Le pagine che seguono non sono la Metafisica. Non oserebbero presentarsi in quel modo. Ciò sarebbe profanare la sua dignità. Come indicato dal titolo, esse sono semplicemente degli appunti: note orientative per uno studente che inizia, per ruscelli e piccoli canali, ad immergersi nel mare senza sponde della più elevata e nel contempo più profonda delle umane scienze.
Proponiamo un manuale di Logica formale concepito all’interno del più ampio progetto di Filosofia formale. Ciò significa non solo attenzione alla disciplina della logica, sviluppatasi in senso rigoroso (formalizzato) a partire dalla fine del XIX secolo, ma alla lunga tradizione speculativa occidentale sia continentale che analitica la quale, nel XXI sec. può convergere “costruttivamente”, rispetto a questi due rami, in un percorso unitario che abbiamo appena cominciato a scrivere. Seguendo una terminologia che ormai è diffusa nel mondo accademico internazionale, chiamiamo Filosofia Formale (Ontologia Formale, Epistemologia Formale, Etica Formale) questo programma di ricerca in campo speculativo.
GIANFRANCO BASTI (1954)
È professore ordinario di Filosofia della natura e della scienza presso la Pontificia Università Lateranense. È membro associato della Pontifica Accademia di S. Tommaso, membro della APA-American Philosophical Association, dello IEEE-Institute for Electric and Electronic Engineering, Computer and Neural Network Society, e della AAAS-American Society for the Advancement of Science, Editrice della prestigiosa rivista Science. Dal 1997 è direttore e co-fondatore del progetto IRAFS-International Research Area on Foundations of the Sciences e dal 2003 coordinatore del progetto STOQ-Science, Theology and the Ontological Quest presso la PUL. È autore di oltre 120 pubblicazioni in campo filosofico e scientifico.
FRANCESCO PANIZZOLI (1982)
È assistente del professor G. Basti presso la cattedra di Filosofia della natura e della scienza della Pontificia Università Lateranense. Ha pubblicato il libro Ontologia della partecipazione. Verso una formalizzazione della metafisica di Tommaso d’Aquino (2014) e diversi articoli di filosofia della scienza e ontologia formale.
La tesi principale attorno alla quale si articola il libro è che nel pensiero moderno il discorso su Dio non è semplicemente un "tema", ma si costituisce come un "problema", in relazione all'assunto cartesiano del "problema della conoscenza" come pregiudiziale. Sotto tale aspetto la filosofia kantiana e quella hegeliana si presentano come due diverse soluzioni rispetto al "problema di Dio". Kant ha il merito di cogliere l'aporia di fondo che caratterizza le "dimostrazioni razionalistiche" dell'esistenza di Dio e Hegel quello di ripristinare la teologia filosofica eliminando la separazione moderna tra il "pensiero" e l'"essere", ossia il presupposto ch'è comune al razionalismo (nonché all'empirismo) e allo stesso Kant.
Il volume propone una lettura dell'unum argumentum dal punto di vista dell'intentio theologica, la quale vuole portare la ragione umana alla certezza che il Dio trinitario è l'unico Dio presente nella realtà. Non disgiunto dagli argomenti sviluppati nel Monologion, bensì in qualità di sintesi di questi, l'unum argumentum arriva ad affermare, attraverso il termine "maius", che il Dio creduto mediante la fede è lo stesso Dio che la ragione naturale conosce. Il percorso speculativo di Anselmo si presenta così quale armonioso incontro tra filosofia e teologia, in grado di condurre il credente alla coerenza tra le ragioni dell'intelletto e le ragioni del cuore, tra la vita contemplativa e la vita attiva.
Le pagine che seguono non sono la Metafisica. Non oserebbero presentarsi in quel modo. Ciò sarebbe profanare la sua dignità. Come indicato dal titolo, esse sono semplicemente degli appunti: note orientative per uno studente che inizia, per ruscelli e piccoli canali, ad immergersi nel mare senza sponde della più elevata e nel contempo più profonda delle umane scienze.
Il presente studio affronta la questione dell'anima alla luce degli esiti delle neuroscienze, che hanno l'obiettivo di comprendere e spiegare le facoltà superiori dell'essere umano e la conoscenza dettagliata dei meccanismi cerebrali. I numerosi dati neuroscientifici indicano come la mente non emerga solo dalla somma delle attività neuronali, ma dalla relazione con il corpo, l'ambiente, gli altri. E l'anima? L'originario significato biblico-teologico del concetto di anima esprime una visione unitotale e dinamica dell'uomo: in relazione con sé stesso, con gli altri e con Dio. Nuovi scenari, dunque, sembrano delinearsi: l'esigenza del dialogo tra le diverse scienze per una comprensione globale dell'uomo.