Oriente e Occidente hanno da secoli una diversa concezione delle immagini religiose. Da dove nasce questa differenza? Quali sono le motivazioni che hanno promosso o facilitato una valorizzazione così diversa dell’arte sacra?
Il saggio, che si avvale di una ventina di immagini a colori, intende rispondere a questi interrogativi in un viaggio che parte dal III secolo e arriva fino alla recente riscoperta delle icone nel cristianesimo europeo.
Sommario
Introduzione. I. Oltre i preconcetti sull’icona. 1. Un mito: l’arte «indivisa» del primo millennio e dell’epoca romanica. 2. Due prove iconografiche: il Battesimo e la Trasfigurazione di Cristo. 3. L’oblio dell’icona: una perdita di memoria dell’Occidente? 4. La riscoperta dell’icona in Occidente. 5. I rischi della decontestualizzazione dell’icona. II. Accordi, differenze, divergenze. 1. Nicea II e la sua ricezione in Oriente e in Occidente. 2. Arte della presenza e dell’incontro o arte didattica? 3. Il nesso fra arte e liturgia. 4. La concezione dell’artista e dell’iconografo. 5. Esiste uno «stile» ecclesiale? III. Discrepanze e prossimità a partire da otto soggetti iconografici. 1. L’Ospitalità di Abramo. 2. Il Roveto ardente. 3. La Natività di Cristo. 4. La Vergine con il Bambino. 5. La Trasfigurazione. 6. La Crocifissione. 7. La Resurrezione. 8. Il Santo Volto. Conclusione: due forme d’arte complementari? 1. Limiti. 2. E per quanto riguarda il futuro? 3. Terminiamo enunciando alcune convinzioni. Indice dei nomi e dei temi. Crediti iconografici.
Note sull'autore
François Bœspflug, professore emerito dell’Università di Strasburgo, è stato editore letterario per le Éditions du Cerf, titolare della Chaire du Louvre nel 2010 e della Cattedra Benedetto XVI a Ratisbona. Tra le sue pubblicazioni si segnala Le immagini di Dio. Una storia dell’Eterno nell’arte (Einaudi 2012) È specialista dell’opera di Arcabas, alla quale ha consacrato diversi saggi.
Emanuela Fogliadini è docente di Storia della Teologia dell’Oriente cristiano alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e di Teologia ortodossa all’Istituto Superiore di Studi Religiosi di Milano. Con François Bœspflug ha pubblicato La Natività di Cristo e La Fuga in Egitto nell’arte d’Oriente e d’Occidente (Jaca Book 2016).
Per la prima volta in volume una preziosa e poco nota riflessione del teologo protestante Karl Barth. Critico nei confronti della modernità, Barth cerca di restituire al protestantesimo una via di ritorno al cristianesimo originario. Ed è proprio in questo intervento che egli delinea la possibilità di un rapporto con Gesù al di fuori di ogni relazione con la Chiesa e con il cristianesimo. «Gesù non è l'ideologia cristiana - afferma il teologo - e l'ideologia cristiana non è Gesù».
Il libro raccoglie le testimonianze di tre persone che vivono concretamente il dialogo interreligioso e interculturale mostrando che è possibile superare le molte ristrettezze solitamente prevalenti attorno a questo tema. Il valore di queste pagine attinge all'esperienza viva e sofferta di donne e uomini in carne e ossa, paradossale e contraddittoria, com'è normalmente la vita di ognuno. Dalle loro voci emerge qualcosa di nuovo. È un viaggio arduo e complesso che ha nel suo orizzonte un possibile riavvicinamento e lascia spazio alla speranza. Shalom, Salam, Pace.
È stata un'avventura breve ed intensa la vita di Giovanni Calzone, giovane docente di filosofia presso un liceo classico napoletano, toccato dalla grazia di una fede viva. In queste pagine, che riportano i suoi pensieri e le sue annotazioni, si trova un sentimento profondo e religioso della vita, la serietà e la passione nello studio e nel rapporto con gli amici. Nessun particolare viene tralasciato, tutto (ogni entusiasmo così come ogni ombra e tristezza) è degno di essere guardato, vagliato e trattenuto nel suo valore. Oltre alle annotazioni di Giovanni, il libro contiene interventi inediti di don Luigi Giussani e l'omelia funebre di don Giacomo Tantardini.
Il libro offre uno sguardo sulla condizione di vita dei cristiani di Terra Santa, popolo chiamato a vivere una condizione particolare all'interno del conflitto israelo-palestinese. "Arabi per gli ebrei, cristiani per i musulmani", minoranza nella minoranza visti quasi come stranieri, in realtà i cristiani di Terra Santa vivono in quei luoghi da quando il cristianesimo è nato. Un giornalista e un fotografo affrontano la questione ciascuno con il proprio linguaggio dando vita a un libro nuovo in cui la fotografia non fa da illustrazione al testo e in cui il testo non è didascalia per la fotografia. La prefazione è di Padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa.
La paternità è un'esperienza sintetica: essa svela la grandezza e la limitatezza dell'uomo. Laddove non si riconosce un padre, non si diventa padri. E per questo, non si è pienamente uomini. Un figlio sarà creativo nella misura in cui accoglie il tesoro che riceve. Così Dante si poggia su Virgilio, e lo supera; Frodo porta a termine l'opera di Gandalf. Nessuno genera se non è generato. Per diventare adulto, un figlio deve conoscere e perdonare il proprio padre. Da questo perdono nasce la speranza. È un'esperienza che si può vivere già nella giovinezza. Ed è un'esperienza bellissima.
La raccolta è una selezione degli articoli dell'autrice apparsi nella rubrica di "Avvenire" tra il 2009 e il 2010 e basati su intense e ininterrotte ricerche scientifiche ormai ventennali. Il libro, diviso in quattro sezioni, mette in luce un'indagine del tutto originale di documenti noti e meno noti sulla figura di Gesù in fonti non cristiane del I secolo; su come il cristianesimo fu conosciuto a Roma già nel I secolo; sulle allusioni al cristianesimo nei romanzi e nelle satire pagane del I-II secolo; su alcuni esempi della prima diffusione del cristianesimo dal Vicino Oriente all'India.
Della Terra Santa colpiscono due aspetti costitutivi, contrapposti, ma che in realtà hanno bisogno l'uno dell'altro: questa è la terra dove Gesù è vissuto e nello stesso tempo non è più quella. E' la terra dove Gesù è vissuto: la storicità della vita di Gesù su cui si fonda tutta la nostra umana avventura di uomini e cristiani trova qui assoluta conferma, una possibilità di imparare la familiarità di Gesù e di parteciparvi. Ecco il grande dono della Terra Santa a ciascuno di noi. Nello stesso tempo questa non è più la terra di Gesù, che, dopo la Resurrezione, è tutto l'universo. La terra di Gesù è dove noi abitiamo, le nostre case, le nostre famiglie, i nostri figli, il luogo dove Dio chiama la nostra vita al compimento. Tutto ciò dà dimensione vera all'esperienza del viaggio in Terra Santa. Altrimenti rimarremmo degli archeologi, o dei sognatori, non capiremmo il significato di questi luoghi: la familiarità di Gesù che qui si respira si è dilatata fino a diventare familiarità con ogni uomo che nasce sulla terra, fino a diventare la comtemporaneità di Gesù a ogni istante della storia dell'uomo.
Filosofi, poeti, scrittori, medici e responsabili di opere sociali si sono messi in gioco davanti a giovani universitari, dando le ragioni della propria speranza e rileggendo, da diverse angolature, i percorsi dell'uomo moderno e contemporaneo.