - con la guida maieutica di S. Adamiak e S. Tanzarella ha discusso per oltre un anno sulla problematica relazione tra l'imperatore Costantino e il cristianesimo del suo tempo (dalla cosiddetta libertà religiosa alla 'conversione' e al battesimo dell'imperatore, dalle leggi a favore dei cristiani alla posizione assunta nei confronti dei donatisti, dalle politiche legislative di Costantino al culto liturgico a lui riservato e all'arco dedicatogli a Roma). I risultati di quel lavoro, per intensità del confronto, per il rifiuto di ogni tendenza apologetica e celebrativa e per l'impegno cooperativo realizzatosi nel gruppo di ricerca, offrono un contributo originale, scientifico e divulgativo ad un tempo, su una questione storiografica ancora aperta e dibattuta della storia della Chiesa e dell'Europa. Il volume - che raccoglie studi di Stanislaw Adamiak, François Agbadi, Axel Alt, Airton José Dallazen, Nicholas Joseph Doublet, Silvia Giuliano, Davide Marino, Stefano Perego, Mirko Pettinacci, Ivan Zubac - è dedicato all'insigne e giovane studiosa Marilena Amerise (1975-2009) di cui Emanuela Prinzivalli, dell'Università 'La Sapienza', traccia un lusinghiero profilo bibliografico.
Come già molte volte accaduto nella storia, le maggiori situazioni di lotta e di rivolta sulla scena mondiale si ammantano e si alimentano di legittimazione religiosa. Chi continua a non cogliere l'importanza che le escatologie religiose e le ideologie salvazioniste hanno sul comportamento degli attori politici, non è affatto in grado di intercettare alcune cause 'profonde' dei contrasti che scuotono la nostra epoca, né di intervenire efficacemente su di essi. Il libro mostra come per l'emersione delle più cruente e disumane forme di violenza politica risulti decisivo l'apporto di idee morali e di schemi di salvezza di matrice religiosa, e come il terrorismo e la sovversione siano spesso sollecitati da un preciso modello di liberazione umana, la concezione apocalittico-millenaristica della storia: per cui, in tanti sommovimenti storici antichi, moderni e contemporanei (comprese le Rivoluzioni ritenute 'secolari') la Weltanschauung antagonista propria di tale escatologia ha esercitato un puntuale influsso, innervando le dottrine sediziose e le prassi cruente della pletora di prophetae e duces che hanno sconvolto la storia occidentale.
Ripercorrendo l'inedita esperienza missionaria di fra Francesco da Mistretta e fra Lodovico da Laurenzana, il libro rilegge, recuperando fonti inedite, le seicentesche missioni in Etiopia affidate da De Propaganda Fide ai frati minori strictioris observantiae dopo l'espulsione dei portoghesi e dei gesuiti. Lasciandosi avvincere dalla narrazione, si scoprirà gradualmente come tale vicenda non sia un episodio seriale che poco aggiunge alla conoscenza storica: al contrario, ogni missione è una storia a sé e la spedizione di Francesco da Mistretta e compagni ben individua il tentativo del pontificato Chigi (1655-1667) di fare una 'missione altra' rispetto al passato, per ritrovare fuori Europa quella centralità diplomatica oramai persa in Occidente dopo la pace di Westfalia (1648). E fra i chiaroscuri tracciati dall'ostruzionismo delle potenze europee e di altri ordini religiosi, si impone la luminosa figura di un piccolo fraticello siciliano che, armato solo della fede e di un poco di santa ingenuità, dimentico delle fatiche e dei ritardi del viaggio, incurante dei pericoli che lo attendono nella missione, nelle sue lettere osa definirsi figlio di un Dio che lo "porta come una madre nelle sue braccia" facendolo speditamente volare, attraversato il Mar Rosso, nella sua amata 'terra promessa'.
Baldassarre Labanca (Agnone 1829 - Roma 1913) dopo aver subito – studente a Napoli nel 1848 – la repressione del sanguinario regime di Ferdinando II, insegnò nei Seminari di Altamura, Diano e Conversano contribuendo alla liberazione dalla tirannide borbonica. Insegnò poi nei licei di Chieti, Bari, Milano e Napoli e nelle Università di Padova e Pisa. Per oltre vent’anni occupò la prima cattedra di Storia del cristianesimo nell’Università di Roma promuovendo – fra i pochissimi in Italia – gli studi storico-religiosi e le relazioni con i maggiori intellettuali europei della materia. Guardato con sospetto dai clericali e con sufficienza e diffidenza dagli anticlericali il suo ricordo è stato totalmente cancellato in Italia, nonostante una imponente quantità di libri e articoli scritti in una vita interamente dedicata allo studio. Sono raccolti qui – in edizione critica – due testi postumi e inediti nella loro versione originale i Ricordi autobiografici e Il mio Testamento insieme ad altre carte – provenienti tutti dalle Biblioteche Riunite 'Comunale - B. Labanca' di Agnone – che offrono nuovi elementi sulla sua vita di operoso studioso nei primi cinquant’anni dell’Italia unita. In Appendice una preziosa analisi grafologica di Anna Federica Fava Del Piano.