La vicenda filosofica che è stata delineata nel libro è incentrata sul trinomio di «attualismo», «problematicismo» e «metafisica» e si presta a essere narrata nella forma di un «romanzo filosofico». La trama di questo singolare romanzo sarà sviluppata intorno all'intenzione di andare oltre il problematicismo che aveva accomunato il già maturo Bontadini e l'ancora giovane Severino. Ma numerosi altri personaggi contribuiranno ad ampliarne significativamente il contenuto.
Nel pensiero di Gustavo Bontadini è sempre rimasto saldo l'equilibrio tra due elementi concettuali spesso visti in opposizione tra loro: l'affermazione della metafisica come «opera della ragione» e quella della «scelta esistenziale» che l'uomo compie nel dare un senso unitario alla propria vita. A differenza degli altri studi sul filosofo, il volume di Messinese considera il pensiero metafisico del filosofo all'interno di un più ampio orizzonte, superando così l'immagine riduttiva che talvolta ci si è fatta del suo pensiero. Bontadini ha offerto una perspicua chiarificazione circa la questione dei rapporti tra scienza e fede e ha prodotto essenziali considerazioni riguardo a temi ancora oggi di grande importanza nel dibattito religioso e culturale, quali la «demitizzazione» della fede cristiana e l'«ellenizzazione» del cristianesimo. In entrambi i casi, il filosofo fu sempre fautore di una conciliazione tra la fede cristiana in Dio e la concezione della realtà propria dell'uomo moderno. La proposta che ne è emersa è di una «filosofia cristiana» per il nostro tempo.
La metafisica sta vivendo, in questi tempi, una stagione particolarmente favorevole. Essa, ora, non è vista solo come l'impossibile "teoria" di «un mondo dietro il mondo», che impedirebbe di essere fedeli alle parole e a i suoni della terra. La stessa conoscenza scientifica la circonda di attenzioni, sta ricucendo il legame che un tempo essa aveva rescisso e, sovente, ne richiede apertamente la collaborazione. C'è il rischio, tuttavia, che a motivo di questo ritrovato favore la metafisica ceda a qualche lusinga di troppo e così perda sé stessa, ove restringesse la sua vocazione e si limitasse a produrre "categorie" in funzione di supporto delle diverse scienze. In questo libro, pur riconoscendo il valore delle attuali ricerche nel campo dell'ontologia, Leonardo Messinese intende mostrare quale sia la via della metafisica nella sua integralità, dando spazio a una sua strutturazione essenzializzata che egli suole chiamare "metafisica originaria". Tale espressione, che apparentemente può suonare come un ossimoro, dev'essere intesa come evocativa di un più puro significato di "metafisica", così da coglierne l'identità più autentica nel riferimento originario degli enti alla verità dell'essere e al suo "volto teologico".
La tesi principale attorno alla quale si articola il libro è che nel pensiero moderno il discorso su Dio non è semplicemente un "tema", ma si costituisce come un "problema", in relazione all'assunto cartesiano del "problema della conoscenza" come pregiudiziale. Sotto tale aspetto la filosofia kantiana e quella hegeliana si presentano come due diverse soluzioni rispetto al "problema di Dio". Kant ha il merito di cogliere l'aporia di fondo che caratterizza le "dimostrazioni razionalistiche" dell'esistenza di Dio e Hegel quello di ripristinare la teologia filosofica eliminando la separazione moderna tra il "pensiero" e l'"essere", ossia il presupposto ch'è comune al razionalismo (nonché all'empirismo) e allo stesso Kant.
"L'uomo è - costitutivamente - risposta che precede ogni domanda e domanda che sempre interpella quella risposta": questo sembra essere il testimone - o meglio uno dei testimoni - di questo libro. E tale risposta consiste nella manifestazione originaria della verità. Ma da quale domanda prende le mosse la ricerca filosofica svolta nel volume? Dalla domanda delle domande: da quella che riguarda il fondamento assoluto del reale, l'Assoluto, Dio. Tale domanda è implicata nella "situazione" che caratterizza l'esserci umano ed è presentata nel libro riecheggiando le parole di Heidegger: per l'uomo "il donde e il dove restano nascosti". Il libro vuole dimostrare come quella domanda abbia già da sempre una risposta che è in perenne attesa di essere ascoltata: il "donde e il dove dell'uomo" non è il nulla, ma è ciò che chiamiamo "Dio". Il pensiero metafisico, il pensiero nella sua estensione massima, è l'apparire di Dio, anzi di "Chi" è Dio. Se l'apparire di Dio è la risposta che da sempre attende di essere ascoltata, allora è possibile giustificare due posizioni solo apparentemente inconciliabili: da un lato che si possa parlare di una "metafisica originaria"; dall'altro che l'uomo sia un "colloquio" tra la risposta originaria e le domande ulteriori: quelle domande che sempre più gli permettono di "conoscere se stesso".
La filosofia, anche in Italia, ha conosciuto in questi ultimi anni un significativo e forse inaspettato "revival". Questa temperie culturale potrebbe indicare le ragioni più immediate della grande attenzione di cui gode il pensiero di Emanuele Severino. Non mancano studi sulle varie tematiche che sono state affrontate dal filosofo bresciano, da quelle più squisitamente metafisiche, alle raffinate analisi rivolte ad avvenimenti e questioni più terrene. Mancava ancora, però, un libro che fosse in grado di raccordare gli scritti di Severino rivolti al grande pubblico con quelli di carattere più specialistico, e riuscisse ad indagare il loro più ampio contesto filosofico e religioso. Il libro colma questa lacuna, avvalendosi anche di documenti assolutamente inediti come le lezioni tenute da Severino all'Università Cattolica negli anni '60.
Stanze della metafisica
Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini, Severino
DESCRIZIONE: Le “stanze della metafisica” sono i luoghi, individuati in cinque pensatori del Novecento, da cui osservare, in prospettive e con sviluppi diversi, sia la specificità della filosofia rispetto al sapere scientifico sia il posto riservato alla metafisica, oltre la tesi kantiana per cui l’Assoluto sarebbe pura aspirazione e la filosofia si ridurrebbe entro i confini della scienza. Un duplice assunto qui avanzato in momenti che scandiscono un’indagine unitaria: le prime stanze, premessa teoretica del libro, ripercorrono la presa di posizione della filosofia rispetto alla teologia filosofica classica – in Heidegger, l’artefice della critica alla metafisica occidentale e dell’opposizione tra fede e filosofia, in Löwith, che ha sviluppato con tratti diversi tale linea, e in Carlini, critico dell’idealismo gentiliano e fautore di un pensiero cristiano. Le ultime stanze sono doppiamente congiunte all’intento teoretico del libro, per il loro sfondo comune: in Bontadini il tema è la rigorizzazione della teologia filosofica con l’affermazione dell’essere trascendente la totalità dell’esperienza; di Severino è qui esaminato il nodo inerente al rapporto fra ontologia e teologia filosofica, cercando la determinazione dell’essere che trascende l’ambito dell’esperienza (qui chiamato Altro dall’esperienza). Conclude il volume un’offerta di domande che si annodano una all’altra nel passaggio da queste stanze: l’ammissione che, all’interno del sapere filosofico, la stessa metafisica non possa essere mero possesso quanto piuttosto un essere posseduti la cui forza è, da ultimo, unicamente il “pensiero”.
COMMENTO: I rapporti tra metafisica e teologia nel pensiero del Novecento attraverso cinque grandi filosofi: Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini e Severino. Dai ritratti compiuti di questi pensatori emerge la specificità della filosofia rispetto alla conoscenza scientifica.
Il volume si sofferma sulle diverse componenti del pensiero di Armando Carlini, avendo cura di evidenziarne l’attenzione per la dimensione interiore dell’uomo e per quella religiosa. L’esame accurato del multiforme impegno intellettuale di Carlini è seguito da un’analisi minuziosa delle sue opere e da un’articolata esposizione dei temi fondamentali della sua filosofia. Egli si è confrontato con l’idealismo dei suoi maestri (Croce e Gentile), con la metafisica degli scolastici del suo tempo (Olgiati e Bontadini) e con le posizioni più affini degli altri spiritualisti cristiani (Guzzo e Sciacca). Emerge, così, uno spaccato oltremodo interessante del pensiero filosofico italiano nella prima metà del Novecento
Leonardo Messinese
è ordinario di Storia della filosofia moderna alla Pontificia Università Lateranense. È direttore della rivista internazionale di filosofia «Aquinas» e dell’Area di ricerca “Ritorno della metafisica e pensiero post-metafisico” della P.U.L. Tra le sue ultime pubblicazioni segnaliamo: Il cielo della metafisica. Filosofia e storia della filosofia in Gustavo Bontadini, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; L’apparire del mondo. Dialogo con Emanuele Severino sulla “struttura originaria” del sapere, Mimesis, Milano 2008; Il paradiso della verità. Incontro con il pensiero di Emanuele Severino, ETS, Pisa 2010; Heidegger e la filosofia dell’epoca moderna. L’“inizio” della soggettività: Descartes, Lateran University Press, Roma 2010 (ristampa della seconda edizione); Metafisica, ETS, Pisa 2012.
Uno dei filosofi piu importanti ed influenti del XX secolo, viene, nel presente volume, analizzato tenendo conto della profondita del suo pensiero e dell'apporto dato alla storia della filosofia contemporanea. Il libro suddiviso in tre parti, si dedica ad una profonda meditazione sul pensiero di Martin Heidegger, soffermandosi sulle aperture e chiusure della sua ermeneutica. Il filosofo tedesco e considerato, oggigiorno, uno dei pilastri della storia della filosofia contemporanea, e l'autore del presente saggio, suo profondo conoscitore, l'offre ai suoi lettori studiandone sia l'essenzialita del suo pensiero sia le tappe fondamentali della filosofia moderna.