Per la prima volta insieme tutti gli scritti di Germano Celant relativi ad un gruppo di artisti composto da Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolmi, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Punì e Gilberto Zorio, per cui egli stesso conia, nel 1967, il termine "Arte povera". Il volume è un insieme di testi teorici, incentrati sia sulla poetica del movimento che sul linguaggio dei singoli protagonisti, e punta l'attenzione sull'aspetto contingente quanto sul lato frammentario, contraddittorio e pluralistico del loro fare arte. Ma soprattutto è un aggiornamento esaustivo di una riflessione ferma al 1985, anno in cui il volume dal titolo "Arte povera, storie e protagonisti", ad opera dello stesso Celant, non venne mai distribuito e, circolando solo tra gli addetti, divenne un cult introvabile. Quel volume viene oggi riproposto, in una copia anastatica, all'interno del nuovo libro, come punto di partenza e spunto per una nuova riflessione. Dal 1967 ad oggi il linguaggio dell'Arte povera è arrivato ad utilizzare acqua e pietra, fuoco ed elettricità, parole e idee fino a coinvolgere animali e vegetali, che assumono un'importanza particolare per il loro appartenere al mondo del primario e dell'essenziale. Una ricerca da sempre impegnata in un atteggiamento de-costruttivo, che tiene conto della molteplicità dei linguaggi espressivi in rapporto al contesto in cui nascono.
Se si deve a "Gomorra" di Roberto Saviano la prima vera presa di coscienza da parte dell'opinione pubblica italiana e internazionale della terribile realtà camorristica in Campania, è con questo libro che il ramificato impero del crimine casalese assume una fisionomia precisa. "Il volto di Gomorra" rappresenta la prima organica indagine fotografica sulla guerra sanguinosa ingaggiata negli ultimi anni tra il clan dei Casalesi e lo Stato. Un giovane fotografo casertano, Nicola Baldieri, attivo da anni nelle terre dove la presenza della camorra è più radicata - l'Agro aversano, a nord-ovest della piana campana -, si è specializzato nella documentazione del fenomeno malavitoso e della sua repressione. Per le forze dell'ordine quella di Baldieri è una presenza fissa, che accompagna le incursioni più rischiose ed efficaci. Lo storico contemporaneista Mimmo Franzinelli ha selezionato, contestualizzato e commentato circa duecento immagini in gran parte inedite tratte dall'imponente archivio di Baldieri. Un volume scioccante, scandito in capitoli tematici, che mostra i boss della malavita e i loro covi, i blitz più rilevanti, i fatti di cronaca più clamorosi, gli arresti di capi e gregari, il ruolo rivestito dalle donne, ma anche le vittime, i pentiti, l'inquinamento del territorio, l'utilizzo dell'immigrazione per lo sfruttamento illegale della manodopera, lo spaccio di droga e la prostituzione. Presentazione di Raffaele Cantone.
Una guida per scoprire una Roma inconsueta attraverso le architetture che negli anni '50 e '60 hanno cambiato la fisionomia e il volto della città. Tre singolari itinerari in cui perdersi per cercare un assetto urbano trasversale di Roma, che si ritrova in questo libro attraverso le inquadrature fotografiche di Oscar Savio (Padova, 1912 -Roma, 2005), alter ego e interprete di un sentire e di un vedere lo spazio dell'architettura che oggi transita dalla cronaca alla storia. Il MACRO, attraverso le collezioni del suo Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV), dedica questa guida ai visitatori di Roma e a coloro che ne ricercano le sue radici e la sua contemporaneità.
Il volume si apre con un saggio generale di uno dei più autorevoli storici della romanità, Andrea Giardina, che ridisegna un ritratto efficace del "principe rosso" attraverso un¿originale interpretazione delle fonti antiche e la discussione critica della sua fortuna "nera".
Marisa Ranieri Panetta narra della morte dell'imperatore attraverso le sue ultime parole famose, mentre alcuni studiosi tracciano la leggenda postuma del personaggio nelle arti figurative (Giacomo Agosti affrontando la pittura accademica dell'Ottocento italiano che ne immortalò le vicende più truci, Jerzy Miziolek analizzando i capolavori pompier del polacco Siemiradzki come Le torce di Nerone sulla persecuzione dei cristiani) e nel cinema (Giuseppe Pucci).
Più prettamente archeologica è l'indagine di Clementina Panella che racconta, attraverso i dati di scavo, il giorno più lungo della storia, quello del terribile incendio che devastò Roma per il quale Nerone è ricordato. Da contributi di diversi specialisti (Viscogliosi, von Hesberg, Tomei, Beste, Filippi) egli emerge come "grande costruttore" grazie alla progettazione e alla realizzazione di una delle dimore più spettacolari dell'antichità, l'immensa Domus Aurea (che si estendeva dal Palatino all'Oppio) restituita filologicamente nelle sue architetture scenografiche, tra giardini lussureggianti, come nelle preziose decorazioni attraverso inedite immagini di realtà virtuale esito di lunghi anni di ricerche.
A Matteo Cadario è affidato il saggio sulla propaganda ideologica in età neroniana attraverso l'approfondito esame delle sculture che restituirono l'immagine di un uomo, delle celebri donne della sua vita e di un epoca mentre di Irene Bragantini è un filo rosso sulla pittura.
Nerone, come molti sanno, volle proporsi anche come abile performer, artista e comunicatore: di qui lo stretto rapporto con gli spettacoli affrontato da Rossella Rea quale strumento del consenso e con i maggiori poeti, filosofi e scrittori del tempo - dall'amato e odiato precettore Seneca a Lucano e Petronio - come si evince dal denso scritto di Emanuele Berti.
Di grande suggestione il corredo iconografico che alle più rare testimonianze antiche di un imperatore "dannato", molte delle quali per la prima volta raccolte in una mostra, accosta una nutrita serie di dipinti e sculture moderne che hanno fatto la sua fama.
L'architettura, con le sue novità importanti come l'Arco Trionfale, invenzione che forse più di ogni altra esercitò un'influenza duratura in Europa; la statuaria ed i ritratti somiglianti; le terme ed il foro; ma anche le divinità e le leggi, la danza, gli spettacoli, l'Eros e l'abbigliamento.
La fotografia di Roma antica, potenza culturale e militare che conquistò il mondo e fondò il proprio Impero sulle rovine delle monarchie ellenistiche, dalle sue origini fino al declino, emerge da questo libro attraverso 100 parole chiave. La spiegazione di ciascun termine è affidata a lemmi interessanti ed esaustivi, affiancati da immagini e box di approfondimento.
La collana:
100 parole per capire, una civiltà, un pittore, un movimento artistico: una collana dedicata ai grandi temi dell'arte e della cultura, dove ogni volume è uno strumento facile da usare per comprendere in modo semplice e immediato i concetti fondamentali dell'argomento trattato. Roma in 100 parole chiave - vita, capolavori, contesto artistico e sociale, temi iconografici, tecniche pittoriche - proposte in successione cronologica o tematica con testi chiari e puntuali e molte immagini a colori, per lettori curiosi e viaggiatori informati.
Michelangelo Pistoletto è conosciuto in Europa come uno dei maggiori artisti viventi ed è considerato negli Stati Uniti un sensibile anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione contemporanea. Il catalogo presenta oltre 130 lavori, provenienti da collezioni private sia americane che europee. Il lettore potrà seguire il percorso artistico di Pistoletto, dalla rigorosa indagine sulla rappresentazione di se stesso fino allo sviluppo delle collaborazioni creative che hanno caratterizzato la sua ricerca, grazie all’analisi dei primi ritratti della metà degli anni cinquanta fino alle azioni collettive dei tardi anni sessanta e primi settanta. I testi di approfondimento sono a cura di studiosi italiani e internazionali quali, Carlos Basoaldo, anche curatore del volume, Angela Vettese, Claire Gilman, Gabriele Guercio, Jean François Chevrier, Suzanne Penn. A chiusura del catalogo una cronologia storico - artistica.
Risorgimento italiano non solo come periodo di importantissimi avvenimenti storici: proprio in quegli anni, in virtù di determinate circostanze, la fotografia - tecnica da poco messa a punto e rivoluzionaria nell'ambito delle arti visive - inizia a essere largamente usata e diventa un modo per diffondere notizie e lasciare tracce di memoria, ma anche per esprimersi artisticamente. Dopo un'interessante introduzione, su come i contemporanei vedessero questa nuova tecnica di documentazione storica, il volume si articola in ampie sezioni dedicate ai luoghi simbolo del Risorgimento, al ritratto e all'identità nazionale. Partendo dalle foto della Repubblica Romana, le immagini delle rovine risorgimentali (da Palermo a Gaeta fino a Porta Pia) tracciano la nascita dei reportage di guerra. Segue la sezione dedicata ol ritratto fotografico, un'invenzione dell'epoca, per rintracciare le radici di un uso già politico dell'immagine: sfilano così Mazzini, Garibaldi, Cavour. Nel volume trova spazio anche un'Italia non ufficiale, i volti dei briganti, le prime testimonianze di tentativi di uso artistico della fotografia e le immagini di paesaggio come segni di identità nazionale.
La collana dei Maestri presenta l'opera di Lorenzo Lotto (1480-1556), finalmente oggetto di studio "dopo un plurisecolare tradimento che la memoria storica aveva messo in opera nei suoi confronti proprio a partire dal capostipite della storiografia artistica moderna" come scrive l'autore Carlo Pirovano riferendosi al Vasari.
Le opere più significative del pittore veneto riprodotte a colori in un "atlante" costruito con sequenza filmica, analizzate procedendo dalla visione generale d'insieme ai ravvicinamenti graduali, fino ai particolari in dimensione naturale, capaci di restituire al lettore tutta l'emozione di una visione "dal vero", nel medesimo rapporto che ebbe in origine l'artista stesso con la sua opera.
La poetica,le qualità cromatiche, le "bravure", gli ardimenti formali, la consistenza materica delle tele solo in questo modo possono profondamente percepite.
Il volume raccoglie tutti i capolavori di Lorenzo Lotto realizzati nel corso di un'attività prolifica e diversificata, svolta tra Bergamo, Venezia e le Marche. Ampio spazio è dedicato a opere quali il Polittico di Recanati, alla Madonna con il Bambino e i santi di Bergamo, Il commiato di Cristo dalla Madre, Le nozze mistiche di santa Caterina, agli affreschi Suardi a Trescore, le Storie di santa Lucia e ai numerosi straordinari ritratti.
Nella periodizzazione tradizionale della storia dell'arte esiste un lungo intervallo oscuro tra l'architettura dell'età imperiale romana e quella del primo Medioevo. La vecchia tesi di un progressivo declino della cultura classica e di timidi accenni di rinascita nel primo Medioevo appare tuttavia superata da tempo. Piuttosto i concetti chiave di questo momento storico sono: continuità, cristianizzazione e innovazione. Fulcro di tale sviluppo è la creazione dell'edificio di culto cristiano, che si rivelerà poi uno dei temi più fecondi della storia dell'architettura europea. Ma anche il permanere del patrimonio monumentale ereditato dall'antichità e gli impulsi scaturiti dallo stanziarsi dei Longobardi, gli influssi bizantini e la nuova dimensione europea dell'impero carolingio caratterizzano questo periodo. Tutti questi argomenti sono nel presente volume oggetto di trattazione da parte di studiosi di fama internazionale. Si illustra la prima fioritura dell'edilizia chiesastica nei centri principali dell'Italia tardoantica: Roma, Milano e Ravenna e nelle altre città e territori dell'Italia settentrionale e meridionale. Si prende inoltre in esame la permanenza dell'eredità urbanistica e architettonica del mondo antico, sotto l'aspetto sia della continuità d'uso che dell'influenza esercitata come fonte di rievocazione e d'ispirazione. All'altra estremità della trattazione si profilano i nuovi abitati del primo Medioevo.