In questo saggio brillante, Edmund White ritrae con la consueta maestria la figura di un uomo e di un artista complesso e anche contraddittorio. Genio scostante e capace di infliggersi un ferreo isolamento – a causa dell’asma che lo affliggeva, trascorreva interi giorni a letto nella sua stanza rivestita di sughero e impiegò gli ultimi anni della vita a scrivere e riscrivere ossessivamente il suo capolavoro, Alla ricerca del tempo perduto –, Proust era anche un instancabile mondano, assiduo frequentatore dei salotti più in voga e delle feste più esclusive, dai quali trasse ispirazione per vicende e personaggi del suo romanzo.
White racconta dapprima la storia di un ragazzo introverso e passionale (la fatale attrazione per i libri, il rapporto con i genitori, i luoghi che ritorneranno trasfigurati nella Recherche, i primi amori), per soffermarsi in seguito sull’uomo ambizioso alla ricerca di onori e di buona reputazione, sulla difficile convivenza con l’omosessualità e con i diversi compagni che costelleranno la sua vita, e, infine, sulle dinamiche e gli accadimenti che porteranno alla genesi e alla pubblicazione del suo libro-fiume, un autentico monumento del ’900 letterario.
L'AUTORE
Edmund White, nato a Cincinnati nel 1940, romanziere, critico letterario e saggista, insegna scrittura creativa alla Princeton University. È considerato il maggiore scrittore gay americano. Fra i suoi libri tradotti in Italia ricordiamo Il giovane americano, L’uomo sposato, La sinfonia dell’addio, Ladro di stile. Le diverse vite di Jean Genet, Caos e La doppia vita di Rimbaud.
IL LIBRO
Stile, indipendenza, praticità e classicità senza tempo: queste sono alcune delle parole chiave dell’universo Chanel. Ma dietro ognuna di esse, come dietro ogni capo della celeberrima Maison parigina, ci sono una donna e la sua vita, le sue vicende e le sue scelte indissolubilmente intrecciate agli avvenimenti più importanti e ai cambiamenti epocali che hanno segnato il XX secolo.
Delineando con uno stile gradevole e leggero i tratti salienti della storia di Chanel, Karen Karbo ci fa conoscere il lato più nascosto e personale di una grande icona della moda e della società francese. I suoi giudizi impietosi, le battute fulminanti, gli indimenticabili aforismi costituiscono spesso il punto di partenza di un percorso tra luoghi, fatti e persone che ci porta a comprendere sempre meglio la complessa personalità di Coco. Così, il «mito» si avvicina e si approfondisce, senza perdere nulla di quanto l’ha reso tale e anzi arricchendosi di sfumature più vere. Tutto quello che immediatamente ci torna alla mente quando pensiamo alle sue creazioni – il tailleur di tweed, le borsette inconfondibili, l’abito nero, i raffinati bijoux, la camelia – ci appare meno effimero e lontano. Ciascuna di queste cose è nata dal suo genio e dal suo gusto, ma anche, e forse soprattutto, da una libertà di spirito, da un’audacia e da una concretezza che non avevamo sospettato prima.
I sogni, le difficoltà, le delusioni, le conquiste, i successi di Chanel possono essere anche i nostri e offrirci quindi l’occasione per vedere con altri occhi la nostra vita, il nostro mondo e il nostro tempo.
L'AUTORE
Karen Karbo è autrice di tre romanzi, tutti entrati nell’elenco dei libri interessanti del «New York Times». The Stuff of Life: A Daughter’s Memoir ha vinto il People Magazine’s Critics’ Choice e l’Oregon Book Award nel settore nonfiction. In passato vincitrice del General Electric Foundation Award for Younger Writers, Karen è anche destinataria di una borsa di studio della National Endowment for the Arts. Suoi saggi, articoli e recensioni sono apparsi su «The New York Times», «Outside», «Elle», «Vogue», «More» e salon.com. Il suo ultimo libro è How to Hepburn: Lessons on Living from Kate the Great. Vive a Portland, nell’Oregon, dove sta ancora dando la caccia a un capo vintage di Chanel.
Tolkien non apprezzava del tutto le biografie. O, meglio, non gli piaceva l’uso di questo genere letterario come strumento critico. «Una delle mie più radicate convinzioni», disse una volta, «è che investigare sulla vita di un autore sia un modo inutile e sbagliato di accostarsi alle sue opere». Ma era senza dubbio consapevole che visto l’enorme successo dei suoi romanzi qualcuno dopo la sua morte ne avrebbe pubblicata una su di lui. Negli ultimi anni della sua esistenza fece dunque qualche «preparativo», annotando con spiegazioni e commenti vecchie lettere e documenti, e scrivendo anche qualche pagina sulla sua infanzia.
Questo libro nasce innanzitutto dalla lettura di quei testi, in gran parte inediti, cui Humphrey Carpenter ha avuto accesso grazie alla generosità dei quattro figli di Tolkien, oltre che dai ricordi delle tante persone che lo hanno conosciuto da vicino. È quindi lecito sperare che il risultato non sia lontano da ciò che lo scrittore aveva in mente. Carpenter ricostruisce con grande ricchezza di dettagli il contesto storico e culturale in cui Tolkien si formò e lavorò, rievoca l’ambiente familiare e la cerchia delle amicizie (su tutte, il gruppo degli Inklings, con C.S. Lewis), si sofferma sulla genesi dei suoi capolavori e sottolinea la valenza religiosa della sua opera.
Il ritratto a tutto tondo che, pagina dopo pagina, prende forma è straordinariamente suggestivo e per molti versi sorprendente, specie se si pensa che nella storia della letteratura moderna pochissimi scrittori hanno creato un universo fantastico così complesso e ricco, e in grado di esercitare una così irresistibile attrazione su diverse generazioni di lettori. È come «se uno strano spirito avesse assunto le sembianze di un professore di una certa età», scrive Humphrey Carpenter.
L'AUTORE
Humphrey Carpenter (1946-2005) è stato uno scrittore prolifico. Oltre ai volumi sulla letteratura per l’infanzia (Secret Gardens. A Study of the Golden Age of Children’s Literature e, insieme alla moglie Mari Prichard, The Oxford Companion to Children’s Literature), ricordiamo i saggi dedicati a celebri scrittori: The Brideshead Generation. Evelyn Waugh and His Friends; The Inklings. Clive S. Lewis, John R.R. Tolkien, Charles Williams and Their Friends (vincitore del prestigioso Somerset Maugham Award); W.H. Auden. A Biography (premiato con l’E.M. Forster Award). Insieme a uno dei figli dello scrittore, Christopher, ha curato una raccolta delle lettere di Tolkien, La realtà in trasparenza.
Pochi scrittori del XX secolo hanno esercitato sui giovani un’influenza così estesa e penetrante come Hermann Hesse. Nei suoi romanzi (da Demian a Siddharta, al Lupo della steppa, a Narciso e Boccadoro) i lettori hanno trovato una risposta alla crisi spirituale che da quasi un secolo travaglia l’Occidente e che è intimamente legata al soffocante materialismo della nostra società.
Ralph Freedman, in questa ormai classica biografia, va però oltre il culto tributato al grande autore e ricostruisce in modo magistrale i tanti aspetti di un’esistenza che risulta, se possibile, ancora più emblematica ed eloquente delle opere stesse. La lunga vita di Hesse (1877-1962) copre un’intera epoca della storia tedesca ed europea. Freedman ne indaga le vicende principali – la famiglia di missionari da cui proveniva, l’adolescenza irrequieta, l’esperienza della Grande Guerra vissuta con estremo disagio personale, i trattamenti psicanalitici, il precoce successo letterario con Peter Camenzind, il viaggio in India, l’incontro con il buddhismo e l’induismo, i tre matrimoni, i complessi rapporti con il nazismo, l’isolamento per un verso ricercato e per un altro sentito come una prigione – e spiega le molteplici ragioni che portarono lo scrittore a indagare temi e problematiche che si impressero tanto profondamente nella mente e nel cuore dei lettori. Nel racconto di Freedman Hesse ci appare come un personaggio multiforme, tormentato e profetico, ascetico e passionale, protagonista di un viaggio al centro delle inquietudini del nostro tempo.
L'AUTORE
Ralph Freedman, nato ad Amburgo nel 1920 ed emigrato negli Stati Uniti nel 1940, è professore emerito di Letteratura comparata a Princeton. Considerato uno dei maggiori studiosi di Hesse, è anche traduttore e critico letterario, oltre che autore di numerosi volumi, tra i quali Life of a Poet: Rainer Maria Rilke.
Ballerino sublime (con Nizinskij, il più grande del ’900), coreografo, avventuriero, dandy, lavoratore instancabile, a sedici anni dalla sua scomparsa Rudolf Nureyev continua a esercitare un fascino cui è difficile sottrarsi.
D’altra parte la sua vita assomiglia a un romanzo, in cui bellezza, talento, ribellione, nostalgia e solitudine si intrecciano inesorabilmente: dalla nascita su un vagone della Transiberiana sperduto nelle steppe russe nel 1938, al rocambolesco e fortunoso passaggio all’Ovest nel 1961, dal sodalizio professionale e sentimentale con la più celebre étoile del tempo, Margot Fonteyn, alle innumerevoli relazioni omosessuali con famosi artisti (il ballerino danese Erik Bruhn, gli attori Anthony Perkins e Jean-Claude Brialy, il compositore Leonard Bernstein…) e con sconosciuti incontrati nei bar gay e nelle saune delle grandi città, dal successo travolgente sui palcoscenici di tutto il mondo al ruolo di protagonista nel Valentino di Ken Russell, fino all’incarico di direttore della danza all’Opéra di Parigi, alle performance come direttore d’orchestra, e alla morte, avvenuta per AIDS nel 1993.
Questa biografia, documentata e appassionante, riporta alla luce molti episodi inediti della sua vicenda esistenziale e artistica, ed è un omaggio al suo genio e al suo coraggio.
L'AUTORE
Bertrand Meyer-Stabley, giornalista e scrittore, è autore di numerose biografie. Tra esse ricordiamo: James Dean, Juan Carlos et Sophie e Sir Elton John.
Andy Warhol è stato pittore, scultore, fotografo, regista, attore, produttore di musica, uomo di televisione, modello, testimonial pubblicitario. Ed è stato il fulcro di tutto quello che di più innovativo e radicale è stato sperimentato negli anni ’60, al tempo della Pop Art e del cinema underground, e negli anni ’70 e ’80 quando il postmoderno era agli inizi.
La Factory, dove presero forma la sua pittura e successivamente anche i suoi film, era la sua Hollywood privata, una fucina di sogni e un crocevia dove si incontravano mascalzoni, prostitute, artisti e importanti galleristi. Era il luogo dove droga e sesso si praticavano liberamente, dove la rivoluzione dei costumi era all’avanguardia, dove tutto poteva succedere e succedeva.
Artista straordinariamente esigente e complesso, sempre in bilico tra candore ed esibizionismo, provocazione e reticenza, Warhol fu geniale al tempo dei barattoli di zuppa Campbell, dei ritratti di Marilyn Monroe e Che Guevara, delle Electric Chairs, del disco The Velvet Underground & Nico, di pellicole quali The Chelsea Girls e Lonesome Cowboys, ma anche alla fine della sua vita quando dipinse gli straordinari Camouflages e le vertiginose variazioni dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci, tra le sue opere più vitali.
Dopo la morte vennero scoperti molti lati nascosti della sua esistenza e la maschera andò in frantumi. Ciò che solo gli amici più intimi conoscevano divenne di dominio pubblico: in primis, la sua sorprendente fede cattolica.
In questa biografia «definitiva», Michel Nuridsany è andato oltre i luoghi comuni che circondano l’icona di Warhol. Ha incontrato i suoi amici e i tanti artisti che hanno fatto riferimento a lui, ha ricostruito passo per passo il suo percorso, ha ricercato immagini, suoni, gesti e parole di un’epoca vicina ma perduta, si è imbevuto dello spirito e delle atmosfere di New York, per capire chi è stato davvero l’artista che ha cambiato l’arte contemporanea.
Mago e ciarlatano, santo e ruffiano, alchimista, guaritore, iniziato e fondatore di una Massoneria mistica egiziana: Giuseppe Balsamo (alias Giuseppe Pellegrini, colonnello dell'esercito brandeburghese, alias conte Alessandro di Cagliostro, alias Grande Cofto) è sicuramente una figura-chiave del '700 europeo. Personalità enigmatica e proteiforme, capace di sfuggire a qualsiasi tentativo di delinearne con precisione i contorni, ha rappresentato meglio di chiunque altro lo spirito di avventura e la vena "irrazionale" del Secolo dei Lumi. Al tempo stesso abile truffatore e protagonista di vicende che hanno segnato la Storia (una su tutte: l'"affare della collana di diamanti", scintilla della Rivoluzione francese), è stato anche un profondo conoscitore della psicologia e della natura umana, sempre pronto ad aiutare i poveri e i bisognosi, dispensando consigli e cure mediche più volte definite "miracolose da testimoni suoi contemporanei. Iain McCalman, attraverso l'analisi di una ricca documentazione spesso inedita poco considerata, ripercorre le vicende che hanno segnato la vita di Balsamo: dalla nascita in un quartiere povero di Palermo, ai numerosi viaggi prima a Malta (dove entra in contatto con i Cavalieri dell'Ordine di San Giovanni), poi a Londra (periodo in cui viene iniziato alla Massoneria e scopre i manoscritti di George Cofton), in Curlandia, a San Pietroburgo, fino al fatale ritorno in Italia.
Il Che era un mito. Lo è anche oggi nel XXI secolo, mentre il suo volto replicato all'infinito come un prodotto del mercato globale ci guarda dai poster e dalle magliette. Ma se distogliamo gli occhi dalla sua immagine per volgerli là dove la realtà prende corpo, scopriamo che il sogno della rivoluzione ha lasciato dietro di sé i corpi trucidati di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. E di questi morti è responsabile anche il Che, come uomo e come mito. Secondo Alvaro Vargas Llosa più di altri caudillos latino-americani, da Castro a Pinochet, da Cardenas a Fujimori, Che Guevara era violento al punto di provare piacere nel distruggere gli avversari ed era incapace di usare il potere tanto agognato per costruire sviluppo e amministrare società ed economie in tempo di pace. Se il primo passo per affrontare la realtà è squarciare il velo del mito, Alvaro Vargas Llosa lo fa utilizzando testimonianze inedite (o inascoltate) che gettano sul Che una luce impietosa e inquietante. Poi, però, si tratta di leggere il passato allo scopo di tracciare un percorso per il futuro. Analizzando la storia dell'America Latina, Vargas Llosa cerca di mettere a fuoco le ragioni profonde di un fenomeno vistoso: la costante instabilità. I paesi di questo continente si trasformano regolarmente in democrazie deboli o fittizie o in regimi autoritari con l'esito drammatico e prevedibile di non potere costruire le indispensabili premesse dello sviluppo socio-economico.
IL LIBRO
Nata da una famiglia di venditori ambulanti senza un soldo, orfana a 12 anni, allevata severamente dalle suore in un convento di Corrèze, la giovane Gabrielle Chanel sembrava destinata a una modesta vita di provincia. Il suo genio, il suo carattere, il suo coraggio ne hanno invece fatto una protagonista della storia e del costume del ’900.
Con le sue «invenzioni» (il celebre tailleur, gli accessori che diventano gioielli, un profumo molto parigino che ha conquistato il mondo) ha rivoluzionato il modo di vestire delle donne, che voleva belle, libere e moderne.
È stata amica e mecenate dell’avanguardia artistica e culturale parigina (Picasso, Djagilev, Cocteau, Colette, Stravinskij) e ha frequentato molti dei grandi della sua epoca, a cominciare da Winston Churchill.
Fra i suoi amori figurano un nipote dello zar (il granduca Dmitrij Romanov), un cugino del re d’Inghilterra (il duca di Westminster), un poeta surrealista (Pierre Reverdy).
Dopo aver chiuso la casa di moda (all’apice del successo) allo scoppio della seconda guerra mondiale, è ritornata in scena a 71 anni, affrontando i critici impietosi delle riviste di moda – all’epoca innamorati di Dior – e i lazzi di chi la credeva ormai vecchia e finita. Ed è tornata a trionfare, prima in America, poi di nuovo in Europa.
È stata spesso sola, ha perso molte delle persone che amava, le è stata preclusa la gioia di un figlio. Ma fino all’ultimo non ha smesso di combattere, regale e generosa, impetuosa e collerica.
L'AUTORE
HENRY GIDEL è l’autore di altre tre grandi biografie: Feydeau (Gran Premio Internazionale della critica); Les deux Guitry (Premio Goncourt per la biografia) e Cocteau.
RECENSIONI
Giuseppe Scaraffia, «Il Sole 24 Ore», 9 dicembre 2007
«"È venuta dal niente, sua nonna portava le bestie al pascolo" sussurravano i nemici di Coco Chanel, al vertice della sua gloria. Forse per questo quando raccontò la sua vita […] non resistette alla tentazione di aggiustarla. […] Il risultato? Un incanto. Ma non la verità che si può trovare, invece, nell’ottima biografia di Henry Gidel.»
Caterina Soffici, «Il Giornale», 15 dicembre 2007
«Una biografia che si legge come un romanzo. […] La vita della raffinata sarta è talmente vera che sembra finta.»
Da «Gioia», 8 dicembre 2007
«Buone notizie per le "Chanel Addicted"!»
Beppe Benvenuto, «Il Secolo XIX», 18 dicembre 2007
«Henry Gidel firma una preziosa biografia, […] ritratto definitivo della grande stilista francese.»