L'avventura più esotica ed esaltante che possiamo vivere oggi è dentro la nostra scatola cranica. Grazie all'impetuoso progresso delle neuroscienze, negli ultimi anni si è spalancato un continente incredibilmente affascinante e complesso, al centro del quale vi sono il cervello e le sue cellule, neuroni e sinapsi dove prendono vita tutte le azioni (e reazioni) umane: mangiare, bere e dormire, ma anche ridere e innamorarsi. Niente di meglio, per orientarsi in un simile viaggio, di un libro pensato come una vera e propria guida e di un accompagnatore del calibro di Jean-Didier Vincent. Con tutta la sua autorevolezza di studioso di fama mondiale e il contributo di esperti di diverse discipline, con una buona dose di humour e il giusto senso della suspense, guida alla scoperta del cervello e di tutte le sue meraviglie, ma anche delle sue insidie e dei misteri che tiene ancora riserva.
Ormai è il colore preferito dalla maggior parte delle persone, eppure la storia ci insegna che non è sempre stato così: presso gli antichi Greci e Romani, per esempio, il blu aveva una connotazione fortemente negativa, tanto da essere associato agli spregevoli Barbari. A documentare la lenta ma progressiva inversione di tendenza che lo riguarda è un esperto in materia come Michel Pastoureau, che ripercorre le principali tappe di questo significativo rovesciamento e da vita a un articolato excursus storico che mette in luce l'uso quotidiano, la "rivalità" con gli altri colori, il valore simbolico, il ruolo economico, artistico e letterario che il blu ha avuto dal Neolitico sino ai giorni nostri. Considerato un fatto sociale in piena regola, il blu e le sue alterne fortune rappresentano pertanto il ritratto in continuo divenire di una società, quella umana, costantemente impegnata a fissare e ridefinire la propria scala di valori.
"Poesia, entusiasmo e adrenalina": è questa la montagna raccontata da Carlo Grande. È lo scenario della Sainte-Victoire che rapisce Cézanne, o la luce dolce sulle vigne descritta da Pavese. È un possibile antidoto al rituale moderno della velocità, "un silenzio di voci che bisbigliano" e che svelano una natura archetipica e indicibile. Ma sono anche i luoghi di una fatica quotidiana e paziente che si perde nel tempo, forre oscure e minacciose come le Forche Caudine o la gola di Roncisvalle, vette himalayane che attirano l'uomo nella "zona della morte". Sono le montagne da sempre teatro di lotte e invasioni: da Annibale che varcò le Alpi allo sterminio dei catari, fino alla Resistenza ai nazifascismi e alla pacifica opposizione alle mostruose gallerie della TAV. In un sottile gioco tra parola e allusione, scrittura e immaginazione, Grande ci prende per mano e, in compagnia di Herzog, Buzzati, Thoreau, Mann, Rigoni Stern, ci invita a riscoprire il gusto dell'andare a piedi e del "salire", accettandone i rischi e le avventure: "Per non cancellare il proprio paesaggio interiore e perdere così la gioia di vivere".
Dieci anni fa Misha ha conquistato la fama con un libro autobiografico in cui raccontava di come dal 1941 al 1945 aveva attraversato l'Europa a piedi, dal Belgio all'Ucraina, da sola, alla ricerca dei suoi genitori deportati nei lager nazisti. In questo viaggio aveva affrontato mille difficoltà, pericoli umani e naturali, aveva più volte camminato al fianco della morte, e a un certo punto era anche stata adottata da una famiglia di lupi, gli unici esseri viventi che si erano occupati di lei, l'avevano scaldata, nutrita, protetta. Il libro è diventato immediatamente n bestseller internazionale, tradotto in diciotto paesi: milioni di lettori si sono commossi leggendo la storia sconvolgente di questa bamabina alla disperata ricerca della sua mamma. Oggi che il successo è stato coronato anche da un film, l'autrice ammette di aver inventato questa favola drammatica per salvarsi da una realtà dolorosa, quella della guerra, e dalle accuse fatte a suo padre - nella Resistenza belga - di aver parlato sotto tortra. Con il tempo questa favola si è impadronita di lei, fino a confondersi con i suoi ricordi, con la verità storica: raccontare storie cura le ferite dell'anima, tiene lontani gl'incubi, aiuta a soravvivere.
Guida pratica agli scherzi che ci tendono la nostra mente e il nostro modo di pensare, per sopravvivere nella giungla dei nostri pensieri e chiudere il libro sorridendo. Vi è mai successo di bloccarvi nell'inutile tentativo di ricordare un nome? Oppure di controllare più e più volte la valigia appena fatta nel dubbio di aver dimenticato qualcosa? O di dannarvi a rivangare un passato che non si può più cambiare? Siete in buona compagnia: come insegna l'autore di questo libro, chiunque prima o poi è caduto vittima delle cosiddette «trappole della mente». Molteplici e sempre pronte a scattare, queste abitudini a pensare in modo sbagliato non soltanto ci complicano l'esistenza, ma ci sottraggono tempo ed energia preziosi. Evitarle è possibile, basta imparare a riconoscerle: ad aiutarci in questa impresa è André Kukla, che ci guida alla scoperta dei nostri processi mentali e dei loro passaggi inutili, veri e propri vuoti di consapevolezza in cui spesso precipitiamo ma contro i quali possiamo adottare opportune strategie d'uscita.
La felicità è rara e il futuro incerto. Sempre più difficile sembra vivere insieme. Nei rapporti internazionali è tornata la guerra. Per uno che si libera, molti vengono oppressi. La ricchezza cresce e i poveri aumentano. E Dio dov'è? La società di oggi non se lo chiede neppure; i laici discutono molto sulla Chiesa, la Chiesa discute molto sull'embrione, ma in questo dibattito c'è un assente, ed è Dio. Infatti per molti non esiste, per gli altri bisogna fare "come se Dio non ci fosse". Però la domanda è rimasta da quando, dinanzi a un ragazzo appeso alla forca nel campo di Auschwitz, qualcuno chiese: "Ma Dio dov'è?". I nazisti, come molti altri persecutori nella storia, avevano detto che Dio era con loro. Fu allora che risuonò il grido: "Considerate se questo è un uomo". Infatti, quando Dio è in cattive mani, l'uomo è perduto.
All'uscita di un raduno democratico, in una Boston paralizzata dalla neve, l'ex sindaco Bernard Doyle discute con i figli adottivi Teddy e Tip, nella vana speranza che almeno uno dei due voglia continuare la sua carriera politica: ma basta un istante di distrazione e il casuale passaggio di una donna nera e della sua splendida bambina a cambiare sette vite per sempre. Concentrato come una tragedia classica nell'arco di ventiquattr'ore, "Corri" mette in scena un dramma eterno - quello di esistenze separate da decenni di segreti che tornano d'un tratto vicine - in un contesto modernissimo, di lealtà profonde che non coincidono con le attese sociali, le parentele di sangue, i legami anagrafici. Fra i più acuti, commoventi e spregiudicati omaggi alla famiglia che la letteratura degli ultimi anni ci abbia offerto, "Corri" è un libro profondamente personale, che riguarda le poche cose veramente importanti per ciascuno di noi: l'essere genitori, figli, compagni; la continua ricerca della nostra reale vocazione, del nostro vero significato nel mondo; la nostra radicata e inevitabile speranza in una società più giusta.
Un libro che ci porta nella geografia, nel mito, nella leggenda, nella botanica a partire dagli alberi. Quanti alberi sono al centro di storie affascinanti? I viaggi di Rudi Palla ci portano nei luoghi in cui sorgono gli alberi del mito. Dall'isola greca di Kos, in cui sorge il Platano di Ippocrate, all'Albero dell'ozio descritto da Lawrence Durrell a Limassol, nel Sud di Cipro, dal Grande Pino del Wienerwald meridionale al tramonto degli abeti rossi. Quante storie di uomini, quante leggende e quanti miti si intersecano alla vita degli alberi? Niente a che vedere con un noioso trattato di botanica, più di una raccolta di leggende, questo libro è un racconto di viaggi per il mondo e un viaggio nella storia dell'uomo, degli usi e dei costumi dei diversi luoghi, delle tradizioni più belle e difficili da dimenticare.
Cheryl ha la costante sensazione di cadere a causa di un deficit del suo apparato vestibolare; Barbara ha un cervello asimmetrico ed è considerata "ritardata"; Michael è un chirurgo oculare che a quarantaquattro anni subisce un ictus invalidante. Queste sono solo alcune delle storie alle frontiere della neuroscienza narrate in questo saggio: per loro e per molte altre tipologie di pazienti ora c'è una concreta possibilità di recupero e di completa guarigione. La scoperta che ha aperto la strada a questa fondata speranza è quella della neuroplasticità, ossia la proprietà del cervello di essere malleabile sempre, non solo nell'infanzia. Che il cervello fosse una macchina immutabile e che ogni sua parte non potesse essere sostituita o riparata era un assunto indiscutibile nel secolo scorso: una volta inceppato, il congegno perfetto sarebbe rimasto irrimediabilmente danneggiato. La tesi che ha scatenato la rivoluzione della neuroscienza, invece, ci dice che il cervello è in grado di cambiare se stesso e può funzionalmente riorganizzare ogni sua parte per sopperire alle carenze che si vengono a creare in seguito ai traumi o al lento processo di invecchiamento. Non solo. L'intera esperienza umana può essere spiegata esplorando le potenzialità del cervello malleabile: la creatività e l'amore, la dipendenza e l'ossessione. Si tratta di processi neurologici molto complessi, che sono indagati, anzi, vivacemente raccontati con semplicità e chiarezza espositiva.
Quante volte siamo rimasti colpiti da una frase? Alcune frasi hanno il potere di toccarci in profondità, tanto da farci non solo esclamare "È vero!", ma anche individuare i nostri punti nevralgici, sciogliere nodi d'incertezza, illuminare scenari mentali prima immersi nell'oscurità e aprirci prospettive fino a quel momento invisibili. Come spiega l'autore di questo efficace prontuario, le frasi magiche appaiono universali e, nello stesso tempo, cucite su misura per noi; si tratta solo di sapere quando usarle e perché. E qui entra in gioco Matteo Rampin che ha raccolto e opportunamente "etichettato" le 100 migliori citazioni da lui usate nella pratica professionale. Sono citazioni da poeti, filosofi, uomini politici, film e commedie, pronte per una veloce consultazione e un uso immediato, ma anche utili da scorrere una dopo l'altra, in un ripasso, piacevole e illuminante, dei nostri meccanismi mentali e delle nostre domande e risposte su noi stessi, sugli altri e sul mondo che ci circonda.
La Rivoluzione è alle porte: San Pietroburgo è una città vitale e travolgente, centro nevralgico di una nazione in bilico sull'orlo di un cambiamento epocale. Qui la cavalleria prova a ricacciare indietro lo spettro del comunismo; l'antisemitismo mostra il suo volto più scellerato; lo zar è l'ago di una bilancia impazzita e un grande torneo di scacchi sta per iniziare. In un giorno di marzo, Gul'ko, rispettabile direttore di giornale, viene assassinato. Cinque giorni dopo il dottor Otto Spethmann, famoso psicoanalista freudiano, riceve la visita della polizia. La città è una ragnatela inestricabile di complotti in cui paiono coinvolti tutti: la sua adorata e ribelle figlia; un campione di scacchi in crisi; un virtuoso del violino donnaiolo e spendaccione; una signora dell'alta società tormentata da un incubo ricorrente. Spethmann è molto preoccupato e cerca, armato di una conoscenza profonda dell'animo umano e dei suoi istinti più nascosti, di dipanare il filo oscuro delle relazioni, di comprendere i moventi che spingono all'azione. Sulla sua scacchiera, disputa una partita reale e una simbolica nel tentativo di organizzare e non farsi travolgere dalle strepitose forze politiche, storiche ed erotiche - che turbinano intorno a lui.
Nell'epoca in cui i festival di filosofìa riscuotono il successo dei grandi concerti rock, si può forse cominciare a dire che la filosofia è aperta a tutti quelli che hanno voglia di sperimentarla, non solo agli specialisti. La filosofia discute di temi e problemi che riguardano tutti. Che cosa è giusto o sbagliato? Come si conduce un ragionamento corretto? Che cosa conosciamo? Si tratta allora di capire come entrare nel mondo della filosofia. Come imparare le regole del gioco. I 4 giovani filosofi autori del libro hanno scelto di discutere di filosofia con Gregory House, l'originale protagonista di una delle serie tv più seguite di tutti i tempi, Dr. House M. D. Perché si può fare filosofia anche senza i manuali. In maniera appassionante, rigorosa, ma anche divertente... divertente come guardare la propria serie televisiva preferita.