In breve
«In queste pagine esamino l’autocomprensione che la chiesa cristiana ha assunto in quanto appartenente al mondo delle religioni. Ne deriva una grande quantità di elementi costitutivi di una teologia cristiana delle religioni».
Descrizione
È passato più di mezzo secolo da quando, al concilio Vaticano II, con la dichiarazione Nostra aetate, la chiesa cattolica ha presentato in modo coerente e totalmente nuovo la sua visione del mondo delle religioni. Da un lato, essa stessa fa parte di quel mondo. Dall’altro, essa possiede una propria vocazione e collocazione: in quel mondo deve accettarsi e presentarsi come una realtà fondata sul (e dal) Dio uni-trino.
Ciò che il concilio ha proclamato non ha assolutamente perso attualità. Anzi, oggi i cristiani incontrano dappertutto persone che appartengono alle religioni più diverse. Ed è ancor più necessario di ieri capirle, rispettarle, vivere con loro nella pace. Nel medesimo tempo i cristiani si sentono spronati a comprendere più in profondità il proprio percorso di fede come chiesa, per poterlo poi rappresentare in modo più convincente anche di fronte agli altri, in chiave di testimonianza.
Proprio dall’autocomprensione della chiesa cristiana come appartenente al mondo delle religioni derivano gli elementi costitutivi di una teologia cristiana delle religioni.
Malgrado un rapporto spesso burrascoso, filosofia e religione si sono profondamente plasmate a vicenda su temi “di confine”.
Tim Bayne, in questo vivace testo introduttivo, esplora tutto il ventaglio delle classiche questioni che stanno alla base della filosofia della religione: che cosa implica il concetto di Dio? È possibile dimostrare che Dio esiste? Come dovremmo intendere la relazione tra fede e ragione? È possibile conciliare la presenza del male con la credenza in un Dio benevolo e onnipotente? La scienza potrebbe minare la razionalità di una fede nel divino? È possibile, o piuttosto desiderabile, una vita dopo la morte? In maniera competente e stimolante Bayne si confronta con tutte queste domande, e con molte altre ancora.
Fin dai tempi del Vaticano II, anche nella chiesa cattolica si è aperta una intensa discussione sul rapporto fra cristianesimo e altre religioni. Al riguardo, la coscienza pubblica si è ritirata in massima parte su una posizione di indifferenza. La discussione teologica, invece, mostra spesso di prediligere un certo pragmatismo oppure, per altri versi, si dilunga in interminabili dibattiti teorici.
Nel panorama generale delle discussioni, il taglio di questo libro esibisce un profilo particolare. Pone al centro dell’interesse non tanto il dialogo interreligioso in senso pratico, quanto piuttosto la comprensione di sé che il cristianesimo sta maturando di fronte alla pluralità delle religioni. In quale modo la percezione di molti sistemi di fede diversi porta a un ripensamento dell’immagine biblica di Dio? Il fenomeno di un pantheon globale costringe forse i credenti cristiani a un costruttivo giudizio autocritico? Stante la sua decisa pretesa di possedere una validità universale, il cristianesimo è effettivamente in grado di intavolare un dialogo con l’altro, con il diverso?
Da teologo dogmatico e adottando una prospettiva di storia dei dogmi, Stubenrauch parte dalla convinzione dell’unica e insuperabile incarnazione della Parola divina. La teologia cristiana delle religioni, allora, non deve portare alla relativizzazione del proprio patrimonio di fede, né al disprezzo di quello altrui. Essa, piuttosto, è la possibilità di parlare del Dio di tutti gli uomini senza pregiudizi per le loro convinzioni religiose.
In questo senso, la riflessione lancia un segnale a favore della preziosa cattolicità della fede cristiana.
Il mondo contemporaneo celebra la "diversità": la pluralità della globalizzazione rende la vita più interessante, più libera. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: l'esistenza di molteplici credenze religiose - e la consapevolezza che oggi ne abbiamo - solleva svariati problemi, al di là della retorica che circonda il fenomeno. Innanzitutto solleva delle questioni filosofiche cruciali riguardo alla natura e al senso della religione; per esempio: le singole religioni rivendicano le une di fronte alle altre una pretesa di verità. In secondo luogo solleva acute questioni di carattere politico; per esempio: si fa difficile la convivenza o viene persino minata alla base la coesione sociale. Questo libro intende affrontare di petto l'una e l'altra dimensione, facendo luce e suggerendo piste da percorrere. La linearità e la chiarezza delle argomentazioni di Trigg svela elementi utilissimi per capire la condizione nella quale oggi ci troviamo immersi e mette in discussione pregiudizi consolidati.
La questione dell'essenza della religione ha ispirato, specie tra Otto e Novecento, numerosi grandi autori. Oggi però "religione" suona come un termine scivoloso: qualifica un oggetto d'indagine paradossale. A maggior ragione sembra infondata la pretesa di penetrarne l'"essenza", il senso riposto. E, tuttavia, la vita smentisce in modo solenne il ragionare troppo astratto: il fenomeno religione continua a muovere esistenze individuali e collettive. Di qui la curiosità di riprendere a fondo il tema dell'essenza della religione, in generale, e del cristianesimo, in particolare.
In breve
Una trattazione del tema centrale della teologia cristiana, l’escatologia, nella sua versione cattolica costantemente confrontata con la teologia evangelica, in dialogo con il pensiero ebraico e la filosofia contemporanea. Un libro su «la fine di tutte le cose» (Kant), nella sua dimensione individuale e universale.
Descrizione
«Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata» (Prefazio I dei defunti): così la liturgia cattolica rievoca quel mistero della “trasformazione” (mysterium transformationis), profeticamente intravisto dall’apostolo Paolo (1 Cor 15,51).
Il presente studio si apre affrontando innanzitutto alcune questioni preliminari: la filosofia dell’ospitalità, il rapporto fra astrofisica contemporanea e riflessione teologica, la tensione fra apocalittica ed escatologia, le conseguenze dell’Illuminismo e della tragedia di Auschwitz sull’escatologia cristiana. In un secondo passaggio, configurando una sorta di escatologia fondamentale, l’autore affronta il tema del rapporto fra tempo ed eternità. Lo fa analizzando svariate posizioni filosofiche che influiscono – o potrebbero influire – su questo nodo concettuale di straordinaria importanza.
La parte centrale del saggio individua tre dimensioni decisive dell’oggetto di studio: Wohlmuth si concentra anzitutto sul linguaggio escatologico, precisamente dal punto di vista della sua qualità poetica ed estetica (escato-estetica); poi sulla dimensione logica e la rilevanza veritativa dell’escatologia (escato-logica); infine sulla questione dell’agire ultimamente responsabile di fronte alla morte, dell’agire verificato escatologicamente (escato-prassi).
L’ultima parte è dedicata a tematiche particolari: il morire e la risurrezione, l’alternativa fra inferno e paradiso come stati escatologici, la beatitudine eterna e la speranza nel compimento. Tali questioni sono affrontate nell’ottica della compenetrazione – o meglio del superamento – di escatologia individuale ed escatologia generale. Una volta ripreso il dibattito fra Ratzinger e Lohfink sulla “risurrezione nella morte” (una teoria escatologica che non ha pari nella storia recente della teologia), Wohlmuth approfondisce quell’approccio paradigmatico: ripensando sia la formula paolina che parla di “trasformazione” radicale, ossia di nuova creazione, sia il rapporto fra anima e corpo.
L’intero sviluppo del testo è contraddistinto da un confronto serrato con filosofi contemporanei come Heidegger e Husserl, ma soprattutto da un dialogo stimolante con pensatori ebraici come Buber, Rosenzweig, Benjamin, Adorno, Levinas, Scholem e Derrida.
Siamo convinti di sapere che cosa è una religione. Ma è sempre chiaro dove passa il confine tra una religione, una spiritualità, una sapienza, una ricerca dell'equilibrio vitale o dell'equilibro con le energie cosmiche? Insomma: anche la pratica dello yoga è una religione? E l'astrologia? E la scientologia? E il ricorso ai fiori del dottor Bach o all'omeopatia? Oppure ancora: una religione ha sempre a che fare con il credere, e il credere in un Dio?
Approfonditi conoscitori della materia indagano in questo libro sulla personalita e l'insegnamento di nove fondatori di religioni: Akhenaton, Mose, Zarathustra, Gesu, Mani, Muhammad, Buddha, Confucio e Lao Tzu. Quali persone stanno dietro alle grandi religioni che hanno mosso il mondo? Leggenda e realta si mescolano nel ritrattoudi quelle figure che ne sono all'origine. Approfonditi conoscitori della materia indagano in questo libro la personalita di nove fondatori di religioni: si interrogano sul loro carattere, sulla loro chiamata e il loro insegnamento. Solide informazioni in un'opera divulgativa affascinante. AUTORI: Stefan Schreiner, Richard N. Frye, Rainer Riesner, Alexander Bohlig, Annemarie Schimmel, Alois Payer e Robert Paul Kramers
Il libretto riproduce la mostra Religioni mondiali - Pace mondiale - Etica mondiale", elaborata dalla Fondazione Etica Mondiale. " Da quando esistono comunita umane sono state sviluppate idee di una prospera convivenza e di una vita buona per la singola persona. In tutte le culture sono stati sviluppati dei modelli etici che riguardano il comportamento. Soprattutto le religioni e le filosofie hanno concretizzato e sistematizzato questi criteri. Nel nostro odierno mondo pluralistico, pero, nessuna religione o filosofia o ideologia puo, da sola, imporre una tale etica a tutte le societa. E tuttavia e importante scoprire e richiamare alla coscienza gli aspetti comuni nell'etica delle diverse religioni e filosofie. L'etica mondiale e cio che tiene insieme, dal punto di vista del contenuto, la mostra Religioni mondiali - Pace mondiale - Etica mondiale" elaborata dalla Fondazione Etica Mondiale. Lungo le 12 tavole si puo riconoscere cio che appartiene all'eredita etica dell'umanita. "
Un'analisi dello Shintoismo attraverso il suo sviluppo e il rapporto con le altre religioni orientali.
Uno dei piu noti teologi del nostro tempo descrive, racconta e spiega le Religioni universali. Da quando ci sono esseri umani, essi sono alla ricerca di cio che trascende il mondo e lo abbraccia. In questa ricerca le Religioni offrono a milioni di esseri umani senso della vita, orientamento, patria spirituale. Hans Kung delinea in modo avvincente e con grande competenza il mondo delle grandi Religioni, mostra i legami trasversali, gli elementi comuni e gli elementi differenziati. E' sempre sulla traccia del loro potenziale di pace, dell'etica mondiale nelle Religioni universali. Affascinanti orizzonti vengono prospettati: da Ayers Rock a Roma, da una sinagoga di New York a un monastero tibetano, da Confucio a Muhammad.
RELIGIONE POPOLARE NELLA STORIA, RELIGIONE POPOLARE TRADIZIONALE, RELIGIONE POPOLARE E MODERNITA.