I nuovi stili di vita stanno diventando sempre più gli strumenti che la gente comune ha nelle proprie mani per poter cambiare la vita quotidiana e anche per poter influire sui cambiamenti strutturali che necessitano delle scelte dei responsabili della realtà politica, sociale ed economica. I nuovi stili di vita vogliono far emergere il potenziale che ha la gente comune di poter cambiare la vita feriale mediante azioni e scelte quotidiane, partendo da un livello personale per passare poi a uno comunitario fino a raggiungere i vertici del sistema socio-economico e politico, con lo scopo di giungere a mutazioni strutturali globali. I nuovi stili di vita sono dunque: "azioni quotidiane, possibili a tutti, che generano un nuovo modo di impostare la vita giornaliera;" pratiche nuove di vita quotidiana che rendono concreto il sogno di un altra vita possibile;" strumenti popolari per poter cambiare la realtà, e azioni che possano influire sui cambiamenti strutturali a livello locale ed anche mondiale.
"Dopo le dieci 'lectio' del Vangelo presentate nel libro 'Sei forse tu Gesù?', frutto di un amore appassionato alla Parola di Dio, di una profonda sensibilità pastorale coltivata con generosità lungo tutto il suo percorso ministeriale e di una singolare carica umana mons. Luigi Mistò, si ripete proponendoci altrettante 'lectio' evangeliche, questa volta dedicate all'incontro con persone vive. L'amicizia, dunque, è la brezza lieve che respiri, ti ringiovanisce e ti ritempra lungo tutte le pagine del libro di monsignor Mistò, il leitmotif a cui tutto viene accordato e ricondotto, la "parola magica" che a tutto dà ragione e verità. La gioia dell'evangelizzazione, l'Evangelii gaudium di papa Francesco si attua, secondo l'ispirazione di Mistò, attraverso la testimonianza gioiosa dell'amicizia. L'augurio sincero che rivolgo a te, sorella e fratello che hai tra le mani questo prezioso libro, fuoco amico che ti riscalda il cuore, è che anche tu, come don Luigi e come me, possa innamorarti ogni giorno da capo di Gesù come dell''amico necessario che è la fonte e la ragione della nostra gioia!'" (Dalla prefazione del card. Gualtiero Bassetti).
Il testo si caratterizza per un'approfondita analisi della società contemporanea, ormai orfana del "padre", e delle conseguenze della perdita di autorevolezza, moralità, etica, sacrificio, tutte caratteristiche legate alla figura paterna, in chiave psicologica, sociologica, familiare e sociale. L'epoca delle emozioni moderne ha sostituito indegnamente l'anacronistica rigidità patriarcale lasciando un vuoto e una crisi di senso profonda. La famiglia, la scuola, la società e le comunità sono smarrite. Occorre ritrovare il senso del vivere e del comunicare mediante il rispetto reciproco e la condivisione dei propri sogni. Gli autori, attraverso facili suggerimenti, indirizzano verso la riscoperta di una paternità (non solo genitoriale, ma anche comunitaria e sociale) sana, qualificata e credibile.
Tante storie vere, profondamente vissute, simili ma allo stesso tempo uniche. Sono i racconti dei famigliari (genitori, fratelli, sorelle, nonni, zii...) di ragazze e ragazzi con la Sindrome di Down. Chi ha accettato di confidarsi in queste pagine non ha negato le proprie lacrime, le proprie difficoltà, i propri problemi, ma allo stesso tempo mostra la bellezza e la varietà dell’esistenza perché «alcuni rami sono più lunghi, altri più corti: ma tutti servono all’armonia di quell’albero che è la vita»! Un testo davvero
commovente, toccante, che aiuta a rimuovere tanti pregiudizi attorno alla Sindrome di Down ma che sa presentare le cose con il realismo e l’efficacia delle esperienze della vita vissuta.
Lucia Landoni è nata a Castellanza, in provincia di Varese, nel 1985. Dopo gli studi classici, nel 2007 si è laureata in Linguaggi dei Media all’Università Cattolica di Milano e presso lo stesso ateneo ha frequentato il Master in giornalismo che l’ha portata a superare nel 2009 l’esame di Stato per giornalisti professionisti. Ha lavorato per il Giornale; scrive per la Repubblica e la Prealpina.
"Tra le tante storie di vocazioni narrate dalla Bibbia, quella di san Paolo, raccontata più volte dagli Atti degli Apostoli e da Paolo stesso nelle sue lettere, è particolarmente significativa. In un certo senso potremmo dire che in essa ci viene rivelato il paradigma di ogni vocazione. Nella vicenda dell'Apostolo delle genti, infatti, possiamo ritrovare tutti gli elementi propri di quel mistero altissimo che è la chiamata di Dio e la risposta dell'uomo. Attorno a questa considerazione si sviluppa il felice percorso vocazionale che don Sergio Stevan, che conosco e stimo da alcuni anni, propone nel presente volume. Queste pagine parlano direttamente al cuore di chi legge. Lo coinvolgono. Lo aiutano a immedesimarsi con l'esperienza di san Paolo e a considerare la propria esistenza attraverso la luce che promana dalla sua figura. Sono convinto che il lavoro di don Sergio, dal quale emerge una grande passione educativa e una profonda capacità di penetrare la Sacra Scrittura, infiammerà di passione molti giovani e li aiuterà a scoprire la grandezza della propria vita." (dalla prefazione di S. E. Mons. Massimo Camisasca)
Prosegue la collana per ragazzi sui testimoni della Congregazione guanelliana. Dopo la figura del fondatore, san Luigi Guanella, e quella di Alessandrino Mazzucchi, il primo seminarista dell’Opera guanelliana scomparso tragicamente a soli 12 anni, è il turno di fratel Giovanni Vaccari. Fu un uomo che seppe sempre mantenere la concretezza, l’umiltà e la grande fede tipiche delle sue origini contadine, conquistando così l’affetto e la benevolenza di tutti coloro che lo hanno incontrato nelle sue missioni, da Sanguinetto (VR), suo paese natale, a Barza d’Ispra (VA) e Monteggia (VA), da Roma, al Vaticano (dove conobbe personalmente tre papi: Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI) alla Spagna. Una quotidianità intensa e densa di impegno, sacrificio e preghiera, che ha saputo portare frutti di amore. Celebre il suo “testamento delle caramelle”: «Delle cose a me appartenenti vadano distribuite ai cari fratelli, e se fossi in possesso di denaro vengano celebrate tre Messe e il resto vada per far avere caramelle ai nostri cari buoni figli». Andiamo a Gesù con... Fratel Giovanni Vaccari vuole essere l’invito a seguire l’esempio di chi sa accogliere, giorno per giorno, quello che il Signore dona e sa viverlo assaporandone appieno il gusto, ridonandolo con generosità a chi cammina con lui. Le illustrazioni di Vittorio Sedini, pensate per la sensibilità dei più piccoli, arricchiscono e completano il volumetto.
l’Équipe del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile ha la sua finalità principale nel formare i giovani a uno stile di vita evangelico con “tonalità” guanelliana. Operativo dal 2006 presso l’Open Space giovani di Como, vuole essere espressione della collaborazione di religiosi e religiose guanelliane con i giovani, nella realizzazione di proposte e progetti. Questo libretto si rivolge agli oratori, alle parrocchie, ai catechisti, ai sacerdoti, ai religiosi... di tutta Italia.
Il libro di Fant è la cronaca dell’avventura cristiana di una combriccola di punk e del loro incontro con fratel Ettore Boschini «l’Ettore dei poveri di cui Emanuele ha già ripercorso la biografia in un meraviglioso, e giustamente fortunato, spettacolo di marionette. [...] Emanuele fa finta di raccontare di sé e dei suoi amici, creste comprese, ma in realtà è sempre di fratel Ettore che sta parlando: un uomo di Dio che volentieri si lascia scomporre nelle storie degli altri uomini, preferibilmente derelitti ed eventualmente sbalestrati, com’era appunto Emanuele nel fosco splendore dei suoi vent’anni» dalla prefazione di Alessandro Zaccuri.
Nato nel 1979, dopo vent’anni era praticamente uguale a uno dei protagonisti del suo libro. Oggi è sposato con Laura e papà di Michele e di Clara. Lavora per l’Opera Fratel Ettore, dove ha avviato il Teatro della Misericordia, una struttura per creare spettacoli con gli ex senzatetto ospiti delle comunità di Seveso e Milano. Ha pubblicato Il ricovero delle storie sbagliate per Subway Edizioni, ha scritto il monologo La notte che il nulla inghiottì la terra, ha diretto gli spettacoli Ettore dei poveri e Sabatino. Scrive sul blog di Costanza Miriano.
"Un prete è sempre un prete. Ecco perché chi conosce come prete monsignor Luigi Mistònon si stupisce che proprio lui, che oggi ricopre l'incarico di Segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica in diretta collaborazione con il Papa, abbia potuto scrivere con animo pastorale queste pagine di meditazione profonda e appassionata del Vangelo. Esse sono destinate con la loro chiarezza, la loro incisività, la loro efficacia comunicativa a toccareil cuore di chi le legge e le medita". (Dalla prefazione del cardinale Francesco Coccopalmerio)
Una sfida fino all'ultima parola, alla ricerca del vuoto necessario per inventare le maschere che giustifichino un'esistenza da scrivere, un'iniziazione che coincida con l'immolazione. Lara, fredda e cinica, ha deciso di lanciare la sua sfida definitiva a Ivan, iperbolico, impulsivo e rituale: la creazione di un personaggio neutro, materializzazione del vuoto. Cosa è veramente necessario alla pura esistenza di un personaggio? La mente razionale e mimetica dello scacchista Thomas, le pagine di un quaderno, il segreto di Sonoko e Karl, l'umanità allo sbando della locanda nella Città Vecchia, le apparenze della Città Nuova, il Paese delle Tre Strade, l'acqua del canale... sembrano interagire con la sfida tutta mentale dei due protagonisti, che si affrontano specularmente mentre conducono una lotta con sé stessi, verso l'enigmatico epilogo. Solo con una trasfigurata indifferenza è possibile tagliare come una lama ciò che ci circonda, senza farsi lacerare. Solo bevendo il mondo è possibile svuotare la tristezza, riempiendola di qualcosa di completamente altro.
Prendendo spunto da un sermone di san Bernardo di Chiaravalle, il libro si divide in 3 parti che ripercorrono la venuta tra noi del Verbo di Dio: la prima venuta nella debolezza della carne; la seconda, intermedia e attuale, nella potenza dello Spirito; l'ultima, alla fine dei tempi, nella maestà della gloria. Un'intervista esclusiva all'archimandrita Gabriel Bunge - eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore dei Padri del deserto impreziosisce il volume prima della sezione conclusiva in cui si trova una ricca antologia di preghiere patristiche e medievali. "Le pagine che don Michele e don Simone offrono ai lettori sono d'aiuto per vivere l'Avvento che è il tempo liturgico più adatto per fare esperienza del tempo secondo lo Spirito. Le parole di tanti maestri dello Spirito di ogni tempo e anche del nostro tempo, come Bunge e altri, ci consigliano e ci guidano non solo come apprezzabili citazioni, ma piuttosto come voci amiche di persone vive che ci parlano e ci ascoltano e pregano per noi. Questa è infatti la comunione dei santi. È per questo che siamo grati a don Michele e a don Simone." (Dalla prefazione di mons. Mario Delpini).
L'imperfezione è il tema centrale di questo libro in cui Battista Borsato si discosta dagli argomenti affrontati nelle sue precedenti pubblicazioni. Accettare di sbagliare, vivere il senso del limite, saper convivere con le proprie imperfezioni ci rende più umani e anche più capaci di relazionarci con gli altri perché animati dal sentimento liberante della misericordia e della "compassione". Gesù non è venuto per i giusti (i perfetti), ma per i peccatori (gli imperfetti). Molte parabole ed episodi del Vangelo ci aiutano a entrare in questa nuova logica. L'uomo sviluppa le sue potenzialità vivendo più il senso del limite e dell'imperfezione che tendendo ansiosamente alla perfezione. Il "liberarsi dalla perfezione" sembra indulgere alla propria indolenza e al disimpegno. Invece l'impulso allo sviluppo del proprio potenziale umano è una realtà da valorizzare. La crescita umana, però, non avviene seguendo un'immagine ideale di sé, coltivando un'ideale sproporzionato, ma vivendo quello che ciascuno è, senza competizioni esasperanti e senza dover rincorrere mete al di fuori o al di sopra delle proprie capacità e delle proprie originali possibilità. Il diventare se stessi, senza sottostare a schemi, accettando i propri limiti e anche gli errori e le sconfitte è il contenuto dell'etica dell'imperfezione.