Da diversi anni l'Istituto Padre Monti di Saronno, nel periodo natalizio, è meta di numerosissimi visitatori, attratti dai capolavori presepistici allestiti in mostra dall'Associazione Amici di Padre Monti. Tra questi spiccano i diorami costruiti nel tempo da un religioso montiano: fratel Matteo Chita, morto nel 1999 all'età di ottantasei anni. Con questo libro, l'Editrice Monti vuole dare il giusto tributo a un religioso fedele e laborioso, presepista di fama internazionale.
La storia del mondo non è altro che la biografia di grandi uomini, ed è grande colui che persegue l'ideale e lo rende partecipe agli altri con la propria vita. Nato in un paese del Trentino, per alcuni mesi dell'anno all'oscuro del sole, padre Emilio Maroni ha attraversato il secolo delle grandi guerre, della crescita e delle riforme ricercando con una gioia caritatevole e un animo innovativo lo splendore della libertà. Quella propria, contrastata da incertezze e fatiche; e quella di coloro che gli erano affidati dalla Congregazione a cui aveva fatto voto. Maestro e sacerdote, Mili, come era chiamato, ha lavorato al riscatto di esistenze adombrate da fragilità e impedimenti: in particolare quelle dei disabili, a partire dagli anni '60, prima a Erba e poi a Cantù. E proprio qui ha svolto il suo ultimo impegno: promuovere la Cooperativa Il Gabbiano, con cui vedeva compiersi l'ideale di vite finalmente rischiarate dall'amore, sollevate oltre le barriere della paura e del pregiudizio.
«Le beatitudini del marciapiede è un libro sconvolgente perché ci conduce, poco a poco, a concludere che la vita, almeno quella finora consumata, è un fallimento. E si avverte il desiderio, impossibile, di rifarla. [...] Non c’è altro da suggerire che leggere riga per riga e sperare di non entrare in una profonda crisi depressiva. [...] Lo dico con la semplicità e l’efficacia che don Antonio ha usato nello scrivere il suo libro: don Antonio Mazzi è “matto”! [...] Credo che Le beatitudini del marciapiede rimarranno la testimonianza di quanto don Mazzi sia prete e sia innamorato di Cristo».
Dalla prefazione di Vittorino Andreoli.
A ventisette anni dall’inizio della Fondazione Exodus, a ottantadue anni di età (ma non li dimostra!), il prete più famoso d’Italia traccia un bilancio della sua vita e della sua attività che ha il suo fulcro all’interno del Parco Lambro di Milano. E lo fa, come si dice, “con il cuore in mano”. Si confessa senza reticenze, innanzi tutto rivolgendosi ai “suoi” giovani, ragazzi e ragazze che in tutti questi anni ha incontrato nelle situazioni più difficili, e ai quali, nella maggior parte dei casi, è riuscito a dare nuova speranza e nuovi motivi per vivere. Un libro inedito che ancora mancava tra le pubblicazioni di don Mazzi. Una sorta di testamento spirituale che tocca numerosi argomenti, traducendo in modo originale e quasi irriverente l’evangelico “discorso della montagna”: Beati quelli del secondo albero; Beata la società di mia nonna; Beati quelli che scrivono sui muri; Beati gli educabili; Beati i miei ragazzi; Beate le donne; Beati quelli che non contano niente; Beati quelli che cantano “improperi”!
In questo testo fratel Gabriele affronta – con un linguaggio schietto e semplice, attingendo ad aneddoti e a racconti personali, citando brani esemplari di maestri di spiritualità e di Charles de Foucauld –, il tema dell’equilibrio tra vita interiore e vita quotidiana, tra spiritualità e concretezza. Lo fa attingendo dagli insegnamenti e dall’esperienza dei Piccoli Fratelli Jesus Caritas e dalla vita di fraternità della sua famiglia religiosa, ma gli spunti proposti sono validi e interessanti per chiunque – sacerdote, religiosa, consacrato, fedele laico –, voglia interessarsi dell’argomento e cercare di sciogliere l’eterno dilemma dell’alternativa (ma davvero di alternativa si può parlare?!) tra “Marta e Maria”. Le riflessioni vanno dalla preghiera all’Eucaristia, dal deserto al Nazaret quotidiano, dalla piccolezza alla umiltà, dalla povertà alla fraternità, dalla speranza alla gioia.
I Piccoli Fratelli Jesus Caritas sono un ramo della famiglia religiosa che si rifà alle intuizioni del beato Charles de Foucauld e sono presenti in Italia e all’estero. Essi ritmano la loro giornata fra la preghiera liturgica e l’adorazione eucaristica, tempi di solitudine, spazi di lavoro e servizio pastorale. Il loro priorato generale è nell’Abbazia di Sassovivo (sec. XI), a Foligno, in terra umbra. Il suo chiostro abbaziale costituisce un vero e proprio gioiello artistico e architettonico. In memoria di antichi contatti con il monachesimo orientale e, soprattutto, con la Chiesa maronita, la cripta dell’abbazia è dedicata a san Marone, celebre eremita la cui santità fiorì nel IV-V secolo. A Nazaret i Piccoli Fratelli sono custodi del minuscolo convento che ha visto le lunghe ore di orazione di Charles de Foucauld, e che oggi è luogo di continua preghiera e accoglienza per la gente del posto e per i pellegrini, sempre più numerosi, che giungono da ogni parte del mondo. Da pochio giorni si è celebrato il 3° Capitolo Generale della Fraternità. Per saperne di più: www.jesuscaritas.it
Gabriele Faraghini, che ha curato la redazione di questo libro, romano, è piccolo fratello Jesus Caritas, presbitero, viene dal mondo scoutistico e parrocchiale.
«La comunità che sarete chiamati a fare non sarà quella che sognate, ma nemmeno quella che temete! È altro da quello che voi sognate o temete: sarà semplicemente un’altra cosa. Ci sarà un po’ del sogno che vi fa vibrare di gioia e un po’ di quella fatica che ora vi spaventa» Danila e Massimo Nicolai. «L’amore unisce i diversi. Questa è l’azione divina che dà felicità all’uomo, perché lo realizza: ognuno diventa se stesso in relazione all’altro» Silvano Fausti. «Una vita comune riuscita, quale che ne sia la forma, non dipende mai dalla somma delle ricchezze e delle forze, delle competenze e della abilità di ciascuno, ma piuttosto dalla condivisione delle debolezze e delle fragilità, della povertà e dei limiti di ognuno» Luciano Manicardi.
La Miniguida sulla comunità raccoglie tre testimonianze di vita che hanno segnato e continuano a interrogare il cammino del Mondo di Comunità e Famiglia. L’omonima associazione (MCF), nata nel 2003, trae origine dall’esperienza della comunità di Villapizzone, fondata a Milano nel 1978 da Bruno ed Enrica Volpi insieme a Massimo e Danila Nicolai e ad un gruppo di padri gesuiti. Motore ed essenza di MCF è la convinzione che le persone e le famiglie, valorizzando la loro diversità, possano sperimentare un altro modo di vivere, giocando le proprie relazioni in un contesto di fiducia, accoglienza, sobrietà, solidarietà, condivisione e responsabilità, attraverso cammini di vita comunitaria o dando vita a esperienze che promuovano occasioni di incontro e di confronto. Degli scritti raccolti, due, quello di Massimo e Danila Nicolai e quello di padre Silvano Fausti, raccontano Villapizzone a partire dal vissuto delle due “anime” della comunità: un gruppo di famiglie e una comunità di religiosi. Il terzo intervento di Luciano Manicardi, monaco della comunità di Bose, testimonia il desiderio e il bisogno di aprire l’orizzonte su un confronto con altre realtà di vita comune, nella ricerca delle ragioni e delle radici del vivere insieme da fratelli. A chi è destinato questo libretto? Certamente a chi sogna, per il proprio cammino di persona e di famiglia, l’esperienza della vita comunitaria, ma anche a tutti coloro che credono sia possibile vivere più profondamente la propria umanità nell’incontro vero con l’altro e che da qui passi la strada per una più piena realizzazione della propria vocazione.
Un itinerario verso la Cresima per l'approfondimento della testimonianza della fede. Il testo accompagna i ragazzi al sacramento della Confermazione sviluppando il contenuto del "Discorso della montagna" attraverso la comprensione del senso di diversi simboli. Un vero best seller!