Il laico Habermas, uno dei più autorevoli pensatori del nostro tempo, ha mostrato di apprezzare il rilievo sociale delle religioni e di riconoscere i limiti di certa razionalità illuministica. Questo saggio offre un breve quadro complessivo del pensiero del filosofo e sociologo tedesco e ricostruisce in termini critici il suo modo di porsi di fronte alla questione religiosa.
Dalla quarta di copertina:
Jürgen Habermas, uno dei più autorevoli filosofi e sociologi del nostro tempo, dopo un lungo percorso teorico rigorosamente laico, guidato dal postulato dell’ateismo metodico, si è segnalato soprattutto nell’ultimo decennio per significative aperture alla religione, culminate nella discussione pubblica del 2004 con l’allora cardinale Joseph Ratzinger. Importante è il riconoscimento del perdurante rilievo sociale delle religioni e del contributo che i cittadini credenti possono dare al dibattito politico nella nuova temperie della società postsecolare, non più egemonizzabile da posizioni razionalistiche. Ma ancor più rilevante è l’ammissione dei limiti della razionalità laica e della possibile verità delle credenze religiose.
In questo libro si offre un breve quadro complessivo del pensiero di Habermas e si ricostruisce puntualmente il suo confronto con la questione della religione, rimarcandone sia i pregi sia le irrisolte difficoltà.
Analisi teologica del lavoro teatrale di Lessing Nathan il saggio". L'autore evidenzia nell'opera di Lessing il potenziale do conflitto e riconciliazione tra ebrei, cristiani e musulmani. Un tema molto attuale "
Questo volume, pur senza ignorare la discussione intorno "alle morti che fanno problema", si propone come scopo principale di mettere al centro della riflessione l'evento del morire e la morte in quanto tali. Il morire, infatti, essendo un atto del vivente, dovrà recare, in qualche modo, l'impronta del dinamismo della decisione di coscienza che, per il credente, avverrà alla luce del Signore, morto e risorto. Studiare se e come questo possa avvenire significa offrire una prima teologia morale del morire e della morte.
Il volume si prefigge due obiettivi: offrire un contributo sia alla cristologia in generale che alla comprensione teologica della filosofia hegeliana in particolare.
Il volume raccoglie quindici saggi, che Pannenberg è andato scrivendo dal 1959 al 1967: essi mirano a cogliere il significato che la coscienza storica assume per la comprensione delle testimonianze bibliche.
L’opera si presenta come un saggio di cristologia, che si propone di superare il divario tra teologia accademica e fede responsabile dei fedeli.
I saggi e i contributi raccolti in questo volume sono il frutto di un confronto fra la tradizione della chiesa e le diverse sollecitazioni che alla teologia contemporanea provengono dallo spirito dell'età moderna: illuminismo, critica storica, secolarizzazione e teoria critica della società.
Un'esposizione d'assieme della dottrina dei princìpi teologici morali.