La religione, nella modernità, è divenuta superflua ed è quindi destinata a scomparire? Nella storia del cristianesimo europeo mai la vita religiosa cristiana si è eclissata come negli ultimi vent'anni. Scopo di questo libro è cercare cli comprendere a fondo tale evoluzione. Robert Spaemann e Hans ]oas, entrambi pensatori cattolici, dialogano sul futuro della religione toccando temi quali il ruolo del Concilio Vaticano II in questo processo cli decadenza, la figura di Benedetto XVI e il fenomeno Francesco, la morale sessuale cattolica e il sacerdozio femminile.
Le concordanze e le differenze fra loro rispecchiano I'ampiezza e la pluralità del mondo cattolico, restituendo fiducia nella fecondità del dialogo intellettuale capace di diradare la nebbia del nostro tempo.
È dalla crisi della preghiera che Hans Küng parte in questo aureo testo. Una crisi esita, insieme, della secolarizzazione e delle domande inevase di giustizia di fronte al male e al dolore innocente. Ma proprio il continuo riproporsi di questi interrogativi è per Küng la condizione per scoprire il senso universalmente umano della preghiera: «La preghiera può trasformare l'uomo, ma l'uomo dovrebbe trasformarsi anche nella sua preghiera. La preghiera è qualcosa di vivente, può crescere, maturare, diventare matura. [...] Anche la preghiera deve diventare adulta, deve essere lo specchio, l'espressione dell'intera personalità. Da come uno prega si capisci che uomo egli è».
"Atto di comunicazione tra l'uomo e il divino, la preghiera è un momento costitutivo della religione. In quanto tale, essa non solo è attestata universalmente nelle più differenti tradizioni, ma è presente anche in altre espressioni dell'esperienza religiosa come il sacrificio, la magia, le feste, i rituali, la divinazione, la mistica e così via. Nella sua apparente semplicità di atto linguistico che nelle sue gestualità, spontanee o codificate (dalla genuflessione alla danza), sfrutta tutte le possibilità antropologiche - rappresentando, secondo i modi, un'invocazione, una petizione, una confessione, una richiesta di intercessione, un atto di adorazione, un ringraziamento, uno slancio mistico, un annuncio profetico - è in realtà un microcosmo che racchiude la complessità del macrocosmo religioso. Che sia individuale o collettiva, esperienza interiore sganciata da ogni determinazione spazio-temporale o momento di una complessa e regolata azione cultuale, la preghiera racchiude e dischiude l'infinita ricchezza della vita religiosa, attraversando le varie credenze con tratti ricorrenti o, per così dire, strutturali. 'Das Gebet', pubblicato nel 1918 - appena un anno dopo l'uscita di 'Das Heilige' di Rudolf Otto con cui presenta consonanze profonde per l'indagine fenomenologica - e qui per la prima volta tradotto, è un contributo fondamentale all'interno della peculiare tradizione tedesca della storia e della scienza comparata delle religioni." (Giovanni Filoramo)
"In un'epoca in cui la tecnologia sembra invadere anche l'ambito delle relazioni, le tracce della scrittura ci riconsegnano una testimonianza di piena autenticità umana e spirituale. 'Scritture profetiche': una collana dove la grafia dell'autore diventa scavo e ispirazione di un ascolto. L'ascolto della Parola, l'ascolto dell'Altro. Profezia nel senso rigorosamente biblico del termine: interpretare la Parola è interpretare l'oggi. Nelle sue tensioni, nelle sue inquietudini, nelle sue attese, nelle sue speranze. Tra dolore e possibilità di gioia." (Arnoldo Mosca Mondadori)
"Davanti al Padre suo e in colloquio con Lui, Gesù, nella preghiera che ci ha insegnato, ricorda a ciascuno di noi che non si tratta soltanto del Padre suo, ma del Padre nostro, del Padre di tutti. Non è il Padre soltanto dei cristiani devoti ma è il Padre di tutti gli uomini, dell'intera famiglia umana. Io dunque sono invitato a entrare nella mia stanza, dentro di me, dentro la mia interiorità, ma da questa devo rivolgermi in preghiera al Padre di tutti. Il Padre nostro mi ricorda di essere fratello di tutti, dei vicini e dei lontani, di coloro che non conosco come di coloro con i quali mi trovo a condividere in qualche modo il mio percorso terreno orientato alla finale 'comunione dei santi'".
I filosofi cosiddetti dialogici, pur nelle differenze con cui si presentano, hanno in comune il concetto di parola e la relazione con un Tu. La preghiera, come interpellanza, è una particolare parola che consente uno straordinario dialogo personale con Dio: in quanto relazione tra l'io umano e il Tu divino, la preghiera può pertanto considerarsi una cifra peculiare della filosofia dialogica. Seguendone le tracce attraverso pensatori eterogenei - da Rosenzweig e Levinas a Weil e Zambrano, da Picard, Buber, Ebner a Guardini il volume cerca di ricomporre i molteplici significati che la preghiera come evento dialogico assume. Una lente sotto la quale è possibile cogliere l'essenza dialogica dell'uomo, e con ciò la sua stessa apertura sull'infinito.
È noto che il metropolita Anthony Bloom non scrisse mai nulla. Si rivolgeva a ogni genere di ascoltatori, sia che gli fossero personalmente conosciuti, sia che si trattasse di un pubblico anonimo. Dagli anni Sessanta le sue predicazioni e i suoi discorsi cominciarono ad essere registrati e in seguito trascritti. In questo modo è nato anche il presente Living prayer (1966), Per una preghiera viva. La propria esperienza spirituale non era per lui un possesso geloso, ma il dono di un incontro con Dio cui l'uomo partecipa liberamente e responsabilmente, una relazione molto personale, da condividere con gli altri. Insisteva spesso sul fatto di non essere teologo, di non aver mai frequentato una scuola teologica. La sua ricchezza nascosta era la preghiera, una specie di specchio nel quale l'uomo si vede alla luce di Cristo, avvertito come presenza discreta e reale. La preghiera aveva per Bloom una finalità pratica, permettendogli di essere sempre "presente" alla realtà, "qui ed ora", con grande consapevolezza di persone, tempi, avvenimenti e cose. La preghiera era per lui tutt'altro che estraniazione, piuttosto non-dispersione, antidoto alla vana agitazione, rigetto della piccineria meschina. Ecco, era attenzione, rispetto, di ogni persona, di ogni creatura, di ogni fatto.(Enzo Bianchi)