È salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L'esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un "faccia a faccia" col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l'esigenza di corrispondere all'amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene... In questo tempo favorevole, lasciamoci perciò condurre come Israele nel deserto (cfr. Os 2,16), così da poter finalmente ascoltare la voce del nostro Sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità. Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui. Invoco l'intercessione di Maria Santissima sulla prossima Quaresima, affinché accogliamo l'appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con Dio. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli: sale della terra e luce del mondo.
Quaresima... Miracolo... Regno di Dio... Queste parole e molte altre del vocabolario cristiano richiedono di essere spiegate "alla scuola dei santi", per chi desidera crescere nel proprio battesimo, profittando della grande tradizione spirituale della Chiesa.
Il tempo di quaresima ne fornisce una grande occasione: 47 parole che corrispondono ai 47 giorni che vanno da Mercoledì delle Ceneri alla Domenica di Pasqua e che permettono di vivere una quaresima vigorosa, pur spaziando nel mondo straripante degli scritti dei santi. Durante il tempo liturgico, i libretti "alla scuola dei santi" costituiscono una vera e propria biblioteca per il cristiano che desidera dissetarsi alle sorgenti della sua fede.
«È dolce iniziare la Quaresima volgendo subito lo sguardo a Colui che hanno trafitto, vivere gli esercizi più faticosi con lena e coraggio, lasciandoci attirare da Colui che ha desiderato ardentemente di mangiare la Pasqua con i "suoi". Il libro della Passione di Cristo è il tesoro dell'eterna sapienza, che giace in noi per il battesimo ricevuto, ma che attende di essere compiuto con la nostra pagina da scrivere insieme». A. Raspanti (Semi di cotemplazione 123)
Il racconto dell'agonia di Gesù a Getsemani allude ad un evento sempre contemporaneo ai suoi ascoltatori. Come aveva capito Pascal ("Cristo è in agonia, nell'orto degli ulivi fino alla fine del mondo"), esso si prolunga nella nostra storia in ogni grido umano piantato nell'abbandono da parte del Padre, in ogni silenzio di Dio di fronte al dolore e alla morte. In questo senso Getsemani è davvero un accadimento rivolto verso la fine del mondo, dove si dimora come compagni del soffrire di tutti e si spera che il mondo dell'ingiustizia e del sopruso finisca. Ma ciò può accadere solo là dove si è amato fino all'estremo dell'amore ("li amerò fino alla fine") e ci si è affidati nel silenzio ad un tu inafferrabile e presente.
Destinato a coloro che, toccati da Cristo, hanno deciso nel loro cuore di intraprendere il santo viaggio lasciandolo entrare in ogni angolo dell'esistenza e spendendo con Lui ogni attimo del tempo. "Quaresima per i fannulloni... alla scuola dei santi" assicura il sostegno dato dalle parole dei grandi amici di Cristo, i maestri della vita spirituale, fonte di luce e di gioia. Entrando ogni settimana in una tematica legata al cammino quaresimale, il testo offre un programma semplice ma impegnativo, tratto dall'insegnamento di vita dei santi. Lettura, meditazione ed applicazione pratica sono gli strumenti proposti per aiutarci ad intraprendere il santo viaggio lasciandoci trasformare, alla sequela di Cristo, da Dio Amore.
È ancora viva, in alcuni luoghi, la tradizione di predicare, il giorno del 'Venerdì Santo', prima della processione di 'Gesù morto', le Sette Parole pronunciate dal Signore in Croce prima di morire. L'opportunità di comporre il presente scritto è stata data proprio da questa circostanza. Dalla Croce Gesù ancora insegna, non preoccupandosi di sé ma di quanti lascia, di quanti dovranno continuare, sul suo esempio, la sua missione di annuncio della pace, e così avverrà. Guardando al nuovo 'albero della vita', i discepoli impareranno dal loro Maestro a perdonare, garantendo all'umanità il futuro. Già, perché, senza misericordia, nel mondo è solo guerra e morte. Si è così realizzato lo scopo della Sua incarnazione: offrire al cuore solitario e angosciato dell'uomo, la grazia ed il perdono.